Meloni: arriva carta contro caro carrello per 1,3 mln famiglieRoma, 11 lug. (askanews) – “Il problema principale che ha impattato sulle famiglie italiane quest’anno è stato l’inflazione, un tema al quale il governo ha dedicato diverse misure. Penso al rafforzamento dei salari più bassi particolarmente con il taglio del cuneo contributivo, all’aumento della platea delle famiglie che potevano accedere al sostegno per pagare le bollette energetiche e a tante altre iniziative. Oggi ce n’è una che riguarda quel milione e 300 mila famiglie che hanno maggiori difficoltà nell’acquisto dei generi di prima necessità, il famoso ‘caro carrello’. Abbiamo investito 500 milioni di euro per aiutare queste famiglie e sarà disponibile presso gli uffici delle poste italiane la ‘Carta dedicata a te’”. Lo annuncia in un messaggio video la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
Si tratta, spiega, di “una carta che si attiva e che consente a queste famiglie di avere circa 400 euro da spendere negli esercizi commerciali per l’acquisto di beni di prima necessità ma ha un valore più ampio grazie alla scontistica che il governo ha ottenuto dagli esercenti, dalla grande distribuzione, perchè questo è uno di quei casi in cui tutta la filiera si è messa al lavoro”. “Il ministero della Sovranità alimentare – dice ancora – ha attivato un’ulteriore iniziativa: 120 mln sono stanziati insieme alle associazioni del terzo settore per fare banco alimentare e aiutare ulteriormente le famiglie che sono ancora più in difficoltà. Tante piccole grandi iniziative, si vuole tutti insieme aiutare queste famiglie. La carta deve essere attivata entro il 15 di settembre ed è un piccolo ulteriore aiuto per le famiglie che sono maggiormente in difficoltà, un segno di attenzione da parte del governo verso persone che si trovano ad affrontare una situazione di difficoltà perchè la crisi internazionale e la realtà che viviamo sta rendendo le cose difficili. Noi ci siamo e cerchiamo di fare del nostro meglio per dare una mano”, conclude la premier.
Pnrr, Schlein: Meloni subito in Parlamento, non può tacere ancoraRoma, 11 lug. (askanews) – “La presidente Meloni si assuma le sue responsabilità e venga a spiegarci in Parlamento perché non si è ancora visto un euro della terza rata del PNRR e perché rischia di slittare anche la quarta, si ricordi che parliamo di risorse che riguardano investimenti strategici per le imprese, il lavoro e le vite delle persone e ottenerle è essenziale per far ripartire il Paese. Una cosa è certa: non possiamo perdere la storica opportunità del Pnrr perché il governo passa il suo tempo a difendere Santanchè, La Russa e Delmastro.” Lo dichiara la segretaria del Pd Elly Schlein.
“Ci sono 19 miliardi di euro – ha sottolineato la segretaria Pd- che l’Italia avrebbe potuto incassare già da febbraio con la terza rata del PNRR: siamo a luglio e non ne abbiamo traccia. Ci sono altri 16 miliardi di euro, la quarta rata, per i quali dovevamo presentare la domanda a fine giugno: siamo all’11 luglio e tutto tace.Tace soprattutto la presidente del Consiglio, in silenzio da giorni per i guai giudiziari dei suoi ministri e sottosegretari mentre l’Italia rischia di perdere le risorse che faticosamente ha ottenuto dall’Unione europea”.
L’Arera: i mercati energetici sono ancora tesi, un errore pensare a una nuova normalitàRoma, 11 lug. (askanews) – “La scelta, per nulla ovvia, operata nel luglio del 2022” dall’Autorità per l’energia, le reti e l’ambiente, “di cambiamento della modalità di fissazione del prezzo per il servizio di tutela gas” ha consentito risparmi per 3 miliardi di euro. Lo ha rilevato il presidente dell’Arera, Stefano Besseghini, nella sua Relazione al Parlamento sull’attività del 2022.
“Come noto si è passati da una indicizzazione basata su prodotti Ttf trimestrali forward, ad un indice basato sul prezzo ex-post, mensile, formato al Psv (Punto di scambio virtuale, ndr) italiano”. “Forse il dato più indicativo per valutare l’opportunità di questa scelta risiede nel confronto tra il prezzo che i consumatori in tutela gas avrebbero pagato con il metodo precedente e quello effettivamente determinatosi nel trimestre ottobre – dicembre 2022”.“Nel primo caso – ha spiegato – avremmo avuto un prezzo fisso per tutto il IV trimestre ’22 pari a 240 euro/MWh, da confrontare con un prezzo medio, realizzatosi nel trimestre, di circa 95 e/MWh. Nel semestre invernale 2022-2023 il cambiamento ha comportato un vantaggio, per il consumatore in tutela, che possiamo stimare in circa 3 miliardi di euro”.
“La crisi dei prezzi morde con meno intensità, ma i mercati energetici sono ancora tesi, esposti a forti oscillazioni e pronti a reagire negativamente al mancato sviluppo di quelle iniziative di riallineamento strutturale del bilancio domanda offerta, che sono state intraprese nel corso dell’emergenza”. Questo il monito lanciato dal presidente dell’Autorità per l’energia, le reti e l’ambiente, Stefano Besseghini, nell’apertura della Relazione al Parlamento sull’attività del 2022. Il presidente ha evidenziato come i temi dell’energia abbiano “guadagnato una centralità dovuta, ma con una drammaticità che speriamo possa considerarsi superata”. “Sarebbe però un grave errore pensare che la situazione sia già rientrata in nuova normalità, da gestire ordinariamente. La fase dell’emergenza ci ha obbligato ad affrontare nuovamente alcuni aspetti che davamo per consolidati e su cui facevamo leva per imprimere una rilevante accelerazione al processo della transizione energetica”, ha evidenziato Besseghini in riferimentmo alla crisi energetica dello scorso anno con i picchi dei prezzi del gas acuiti dallo scoppio della guerra in Ucraina.
“Il conto, salato, di questo cambio lo abbiamo pagato e lo stiamo pagando a livello nazionale ed europeo”, ha aggiunto il presidente. L’acqua diventerà sempre di più una risorsa scarsa, un enorme problema cui si affiancherà quello, già nei fatti, di un cambiamento strutturale delle precipitazioni. Ha evidenziato l’Autorità per l’energia, le reti e l’ambiente.
“Si suole dire – ha sottolineato Stefano Besseghini – che le future guerre si combatteranno per l’acqua e non per il petrolio. Non so farmi profeta ma certamente, come abbiamo drammaticamente avuto modo di verificare anche nel corso di questi anni, non avremo solo un problema di scarsità della risorsa, ma un cambio strutturale del meccanismo delle precipitazioni con una estremizzazione dei fenomeni”. “Avere acqua non vuol dire avere ingenti risorse idriche, ma vuol dire avere acqua nella quantità e qualità che serve, nel momento in cui serve”. Oltre al potenziamento degli investimenti e al ruolo crescente che potrebbero avere “gli operatori del servizio idrico”, Besseghini ricorda che “tra i fattori chiave, per garantire una necessaria ‘capacità di adattamento’, rientra sicuramente la possibilità di integrare efficacemente la raccolta e il convogliamento delle acque meteoriche con il restante sistema infrastrutturale”. “Il repentino evolversi dello scenario climatico, con una maggiore frequenza di eventi meteorologici estremi – ha spiegato Besseghini – suggerisce di assegnare un’elevata priorità al processo di integrazione infrastrutturale, affinché siano realizzate e tenute in esercizio regolare le opere necessarie alla gestione degli effetti che questi eventi meteorologici determinano”. “Il riuso potrebbe determinare un interessante punto di contatto tra il ciclo idrico integrato ed il settore di maggiore impiego dell’acqua, vale a dire il settore agricolo”.
Energia, Arera:mercati ancora tesi,errore pensare a nuova normalitàRoma, 11 lug. (askanews) – “La crisi dei prezzi morde con meno intensità, ma i mercati energetici sono ancora tesi, esposti a forti oscillazioni e pronti a reagire negativamente al mancato sviluppo di quelle iniziative di riallineamento strutturale del bilancio domanda offerta, che sono state intraprese nel corso dell’emergenza”. Questo il monito lanciato dal presidente dell’Autorità per l’energia, le reti e l’ambiente, Stefano Besseghini, nell’apertura della Relazione al Parlamento sull’attività del 2022. Il presidente ha evidenziato come i temi dell’energia abbiano “guadagnato una centralità dovuta, ma con una drammaticità che speriamo possa considerarsi superata”.
“Sarebbe però un grave errore pensare che la situazione sia già rientrata in nuova normalità, da gestire ordinariamente. La fase dell’emergenza ci ha obbligato ad affrontare nuovamente alcuni aspetti che davamo per consolidati e su cui facevamo leva per imprimere una rilevante accelerazione al processo della transizione energetica”, ha evidenziato Besseghini in riferimemtmo alla crisi energetica dello scorso anno con i picchi dei prezzi del gas acuiti dallo scoppio della guerra in Ucraina. “Il conto, salato, di questo cambio lo abbiamo pagato e lo stiamo pagando a livello nazionale ed europeo”, ha aggiunto il presidente.
Industria, Istat: produzione maggio +1,6% su mese, -3,7% su annoRoma, 11 lug. (askanews) – A maggio l’indice destagionalizzato della produzione industriale è aumentato dell’1,6% rispetto ad aprile. Corretto per gli effetti di calendario, l’indice complessivo è diminuito in termini tendenziali del 3,7% (i giorni lavorativi di calendario sono stati 22 come a maggio 2022). Lo ha reso noto l’Istat.
Nella media del periodo marzo-maggio il livello della produzione diminuisce dell’1,8% rispetto ai tre mesi precedenti. L’indice destagionalizzato mensile segna aumenti congiunturali in tutti i raggruppamenti principali di industrie: variazioni positive caratterizzano, infatti, i beni strumentali (+1,4%), i beni intermedi (+1,2%), i beni di consumo (+1,1%) e, in misura marginale, l’energia (+0,1%).
Tra i principali settori cresce, su base annua, solo quello dei beni strumentali (+2,1%); diminuiscono, invece, i beni di consumo (-4,2%), i beni intermedi (-7,4%) e l’energia (-8,5%). Tra i settori di attività economica in crescita tendenziale si segnalano la produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+8,9%), la fabbricazione di mezzi di trasporto (+8,4%) e la fabbricazione di computer e prodotti di elettronica (+5,1%). Le flessioni più ampie si registrano nella fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-19%), nell’industria del legno, della carta e della stampa (-15,8%) e nelle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-10,3%). “La produzione industriale – è il commento dell’Istat – torna a crescere a maggio, in termini congiunturali, dopo quattro flessioni consecutive. L’incremento coinvolge tutti i principali comparti. Considerando gli ultimi tre mesi, tuttavia, la produzione continua a mostrare un calo congiunturale, che si estende a tutti i settori di attività, con le uniche eccezioni rappresentate dai prodotti della raffinazione petrolifera e dai mezzi di trasporto. In termini tendenziali, al netto degli effetti di calendario, l’indice complessivo è in diminuzione a maggio, come pure quelli relativi ai principali raggruppamenti di industrie, con l’eccezione dei beni strumentali”.
Performing PAC, la memoria a 30 anni dalla strage di via PalestroMilano, 11 lug. (askanews) – L’arte, soprattutto le immagini in movimento, come veicolo di memoria. Un veicolo spesso doloroso, ma necessario per dare una lettura al passato, anche quello più difficile, e provare a non dimenticare. Il PAC di Milano torna a proporre il proprio appuntamento annuale Performing PAC e per il 2023 lo fa, come ci ha spiegato il curatore Diego Sileo, ricollegandosi direttamente alla storia recente della città. “Tutto nasce – ha detto ad askanews – dal voler ricordare e commemorare la strage di Via Palestro. Quest’anno sono 30 anni dalla strage mafiosa di Via Palestro e abbiamo quindi pensato di declinare il nostro format annuale Performing Pac a tema memoria: siamo partiti con una timeline affidata ai giornalisti Simona Zecchi e Marco Bova, di ricostruzione del biennio della stragi 1992-93, per poi lasciare spazio a nove artisti contemporanei”.
In mostra opere di Christian Boltanski, uno degli artisti che più hanno lavorato sul tema della memoria come elemento propulsore della ricerca e che aveva portato al PAC una grande esposizione a inizio anni Duemila. Ma anche dell’israeliana Yael Bartana, che riporta alla luce, attraverso un “Messia” d’aspetto androgino, le paure, i sogni, i traumi repressi e i ricordi del passato della città di Berlino. Del resto lo stesso titolo della mostra, “Dance me to the End of Love” è una citazione di Leonard Cohen, dedicata alla inenarrabile tragedia della Shoah. “Abbiamo selezionato nove artisti contemporanei – ha aggiunto Sileo – abituati nella loro poetica e nella loro ricerca, a raccontare la memoria, a raccontare la storia”. Come lo fa anche Maurizio Cattelan, che sotto la patina del personaggio trasgressivo in realtà da sempre porta avanti una ricerca profonda e spesso disperata, che qui al PAC è presente con due opere legate alla strage di via Palestro e che usano oggetti comuni, come le calze o le macchine fotografiche giocattolo degli anni Ottanta, per riportare sotto i riflettori il dolore e i danni di quell’attentato. La storia, nella mostra, passa comunque soprattutto attraverso i video degli artisti, che creano tempi diversi e sospesi e spazi nei quali il ricordo può prendere altre forme. Perché la memoria non è un macigno, ma somiglia più a un fiume, con la sua pluralità di percorsi e possibili correnti.
Giustizia, Nordio: politica non si inchina più a magistratiMilano, 11 lug. (askanews) – I casi Santanchè, Delmastro, La Russa, “sono fatti tra loro indipendenti e mi rifiuto di pensare a dei magistrati che vogliono interferire nell’azione governativa attraverso azioni giudiziarie. Non si può però negare che ogni volta che si sia provato a fare una riforma della giustizia è sempre stata bloccata con interventi giudiziari”. Lo dice in una intervista al quotidiano Libero il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, rispondendo alla domanda se i casi Santanchè, Delmastro e La Russa siano “un attacco di un pezzo di magistratura al governo volto a fermare la riforma della Giustizia”.
Ma “la colpa” di non aver mai condotto a termine una riforma profonda dell’ordinamento giudiziario per Nordio “non deriva da una serie di attacchi della magistratura che possono essere di ordine tecnico, o di ordine politico. La colpa è della politica che ha rinunciato al suo ruolo preminente e che si è chinata davanti alle critiche della magistratura. La colpa della politica è stata quella di aderire o meglio inchinarsi alla magistratura senza dire: ‘noi ascoltiamo le vostre opinioni ma alla fine decidiamo noi e solo noi perchè abbiamo un mandato che secondo la Costituzione deriva dal popolo’”. Nordio respinge anche le accuse dell’Anm a Meloni di voler delegittimare la magistratura: “Non mi pare che la presidente del Consiglio abbia pronunciato una sola parola contro la magistratura. Queste reazioni di voler delegittimare i magistrati quando si criticano alcune loro iniziative è quasi una reazione automatica da parte dell’Associazione. Lo hanno fatto anche con me un mese fa. Al che io ho risposto che se i magistrati si arrabbiano quando noi critichiamo il loro operato – prosegue Nordio – allora anche i politici hanno ragione di arrabbiarsi quando vengono inquisiti dai magistrati. Nel mio mondo ideale i magistrati non dovrebbero criticare le leggi e i politici non dovrebbero criticare le sentenze. Una settimana fa ho incontrato i rappresentanti dell’Anm e Santalucia al ministero. Abbiamo cercato di individuare i punti che ci uniscono che di più di quelli che ci dividono. A noi interessa essenzialmente una giustizia efficiente, rapida ed equa”.
Tajani: se qualcuno in Forza Italia vuole una linea diversa dalla mia si candidi e ci confrontiamoMilano, 11 lug. (askanews) – Nessun appiattimento sulle posizioni di Giorgia Meloni ma allo stesso tempo “perchè dovrei fare la guerriglia al mio governo?”. Ma se in Forza Italia qualcuno vuole una linea diversa, “si candidi al posto mio presidenza del partito. Confrontiamoci, mettiamoci alla prova”. Antonio Tajani, in una intervista a Repubblica, rivendica la linea assunta da Forza Italia e lancia la sfida a chi nel partito non vi si riconosce, in vista del Consiglio Nazionale di sabato 15 luglio che dovrebbe eleggerlo nuovo presidente di Forza Italia. Respingendo anche le voci di una famiglia Berlusconi ormai lontana dal partito: “Balle. Io con Marina parlo ogni giorno, tanto per essere chiari. E anche con suo fratello. C’è un dialogo costante con Gianni Letta e Confalonieri”.
A chi parla di flessioni nei sondaggi, dopo l’effetto della morte di Berlusconi, il ministro degli Esteri replica secco: “Balle. Contano i numeri reali: in Molise abbiamo avuto il 12, il doppio del Carroccio”. E ricorda le specificità del partito rispetto alla linea dell’esecutivo: “Sulle contestazioni alla Bce sono stato io ad uscire allo scoperto per primo, Meloni e Salvini mi hanno seguito. E poi l’autonomia differenziata, con la nostra linea di prudenza, e la presa di distanza dalle alleanze con con Afd e Le Pen in Europa ipotizzate da Salvini. Io coi nazisti e con la destra estrema non mi alleerò mai”. Insomma, “non credo di poter essere accusato di appiattimento sui sovranisti”. E sintetizza: “Io sto seguendo la linea di Silvio Berlusconi, e sono terzo dopo Draghi e Meloni nelle classifiche di gradimento dei leader. Ci sarà un motivo…”. Tajani quindi stila la road map dei prossimi appuntamenti dopo il COnsiglio Nazionale, cui “non ci saranno nè Meloni nè Salvini, ma il leader del Ppe Weber, perchè Fi è parte fondamentale della famiglia popolare europea. Chiuso il Consiglio, apro il partito, con i congressi locali, e in primavera, prima delle Europee, terremo il congresso nazionale”. Sapendo che al voto di maggio 2024 “la soglia del 4% non è un rischio”. Tajani descrive un partito in salute, non in fuga ad esempio verso Renzi: “Forse è lui che dovrebbe stare attento alle fughe dalle sue fila. I fatti sono altri: è arrivata Chinnici dal Pd, altri stanno per farlo da alrti partiti. E un nome farà davvero clamore”.
Nordio: la politica non si inchina più ai magistratiMilano, 11 lug. (askanews) – I casi Santanchè, Delmastro, La Russa, “sono fatti tra loro indipendenti e mi rifiuto di pensare a dei magistrati che vogliono interferire nell’azione governativa attraverso azioni giudiziarie. Non si può però negare che ogni volta che si sia provato a fare una riforma della giustizia è sempre stata bloccata con interventi giudiziari”. Lo dice in una intervista al quotidiano Libero il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, rispondendo alla domanda se i casi Santanchè, Delmastro e La Russa siano “un attacco di un pezzo di magistratura al governo volto a fermare la riforma della Giustizia”.
Ma “la colpa” di non aver mai condotto a termine una riforma profonda dell’ordinamento giudiziario per Nordio “non deriva da una serie di attacchi della magistratura che possono essere di ordine tecnico, o di ordine politico. La colpa è della politica che ha rinunciato al suo ruolo preminente e che si è chinata davanti alle critiche della magistratura. La colpa della politica è stata quella di aderire o meglio inchinarsi alla magistratura senza dire: ‘noi ascoltiamo le vostre opinioni ma alla fine decidiamo noi e solo noi perchè abbiamo un mandato che secondo la Costituzione deriva dal popolo’”. Nordio respinge anche le accuse dell’Anm a Meloni di voler delegittimare la magistratura: “Non mi pare che la presidente del Consiglio abbia pronunciato una sola parola contro la magistratura. Queste reazioni di voler delegittimare i magistrati quando si criticano alcune loro iniziative è quasi una reazione automatica da parte dell’Associazione. Lo hanno fatto anche con me un mese fa. Al che io ho risposto che se i magistrati si arrabbiano quando noi critichiamo il loro operato – prosegue Nordio – allora anche i politici hanno ragione di arrabbiarsi quando vengono inquisiti dai magistrati. Nel mio mondo ideale i magistrati non dovrebbero criticare le leggi e i politici non dovrebbero criticare le sentenze. Una settimana fa ho incontrato i rappresentanti dell’Anm e Santalucia al ministero. Abbiamo cercato di individuare i punti che ci uniscono che di più di quelli che ci dividono. A noi interessa essenzialmente una giustizia efficiente, rapida ed equa”.
Ucraina, Meloni: propaganda dimentica “si vis pacem para bellum”Riga, 10 lug. (askanews) – “Chi fa una certa propaganda anti militarista non capisce o fa finta di non capire, quello che fa finta di non capire” è “chi vorrebbe che noi smobilitassimo, che non spendessimo, perchè la pace… Quello che questa gente fa finta di non capire è la più antica delle leggi: si vis pacem para bellum (Se vuoi la pace prepara la guerra, Ndr). La deterrenza è la più straordinaria forma di diplomazia, la capacità di difendersi è il più straordinario strumento per garantire la pace”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, parlando ai militari italiani della base di Camp Adazi in Lettonia.
“Ed è quello – ha aggiunto – che state facendo: state difendendo non solo i nostri alleati ma state difendendo la pace, la stabilità e il futuro del continente europeo. E chi guarda oltre la propaganda questo lo capisce bene. Grazie a nome del popolo italiano”.