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Einstein Telescope, Zoccoli (Infn): candidatura Italia molto forte

Einstein Telescope, Zoccoli (Infn): candidatura Italia molto forteRoma, 10 feb. (askanews) – “Ringraziamo il Ministro Anna Maria Bernini per l’istituzione di un comitato scientifico ad hoc per sostenere la candidatura italiana a ospitare Einstein Telescope, la grande infrastruttura di ricerca europea di prossima generazione per lo studio delle onde gravitazionali. E ringraziamo il premio Nobel Giorgio Parisi per il suo impegno nel presiedere questo nuovo gruppo di lavoro”. Così Antonio Zoccoli, presidente dell’INFN Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, commentando l’istituzione da parte del ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, del gruppo di esperti che dovrà promuovere a livello scientifico la candidatura italiana per l’importante infrastruttura di ricerca internazionale per l’osservazione delle onde gravitazionali, in stretto raccordo con la rete diplomatica. Gruppo – presieduto da Parisi – di cui il presidente dell’INFN è stato chiamato a far parte insieme all’ambasciatore Ettore Sequi, Segretario generale del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, e agli scienziati Marica Branchesi e Fernando Ferroni, del Gran Sasso Science Institute e dell’INFN.
“Quella italiana è una candidatura molto forte. Il sito individuato, nella ex-miniera di Sos Enattos, in Sardegna, offre caratteristiche ideali per ospitare ET, e l’Italia sta affrontando la competizione con grande spirito di squadra tra istituzioni scientifiche e politiche con MUR e Regione Autonoma della Sardegna in prima linea. Inoltre, possiamo contare sulle competenze multidisciplinari delle comunità scientifiche italiane coinvolte nel progetto, e sull’esperienza specifica della comunità dell’INFN che da cinquant’anni è tra i protagonisti mondiali delle ricerche sulle onde gravitazionali premiate con il Nobel nel 2017”, conclude Zoccoli.
L’Einstein Telescope è il progetto europeo più ambizioso nel campo della fisica gravitazionale e, candidato da una cordata internazionale guidata dall’Italia, è stato inserito nella roadmap ESFRI, lo European Strategy Forum on Research Infrastructure che individua le infrastrutture di ricerca su cui l’Europa ritiene sia decisivo investire. Lo studio di fattibilità di ET è stato sviluppato grazie a un finanziamento della Commissione Europea, e successivamente un consorzio di Paesi e di Istituti di ricerca e Università europei, con l’Italia capofila, ha formalizzato la proposta per la sua realizzazione.
ET sarà un osservatorio terrestre di prossima generazione per lo studio delle onde gravitazionali. Sarà in grado di rivelare segnali gravitazionali con una sensibilità tale da esplorare una porzione di universo di gran lunga maggiore rispetto agli attuali esperimenti. Questo permetterà, per esempio, di studiare le popolazioni di buchi neri, di osservare per la prima volta nuovi fenomeni astrofisici, di indagare il modello cosmologico che descrive l’evoluzione dell’universo, di contribuire alla comprensione della natura della materia oscura. ET sarà un interferometro sotterraneo che utilizzerà tecnologie estremamente potenziate rispetto a quelle implementate negli attuali rivelatori, Advanced Virgo e Advanced LIGO, nel campo della fotonica, dell’ottica, della meccanica di precisione, dell’elettronica, della criogenia, della scienza dei materiali e del computing avanzato.
Per operare al meglio delle sue potenzialità, l’osservatorio ET dovrà essere realizzato in un’area geologicamente stabile e scarsamente abitata: le vibrazioni del suolo (di origine sia naturale sia antropica) possono, infatti, mascherare il debole segnale generato dal passaggio di un’onda gravitazionale. Attualmente sono in fase di valutazione due siti per ospitare la nuova grande infrastruttura: uno in Italia, in Sardegna, all’interno della miniera dismessa di Sos Enattos nel Nuorese, e l’altro nell’Euregio Mosa-Reno, ai confini di Belgio, Germania e Paesi Bassi. Gruppi di studio multidisciplinari stanno lavorando alla caratterizzazione dei due siti per valutarne l’idoneità, e una decisione sulla futura localizzazione di ET sarà presa entro il 2025.
Al di là del grande valore scientifico, la realizzazione nel sito sardo di una grande infrastruttura di ricerca europea come ET – sottolinea l’INFN – avrebbe un positivo e significativo impatto socioeconomico sul territorio e per tutto il nostro Paese. Si tratta di un investimento infrastrutturale di almeno un miliardo e mezzo di euro in grado di spingere l’innovazione tecnologica e l’industria e, sul lungo termine, di divenire un grande polo scientifico internazionale, capace di attrarre risorse e ricercatori dall’estero. Rappresenta quindi un motore di sviluppo, innovazione, crescita economica e sociale per la Sardegna, l’Italia e l’Europa.
L’Italia, grazie all’INFN, ha una prestigiosa tradizione e una riconosciuta leadership internazionale nella ricerca delle onde gravitazionali, con competenze e conoscenze, sia scientifiche sia di sviluppo tecnologico, acquisite con un’esperienza di lungo corso nella progettazione e realizzazione di rivelatori gravitazionali. L’INFN è tra i pionieri e iniziatori a livello mondiale degli esperimenti per la rivelazione delle onde gravitazionali, su questo ha creato una vera e propria comunità delle onde gravitazionali in grado di fare scuola, e ha fondato, assieme al francese CNRS, Virgo, uno dei soli tre interferometri al mondo che ad oggi hanno osservato i segnali gravitazionali. Virgo si trova in Italia, vicino a Pisa, all’Osservatorio Gravitazionale Europeo EGO, e assieme agli altri due interferometri LIGO, che si trovano negli Stati Uniti, è stato protagonista delle scoperte che hanno portato al Premio Nobel per la Fisica nel 2017, e alla nascita dell’astronomia gravitazionale e dell’astronomia multimessaggera, due modi completamente nuovi di studiare il cosmo e l’universo.

Digitale, AIDR: Italia pronta ad affrontare sfide competenze

Digitale, AIDR: Italia pronta ad affrontare sfide competenze

Presentate iniziative Associazione, alla presenza del ministro della PA, Paolo Zangrillo

Roma, 10 feb. (askanews) – L’Italia continua a fare progressi, ma occupa ancora gli ultimi posti della classifica del Digital Economy and Society Index (DESI), l’indice della Commissione Europea che dal 2014 monitora lo sviluppo del settore digitale nei Paesi UE. Tuttavia, nonostante l’avanzamento proceda a ritmi sostenuti, dall’Europa arriva l’invito a colmare il gap del nostro Paese sul fronte delle competenze digitali. Un appello che AIDR (Associazione Italian Digital Revolution) ha fatto suo, proprio promuovendo una serie di iniziative volte alla promozione della cultura digitale, in occasione dell’Anno europeo delle competenze, promosso dall’Europa.
E a Roma, nella sede di Spazio Europa -David Sassoli, AIDR ha presentato alla stampa, in collaborazione con Parlamento e Commissione europea in Italia, il programma delle competenze digitali 2023 destinato a studenti, dipendenti PA e aziende. Gli incontri, che avranno una cadenza mensile e si svolgeranno per tutto l’arco del 2023, affronteranno, grazie al supporto delle aziende partner e delle istituzioni, gli aspetti centrali della digitalizzazione: cybersicurezza, intelligenza artificiale, metaverso, Big Data, IoT. La conferenza stampa, moderata dalla giornalista Mediaset Ida Molaro, è stata introdotta da Carlo Corazza, capo Ufficio Parlamento europeo in Italia, e Antonio Parenti, capo Ufficio Commissione europea in Italia.
“Il programma per la promozione delle competenze digitali rappresenta un punto di partenza fondamentale, sia per incrociare domanda e offerta di lavoro sia per aumentare il coinvolgimento e la motivazione del nostro capitale umano, con l’obiettivo di offrire servizi, in tempi rapidi, per cittadini e imprese”, ha sottolineato nel corso della conferenza stampa il ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo. “Il valore aggiunto di questo programma è proprio quello di rivolgersi agli studenti, al fine di sviluppare talenti e competenze di alto livello e ai dipendenti della pubblica amministrazione e delle aziende, al nostro capitale umano, proprio per garantire che le competenze siano in linea con le esigenze del contesto nazionale ed internazionale. Se ci fermiamo a riflettere sul significato stesso della parola competenza – ha aggiunto -, emerge una considerazione importante: non si intende soltanto il bagaglio delle conoscenze, il sapere, ma a queste si aggiungono altre capacità: l’abilità – il sapere fare, acquisire e organizzare informazioni, risolvere problemi – e soprattutto le capacità personali e sociali – collaborare, relazionarsi, assumere iniziative, lavorare in team, saper ascoltare gli altri. Stiamo parlando di quelle competenze soft che devono costituire, insieme a quelle tecniche, hard, la cassetta degli attrezzi dei nostri dipendenti”.
Nel report DESI 2022 – ha sottolineato in apertura di conferenza stampa il presidente di AIDR, Mauro Nicastri, “l’Italia in termini di capitale umano e di servizi pubblici digitali si pone ancora sotto la media europea: si riscontra infatti un ritardo nelle competenze digitali di base e nei laureati ICT e nell’offerta di servizi pubblici digitali per i cittadini. È il motivo per cui oggi abbiamo presentato un programma mirato a promuovere e diffondere l’importanza delle competenze digitali. Il programma rientra nell’ambito dell’anno europeo delle competenze annunciato dal Presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, nel suo discorso di fine anno sullo stato dell’Unione 2023. L’iniziativa di oggi è la dimostrazione concreta per la prima volta rispetto ai paesi membri dell’Unione Europea – ha ricordato ancora Nicastri – che la nostra nazione ha competenze, capacità ed è determinata ad affrontare li programmi e le sfide proposte dall’Unione europea. Il programma competenze digitali AIDR inizierà il 27 febbraio prossimo e sarà rivolto a studenti, dipendenti PA e di aziende. Gli argomenti che verranno trattati avranno una parte introduttiva, un focus sulle nuove professioni digitali e uno all’uso in ambito organizzativo. La struttura dell’iniziativa sarà composta da: una testimonianza di un manager della PA e/o di azienda, un approfondimento pratico e teorico sulle competenze digitali e da un’esercitazione in realtà virtuale”.
“Come ha ricordato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Layen, siamo di fronte a un cambiamento epocale: la transizione verde e quella digitale richiederanno competenze specifiche in questi settori e non possiamo farci trovare impreparati. Per questo dobbiamo rendere il nostro Paese moderno, competitivo, attrattivo per gli investimenti. L’Europa sta facendo molto in questo settore: basti pensare che nel PNRR oltre 13 miliardi sono dedicati alla trasformazione digitale delle imprese. La parola chiave di questo 2023 Anno europeo delle competenze deve essere ‘formazione’, tanto nel settore privato quanto nella pubblica amministrazione per non perdere il treno dell’innovazione e consentire ai nostri cittadini di essere competitivi nel mercato del lavoro”. Così l’europarlamentare e vicecapo delegazione di Forza Italia, Luisa Regimenti.
“Sostengo l’iniziativa dell’Associazione Italian Digital Revolution – ha ricordato dal canto suo l’europarlamentare Beatrice Covassi -. L’Europa digitale che vogliamo deve essere inclusiva, fonte di opportunità per tutti e strumento di competitività per la nostra economia. Entro il 2030, l’obiettivo dell’Ue è avere l’80% della popolazione con skills digitali di base. In Italia significa investire in una formazione di base per circa 20 milioni di cittadini. Ma non basta, si stima che nel 2026 potremmo avere uno skills gap di circa 2 milioni di lavoratori. Per questo è essenziale mettere a terra fin da subito progetti per dare corpo all’iniziativa ‘2023 anno europeo delle competenze’”.
“L’anno europeo delle competenze è importante anche in direzione della transizione verde, come ha ricordato la Presidente della Commissione europea – ha sottolineato il deputato Luca Sbardella -. La transizione verde e la transizione digitale stanno creando nuove opportunità per i cittadini e per l’economia dell’Ue. I lavoratori qualificati potranno ottenere migliori opportunità di lavoro e partecipare attivamente alla società. Digitale e Green, sostenibilità e innovazione non sono due rette parallele, ma il binario entro il quale è necessario muoversi per costruire un nuovo modello di sviluppo economico e sociale”.
“Nell’anno europeo delle competenze, anche la pubblica amministrazione sta investendo sulle persone. Le ultime iniziative legislative, i nuovi contratti di lavoro, si focalizzano sugli obiettivi fissati dalla Ue – ha rimarcato Antonio Naddeo, presidente dell’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (ARAN) -. Per affrontare la transizione digitale ed ecologica sono necessarie nuove competenze e le amministrazioni sono chiamate ad una rivisitazione dei propri ordinamenti professionali con i nuovi strumenti previsti dai contratti. Inoltre, particolare attenzione dovrà avere la formazione continua che deve diventare un vero e proprio investimento sulle persone. Quindi l’anno europeo sulle competenze è una sfida anche per le pubbliche amministrazioni”.
“Per supportare la PA nella trasformazione digitale – ha dichiarato Maurizio Stumbo, Direttore Nuove Iniziative e CEO Office SOGEI – Sogei non può che investire nelle competenze e in tutte le iniziative verso le generazioni future, come quella offerta oggi da AIDR. Siamo convinti, infatti, che le condizioni per creare progresso e valore sostenibile si creino attraverso l’acquisizione di competenze digitali e sostenendo le generazioni future nel disegno della pubblica amministrazione del futuro”.
“Aderire ad un progetto dall’alto valore formativo ma soprattutto unico nel suo genere è motivo di orgoglio istituzionale – ha evidenziato Paolo Tedeschi, Head of Communications, Corporate Marketing &Sustainability Canon Italia SpA -. Ancor di più per una azienda come Canon che fonda sulla filosofia kyosei – vivere e lavorare insieme per il bene comune – il proprio approccio ad un business etico e sostenibile, perché condividere competenze – in questo caso digitali – aiuta a crescere, insieme’.

Ucraina, Conte: ora anche Onu lo dice, si va verso guerra mondiale

Ucraina, Conte: ora anche Onu lo dice, si va verso guerra mondialeRoma, 10 feb. (askanews) – “Allo stato c’è solo una escalation militare e nessuna soluzione politica. Lo dico da mesi e adesso anche Guterres, il segretario Onu, afferma che stiamo andando ‘a occhi aperti’ verso una nuova guerra mondiale”. Lo ha detto il leader del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, in una intervista a Leggo. “Invece – ha aggiunto l’ex premier – bisognava impostare subito ogni sforzo internazionale verso una soluzione negoziata”.
Rispondendo a una domanda sull’esclusione di Giorgia Meloni dal vertice franco-tedesco-ucraino, Conte ha commentato: “La Meloni non sta toccando palla a livello internazionale. Sta verificando di persona quale differenza ci sia fra stare all’opposizione gridando ‘in Europa con noi finirà la pacchia’ e invece prendere parte ai vertici con forza e autorevolezza. Deve conquistarsi credibilità nell’interesse del Paese”.

IIT: un concorso letterario per immaginare il futuro

IIT: un concorso letterario per immaginare il futuroMilano, 10 feb. (askanews) – Fare emergere, incentivare e premiare talenti letterari che scrivano di temi tecnologici e delle loro implicazioni futuribili o fantastiche che propongano visioni innovative e originali. Con questo scopo IIT – l’Istituto Italiano di Tecnologia – ha lanciato il concorso letterario Fahrenhei.IIT.
Il termine per l’invio delle proposte è stato prorogato al 30 aprile 2023. La proclamazione dei vincitori avverrà nel prossimo maggio. In accordo con l’editore Il Canneto che già aveva offerto la pubblicazione delle opere pervenute, sono stati stanziati da quest’ultimo anche dei premi: 1.000 euro per il primo racconto classificato, 500 per il secondo e 300 per il terzo.
La giuria del concorso è composta da autorevoli membri del mondo dell’editoria: Sergio Badino, sceneggiatore e scrittore, Alice Fornasetti, agente letteraria (Grandi & Associati, Elisabetta Migliavada, direttrice della narrativa Garzanti, Massimo Polidoro, giornalista, scrittore, segretario del C.I.C.A.P. Il regolamento del concorso è disponibile all’indirizzo https://opentalk.iit.it/concorsoletterario/

AI per conservare la musica, spinoff di Unipd vince a Cannes

AI per conservare la musica, spinoff di Unipd vince a CannesRoma, 10 feb. (askanews) – Vittoria italiana (e padovana) a Cannes Neurons, la seconda edizione del contest organizzato da World AI Cannes Festival, il più importante festival dell’intelligenza artificiale in Europa e uno principali al mondo, in corso dal 9 all’11 febbraio.
Audio Innova srl, Spinoff dell’Università di Padova, si è aggiudicata il primo posto nella categoria “Creative AI” (una delle tre presenti assieme a “Inclusive AI” e “Sustainable AI”) con un progetto sulla conservazione dei documenti audio. Su uno dei palchi del prestigioso Palais des Festival, noto per il famoso festival cinematografico, la start-up – informa Unipd – si è infatti affermata sui temibili rivali cinesi di Unitree Robotics con i loro iconici cani robot, tra i protagonisti del festival e presentati all’inizio come favoriti. Alla fine però la platea, composta principalmente da ricercatori, esperti e imprenditori del settore high-tech, ha tributato agli italiani un vero e proprio plebiscito nel voto on line: dopo la “battaglia” in cui rappresentanti dei due concorrenti hanno avuto tre minuti ciascuno per presentare il proprio progetto, l’83,1 dei consensi è infatti andato alla squadra padovana, registrando il consenso più alto di tutto la serata.
Grande la soddisfazione del team dell’Università di Padova composto da Sergio Canazza Targon, Nadir Dalla Pozza, Michele Patella, Cristina Paulon e Alessandro Russo, per essersi affermati in un concorso internazionale che premia i progetti di intelligenza artificiale più innovativi del mondo, tenendo conto anche del loro impatto sulla società o sul pianeta.
In particolare lo spinoff dell’Università di Padova Audio Innova srl, fondato dal prof. Sergio Canazza del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione (DEI), è stato premiato per un progetto che mira usare l’IA per tutelare i beni culturali musicali: “Yesterday sounds tomorrow: AI for preserving musical creativity”.
Se negli ultimi anni l’intelligenza artificiale è stata utilizzata massicciamente per migliorare la qualità delle registrazioni audio, ad esempio rimuovendo i rumori di fondo, oppure per migliorarne la qualità e la post-produzione, Audio Innova è riuscito a impiegare l’IA per la conservazione a lungo termine dei nastri magnetici, delle registrazioni di parlato e di altri materiali audio a rischio di scomparsa. Nello specifico, il progetto utilizza l’IA nello sviluppo di tecniche di ricerca sull’audio, sulle foto e sui video dell’originale supporto analogico, che consentono di identificare e raggruppare i documenti sonori in base ai contenuti dei metadati. Una tecnica che aiuterà i conservatori e i musicologi a trovare materiali audio rari e preziosi in pochi secondi e che è già stata approvata come standard internazionale musicale MPAI e IEEE.
“Siamo particolarmente felici per il risultato di stasera, anche perché pensiamo che l’AI debba essere per tutti e il nostro progetto cerca proprio di portare i beni culturali del passato nel futuro nell’ottica della condivisione” è stato il commento a caldo di Sergio Canazza, amministratore unico di Audio Innova. “Penso che il pubblico sia rimasto colpito proprio dal nostro focus sulla cultura, alla quale spesso non si presta molta attenzione nell’ambito dell’AI rispetto ad altri temi” ha spiegato Nadir Dalla Pozza, che ha avuto il compito di promuovere sul palco il progetto di Audio Innova.
Un riconoscimento – conclude Unipd – che premia anche una tradizione presente da decenni nell’Università di Padova e che è oggi rappresentata soprattutto dal CSC – Centro di Sonologia Computazionale, che raccoglie l’eredità degli studi iniziati fin dal 1959 da Giovanni Battista Debiasi e Teresa Rampazzi, pionieri della ricerca in informatica musicale.

Tutela dell’ambiente in Costituzione, “ora serve applicazione”

Tutela dell’ambiente in Costituzione, “ora serve applicazione”Roma, 10 feb. (askanews) – Era l’8 febbraio 2022 quando sono state approvate le modifiche agli articoli 9 e 41 della Costituzione che introducono la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli animali tra i principi fondamentali della Carta costituzionale. A un anno di distanza, l’appello a Parlamento e Governo è quello di adeguare la legislazione a quanto previsto dal nuovo dettato costituzionale con il lancio della campagna #AttuareAmbienteInCostituzione, presentata al Senato e promossa su iniziativa del senatore Giuseppe De Cristofaro, in collaborazione con Fondazione UniVerde e TeleAmbiente.
“La riforma della Costituzione con l’inserimento della tutela dell’ambiente e degli animali tra i principi della Carta è un traguardo storico ma non basta”, ha sottolineato Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente della Fondazione UniVerde, promotore della campagna e della petizione #AttuareAmbienteInCostituzione: “Ora serve applicazione: una bicamerale per attuare la riforma senza ritardi o subito altri strumenti efficaci. Occorre far sì che quegli stessi principi costituzionali non siano solo affermazioni teoriche ma tangibili valori fondanti della nostra società. Solo così si potrà davvero raggiungere il benessere complessivo della comunità e realizzare un progresso consapevole per le future generazioni contro crisi climatica, consumo di suolo e di risorse naturali. Per questi motivi ho lanciato su Change.org la petizione #AttuareAmbienteInCostituzione sostenuta anche da Loredana De Petris, Alessandra Maiorino, Gianfranco Amendola, Livio de Santoli e tanti altri per chiedere ogni iniziativa utile ad attuare il nuovo dettato costituzionale perché non resti sulla carta”.
“L’inserimento della difesa dell’ambiente in Costituzione è stato un passaggio di portata storica. Ora a un anno di distanza – ha detto Loredana De Petris, già Presidente del Gruppo Misto al Senato – si tratta di tradurlo in pratica. Bisogna adeguare la legislazione e le normative agli art. 9 e 41 della Carta. Avanzeremo proposte in Parlamento per garantire il tempestivo adeguamento delle norme al dettato Costituzionale in difesa dell’ambiente”.
Secondo Alessandra Maiorino, senatrice e relatrice della riforma Ambiente in Costituzione, “con il riconoscimento della tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi quale principio costituzionale inserito nell’art. 9, abbiamo fatto fare un balzo in avanti all’Italia, tanto più necessario oggi che le questioni legate al clima e all’ambiente sono così centrali per la qualità della vita delle cittadine e dei cittadini e per la nostra stessa sopravvivenza. Il braccio operativo di questo principio è l’art. 41, dove si stabilisce finalmente che l’impresa non può svolgersi a danno della salute e dell’ambiente, appunto. Ora occorre vigilare che questo principio venga osservato e rispettato nei fatti, per dare viva applicazione alla Costituzione e agire davvero nell’interesse della collettività e non solo per gli interessi economici di pochi soggetti”.
La petizione #AttuareAmbienteInCostituzione, lanciata su Change.org, è diretta ai Presidenti e ai Capigruppo di Camera e Senato e ai Ministri competenti. L’appello chiede: – di attivare subito gli strumenti operativi per l’adeguamento della legislazione vigente alle nuove norme costituzionali e promuovere ogni attività di monitoraggio delle leggi da adeguare e di divulgazione del nuovo testo; – l’istituzione di una Commissione parlamentare di vigilanza e proposta per l’attuazione dell’art. 9, terzo comma, e dell’art. 41 secondo comma della Costituzione; – di attivare anche indagini conoscitive e innovazioni regolamentari che accelerino gli adeguamenti legislativi necessari.
“Il miglior modo di festeggiare il compleanno costituzionale della difesa ambientale – ha detto Gianfranco Amendola, magistrato ambientalista – è applicare l’importantissima modifica approvata un anno fa. Esattamente il contrario di quanto sta facendo questo governo che ha appena approvato un decreto legge su ILVA e aziende strategiche in cui vuole ‘bilanciare’ salute ed ambiente con le esigenze economiche della grande industria. Con buona pace della tutela dell’ambiente e della salute anche nell’interesse delle future generazioni, nonché del principio secondo cui l’iniziativa economica privata non può svolgersi in modo da arrecare danno alla sicurezza, alla salute e all’ambiente”.
Per Livio de Santoli, Prorettore per la Sostenibilità presso la Sapienza Università di Roma, “la riforma della Costituzione è fondamentale per due aspetti che devono essere affrontati secondo un’evoluzione interpretativa e in base ai fini sociali. Il primo è che finalmente ambiente e paesaggio non sono più in contrapposizione. Il secondo riguarda invece la valutazione degli eventi dannosi per l’ambiente in riferimento all’attività economica privata. Occorre dunque che le nuove proposte vadano nella direzione di tutelare l’interesse e la salute pubblica, poiché i nuovi criteri potrebbero generare contenziosi che vanno regolamentati”.
Si può sottoscrivere la petizione #AttuareAmbienteInCostituzione su Change.org: https://www.change.org/p/attuareambienteincostituzione-bastaritardi

Solare e stoccaggio sotterraneo: Melinda spegne il caro energia

Solare e stoccaggio sotterraneo: Melinda spegne il caro energiaMilano, 10 feb. (askanews) – Autoproduzione energetica e uso di magazzini davvero speciali per conservare la frutta, le celle ipogee ricavate in ex cave, con un bassissimo impatto ambientale e energetico: quello di Melinda sarà un 2023 all’insegna del risparmio e del contrasto al caro energia. Una scelta inevitabile, ribadita anche nei contenuti al centro degli incontri, a Berlino, nel corso nel corso di “Fruit Logistic”, salone europeo del settore dei prodotti ortofrutticoli freschi.
Il ricorso alle celle ipogee, vere e proprie strutture per la frigo-conservazione naturale, si concretizza con il riutilizzo di 15 chilometri di gallerie, situate all’interno della miniera di dolomia Rio Maggiore. Queste “stanze”, protette dalla roccia a 300 metri di profondità, ospitano le mele in un ambiente asciutto e controllato. “Le mele si vendono tutto l’anno, per conservarle occorre mantenere intatte alcune condizioni precise – spiega Franco Paoli, direttore del Reparto Produzione di Melinda – La temperatura si stabilizza a 1 grado Celsius e la presenza di ossigeno si ferma all’1%: in questo modo è possibile rallentare la respirazione dei frutti conservandoli più a lungo”.
Le condizioni di partenza dell’ambiente, dalla bassa temperatura all’impermeabilità della roccia, consentono di impiegare un quantitativo ridotto di energia: circa il 30% in meno dell’ammontare richiesto dalla tradizionale conservazione nei magazzini di superficie. L’impatto positivo del risparmio energetico sull’intera attività di stoccaggio è destinato a crescere con il previsto incremento della capienza. “Oggi le celle ipogee ospitano circa 30mila tonnellate di mele – ricorda Fabrizio Conforti, ingegnere del Consorzio Melinda – ma entro la fine dell’anno si arriverà a 40 mila”. Un incremento di capacità di oltre il 30%, dunque.
I vantaggi delle celle sotterranee non si esauriscono però con il taglio dei costi. Determinante, infatti, è anche la riduzione dell’impatto per l’ambiente e il clima. Il ricorso a questo sistema di conservazione determina anche un calo delle emissioni di CO2 in atmosfera, un importante risparmio idrico nel raffreddamento dei compressori e l’eliminazione dei pannelli coibentanti, tipicamente complessi da smaltire. La possibilità di conservare le mele in profondità, infine, libera spazio in superficie a beneficio del paesaggio e dell’estensione delle coltivazioni.
Sul fronte energetico, poi, Melinda è attualmente impegnata nel piano di espansione della sua autoproduzione. Il Consorzio si basa da tempo su una fornitura 100% rinnovabile grazie all’energia idroelettrica e quella fotovoltaica. Quest’ultima è prodotta direttamente dai pannelli, installati sui tetti degli impianti di conservazione e lavorazione in due fasi (la prima nel 2008 e la successiva nel 2011) con un investimento di oltre 10 milioni di euro. Il nuovo piano di sviluppo prevede ora di garantire all’azienda una produzione aggiuntiva di 4,84 milioni di Kwh contro i 4,82 attuali. In pratica l’ammontare totale raddoppierà.
“Il progetto di espansione dei pannelli solari rappresenta perfettamente la nostra visione per lo sviluppo delle attività del Consorzio – commenta Ernesto Seppi, presidente Melinda – Oltre a confermare la nostra vocazione per la sostenibilità, che dal 2008 si traduce nell’impiego esclusivo di fonti rinnovabili, i nuovi investimenti nel fotovoltaico consentiranno di rispondere efficacemente alle sfide di una voce di costo che negli ultimi anni è divenuta sempre più rilevante nella spesa delle imprese. Sul fronte dei magazzini, inoltre, l’atteso aumento della capienza delle celle ipogee consentirà di ottenere ulteriori risparmi riducendo l’impiego totale di energia. Sono due esempi di come una realtà importante per il Trentino e per l’Italia intera cerca di ragionare in maniera lungimirante, per essere da esempio all’intera filiera agroalimentare italiana”.

Industria, Istat: nel 2022 lieve incremento produzione, +0,5%

Industria, Istat: nel 2022 lieve incremento produzione, +0,5%Roma, 10 feb. (askanews) – Il 2022 si chiude con un lieve incremento della produzione industriale rispetto all’anno precedente (+0,5%). Lo ha reso noto l’Istat.
“Tra i principali raggruppamenti di industrie – ha spiegato l’Istat – si rileva una dinamica positiva per i beni di consumo e per quelli strumentali, mentre sono in flessione i beni intermedi e l’energia. L’evoluzione in corso d’anno è stata caratterizzata da un calo congiunturale nel primo trimestre, seguito da un recupero nel secondo; due ulteriori flessioni hanno caratterizzato la seconda parte dell’anno”.
A dicembre 2022 si stima che l’indice destagionalizzato della produzione industriale aumenti dell’1,6% rispetto a novembre. Corretto per gli effetti di calendario, a dicembre 2022 l’indice complessivo aumenta in termini tendenziali dello 0,1% (i giorni lavorativi di calendario sono stati 20 contro i 22 di dicembre 2021).

Dati Covid: torna a salire l’Rt, è a 0,73. L’incidenza cala: 52

Dati Covid: torna a salire l’Rt, è a 0,73. L’incidenza cala: 52Roma, 10 feb. (askanews) – Nel periodo 25-31 gennaio 2023, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 0,73 (range 0,64-0,91), in aumento rispetto alla settimana precedente (era a 0,68) ma sotto la soglia epidemica anche nel range superiore. È quanto emerge dal monitoraggio settimanale sull’andamento del Covid in Italia di Ministero della Salute e Istituto superiore di sanità.
L’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero è in lieve aumento ma rimane sotto la soglia epidemica: Rt=0,85 (0,80-0,89) al 31/1/2023 vs. Rt=0,78 (0,74-0,83) al 24/1/2023.
In calo anche l’incidenza settimanale a livello nazionale: 52 ogni 100.000 abitanti (03/01/2023 -09/02/2023) vs 58 ogni 100.000 abitanti (27/01/2023 -02/02/2023).

Iveco Group: ricavi 2022 a 14 mld (+13%) , utile sale a 225 mln

Iveco Group: ricavi 2022 a 14 mld (+13%) , utile sale a 225 mlnMilano, 10 feb. (askanews) – Iveco Group chiude il 2022, il primo dopo lo spin-off da CnhI, con ricavi consolidati pari a 14 miliardi di euro (+13% a/a). L’Ebit adjusted è pari a 527 milioni di euro (+151 mln a/a) con un margine del 3,7% (+70 bp), l’utile netto adjusted a 225 milioni di euro (+85 mln). La liquidità netta delle Attività Industriali è pari a 1,727 miliardi di euro, con free cash flow delle Attività Industriali positivo a 690 milioni di euro (+815 mln).
Iveco Group, si legge in una nota ha chiuso l’anno con una solida performance grazie a volumi e mix favorevoli e a migliori prezzi che hanno più che compensato il maggiore costo di produzione dovuto all’aumento dei costi dell’energia e all’inflazione, che rappresentano la sfida principale. La presa ordini è rimasta solida, al di sopra dei livelli pre-Covid 19, tra 30-35 settimane di produzione già vendute per i veicoli commerciali leggeri (“Lcv”) e per i veicoli medi e pesanti (“M&H”).
Iveco ha avviato il processo di approvazione per un programma di riacquisto fino a 10 milioni di azioni ordinarie.
Nel quarto trimestre Iveco Group registra ricavi consolidati pari a 4 miliardi di euro (+31% a/a). L’Ebit adjusted è pari a 206 milioni di euro (+147 mln), l’utile netto adjusted pari a 93 milioni di euro (+114 mln). Il free cash flow delle Attività Industriali positivo a 1,199 miliardi di euro (+655 mln).
Sulla base delle attuali prospettive, Iveco Group si aspetta per il 2023: Ebit adjusted tra 550 e 590 milioni di euro, ricavi netti delle Attività Industriali in aumento dal 2% al 3% rispetto al 2022. L’Ebit adjusted delle Attività Industriali tra 460 e 500 milioni di euro, spese generali, amministrative e di vendita delle Attività Industriali circa il 6% dei ricavi netti. La liquidità netta delle Attività Industriali a circa 2 miliardi di euro, investimenti delle Attività Industriali in crescita dal 10% al 15% rispetto al 2022.
“Abbiamo chiuso il primo anno come società quotata indipendente dimostrando che la squadra di Iveco Group sa lavorare fianco a fianco, affrontando sfide senza precedenti per conseguire risultati solidi in tutti i segmenti di business. I numeri del 2022 riflettono la nostra attenzione al rispetto degli impegni presi e alla generazione di cassa. Questo pone le basi per il secondo anno e rafforza il nostro impegno per la trasformazione continua dell’organizzazione, mentre proseguiremo a contrastare i fattori critici a livello geopolitico e nella catena logistico-produttiva”, afferma il Ceo, Gerrit Marx.
“Raddoppieremo i nostri sforzi per creare nuove partnership, mantenere il trend positivo nei camion medi e pesanti, accelerare nelle linee dei veicoli commerciali leggeri dove siamo più forti, consolidare la nostra posizione di leader nel mercato degli autobus, in particolare nella gamma elettrica, far crescere le nostre attività motoristiche trimestre dopo trimestre e continuare a innovare l’offerta di servizi finanziari che gravita attorno a GATE. Raggiungeremo questi obiettivi grazie ai passi avanti in ambito tecnologico e a partner forti e leali, allineati con il nostro fermo impegno a progredire verso una società più sostenibile”, conclude il Ceo.