Caso De Angelis, Rocca: Meloni non è felice, oggi parlo con luiRoma, 7 ago. (askanews) – Dovrebbe svolgersi nel pomeriggio un incontro tra il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, e il responsabile della comunicazione istituzionale, Marcello De Angelis, autore di un criticato post sulla strage di Bologna. Lo ha riferito lo stesso Rocca a margine di un evento a Latina.
“Io credo che De Angelis – ha detto ai microfoni di Sky il Governatore – abbia commesso un errore importante nel parlare in termini di certezza, questa è una cosa che mi sento di rimproverargli. Ha parlato a titolo personale, questo ancora una volta ci tengo a chiarirlo”, “bisogna stare attenti, ha commesso un errore grave, adesso farò le mie valutazioni. Comunque c’è una sfera di libertà individuale che va contenuta nei limiti di quello che è il rispetto per il prossimo, il rispetto per le sentenze che sono arbitri importanti. Ma De Angelis non ha alcun ruolo politico all’interno dell’amministrazione regionale”. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni “certamente non era felice per quanto accaduto”, ha aggiunto.
Caso De Angelis, Piantedosi: io non do mai giudizi su altriCastel Volturno, 7 ago. (askanews) – “Dimissioni De Angelis? Io non do mai giudizi su altri, non penso nulla ma solo a quello che devo fare io e mi preoccupo di essere io giudizio degli altri e non mi preoccupo di giudicare”. Così il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, a margine della conferenza stampa al termine del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica convocato a Castel Volturno (Caserta), in merito alle dichiarazioni del responsabile della Comunicazione della Regione Lazio sulla strage di Bologna.
“Io ho detto quello che è mi è stato chiesto ed ho partecipato alla cerimonia della strage della stazione e come sapete per me Bologna non è luogo neutro perché ci ho trascorso più di 30 anni e conosco fatti e storie” ha affermato Piantedosi, aggiungendo “io ho detto e ridetto quello che penso, quello che dicono altri non mi compete”.
Cosa dirà domani “Ultima generazione” al ministro PichettoMilano, 7 ago. (askanews) – Domani, 8 agosto, alle 15 una delegazione composta da cinque militanti di Ultima Generazione incontrerà il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin. Lo ha annunciato il gruppo ecologista, spiegando che “questo primo incontro per aprire un dialogo con le forze di Governo” si terrà “a porte chiuse al Mase”.
In una nota, Ultima Generazione spiega che quella di domani è “una semplice data che però si porta dietro una montagna di preoccupazione, frustrazione, denunce, rabbia ma anche amore e cura: più di 30 anni di superficialità e incompetenza ci costringono oggi a una situazione di emergenza che, anni fa, si sarebbe potuta evitare con una transizione energetica graduale. Ora abbiamo l’ultima occasione per fare qualcosa di coerente con quella che dovrebbe essere la priorità nelle agende politiche mondiali”. La delegazione porterà all’attenzione del ministro alcune questioni impellenti e gli rivolgeranno domande su importanti impegni internazionali assunti dall’Italia. In particolare, chiederanno – spiega la nota – come intende rispettare gli impegni di abbandono dei sad (sussidi ambientalmente dannosi) entro il 2025, un impegno ribadito anche nell’introduzione dell’ultima edizione del Catalogo dei Sussidi Favorevoli e Dannosi; come intende raggiungere gli impegni dell’agenda “Fit for 55″, su cui siamo drammaticamente in ritardo; come risponde alla totale bocciatura da parte di Eccoclimate del Pniec (Piano nazionale integrato energia e clima), presentato lo scorso 19 luglio. cosa risponde all’appello del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che, parlando di crisi climatica, ha dichiarato: ‘Occorre avere la consapevolezza che siamo in ritardo nelle azioni necessarie per invertire il trend’; cosa intende fare delle lacrime versate al Giffoni Festival”.
I cinque attivisti porteranno inoltre a Pichetto Fratin “una proposta concreta, su cui Ultima Generazione vorrebbe che si attivassero tutte le forze politiche e i parlamentari consapevoli dell’urgenza di un intervento per fermare il genocidio di massa verso il quale ci stiamo avviando, che è l’unico motivo che spinge le persone ad aderire alle azioni di resistenza civile nonviolenta. Non una libera scelta, ma una reazione a una situazione di non ritorno alla quale le lobby dei combustibili fossili e l’incuria dei governi precedenti hanno condannato l’umanità”.
Le prime valutazione sui danni da incendi alle coltureRoma, 7 ago. (askanews) – Centinaia di ettari di terreno sono andati a fuoco a causa degli incendi che hanno devastato la Sardegna colpendo aziende agricole ed allevamenti con foraggi e piante di agrumi bruciati, senza dimenticare i danni a mezzi agricoli e impianti di irrigazione, elettrici e pompaggio. E’ quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti sugli effetti degli incendi divampati nella costa orientale della Sardegna, favoriti dal vento che non sembra fermarsi, mettendo a rischio agricoltura, turismo e l’ìncolumità delle persone con evacuazioni forzate. Se certamente il divampare delle fiamme è favorito dal clima anomalo con alte temperature, a preoccupare – sottolinea la Coldiretti – sono la disattenzione e l’azione dei piromani con il 60% degli incendi che si stima sia causato in Italia volontariamente. Ci vorranno anni – precisa la Coldiretti – prima che le piante da frutto distrutte possano tornare a produrre con danni ambientali ed economici per le aziende. La Coldiretti è impegnata in una azione di monitoraggio e di sostegno alle aziende colpite ma è anche importante l’azione di prevenzione e di attenzione. Nella lotta agli incendi è determinante la velocità di azione e sono proprio gli agricoltori sul territorio che costituiscono – conclude Coldiretti – una rete naturale e diffusa di sorveglianza, senza la quale il conto delle devastazioni sarebbe molto più pesante, ma che li espone anche a gravi rischi, specie in una situazione dove la siccità e le alte temperature favoriscono l’espandersi rapido delle fiamme.
Strage di Bologna, Piantedosi: la matrice accertata è neofascistaRoma, 7 ago. (askanews) – “Ho più volte detto pubblicamente che la matrice accertata è quella riferita esclusivamente alla verità giudiziaria, che ci ha consegnato una responsabilità incontrovertibile di personaggi militanti nel terrorismo neofascista di que-gli anni”. Così il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, in una intervista al Corriere della Sera, dopo la bufera scatenata dalla dichiarazioni del responsabile della Comiunicazione della regione Lazio, Marcello De Angelis. “Ho fatto chiaramente riferimento alla verità giudiziaria. Ogni strumentale polemica su questo argomento – aggiunge Piantedosi – è opera di chi pretende di avere l’esclusiva dell’indignazione rispetto a una delle pagine più dolorose e vergognose della nostra storia. Ognuno di noi ha una storia pluridecennale che parla da sé”.
“Ci sono dei processi in corso con l’obiettivo di completare il quadro dei depistaggi, delle complicità e di eventuali mandanti. Ogni ulteriore operazione tendente ad eliminare ogni residua zona d’ombra è utile e opportuna. Per quanto di nostra competenza, al Viminale – ha sottolineato Piantedosi – abbiamo desecretato decine di migliaia di documenti riservati, tutto il materiale relativo agli anni del terrorismo. Ogni sforzo possibile per giungere alla definizione completa del mosaico deve essere intrapreso. Lo dobbiamo alle vittime e ai loro familiari”.
Migranti, Papa: Nel Nord Africa ci sono lager, è terribileRoma, 7 ago. (askanews) – “Il Mediterraneo è un cimitero, ma non è il cimitero più grande. Il cimitero più grande è il Nord Africa”. Così papa Franceco parlando ai giornalisti sul volo che lo ha riportato a Roma.
“C’è un problema che a me preoccupa, che è il problema Mediterraneo. Per questo- vado in Francia. È criminale lo sfruttamento dei migranti”, ha sottolineato il Pontefice con riferimento al viaggio che farà a Marsiglia a fine settembre. “Qui in Europa no, perché va, siamo più colti, ma nei lager del Nord Africa… Io raccomando una lettura. C’è un piccolo libretto, piccolo, che scrisse un migrante che per venire dalla Guinea in Spagna ha speso credo tre anni perché era catturato, torturato, schiavizzato. I migranti in quei lager del Nord: è terribile. In questo momento – la settimana scorsa – l’associazione Mediterranea Saving Humans, – prosegue Bergoglio come riportano i media Vaticani – stava facendo un lavoro per riscattare i migranti che erano nel deserto tra la Tunisia e a Libia, perché li avevano lasciati lì a morire. Quel libro si chiama ”Hermanito”, vale la pena. Leggetelo e voi vedrete il dramma dei migranti prima di imbarcarsi. I vescovi del Mediterraneo faranno questo incontro, anche con qualche politico, per riflettere sul serio sul dramma dei migranti”. “Il Mediterraneo è un cimitero, ma non è il cimitero più grande. Il cimitero più grande è il Nord Africa. È terribile questo, Io vado a Marsiglia per questo. La settimana scorsa il presidente Macron mi ha detto che è sua intenzione di venire a Marsiglia”. Non ha niente lei contro la Francia? “No. No su questo è una politica. Io sto visitando i piccoli Paesi europei. I grandi Paesi, – risponde il Papa – Spagna, Francia, Inghilterra, li lascio per dopo, alla fine. Ma come opzione ho cominciato con l’Albania e così i piccoli”.
Ciclismo, Ganna campione del mondo nell’inseguimentoRoma, 6 ago. (askanews) – Trionfo di Filippo Ganna nell’inseguimento individuale ai Mondiali di ciclismo su pista, a Glasgow. L’azzurro ha vinto la medaglia d’oro battendo di soli 54 millesimi il britannico Daniel Bigham, conquistando così il suo sesto successo iridato nella specialità. “Sono veramente orgoglioso di me e della squadra. Ringrazio Dan per questa fantastica battaglia nel velodromo”, le sue prime parole. A completare la festa italiana, lo splendido bronzo di Jonathan Milan che in 4’05″868 ha battuto il portoghese Ivo Oliveira, costretto ad arrendersi con il suo 4’08’469.
Rdc, Grillo: mi batterò averlo ancora, senza sarà un disastroRoma, 6 ago. (askanews) – “Guardate che secondo me l’idea del reddito funziona: deve funzionare. E’ stata smembrata e hanno detto poi cose non vere. Ma è il futuro: con l’intelligenza artificiale perderanno cento milioni di posti di lavoro nei prossimi dieci anni e ripristinare quei cento milioni, se non metti un reddito di cittadinanza nel frattempo succederanno dei disastri. Avere un reddito tutti è la forma più bella di solidarietà e di amore verso le persone, in uno stato civile. Quindi io mi batterò per quello”. Lo ha affermato il fondatore M5s Beppe Grillo ai microfoni di “Controcorrente”, in onda questa sera alle ore 20.30 su Retequattro, a margine del suo spettacolo ad Altomonte.
“Al gruppo “RDC non si tocca” – ha aggiunto- do un consiglio: cercherò di far tornare le cose come erano prima, ma mi dovete anche dare qualche cosina… Scherzo, Scherzo”.
Ciclismo, immenso van der Poel: cade ma vince il MondialeRoma, 6 ago. (askanews) – L’olandese Mathieu van der Poel è il nuovo campione del mondo di ciclismo su strada. Impressionante la vittoria del figlio di Adrie van der Poel e nipote di Raymond Poulidor che subito dopo aver lanciato l’attacco decisivo sul circuito di Glasgow, è scivolato in curva, ha perso uno scarpino e nonostante questo ha allungato sugli inseguitori perdendo solo 25″. Il pubblico di Glasgow è impazzito per questo corridore che dopo Sanremo e Roubaix si prende anche uno dei Mondiali più belli di sempre. Sul podio anche il belga Van Aert che anticipa leggermente la volata e si prende il secondo posto, lo sloveno Pogacar a sorpresa batte in volata il danese Pedersen per il bronzo.
Immenso Alberto Bettiol, decimo all’arrivo, che ha condotto una fuga solitaria a Glasgow prima di essere ripreso e staccato dallo stacco imperioso, e vincente, di van der Poel. Più che una prova in linea, un romanzo a partire dal clima, classico scozzese con la pioggia alternata al sole. Il primo colpo di scena a duecento km dall’arrivo, per la precisione 192, quando attivisti ambientalisti bloccano i nove corridori in fuga. La carovana si ferma per un’ora mentre la Polizia disincolla, il termine è più che mai valido in quanto i cinque manifestanti (poi arrestati) erano incollati all’asfalto, gli attivisti e si riparte. Belgio al lavoro per riprendere i fuggitivi: Owain Doull (Gran Bretagna), Matthew Dinham (Australia), Harold Tejada (Colombia), Kevin Vermaerke (Usa), Patrick Gamper (Austria), Rory Townsend (Irlanda), Ryan Christensen (Nuova Zelanda), Krists Neilands (Lettonia) e Petr Kelemen (Repubblica Ceca) che conservano poco più di 5′ dopo 100 km di gara. Nell’entrata a Glasgow salta subito all’occhio la difficoltà del circuito: curve a gomito, strappi brevi ma molto pendenti. All’ingresso in città i big saggiano saggiano le proprie condizioni. Trentin cade, la fuga rientra. Restano in sette: Van Aert, Van Der Poel, Pogacar, Pedersen e Bettiol. Con loro i “reduci” Vermaerke e Dinham. Meno 53 all’arrivo e Bettiol prova un altro allungo, approfittando di un momento in cui l’andatura non è folle. Certo l’arrivo è molto lontano. L’azzurro combatte, attacca, illude, ma la sua giornata è da incorniciare. All’inseguimento di Bettiol VDP, Van Aert, Pogacar e Pedersen che lo tengono lì a 30″ senza forzare per riprenderlo. Cambi regolari, difficile andare all’arrivo da solo.
A una ventina di km dall’arrivo impressionante sgasata di Mathieu Van Der Poel, che riprende Bettiol e lascia lì Van Aert, Pedersen e Pogacar. E’ il momento decisivo anche se non l’ultimo colpo di scena perché a 15″ dall’arrivo in una curva verso destra cade Van der Poel. L’olandese si rialza subito e la bici per sua fortuna sembra ok, ha solo un problema allo scarpino destro e conserva 25″ di vantaggio. Ma oggi è la sua giornata. Dietro quasi alzano bandiera bianca perché a 8 km dall’arrivo ha 1’20” di vantaggio e al traguardo arriva in solitario e abraccia alzate per un Mondiale più che meritato.
Domenica infernale in Sardegna,costa orientale in fiamme a Nord e SudRoma, 6 ago. (askanews) – Domenica infernale in Sardegna, con fiamme spaventose sulla costa orientale dell’isola la mattina a Sud nel Sulcis a Costa Rei e in Baronia, il pomeriggio nel Nord con un drammatico gigantesco incendio nel nuorese divampato a Posada e rapidamente estesosi fino a Siniscola a causa del forte maestrale.
In volo sulla costa orientale sarda incrociano senza sosta sette Canadair, arrivati anche dalla penisola, nel tentativo di domare dal cielo le fiamme che hanno fatto evacuare spiagge e abitazioni. E supportare l’incessante impegno a terra delle squadre dei Vigili del Fuoco e delle squadre volontarie specializzate di soccorso. Un grosso incendio sta divorando le campagne tra Posada e La Caletta, le fiamme e il fumo sono spinti dal forte vento. È stato necessario anche bloccare il traffico sulla strada statale 131 ed evacuare alcune spiagge e case. Dalla base di Anela è partito un elicottero del Corpo forestale mentre via terra c’è un grande dispiegamento di forze. In località Monte Longu sono al momento impegnate sei squadre dei vigili del fuoco, con 30 uomini e 12 mezzi, e ne sta arrivando un’altra. Il forte vento sta spingendo le fiamme. Sul posto stanno intervenendo anche Protezione civile e volontari. In mattinata i Canadair hanno preso acqua dal mare e scaricato soprattutto nella parte Sud della Costa sarda orientale, nella zona di Costa Rei. Due incendi hanno devastato la zona del Parco dei Sette Fratelli, dove due aziende agricole sono state evacuate. Gravissimi i danni nella zona di Feraxi: 4 aziende agricole sono state devastate dal fuoco che ha distrutto le riserve di foraggio accumulate.Roghi hanno impegnato forze dell’ordine e soccorsi anche a Capoterra, San Sperate e San Giovanni Suergiu.In fiamme un canneto a Molentargius, dove a ridosso di via Fiume sono state minacciate aziende e alcune abitazioni.