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Sulle migrazioni Mattarella chiede all’Ue soluzioni nuove e coraggiose

Sulle migrazioni Mattarella chiede all’Ue soluzioni nuove e coraggiosePiazza Armerina (Enna), 21 set. (askanews) – Quello delle migrazioni “è un fenomeno epocale che va governato con visione del futuro, non con provvedimenti improvvisati o tampone che risolvono qualche questione temporanea, ma che esaminino e affrontino il problema con una visione del futuro coraggiosa e nuova rispetto a un fenomeno così grande”. Sergio Mattarella ha portato il presidente tedesco Frank Walter Steinmeier a Piazza Armerina, in provincia di Enna, a visitare il Centro per migranti don Bosco2000 prima di pronunciare queste parole durante una conferenza stampa tutta dedicata al tema.

E’ carica di significati la duplice scelta del presidente della Repubblica di coinvolgere un capo di Stato che proviene da un paese con cui nelle ultime settimane sono cresciute le tensioni sulla gestione dei migranti, la Germania, ma che è anche un “amico”, che condivide la stessa visione sul tema. “Su ogni argomento, su ogni aspetto, registriamo costantemente – il Presidente Steinmeier ed io – una piena convergenza e un’intensità di rapporti collaborativi tra Germania e Italia che non potrebbe essere a un livello ulteriormente migliore”, ha scandito Mattarella. “Questa è una caratteristica importante anche perché, come Paesi fondatori dell’Unione europea, avvertiamo insieme la responsabilità di incentivare e accrescere l’integrazione europea e di farla crescere perché la Casa europea si completi nella maniera più armonica e più efficace possibile”. Mattarella sa quindi di poter parlare la stessa lingua di Steinmeier quando chiede a Bruxelles di non aspettare oltre per individuare strumenti di gestione di questo fenomeno epocale, cosa che purtroppo accade sempre più di frequente con le divisioni all’interno del Consiglio europeo sui tanti dossier. “E’ sempre più evidente che occorre studiare, definire, porre in campo delle soluzioni nuove, coraggiose e non superficiali. Né soluzioni approssimative – avverte – Occorrono soluzioni naturalmente europee, perché non è un problema che un Paese da solo può affrontare, neppure il più grande. Ma occorrono soluzioni nuove, da studiare approfonditamente, con serietà. Ognuno di noi ha le sue idee, ma sono i governi che le devono porre in campo e confrontare. I dieci punti della Presidente von der Leyen sono interessanti, come lo sono stati alcuni passi avanti dei Consigli europei dei mesi passati. Quello che è importante è che tutti in Europa comprendano come il problema esiste e non si rimuove ignorandolo. Ma va affrontato per non lasciare il protagonismo di questo fenomeno globale ai trafficanti, ai crudeli trafficanti di esseri umani”.

E’ proprio delle ultime ore la decisione del Parlamento europeo di sospendere l’esame della riforma delle regole sull’accoglienza a causa dello stallo nelle trattative a livello governativo e tra una settimana saranno i ministri dell’Interno dell’Ue a provare a sciogliere la matassa, ma il capo dello Stato sgombra subito il campo dagli alibi che finora hanno impedito una linea europea più efficace: “Le regole di Dublino sono preistoria. Voler regolare il fenomeno migratorio facendo riferimento agli Accordi di Dublino è come dire ‘realizziamo la comunicazione in Europa con le carrozze a cavalli’. Era un altro mondo, quello. Non era cominciato quel fenomeno di immigrazione di massa che vi è. Quindi pensare e far riferimento – come alcuni Paesi dell’Unione fanno ancora – basandosi sugli Accordi di Dublino, è come fare un salto in un’altra era storica. È proprio una cosa fuori dalla realtà. Per questo occorre, però, uno sforzo in cui nessuno ha la soluzione in tasca, nessuno deve dettare indicazioni agli altri – insiste Mattarella – ma, insieme, cercarla velocemente, prima che sia impossibile governare il fenomeno, e trovare nuove formule, nuove soluzioni”. A chi cerca di coinvolgere il capo dello Stato nella polemica interna Mattarella replica che non spetta a lui, nè a Steinmeier decidere, le decisioni le prendono i governi e ai Presidenti non resta che “dare suggerimenti”. Quelli di oggi quindi vogliono essere solo consigli, tracce da seguire, un pò come ha fatto ieri parlando della necessità di una intesa sulle regole di bilancio che va trovata attraverso accordi politici in Europa. La visita “simbolica” al centro don Bosco2000 fatta da Mattarella e Steinmeier prima della conferenza stampa mostra che un’altra strada è possibile rispetto alla durezza indicata da alcuni governi nei confronti dei migranti, persone che “resterebbero volentieri” nei loro paesi se non fossero spinti di “disperazione, violenza e terrorismo”. I salesiani realizzano oratori nei villaggi rurali dell’Africa, imprese sociali, fanno cooperazione allo sviluppo, e gestiscono centri di accoglienza dal 2011. Il don Bosco2000 ha 13 comunità in Sicilia, promuove start up in contesti di emarginazione e disagio, e ha all’attivo 100 collaboratori di cui 40 sono migranti che sono stati formati per svolgere mansioni di mediazione interculturale, li chiamano “costruttori di ponti”, “testimoni di successo” in un modello che è stato definito Cooperazione circolare.

Seny Diallo ha raccontato la sua esperienza davanti ai due presidenti: viene dal Senegal dove “abbiamo realizzato orti e pollai, se le persone hanno qualcosa a casa non partono per morire nel deserto o nel Mediterraneo – dice -, in Gambia abbiamo realizzato la stessa cosa. Da due mesi sono tornato in Italia perchè c’è bisogno di me qui per accogliere i miei fratelli che arrivano con i barconi, la prossima settimana sarò a Pozzallo vicino all’hotspot di Lampedusa”. Aly Traore viene dal Mali: “Sono qui da quasi 10 anni, la mia è una storia di integrazione e resilienza, nel 2012 mentre frequentavo l’università il Mali fu sconvolto dalla guerra, nel 2013 fuggii lasciando tutto quello che conoscevo per andare in un posto sicuro e realizzare il mio sogno di ragazzo, il mio viaggio della speranza mi portò attraverso il deserto e in mare a Catania, fui trasferito in uno Sprar gestito da don Bosco2000, mi diede l’opportunità di imparare l’italiano, di integrarmi, nel marzo 2015 ho iniziato a lavorare come interprete, come mediatore, facilitando la comunicazione tra migranti e operatori: chi è stato accolto accoglie, è il nostro motto. Siamo un team di 38 persone di nazionalità e culture diverse. Sono tornato diverse volte in Mali con un progetto di cooperazione circolare e stiamo realizzando un’impresa sociale. L’accoglienza fatta con dedizione – dice – può ridare speranza a chi non ha più speranza”.

Infine la testimonianza di Natalia, Ucraina, fuggita con le due figlie, dalla guerra: “L’Italia ci ha accolto facendoci sentire a casa, siamo grati per quello che fate perchè attraverso l’accoglienza si salvano le vite non solo di ucraini ma di tutti i profughi, questo ci ha dato nuova speranza, ora abbiamo la possibilità di vivere e sperare nel futuro. Qui siamo una famiglia che unisce tre continenti con diverse culture e religioni ma per noi è normale festeggiare insieme la Pasqua o il Natale, preghiamo lo stesso Dio con modalita differenti, ci unisce il rispetto per il prossimo e la pace tanto desiderata”.

Piazza Affari chiude in netto calo (-1,78%), tensione sui Btp

Piazza Affari chiude in netto calo (-1,78%), tensione sui BtpMilano, 21 set. (askanews) – Chiusura in deciso ribasso per Piazza Affari e le Borse europee all’indomani della Fed che, come da attese, ha lasciato i tassi di interesse invariati, ma ha lasciato la porta aperta ad un altro aumento entro al fine dell’anno. Milano maglia nera, dopo i forti rialzi della vigilia, con il Ftse Mib che ha perso l’1,78% scivolando a 28.708,55 punti. Francoforte ha ceduto l’1,32%, Parigi l’1,59%.

Sul mercato obbligazionario, in tensione i nostri titoli di Stato, con il rendimento del Btp decennale che è salito al 4,55% (+10 punti base dalla chiusura di ieri), sui livelli di sette mesi fa, e lo spread a 180 punti. Tra i titoli principali, in decisa controtendenza le banche, trainate da Unicredit (+2,45%) che si porta a 23,665 euro, seguita d a Banco Bpm (+1,73%) e Mps (+0,48%).

Destra contro direttore del Museo Egizio. Greco: siano oggettivi

Destra contro direttore del Museo Egizio. Greco: siano oggettiviMilano, 21 set. (askanews) – “C’è purtroppo una invasività crescente. Ma la cultura è il servizio di tutti. I musei sono la casa di tutti. Non solo è giusto, ma è doveroso che i direttori vengano valutati. Ma su criteri oggettivi. Quando sono arrivato qui avevamo 16 persone, oggi siamo in 70. Avevo un curatore e un assistente curatore, oggi ho 13 curatori”. Christian Greco, direttore del Museo Egizio di Torino, istituzione per importanza seconda al mondo solo al grande museo egizio del Cairo, ha parlato così, intervistato dal Corriere della Sera, nei giorni della polemica politica scatenata nei suo confronti dall’assessore al Welfare della Regione Piemonte, Maurizio Marrone di Fratelli d’Italia. “Io non ho assolutamente bisogno di poltrone – ha aggiunto Greco -. Possono anche mandarmi via dall’Egizio, se vogliono. Mi resterà comunque l’Egitto”.

La battaglia della destra, in particolare della Lega, contro Greco nasce da lontano: risale addirittura al 2016 e al 2018, quando il Museo Egizio, in occasione di nuove mostre, aveva lanciato una campagna che permetteva alle persone arabe che si presentavano in coppia di entrare pagando un unico biglietto. La promozione aveva suscitato immediatamente le proteste della destra italiana, con anche l’attuale presidente del Consiglio Giorgia Meloni che aveva definito “delirante” l’iniziativa di Greco. Il più polemico era Stato il leghista Andrea Crippa, oggi vicesegretario del partito di Salvini, che aveva accusato il direttore dell’Egizio di razzismo e discriminazione nei confronti di “italiani e cristiani”, accuse che oggi ribadisce anche con maggiore veemenza, dopo che la denuncia per diffamazione fatta da Greco ha portato in secondo grado – dopo la condanna del politico in primo grado – all’assoluzione dall’accusa di avere leso l’immagine del museo, ma non da quella di avere diffuso un video falso, come hanno precisato ad askanews dal museo torinese. “Christian Greco, direttore del Museo Egizio di Torino – ha detto Crippa ad Affari Italiani – faccia un gesto di dignità e si dimetta. Faremo di tutto per cacciarlo e chiediamo al ministro della Cultura Sangiuliano di cacciarlo se non si dimette lui”, e poi ha aggiunto: “È un direttore di sinistra che ha gestito il Museo Egizio di Torino in modo ideologico e razzista contro gli italiani e i cittadini di religione cristiana. Ha fatto sconti solo per i musulmani e mai per chi professa altre religioni. Il Museo Egizio di Torino viene pagato dai cittadini e lui ascolta solo la sinistra. È un razzista contro italiani e cristiani”. “Non confermerei Greco – aveva invece detto Marrone, dando inizio alla serie di attacchi al direttore. – Ha doti manageriali non comuni, ma ritengo esistano figure potenzialmente più qualificate che sono state penalizzate non dico per la direzione, ma addirittura per un posto nel Cda del museo”. A difesa di Greco, oltre ai numeri e ai risultati che lui stesso ha citato – ai quali va aggiunto il dato sui visitatori, che nel 2022 sono stati 898.500, superando il 2019 pre pandemico – si sono schierati il Consiglio di amministrazione del museo, il comitato scientifico e le istituzioni locali. A favore del direttore è stata anche inviata una lettera aperta firmata da 92 studiosi. E poi la politica: la segretaria del Pd Elly Schlein ha sostenuto che “Greco dirige il Museo Egizio con grande professionalità e competenza, portando risultati concreti. Da settimane è sotto l’attacco delle destre per un’unica ragione, non essere, secondo loro, allineato alle posizioni del governo. È un fatto grave nel merito e nella sostanza, e tradisce la mania di controllo che ha Giorgia Meloni”. Parole dalla parte di Greco anche dal leader di Azione, Carlo Calenda: “L’anno scorso ho portato i ragazzi al Museo Egizio di Torino – ha scritto su X -. Come ebbi modo di scrivere mi è sembrato uno dei musei meglio gestiti, allestiti e organizzati d’Italia. Rimuoverei piuttosto chi chiede di rimuovere Christian Greco”.

“Quando sei in difficoltà – ha commentato l’ex sindaca di Torino e deputata del Movimento 5Stelle Chiara Appendino – inventati un nuovo nemico. È ormai la tattica continua del centrodestra. In questi giorni la vittima designata è il direttore del Museo Egizio di Torino. Christian Greco è un bravissimo egittologo che sta svolgendo da anni un lavoro preziosissimo per il Museo, come dimostrano le quantità di visitatori in continua crescita e le numerose collaborazioni attivate con musei, istituti di ricerca e università internazionali. Il suo peccato, per la destra, è aver aperto il museo con politiche di inclusione rivolte a tutte e tutti. E, evidentemente, aver avuto troppo successo”. Su X è stato pubblicato anche un post del Museo Egizio:” Ringraziamo per il largo e affettuoso sostegno e per la stima che state manifestando al nostro direttore e al museo – si legge -. Il Museo Egizio tutto si esprime in totale sintonia con le dichiarazioni del direttore. Preghiamo di mantenerne il tono urbano. Noi continuiamo a lavorare”. “I musei – aveva detto lo stesso Greco ad askanews in un’intervista a inizio 2023 – devono diventare sempre di più hub di approfondimento, un luogo in cui si possa capire la complessità della realtà, in cui si possa avere la forza di dire che non ci sono risposte semplici a fenomeni complessi, un luogo in cui si possa avere anche la possibilità di fare una disamina delle fonti su quello che, per esempio, la Rete ci presenta in maniera indiscriminata. Noi abbiamo una cultura materiale che pone dei paletti: dobbiamo essere un luogo di confronto, un presidio di libertà e democrazia”. Parole che sembrano molto pregnanti anche oggi e che rappresentano in un certo senso la visione di fondo della sua direzione dell’Egizio. Museo la cui governance, come indicato nel Report integrato del 2022, è strutturata intorno ai soci fondatori: il ministero della Cultura, la Regione Piemonte, la Città di Torino, la Compagnia di San Paolo e la Fondazione CRT. Il presidente della Fondazione è nominato dal ministero della Cultura e attualmente la carica è ricoperta da Evelina Christillin. (Leonardo Merlini)

Bce, Lagarde: siamo risoluti sull’inflazione, deve essere ridotta

Bce, Lagarde: siamo risoluti sull’inflazione, deve essere ridottaRoma, 21 set. (askanews) – Alla Bce “siamo risoluti a preservare la stabilità dei prezzi nella zona euro. Per questa ragione abbiamo alzato i tassi di interesse dieci volte dal giugno del 2022 e abbiamo agito ancora una volta, la scorsa settimana, per rafforzare i progressi verso il nostro obiettivo di inflazione”. Lo ha affermato la presidente della Bce, Christine Lagarde nel suo intervento a un congresso a Marsiglia (les Rencontres méditerranéennes).

Guardando al quadro generale del Mediterraneo, non solo dell’area euro una condizione preliminare per la prosperità e “la stabilità economica, in particolare la stabilità dei prezzi. Oggi l’inflazione elevata è una sfida per l’insieme della regione. Deve essere ridotta, in particolare perché una inflazione debole e stabile – ha detto – è fondamentale per stimolare gli investimenti sul lungo termine”.

L’Italia del calcio scivola al nono posto del Ranking Fifa

L’Italia del calcio scivola al nono posto del Ranking FifaRoma, 21 set. (askanews) – Dopo il pareggio di Skopje con la Nord Macedonia e il successo di Milano con l’Ucraina nelle qualificazioni a EURO 2024, la Nazionale perde una posizione e scivola al 9° posto del Ranking FIFA venendo scavalcata dal Portogallo (8°). Si confermano in testa i campioni del mondo in carica dell’Argentina, che grazie alle vittorie contro Ecuador e Bolivia allungano sulla Francia, battuta in amichevole dalla Germania. Il Brasile si conferma in terza posizione in una top five completata da Inghilterra e Belgio. Il prossimo Ranking FIFA sarà pubblicato il 26 ottobre.

LE PRIME 10 POSIZIONI DEL RANKING FIFA 1) Argentina 1851.41 punti (-) 2) Francia 1840.76 punti (-) 3) Brasile 1837.61 punti (-) 4) Inghilterra 1794,34 punti (-) 5) Belgio 1792.64 punti (-) 6) Croazia 1747.83 punti (-) 7) Paesi Bassi 1743.15 punti (-) 8) Portogallo 1728.58 punti (+1) 9) ITALIA 1727.37 punti (-1) 10) Spagna 1710.72 punti (-)

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Ecco le proposte M5s per la scuola

Ecco le proposte M5s per la scuolaMilano, 21 set. (askanews) – Una card da 500 euro l’anno per aiutare le famiglie alle prese con il caro-libri, interventi sul dimensionamento scolastico e per evitare le classi pollaio, risorse per garantire il tempo pieno su tutto il territorio nazionale, introduzione dell’educazione sessuale ed affettiva e psicologo scolastico in tutti gli istituti. Sono le proposte per la scuola presentate dal Movimento Cinque Stelle per far fronte a quella che Giuseppe Conte chiama “un’emergenza”, con l’autonomia differenziata che rischia di aumentare le differenze tra Nord e Sud.

Per il M5s è infatti “a rischio il diritto allo studio”, nel momento in cui “la scuola sta diventando un bene di lusso: non possiamo permetterlo”, dice il deputato Antonio Caso, elencando le statistiche poco lusinghiere per l’Italia: sotto la media Ue per spese in istruzione in rapporto al Pil, agli ultimi posti per la dispersione scolastica, gli adulti poco istruiti, lo stipendio dei docenti. Dunque “dobbiamo invertire la tendenza: aumentare gli investimenti per raggiungere la media europea, una direzione che però non vediamo nel governo”. La collega Orrico illustra nel dettaglio le proposte: “La dote educativa: una card personale con 500 euro ogni anno per ogni bambino delle famiglie con Isee fino a 45mila euro, per libri, cancelleria e le attività extradidattiche. Fondo strutturale da 500 milioni di euro per il tempo pieno in tutte le scuole: serve a garantire a studenti e famiglie una serie di attività extrascolastiche. Trenta milioni nel biennio per finanziare i Comuni e promuovere le ‘comunità educanti’ con volontariato, terzo settore, famiglie, per elaborare una proposta educativa” che contrasti la dispersione scolastica”. E poi insegnamento dell’educazione affettiva e sessuale dalle secondarie fino all’università con l’introduzione strutturale dello psicologo: “I dati dimostrano che diminuiscno gravidanze e aborti, infezioni a trasmissione sessuale, abusi sessuali ed episodi di omofobia”. Infine invertire la tendenza anche sul dimensionamento scolastico, fissando a 22, al massimo 23, il numero di bambini per classe.

Le fila le tira Conte: “Meloni inventa nuovi slogan e bluff per distogliere l’attenzione dal disastro immigrazione, ma noi non possiamo dimenticare che le famiglie oggi devono scegliere se comprare i libri di testo o fare il pieno alla macchina. E poi il carrello della spesa, i mutui… A noi questa realtà non sfugge ma il governo non ha stanziato un euro per il caro-libri, nonostante un’inflazione dell’8-10%. Silenzio assordante del governo: parla tanto, counica in modo furbo, ridenomina i ministeri.. Ma il governo deve risolvere i problemi, non fare video con atteggiamenti decisionisti, battendo i pugni sul tavolo che non risolvono nulla del disagio delle famiglie italiane”. La card in particolare “è urgente”, perchè ormai “anche il ceto medio fa fatica”. Allora “cerchiamo di pungolare il governo, perchè i tagli che stanno facendo lascieranno ferite non rimarginabili”. L’appello è a “non tagliare i fondi per le periferie, quelli per i giovani studenti: il riscatto passa dalla scuola, e invece di parlare improvvidamente di merito, costruiamo percorsi in cui tutti possano migliorare la loro condizione di vita. È vero quello che hadetto la Meloni sul fatto la famiglia d’origine conta più del merito, e allora invece di assegnare posti di potere a parenti e congiunti, aiuta i ragazzi, investi nella scuola per avere una formazione adeguata”.

Mattarella: sui migranti serve una visione del futuro, no a soluzioni tampone

Mattarella: sui migranti serve una visione del futuro, no a soluzioni tamponePiazza Armerina, 21 set. (askanews) – “Ne parleranno i ministri degli Interni e sono convinto troveranno una soluzione collaborativa, come avviene sempre tra Italia e Germania. Tra noi è emersa una perfetta omogeneità di vedute sul fenomeno migratorio che non colpisce solo l’Italia, è un fenomeno epocale che va governato con visione del futuro non con provvedimenti improvvisati o tampone o temporanei. Serve una visione coraggiosa e nuova”. Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel corso della conferenza stampa con il presidente tedesco Steinmeier. “E’ sempre più evidente la dimensione e la caratteristica storica e globale” del fenomeno migratorio, che ha “molte cause, ambientali, di violenza: occorre studiare e definire soluzioni nuove e coraggiose, non superficiali o di poco momento, nè approssimative. Occorrono soluzioni europee, perchè questa non è cosa che un paese da solo può affrontare”. “I dieci punti di Von der Leyen sono interessanti, ma è importante che l’Europa tutta comprenda che il problema esiste e non si risolve ignorandolo. Non va lasciato a crudeli trafficanti di esseri umani”.

Migranti, Mattarella: non partirebbero se non via da violenze e miserie

Migranti, Mattarella: non partirebbero se non via da violenze e miseriePiazza Armerina, 21 set. (askanews) – I migranti “resterebbero volentieri nei loro Paesi se non fossero spinti da fame, miseria, persecuzioni, intolleranze o terrorismo”. Lo ha sottolineato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nella conferenza stampa con il presidente della Repubblica federale di Germania Frank Walter Steinmeier a Piazza Armerina, dopo la Visita al Centro Don Bosco 2000.

“Abbiamo voluto valorizzare il significato di questo incontro” incontrando alcuni di questi “migranti – ha aggiunto – che sono arrivati attraverso sofferenze indicibili” e che è possibile “accogliere integrandoli e incentivando programmi nei paesi di origine per poter crescere in loco, creando opportunità di vita nei luoghi da cui provengono”.

Conte: sull’immigrazione io non parlo come Meloni, ma devo chiarire le distanze dal Pd

Conte: sull’immigrazione io non parlo come Meloni, ma devo chiarire le distanze dal PdMilano, 21 set. (askanews) – Giuseppe Conte respinge con forza ogni accostamento a Giorgia Meloni e alla destra in tema di immigrazione e ribadisce che i governi del Pd “accoglievano in maniera indiscriminata”, rivendicando il dovere di chiarire le differenze anche con i Dem sul tema. In conferenza stampa alla Camera, il presidente del M5s risponde così alle critiche del Pd che lo accusano di usare gli stessi toni della destra: “Io parlo come la Meloni? Io ho proposto una terza via, cosa ho a che fare io con un governo che fa propaganda sull’immigrazione? Mi avete mai visto fare propaganda sull’immigrazione? Anche quando ero al governo con la Lega. Al di là della propaganda” di Salvini, “io ho lavorato in Europa offrendo proposte e cercando di conquistare fiducia e credibilità. Se ottenevamo i ricollocamenti degli sbarchi non era per Salvini che non andava ai consigli europei dei ministri dell’Interno… Ero io che lavoravo per la ridistribuzione europea”.

Conte rinnova le sue accuse ai Dem: “I Pd non si sentono riassunti dal termine ‘accoglienza indiscriminata’? In passato mi sembra che sia stata questa la declinazione dei loro governi, se non è così ce lo chiariscano. Il Pd ha tutti gli spazi per declinare meglio la sua proposta, non deve fare polemica. Ma posso io dire, non avendo nulla a che fare con questa destra, che non siamo d’accordo con lo Ius soli? Noi cartelli elettorali non ne faremo mai: pssiamo coltivare un percorso di dialogo con le forze progressiste, ma devo chiarire oggi all’elettorato e al Pd che noi lo Ius soli non lo facciamo, se mai saremo chiamati a responsabilità di governo. Noi vogliamo lo Ius scholae, perchè siamo paese di transito per i migranti. Possiamo dirlo o non si può parlare di immigrazione? Ai cittadini dobbiamo offrire soluzioni”. Conclude il leader M5s: “Nessuno si permetta di schiacciarmi sulla propaganda di destra, perchè noi partiamo dal rispetto dei diritti di ogni essere umano. Meloni, da donna, postò il video dello stupro di Piacenza, pur di prendere qualche voto. Ho mai postato il video di qualche migrante che delinque? Ma la sinsitra chiarisca quali sono le sue reali proposte. Dobbiamo soccorrerli e aiutarli dignitosamente, ma se ne arrivano 200mila l’anno, il Pd cosa propone? Ce lo dica senza fare polemiche”.

Migranti, Conte: io come Meloni? No, ma devo chiarire distanze da Pd

Migranti, Conte: io come Meloni? No, ma devo chiarire distanze da PdMilano, 21 set. (askanews) – Giuseppe Conte respinge con forza ogni accostamento a Giorgia Meloni e alla destra in tema di immigrazione e ribadisce che i governi del Pd “accoglievano in maniera indiscriminata”, rivendicando il dovere di chiarire le differenze anche con i Dem sul tema. In conferenza stampa alla Camera, il presidente del M5s risponde così alle critiche del Pd che lo accusano di usare gli stessi toni della destra: “Io parlo come la Meloni? Io ho proposto una terza via, cosa ho a che fare io con un governo che fa propaganda sull’immigrazione? Mi avete mai visto fare propaganda sull’immigrazione? Anche quando ero al governo con la Lega. Al di là della propaganda” di Salvini, “io ho lavorato in Europa offrendo proposte e cercando di conquistare fiducia e credibilità. Se ottenevamo i ricollocamenti degli sbarchi non era per Salvini che non andava ai consigli europei dei ministri dell’Interno… Ero io che lavoravo per la ridistribuzione europea”.

Conte rinnova le sue accuse ai Dem: “I Pd non si sentono riassunti dal termine ‘accoglienza indiscriminata’? In passato mi sembra che sia stata questa la declinazione dei loro governi, se non è così ce lo chiariscano. Il Pd ha tutti gli spazi per declinare meglio la sua proposta, non deve fare polemica. Ma posso io dire, non avendo nulla a che fare con questa destra, che non siamo d’accordo con lo Ius soli? Noi cartelli elettorali non ne faremo mai: pssiamo coltivare un percorso di dialogo con le forze progressiste, ma devo chiarire oggi all’elettorato e al Pd che noi lo Ius soli non lo facciamo, se mai saremo chiamati a responsabilità di governo. Noi vogliamo lo Ius scholae, perchè siamo paese di transito per i migranti. Possiamo dirlo o non si può parlare di immigrazione? Ai cittadini dobbiamo offrire soluzioni”. Conclude il leader M5s: “Nessuno si permetta di schiacciarmi sulla propaganda di destra, perchè noi partiamo dal rispetto dei diritti di ogni essere umano. Meloni, da donna, postò il video dello stupro di Piacenza, pur di prendere qualche voto. Ho mai postato il video di qualche migrante che delinque? Ma la sinsitra chiarisca quali sono le sue reali proposte. Dobbiamo soccorrerli e aiutarli dignitosamente, ma se ne arrivano 200mila l’anno, il Pd cosa propone? Ce lo dica senza fare polemiche”.