Giorgetti, stop sussidi. Servono riforme per aumentare produttivitàRoma, 22 set. (askanews) – Stop sussidi a pioggia o facili misure. Il ruolo del Governo è quello di impegnarsi in riforme strutturali per aumentare la competitività del sistema. Lo ha detto il Ministro dell’economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti, nel suo intervento alla cerimonia di insediamento della XI consiliatura del Cnel. Presenti il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e i presidenti d Senato e Camera, Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana.
“Intervenire con ogni genere di invenzioni pur di spendere denaro pubblico e sussidiare qualcuno o qualcosa, sempre più si è rivelato denso di conseguenze non volute e anzi nocive. Certamente sussidiare è più facile – ha dspiegato Giorgetti -; impegnarsi invece in un coerente disegno di riforma dell’economia italiana che ne aumenti la produttività, più complicato. Tuttavia questo è il compito che la ragione economica e la morale impongono alla nostra attività di governo. Non possiamo più surrogare con facili misure il compito strutturale che ci è imposto”. Sulla questione dei salari, Giorgetti ha sottolineato come essi debbano andare di pari passo con la produttività, lasciandone la determinazione alla contrattazione tra le parti. “Il tema dei salari e il tema della produttività devono assieme contribuire alla ripresa di uno sviluppo inclusivo che permei tutta l’Italia, e realizzi – ha sottolimeato – un giusto allineamento delle retribuzioni basato sul principio incomprimibile della libera contrattazione tra le parti sociali”.
Governo, Schlein: dopo un anno di Meloni l’Italia sta peggioRoma, 22 set. (askanews) – L’Italia sta peggio, dopo un anno di governo Meloni. Lo ha detto la segretaria Pd Elly Schlein in una intervista a ‘Fanpage’. “Il giudizio come leader del primo partito di opposizione rischia di essere scontato: è un giudizio negativo. Ma se chiediamo a un italiano o un’italiana se sta meglio di un anno fa la risposta la conosciamo tutti, purtroppo. Perché questo è stato un governo che per un anno ha mostrato il suo vero volto. Quello che colpisce i poveri, anziché contrastare la povertà. Quello che ha fatto un decreto sul lavoro che in realtà aumenta la precarietà”.
Il Papa: la guerra mondiale a pezzi danneggia tutti, specialmente i poveriCittà del Vaticano, 22 set. (askanews) – “Purtroppo l’umanità globalizzata è ferita e minacciata da una guerra mondiale a pezzi, che, combattuta direttamente in alcune regioni del pianeta, ha però conseguenze che danneggiano la vita di tutti, specialmente dei più poveri”. Lo scrive Papa Francesco in un messaggio inviato ai partecipanti al Simposio Ecumenico nell’Abbazia di Pannonhalma, in Ungheria.
Il Papa cita San Benedetto patrono d’Europa e la sua regola, aggiungendo che questa “non contiene una trattazione sul tema della pace, ma piuttosto può essere adottata come ottima guida per un impegno consapevole e pratico a favore della pace. Il Santo Abate la scrisse pensando ai monaci, ma il suo messaggio va ben oltre le mura dei monasteri. Essa mostra come la convivenza umana, con la grazia di Dio, possa superare i pericoli dovuti a dispute e discordie”, scrive Francesco. “Lo sguardo di Benedetto è molto lucido circa le differenze e le disuguaglianze che esistono tra i membri della comunità. Egli – prosegue il Papa nel suo messaggio – conosce la complessità delle impronte linguistiche, etniche e culturali, che rappresenta allo stesso tempo una ricchezza e un potenziale di conflitto. Eppure, egli ha una visione serena e pacifica, perché è pienamente convinto della pari dignità e del pari valore di tutti gli esseri umani”.
“Anche gli ‘hospites’, ovvero gli stranieri, devono essere accolti secondo tale principio. ‘Onorare tutti gli uomini’ è il fondamento della pace nella comunità monastica, così come nelle relazioni interpersonali, sociali e internazionali”. Francesco, infine, ha esortato tutti a pregare per la pace. “La guerra in Ucraina ci ha drammaticamente chiamato ad aprire gli occhi e il cuore verso tante popolazioni che soffrono a causa della guerra, memori delle parole del Concilio Vaticano II: ‘Ogni atto di guerra, che mira indiscriminatamente alla distruzione di intere città o di vaste regioni e dei loro abitanti, è delitto contro Dio e contro la stessa umanità e va condannato con fermezza e senza esitazione’”.
“Per intercessione di San Benedetto chiediamo a Dio Uno e Trino che il mondo sia liberato dal flagello della guerra e possa crescere ½un’intesa tra i popoli che assicuri per tutti i continenti la giustizia e il pane, la libertà e la pace”, ha chiuso il suo messaggio Papa Francesco, citando una preghera del card. Carlo Maria Martini.
Pil, l’Istat conferma per il 2022 un deficit del-8%Roma, 22 set. (askanews) – L’Istat conferma per il 2022 un deficit del -8% in calo sul 2022, in linea con la stima di aprile.
Sulla base delle informazioni aggiornate, l’indebitamento netto delle amministrazione pubbliche in rapporto al Pil- si legge nell’Aggiornamento dei conti economici nazionali – è stato pari nel 2022 a -8% (-8,8% l’anno precedente). In valore assoluto l’indebitamento è di -156.442 milioni di euro, in calo di circa 3,5 miliardi rispetto a quello dell’anno precedente. Il saldo primario (indebitamento netto al netto della spesa per interessi) è negativo e pari a -73.554 milioni di euro, con un’incidenza sul Pil del -3,8% (-5,3% nel 2021); anche il saldo di parte corrente (risparmio o disavanzo delle Ap) è negativo e pari a -24.059 milioni di euro, inferiore a quello di -25.319 milioni registrato nel 2021. Tale miglioramento è il risultato di un aumento di circa 62,3 miliardi di euro delle entrate correnti, superiore a quello delle uscite correnti (di circa 61,1 miliardi).
Nel 2022 le entrate totali delle amministrazioni pubbliche sono aumentate dell’8% rispetto all’anno precedente. L’incidenza sul Pil è pari al 48%.
Governo, Bombardieri: incontro su inflazione è pura propagandaRoma, 22 set. (askanews) – L’incontro con il Governo sul caro prezzi “pensiamo sia pura propaganda”. Così il leader della Uil, Pierpaolo Bombardieri, a “ReStart”. Secondo Bombardieri “è inutile parlare di inflazione con i sindacati se non ci sono controlli e provvedimenti su chi ha fatto speculazione, specie sulla benzina. Si può dire che gli imprenditori hanno guadagnato di meno, ma la vera inflazione in questi due anni è stata pagata da lavoratori e pensionati che hanno perso potere d’acquisto di salari e pensioni”.
Governo, al via incontro con sindacati su tutela potere acquistoRoma, 22 set. (askanews) – Al via a Palazzo Chigi l’incontro tra Governo e Cgil, Cisl, Uil e Ugl sui temi del potere d’acquisto delle famiglie e le dinamiche dei prezzi. A coordinare il tavolo è il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, coadiuvato dal garante dei prezzi. Per l’esecutivo sono presenti anche il ministro della Funzione pubblica, Paolo Zangrillo, il sottosegretario del Lavoro, Claudio Durigon, e il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Giovanbattista Fazzolari. Per i sindacati ci sono i leader di Cisl e Ugl, Luigi Sbarra e Paolo Capone, e i segretari confederali di Cgil e Uil, Christian Ferrari e Ivana Veronese. Vista la presenza di Zangrillo e Durigon, i sindacati intendono allargare la discussione al rinnovo dei contratti pubblici e alle pensioni.
La destra contro il direttore del Museo Egizio di TorinoMilano, 21 set. (askanews) – “C’è purtroppo una invasività crescente. Ma la cultura è il servizio di tutti. I musei sono la casa di tutti. Non solo è giusto, ma è doveroso che i direttori vengano valutati. Ma su criteri oggettivi. Quando sono arrivato qui avevamo 16 persone, oggi siamo in 70. Avevo un curatore e un assistente curatore, oggi ho 13 curatori”. Christian Greco, direttore del Museo Egizio di Torino, istituzione per importanza seconda al mondo solo al grande museo egizio del Cairo, ha parlato così, intervistato dal Corriere della Sera, nei giorni della polemica politica scatenata nei suo confronti dall’assessore al Welfare della Regione Piemonte, Maurizio Marrone di Fratelli d’Italia. “Io non ho assolutamente bisogno di poltrone – ha aggiunto Greco -. Possono anche mandarmi via dall’Egizio, se vogliono. Mi resterà comunque l’Egitto”.
La battaglia della destra, in particolare della Lega, contro Greco nasce da lontano: risale addirittura al 2016 e al 2018, quando il Museo Egizio, in occasione di nuove mostre, aveva lanciato una campagna che permetteva alle persone arabe che si presentavano in coppia di entrare pagando un unico biglietto. La promozione aveva suscitato immediatamente le proteste della destra italiana, con anche l’attuale presidente del Consiglio Giorgia Meloni che aveva definito “delirante” l’iniziativa di Greco. Il più polemico era Stato il leghista Andrea Crippa, oggi vicesegretario del partito di Salvini, che aveva accusato il direttore dell’Egizio di razzismo e discriminazione nei confronti di “italiani e cristiani”, accuse che oggi ribadisce anche con maggiore veemenza, dopo che la denuncia per diffamazione fatta da Greco ha portato in secondo grado – dopo la condanna del politico in primo grado – all’assoluzione dall’accusa di avere leso l’immagine del museo, ma non da quella di avere diffuso un video falso, come hanno precisato ad askanews dal museo torinese. “Christian Greco, direttore del Museo Egizio di Torino – ha detto Crippa ad Affari Italiani – faccia un gesto di dignità e si dimetta. Faremo di tutto per cacciarlo e chiediamo al ministro della Cultura Sangiuliano di cacciarlo se non si dimette lui”, e poi ha aggiunto: “È un direttore di sinistra che ha gestito il Museo Egizio di Torino in modo ideologico e razzista contro gli italiani e i cittadini di religione cristiana. Ha fatto sconti solo per i musulmani e mai per chi professa altre religioni. Il Museo Egizio di Torino viene pagato dai cittadini e lui ascolta solo la sinistra. È un razzista contro italiani e cristiani”. “Non confermerei Greco – aveva invece detto Marrone, dando inizio alla serie di attacchi al direttore. – Ha doti manageriali non comuni, ma ritengo esistano figure potenzialmente più qualificate che sono state penalizzate non dico per la direzione, ma addirittura per un posto nel Cda del museo”. A difesa di Greco, oltre ai numeri e ai risultati che lui stesso ha citato – ai quali va aggiunto il dato sui visitatori, che nel 2022 sono stati 898.500, superando il 2019 pre pandemico – si sono schierati il Consiglio di amministrazione del museo, il comitato scientifico e le istituzioni locali. A favore del direttore è stata anche inviata una lettera aperta firmata da 92 studiosi. E poi la politica: la segretaria del Pd Elly Schlein ha sostenuto che “Greco dirige il Museo Egizio con grande professionalità e competenza, portando risultati concreti. Da settimane è sotto l’attacco delle destre per un’unica ragione, non essere, secondo loro, allineato alle posizioni del governo. È un fatto grave nel merito e nella sostanza, e tradisce la mania di controllo che ha Giorgia Meloni”. Parole dalla parte di Greco anche dal leader di Azione, Carlo Calenda: “L’anno scorso ho portato i ragazzi al Museo Egizio di Torino – ha scritto su X -. Come ebbi modo di scrivere mi è sembrato uno dei musei meglio gestiti, allestiti e organizzati d’Italia. Rimuoverei piuttosto chi chiede di rimuovere Christian Greco”.
“Quando sei in difficoltà – ha commentato l’ex sindaca di Torino e deputata del Movimento 5Stelle Chiara Appendino – inventati un nuovo nemico. È ormai la tattica continua del centrodestra. In questi giorni la vittima designata è il direttore del Museo Egizio di Torino. Christian Greco è un bravissimo egittologo che sta svolgendo da anni un lavoro preziosissimo per il Museo, come dimostrano le quantità di visitatori in continua crescita e le numerose collaborazioni attivate con musei, istituti di ricerca e università internazionali. Il suo peccato, per la destra, è aver aperto il museo con politiche di inclusione rivolte a tutte e tutti. E, evidentemente, aver avuto troppo successo”. Su X è stato pubblicato anche un post del Museo Egizio:” Ringraziamo per il largo e affettuoso sostegno e per la stima che state manifestando al nostro direttore e al museo – si legge -. Il Museo Egizio tutto si esprime in totale sintonia con le dichiarazioni del direttore. Preghiamo di mantenerne il tono urbano. Noi continuiamo a lavorare”. “I musei – aveva detto lo stesso Greco ad askanews in un’intervista a inizio 2023 – devono diventare sempre di più hub di approfondimento, un luogo in cui si possa capire la complessità della realtà, in cui si possa avere la forza di dire che non ci sono risposte semplici a fenomeni complessi, un luogo in cui si possa avere anche la possibilità di fare una disamina delle fonti su quello che, per esempio, la Rete ci presenta in maniera indiscriminata. Noi abbiamo una cultura materiale che pone dei paletti: dobbiamo essere un luogo di confronto, un presidio di libertà e democrazia”. Parole che sembrano molto pregnanti anche oggi e che rappresentano in un certo senso la visione di fondo della sua direzione dell’Egizio. Museo la cui governance, come indicato nel Report integrato del 2022, è strutturata intorno ai soci fondatori: il ministero della Cultura, la Regione Piemonte, la Città di Torino, la Compagnia di San Paolo e la Fondazione CRT. Il presidente della Fondazione è nominato dal ministero della Cultura e attualmente la carica è ricoperta da Evelina Christillin. (di Leonardo Merlini)
Sulle migrazioni Mattarella chiede all’Ue soluzioni nuove e coraggiosePiazza Armerina (Enna), 21 set. (askanews) – Quello delle migrazioni “è un fenomeno epocale che va governato con visione del futuro, non con provvedimenti improvvisati o tampone che risolvono qualche questione temporanea, ma che esaminino e affrontino il problema con una visione del futuro coraggiosa e nuova rispetto a un fenomeno così grande”. Sergio Mattarella ha portato il presidente tedesco Frank Walter Steinmeier a Piazza Armerina, in provincia di Enna, a visitare il Centro per migranti don Bosco2000 prima di pronunciare queste parole durante una conferenza stampa tutta dedicata al tema.
E’ carica di significati la duplice scelta del presidente della Repubblica di coinvolgere un capo di Stato che proviene da un paese con cui nelle ultime settimane sono cresciute le tensioni sulla gestione dei migranti, la Germania, ma che è anche un “amico”, che condivide la stessa visione sul tema. “Su ogni argomento, su ogni aspetto, registriamo costantemente – il Presidente Steinmeier ed io – una piena convergenza e un’intensità di rapporti collaborativi tra Germania e Italia che non potrebbe essere a un livello ulteriormente migliore”, ha scandito Mattarella. “Questa è una caratteristica importante anche perché, come Paesi fondatori dell’Unione europea, avvertiamo insieme la responsabilità di incentivare e accrescere l’integrazione europea e di farla crescere perché la Casa europea si completi nella maniera più armonica e più efficace possibile”. Mattarella sa quindi di poter parlare la stessa lingua di Steinmeier quando chiede a Bruxelles di non aspettare oltre per individuare strumenti di gestione di questo fenomeno epocale, cosa che purtroppo accade sempre più di frequente con le divisioni all’interno del Consiglio europeo sui tanti dossier. “E’ sempre più evidente che occorre studiare, definire, porre in campo delle soluzioni nuove, coraggiose e non superficiali. Né soluzioni approssimative – avverte – Occorrono soluzioni naturalmente europee, perché non è un problema che un Paese da solo può affrontare, neppure il più grande. Ma occorrono soluzioni nuove, da studiare approfonditamente, con serietà. Ognuno di noi ha le sue idee, ma sono i governi che le devono porre in campo e confrontare. I dieci punti della Presidente von der Leyen sono interessanti, come lo sono stati alcuni passi avanti dei Consigli europei dei mesi passati. Quello che è importante è che tutti in Europa comprendano come il problema esiste e non si rimuove ignorandolo. Ma va affrontato per non lasciare il protagonismo di questo fenomeno globale ai trafficanti, ai crudeli trafficanti di esseri umani”.
E’ proprio delle ultime ore la decisione del Parlamento europeo di sospendere l’esame della riforma delle regole sull’accoglienza a causa dello stallo nelle trattative a livello governativo e tra una settimana saranno i ministri dell’Interno dell’Ue a provare a sciogliere la matassa, ma il capo dello Stato sgombra subito il campo dagli alibi che finora hanno impedito una linea europea più efficace: “Le regole di Dublino sono preistoria. Voler regolare il fenomeno migratorio facendo riferimento agli Accordi di Dublino è come dire ‘realizziamo la comunicazione in Europa con le carrozze a cavalli’. Era un altro mondo, quello. Non era cominciato quel fenomeno di immigrazione di massa che vi è. Quindi pensare e far riferimento – come alcuni Paesi dell’Unione fanno ancora – basandosi sugli Accordi di Dublino, è come fare un salto in un’altra era storica. È proprio una cosa fuori dalla realtà. Per questo occorre, però, uno sforzo in cui nessuno ha la soluzione in tasca, nessuno deve dettare indicazioni agli altri – insiste Mattarella – ma, insieme, cercarla velocemente, prima che sia impossibile governare il fenomeno, e trovare nuove formule, nuove soluzioni”. A chi cerca di coinvolgere il capo dello Stato nella polemica interna Mattarella replica che non spetta a lui, nè a Steinmeier decidere, le decisioni le prendono i governi e ai Presidenti non resta che “dare suggerimenti”. Quelli di oggi quindi vogliono essere solo consigli, tracce da seguire, un pò come ha fatto ieri parlando della necessità di una intesa sulle regole di bilancio che va trovata attraverso accordi politici in Europa. La visita “simbolica” al centro don Bosco2000 fatta da Mattarella e Steinmeier prima della conferenza stampa mostra che un’altra strada è possibile rispetto alla durezza indicata da alcuni governi nei confronti dei migranti, persone che “resterebbero volentieri” nei loro paesi se non fossero spinti di “disperazione, violenza e terrorismo”. I salesiani realizzano oratori nei villaggi rurali dell’Africa, imprese sociali, fanno cooperazione allo sviluppo, e gestiscono centri di accoglienza dal 2011. Il don Bosco2000 ha 13 comunità in Sicilia, promuove start up in contesti di emarginazione e disagio, e ha all’attivo 100 collaboratori di cui 40 sono migranti che sono stati formati per svolgere mansioni di mediazione interculturale, li chiamano “costruttori di ponti”, “testimoni di successo” in un modello che è stato definito Cooperazione circolare.
Seny Diallo ha raccontato la sua esperienza davanti ai due presidenti: viene dal Senegal dove “abbiamo realizzato orti e pollai, se le persone hanno qualcosa a casa non partono per morire nel deserto o nel Mediterraneo – dice -, in Gambia abbiamo realizzato la stessa cosa. Da due mesi sono tornato in Italia perchè c’è bisogno di me qui per accogliere i miei fratelli che arrivano con i barconi, la prossima settimana sarò a Pozzallo vicino all’hotspot di Lampedusa”. Aly Traore viene dal Mali: “Sono qui da quasi 10 anni, la mia è una storia di integrazione e resilienza, nel 2012 mentre frequentavo l’università il Mali fu sconvolto dalla guerra, nel 2013 fuggii lasciando tutto quello che conoscevo per andare in un posto sicuro e realizzare il mio sogno di ragazzo, il mio viaggio della speranza mi portò attraverso il deserto e in mare a Catania, fui trasferito in uno Sprar gestito da don Bosco2000, mi diede l’opportunità di imparare l’italiano, di integrarmi, nel marzo 2015 ho iniziato a lavorare come interprete, come mediatore, facilitando la comunicazione tra migranti e operatori: chi è stato accolto accoglie, è il nostro motto. Siamo un team di 38 persone di nazionalità e culture diverse. Sono tornato diverse volte in Mali con un progetto di cooperazione circolare e stiamo realizzando un’impresa sociale. L’accoglienza fatta con dedizione – dice – può ridare speranza a chi non ha più speranza”.
Infine la testimonianza di Natalia, Ucraina, fuggita con le due figlie, dalla guerra: “L’Italia ci ha accolto facendoci sentire a casa, siamo grati per quello che fate perchè attraverso l’accoglienza si salvano le vite non solo di ucraini ma di tutti i profughi, questo ci ha dato nuova speranza, ora abbiamo la possibilità di vivere e sperare nel futuro. Qui siamo una famiglia che unisce tre continenti con diverse culture e religioni ma per noi è normale festeggiare insieme la Pasqua o il Natale, preghiamo lo stesso Dio con modalita differenti, ci unisce il rispetto per il prossimo e la pace tanto desiderata”.
Piazza Affari chiude in netto calo (-1,78%), tensione sui BtpMilano, 21 set. (askanews) – Chiusura in deciso ribasso per Piazza Affari e le Borse europee all’indomani della Fed che, come da attese, ha lasciato i tassi di interesse invariati, ma ha lasciato la porta aperta ad un altro aumento entro al fine dell’anno. Milano maglia nera, dopo i forti rialzi della vigilia, con il Ftse Mib che ha perso l’1,78% scivolando a 28.708,55 punti. Francoforte ha ceduto l’1,32%, Parigi l’1,59%.
Sul mercato obbligazionario, in tensione i nostri titoli di Stato, con il rendimento del Btp decennale che è salito al 4,55% (+10 punti base dalla chiusura di ieri), sui livelli di sette mesi fa, e lo spread a 180 punti. Tra i titoli principali, in decisa controtendenza le banche, trainate da Unicredit (+2,45%) che si porta a 23,665 euro, seguita d a Banco Bpm (+1,73%) e Mps (+0,48%).
Destra contro direttore del Museo Egizio. Greco: siano oggettiviMilano, 21 set. (askanews) – “C’è purtroppo una invasività crescente. Ma la cultura è il servizio di tutti. I musei sono la casa di tutti. Non solo è giusto, ma è doveroso che i direttori vengano valutati. Ma su criteri oggettivi. Quando sono arrivato qui avevamo 16 persone, oggi siamo in 70. Avevo un curatore e un assistente curatore, oggi ho 13 curatori”. Christian Greco, direttore del Museo Egizio di Torino, istituzione per importanza seconda al mondo solo al grande museo egizio del Cairo, ha parlato così, intervistato dal Corriere della Sera, nei giorni della polemica politica scatenata nei suo confronti dall’assessore al Welfare della Regione Piemonte, Maurizio Marrone di Fratelli d’Italia. “Io non ho assolutamente bisogno di poltrone – ha aggiunto Greco -. Possono anche mandarmi via dall’Egizio, se vogliono. Mi resterà comunque l’Egitto”.
La battaglia della destra, in particolare della Lega, contro Greco nasce da lontano: risale addirittura al 2016 e al 2018, quando il Museo Egizio, in occasione di nuove mostre, aveva lanciato una campagna che permetteva alle persone arabe che si presentavano in coppia di entrare pagando un unico biglietto. La promozione aveva suscitato immediatamente le proteste della destra italiana, con anche l’attuale presidente del Consiglio Giorgia Meloni che aveva definito “delirante” l’iniziativa di Greco. Il più polemico era Stato il leghista Andrea Crippa, oggi vicesegretario del partito di Salvini, che aveva accusato il direttore dell’Egizio di razzismo e discriminazione nei confronti di “italiani e cristiani”, accuse che oggi ribadisce anche con maggiore veemenza, dopo che la denuncia per diffamazione fatta da Greco ha portato in secondo grado – dopo la condanna del politico in primo grado – all’assoluzione dall’accusa di avere leso l’immagine del museo, ma non da quella di avere diffuso un video falso, come hanno precisato ad askanews dal museo torinese. “Christian Greco, direttore del Museo Egizio di Torino – ha detto Crippa ad Affari Italiani – faccia un gesto di dignità e si dimetta. Faremo di tutto per cacciarlo e chiediamo al ministro della Cultura Sangiuliano di cacciarlo se non si dimette lui”, e poi ha aggiunto: “È un direttore di sinistra che ha gestito il Museo Egizio di Torino in modo ideologico e razzista contro gli italiani e i cittadini di religione cristiana. Ha fatto sconti solo per i musulmani e mai per chi professa altre religioni. Il Museo Egizio di Torino viene pagato dai cittadini e lui ascolta solo la sinistra. È un razzista contro italiani e cristiani”. “Non confermerei Greco – aveva invece detto Marrone, dando inizio alla serie di attacchi al direttore. – Ha doti manageriali non comuni, ma ritengo esistano figure potenzialmente più qualificate che sono state penalizzate non dico per la direzione, ma addirittura per un posto nel Cda del museo”. A difesa di Greco, oltre ai numeri e ai risultati che lui stesso ha citato – ai quali va aggiunto il dato sui visitatori, che nel 2022 sono stati 898.500, superando il 2019 pre pandemico – si sono schierati il Consiglio di amministrazione del museo, il comitato scientifico e le istituzioni locali. A favore del direttore è stata anche inviata una lettera aperta firmata da 92 studiosi. E poi la politica: la segretaria del Pd Elly Schlein ha sostenuto che “Greco dirige il Museo Egizio con grande professionalità e competenza, portando risultati concreti. Da settimane è sotto l’attacco delle destre per un’unica ragione, non essere, secondo loro, allineato alle posizioni del governo. È un fatto grave nel merito e nella sostanza, e tradisce la mania di controllo che ha Giorgia Meloni”. Parole dalla parte di Greco anche dal leader di Azione, Carlo Calenda: “L’anno scorso ho portato i ragazzi al Museo Egizio di Torino – ha scritto su X -. Come ebbi modo di scrivere mi è sembrato uno dei musei meglio gestiti, allestiti e organizzati d’Italia. Rimuoverei piuttosto chi chiede di rimuovere Christian Greco”.
“Quando sei in difficoltà – ha commentato l’ex sindaca di Torino e deputata del Movimento 5Stelle Chiara Appendino – inventati un nuovo nemico. È ormai la tattica continua del centrodestra. In questi giorni la vittima designata è il direttore del Museo Egizio di Torino. Christian Greco è un bravissimo egittologo che sta svolgendo da anni un lavoro preziosissimo per il Museo, come dimostrano le quantità di visitatori in continua crescita e le numerose collaborazioni attivate con musei, istituti di ricerca e università internazionali. Il suo peccato, per la destra, è aver aperto il museo con politiche di inclusione rivolte a tutte e tutti. E, evidentemente, aver avuto troppo successo”. Su X è stato pubblicato anche un post del Museo Egizio:” Ringraziamo per il largo e affettuoso sostegno e per la stima che state manifestando al nostro direttore e al museo – si legge -. Il Museo Egizio tutto si esprime in totale sintonia con le dichiarazioni del direttore. Preghiamo di mantenerne il tono urbano. Noi continuiamo a lavorare”. “I musei – aveva detto lo stesso Greco ad askanews in un’intervista a inizio 2023 – devono diventare sempre di più hub di approfondimento, un luogo in cui si possa capire la complessità della realtà, in cui si possa avere la forza di dire che non ci sono risposte semplici a fenomeni complessi, un luogo in cui si possa avere anche la possibilità di fare una disamina delle fonti su quello che, per esempio, la Rete ci presenta in maniera indiscriminata. Noi abbiamo una cultura materiale che pone dei paletti: dobbiamo essere un luogo di confronto, un presidio di libertà e democrazia”. Parole che sembrano molto pregnanti anche oggi e che rappresentano in un certo senso la visione di fondo della sua direzione dell’Egizio. Museo la cui governance, come indicato nel Report integrato del 2022, è strutturata intorno ai soci fondatori: il ministero della Cultura, la Regione Piemonte, la Città di Torino, la Compagnia di San Paolo e la Fondazione CRT. Il presidente della Fondazione è nominato dal ministero della Cultura e attualmente la carica è ricoperta da Evelina Christillin. (Leonardo Merlini)