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Musica, Supereroi di Mr. Rain certificato oro

Musica, Supereroi di Mr. Rain certificato oroRoma, 20 feb. (askanews) – Supereroi (Warner Music Italy), il brano di Mr. Rain che ha conquistato il terzo posto sul palco di Sanremo è già disco d’oro. Rivelazione indiscussa del Festival, MR.RAIN scala tutte le classifiche fin dalla sua prima esibizione che rimane la più vista con oltre 14milioni di visualizzazioni.
MR.RAIN, l’artista multiplatino con all’attivo oltre 700 milioni di streaming, 13 dischi di platino e 5 oro, e autore di hit come “Fiori di Chernobyl”, “9.3”, “Meteoriti” e “Ipernova” ha conquistato, con SUPEREROI il grande pubblico. Le sue performance sul palco dell’Ariston insieme ad un coro di otto bambini, hanno emozionato e commosso tante generazioni, dai più piccoli ai più grandi, riscuotendo un successo sempre crescente che l’ha visto nel giro di pochi giorni ai vertici di tutte le classifiche: a partire da Spotify, dove staziona stabilmente al secondo posto con oltre 20M di streams, oltre ad essere al n.3 tra i singoli di debutto nella Global Chart e ai vertici di Amazon, Apple e iTunes. E al n.3 della classifica ufficiale Fimi/Gfk. SUPEREROI è tra i brani più ricercati su Shazam e tra i più popolari di TikTok, oltre che tra i pezzi più trasmessi dalle radio e il video ha superato i 9 milioni di visualizzazioni.
MR.RAIN sarà anche in tour a partire da aprile. Queste le date del tour, prodotto ed organizzato da COLORSOUND e già SOLD OUT. Ultimissimi biglietti disponibili solo per la data di ROMA.
06 APRILE FIRENZE – VIPER CLUB 14 APRILE BARI – DEMODE’ 19 APRILE PADOVA – HALL 26 APRILE VENARIA (TO) – TEATRO CONCORDIA 02 MAGGIO MILANO – FABRIQUE 03 MAGGIO MILANO – FABRIQUE 27 GIUGNO ROMA – PARCO DELLA MUSICA – CAVEA

Musica, Zucchero aggiunge altre date per il World Wild Tour

Musica, Zucchero aggiunge altre date per il World Wild TourRoma, 20 feb. (askanews) – A grande richiesta altre date in Italia per il “World Wild Tour” di Zucchero “Sugar” Fornaciari, sette nuovi appuntamenti live: il 30 e il 31 maggio e il 2 e il 3 giugno alle Terme di Caracalla a Roma e il 28, 29 e 30 luglio al Teatro Greco di Siracusa.
Il tour internazionale, partito lo scorso anno da Glasgow (Regno Unito) e che ha registrato il tutto esaurito anche alla Royal Albert Hall di Londra, ha toccato i festival più prestigiosi d’Europa e ha acceso la stagione dei live a capienza piena (post Covid) dell’Arena di Verona, riscuotendo con i 14 concerti sold out e grande successo di pubblico e di critica e richiamando un numero di spettatori, nazionali e internazionali, superiore a 150.000.
Lo show, ricco di grandi e intense emozioni in cui l’artista porterà, oltre ai brani del suo ultimo lavoro discografico “Discover”, i suoi più grandi successi, vedrà sul palco insieme a Zucchero una super band internazionale composta da Polo Jones (Musical director, bass), Kat Dyson (guitars, bvs), Peter Vettese (hammond, piano and synth), Mario Schilirò (guitars), Adriano Molinari (drums), Nicola Peruch (keyboards), Monica Mz Carter (drums, percussions), James Thompson (horns, bvs), Lazaro Amauri Oviedo Dilout (horns), Carlos Minoso (horns) e Oma Jali (backing vocals).
I biglietti per le nuove date del “World Wild Tour”, prodotte da Friends & Partners, sono disponibili in prevendita da oggi, lunedì 20 febbraio, dalle ore 12.00 su Ticketone.it e nei punti di vendita abituali.
Dopo tanti anni di assenza dalla sua città, il DIAVOLO IN R.E. torna nella sua Reggio Emilia, “amore e radici” per 2 appuntamenti imperdibili il 9 e il 10 giugno alla RCF Arena!
Sarà l’occasione per ripercorrere la sua quarantennale carriera di grandi successi con le sue hit più celebri e per inaugurare la nuova veste di Campovolo: con 35.000 sedute per ogni show (disposte a forma di diamante in omaggio ad uno dei suoi più famosi brani), la RCF Arena diventa la più grande Arena in Europa con posti a sedere, realizzata ad hoc con una pendenza del 5% per garantire una visuale e un’acustica ottimali.
I biglietti per i due live show, prodotti da Friends & Partners, sono disponibili in prevendita su Ticketone.it, Ticketmaster.it e nei punti di vendita abituali. Per ulteriori informazioni consultare il sito: www.friendsandpartners.it e www.rcfarena.it. Radio Italia è la radio ufficiale delle nuove date del “World Wild Tour” e degli show alla RCF Arena.

Zucchero, da Roma a Siracusa nuove date del “World Wild Tour!”

Zucchero, da Roma a Siracusa nuove date del “World Wild Tour!”Roma, 20 feb. (askanews) – A grande richiesta altre date in Italia per il “World Wild Tour” di Zucchero “Sugar” Fornaciari, 7 nuovi appuntamenti live: il 30 e il 31 maggio e il 2 e il 3 giugno alle Terme di Caracalla a Roma e il 28, 29 e 30 luglio al Teatro Greco di Siracusa.
Il tour internazionale, partito lo scorso anno da Glasgow (Regno Unito) e che ha registrato il tutto esaurito anche alla Royal Albert Hall di Londra, ha toccato i festival più prestigiosi d’Europa e ha acceso la stagione dei live a capienza piena (post Covid) dell’Arena di Verona, riscuotendo con i 14 concerti sold out e grande successo di pubblico e di critica e richiamando un numero di spettatori, nazionali e internazionali, superiore a 150.000.
Lo show, ricco di grandi e intense emozioni in cui l’artista porterà, oltre ai brani del suo ultimo lavoro discografico “Discover”, i suoi più grandi successi, vedrà sul palco insieme a Zucchero una super band internazionale composta da Polo Jones (Musical director, bass), Kat Dyson (guitars, bvs), Peter Vettese (hammond, piano and synth), Mario Schilirò (guitars), Adriano Molinari (drums), Nicola Peruch (keyboards), Monica Mz Carter (drums, percussions), James Thompson (horns, bvs), Lazaro Amauri Oviedo Dilout (horns), Carlos Minoso (horns) e Oma Jali (backing vocals).
I biglietti per le nuove date del “World Wild Tour”, prodotte da Friends & Partners, sono disponibili in prevendita da lunedì 20 febbraio su Ticketone.it e nei punti di vendita abituali.
Dopo tanti anni di assenza dalla sua città, il Diavolo in R.E. torna nella sua Reggio Emilia, “amore e radici” per 2 concerti evento il 9 e il 10 giugno alla RCF Arena. Sarà l’occasione per ripercorrere la sua quarantennale carriera di grandi successi con le sue hit più celebri e per inaugurare la nuova veste di Campovolo: con 35.000 sedute per ogni show (disposte a forma di diamante in omaggio ad uno dei suoi più famosi brani), la RCF Arena diventa la più grande Arena in Europa con posti a sedere, realizzata ad hoc con una pendenza del 5% per garantire una visuale e un’acustica ottimali.
I biglietti per i due live show, prodotti da Friends & Partners, sono disponibili in prevendita su Ticketone.it, Ticketmaster.it e nei punti di vendita abituali. Per ulteriori informazioni consultare il sito: www.friendsandpartners.it e www.rcfarena.it.

Da Biden 113 miliardi di aiuti a Kiev, ma a Washington chiedono più controlli

Da Biden 113 miliardi di aiuti a Kiev, ma a Washington chiedono più controlliRoma, 20 feb. (askanews) – Con oltre 100 miliardi di dollari in armi e aiuti finanziari americani all’Ucraina in meno di un anno – e altri in arrivo per contrastare l’invasione russa, come annunciato oggi dallo stesso presidente Joe Biden in visita a Kiev – aumentano le preoccupazioni negli Stati Uniti per la possibilità che terroristi e funzionari corrotti possano approfittarne per intercettare almeno una parte di questo sostegno militare e finanziario. L’ispettore generale speciale che ha supervisionato gli aiuti all’Afghanistan dal 2012, e alcuni parlamentari repubblicani della Camera, in particolare hanno avvertito della necessità di una supervisione più stretta degli aiuti militari e umanitari all’Ucraina. Una richiesta giunta proprio mentre il presidente Biden ha annunciato, da Kiev, un ulteriore contributo di mezzo miliardo di dollari in assistenza militare all’Ucraina: un pacchetto che includerà equipaggiamenti, munizioni d’artiglieria, sistemi anti-corazzati, Javelin e Howitzer.
La portata dello sforzo statunitense, dall’inizio del conflitto il 24 febbraio scorso, è enorme. Il Pentagono ha speso 62,3 miliardi di dollari nel 2022 in Ucraina per armi, munizioni, addestramento, logistica, rifornimenti e stipendi, secondo il rapporto Joint Strategic Oversight Plan for Ukraine Response pubblicato a gennaio. Il Dipartimento di Stato e l’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale hanno stanziato 46 miliardi di dollari per attività che vanno dalla sicurezza delle frontiere ai fondi per i servizi governativi di base come servizi pubblici, ospedali, scuole e vigili del fuoco. Altre agenzie governative, compreso il Dipartimento dell’Agricoltura, hanno investito invece altri 5 miliardi di dollari. I 113 miliardi di dollari complessivi autorizzati dal Congresso si avvicinano ai 146 miliardi di dollari spesi in 20 anni per l’assistenza militare e umanitaria in Afghanistan, sebbene il costo dell’invio di truppe statunitensi fosse molto più alto, ricorda Usa Today. E “quando si spendono così tanti soldi, così in fretta, con così poca supervisione, ci sono frodi, sprechi e abusi”, ha commentato John Sopko, l’ispettore generale speciale per la ricostruzione dell’Afghanistan. “In quantità enorme”.
Il Pentagono respinge chiaramente tale narrazione, affermando che sono state messe in atto tutte le salvaguardie possibili per garantire che le armi statunitensi siano prese in consegna diretta dalle forze ucraine. “Il dipartimento prende sul serio il nostro impegno nei confronti dell’Ucraina, motivo per cui abbiamo implementato misure forti per monitorare le capacità che stiamo fornendo per equipaggiare l’Ucraina”, ha affermato Sabrina Singh, vice addetta stampa del Pentagono. Ma il dipartimento della Difesa americana non può avere assoluta certezza della loro destinazione finale, e soprattutto del loro uso. Il Pentagono “non è stato in grado di fornire il monitoraggio dell’uso finale in conformità con la politica del dipartimento della Difesa”, secondo un rapporto dell’ispettore generale dello stesso ministero. E il “monitoraggio dell’uso finale” include la capacità di seguire i numeri di serie di armi e munizioni per garantire che vengano utilizzati come previsto.
“Lo Stato sta supervisionando livelli senza precedenti di assistenza alla sicurezza in Ucraina, che presenta un rischio significativo di uso improprio e diversione dato il volume e la velocità e l’ambiente operativo in tempo di guerra”, secondo il rapporto Joint Strategic Oversight Plan for Ukraine Response. Singh ha affermato che il monitoraggio delle armi statunitensi viene effettuato con l’aiuto dell’Ucraina. “Attraverso il nostro personale dedicato, effettuiamo registrazioni complete delle donazioni di armi statunitensi presso i nostri nodi di distribuzione immediatamente prima del trasferimento in Ucraina e poi, una volta nel Paese, gli ucraini registrano e tracciano gli articoli statunitensi e forniscono rapporti sulle spese e sui danni”, ha affermato, cercando di rassicurare.
“Non è abbastanza”, però, per il parlamentare Michael Waltz, membro del Comitato per i servizi armati della Camera. Il Pentagono ha bisogno di più ispettori sul campo in Ucraina per garantire che le armi siano utilizzate correttamente, ha suggerito. “Questo tipo di controllo, rispetto all’auto-segnalazione da parte degli ucraini, è incredibilmente importante”, ha commentato. Da parte loro, il senatore JD Vance e il deputato Dan Bishop, hanno scritto una lettera alla Casa Bianca, chiedendo maggiori dettagli sull’assistenza militare ed economica, sull’invio dei fondi e sul loro utilizzo in Ucraina. “Il popolo americano merita di sapere esattamente dove va a finire il suo denaro”, ha dichiarato Bishop in una nota. “Una contabilità dettagliata e trasparente è una necessità assoluta”, ha aggiunto, mentre James Comer, presidente della commissione della Camera per la Supervisione e la Responsabilità, ha affermato che il Congresso dovrebbe condurre una supervisione dei dollari dei contribuenti inviati all’estero per verificare se ci siano sprechi o uso improprio dei fondi.
Di certo, a un anno dall’inizio della guerra, il sostegno dell’opinione pubblica americana alla politica di assistenza militare e finanziaria a Kiev non è più granitico come alcuni mesi fa. Secondo un sondaggio dell’Associated Press condotto solo alcuni giorni fa, il 48% degli adulti statunitensi resta favorevole alla fornitura di armi da parte degli Stati Uniti all’Ucraina, mentre il 29% è contrario e il 22% non ha espresso un’opinione. Ma il consenso è decisamente in calo rispetto a maggio 2022, quando il 60% degli americani non aveva espresso alcun dubbio sulla necessità di assistere Kiev nella sua guerra contro la Russia. (di Corrado Accaputo)

Francesca Fagnani sbarca in prima serata: “Belve crescono”

Francesca Fagnani sbarca in prima serata: “Belve crescono”Roma, 20 feb. (askanews) – Dopo il successo delle passate edizioni, soprattutto dell’ultima, esplosa anche come fenomeno virale sui social, dal 21 febbraio su Rai2 torna “Belve” ideato e condotto da Francesca Fagnani, promosso in prima serata, ogni martedì. Nuovo studio, la pantera come immagine, nuovo orario, ma stesse interviste pungenti e senza filtri per gli ospiti pronti a svelare anche loro aspetti meno noti al pubblico; nella prima puntata ci saranno il presidente del Senato Ignazio La Russa, Wanda Nara, Anna Oxa e Naike Rivelli. Ma ci sono altre novità, tra un’intervista e l’altra anche momenti comici.
“Il racconto si fa più corale – ha spiegato Francesca Fagnani, a margine della presentazione oggi a Roma – a punteggiare il programma tra un’intervista e un’altra ci saranno personaggi inediti, delle ragazze talentuosissime che ho scoperto sul web”.
Come Valeria De Angelis e Maria Chiara Cicolani, famose per le parodie sulla loro pagina Instagram “Eterobasiche” e Cristina Di Tella, star di TikTok. “Ci saranno più interviste – ha aggiunto – insomma Belve crescono”.
Interviste senza sconti a cui non tutti sono pronti. Ma come sceglie le sue “Belve”? “Non mi fermo al primo no. Devono essere giusti e identitari rispetto al titolo, quindi avere un vissuto fuori dal comune, straordinario, oppure un carattere molto forte, determinato”.
Il direttore dell’intrattenimento prime time Rai, Stefano Coletta, ha commentato: “Francesca ha saputo tirare fuori oltre la sua parte giornalistica anche una capacità di fare show, lei vuole continuare a fare la giornalista ma vedremo come si mescoleranno le due cose; ci saranno anche dei contrappunti di tipo comico presi dai social dove Belve ha impattato molto… . Le sue sono interviste senza sconti, credo che per il target più giovane sia un’offerta chiara e che le giovani donne si proiettino su Francesca e siano portate a guardare le sue interviste”.
E sull’esperienza a Sanremo Fagnani ha detto: “Mi ha arricchita, un carico di emozione molto forte, che mi dà tanta adrenalina in più”.

Ucraina, un anno dopo: la campagna di UNHCR per donare al 45588

Ucraina, un anno dopo: la campagna di UNHCR per donare al 45588Roma, 20 feb. (askanews) – Un anno fa, la storia di milioni di persone stava per essere stravolta dal deflagrare della più grave crisi, nel cuore dell’Europa, dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Dal 24 febbraio 2022, 8 milioni di bambini, donne, uomini sono stati costretti a lasciare l’Ucraina per cercare sicurezza oltreconfine mentre sono 5,3 milioni gli sfollati interni. Fuggono da un conflitto crudele, che sta causando livelli di distruzione sconcertanti: civili uccisi, tra cui bambini e anziani, infrastrutture energetiche danneggiate o rase al suolo e oltre 17 milioni di persone che hanno urgente bisogno di assistenza umanitaria e protezione.
UNHCR è in Ucraina dal primo momento e oggi, per continuare a rispondere ai bisogni urgenti delle persone in fuga, lancia la campagna Ucraina. È passato un anno di guerra, non il dolore. Perché purtroppo l’emergenza umanitaria continua e anche il dolore di milioni di persone sradicate dalle loro case e dai loro affetti. In questo scenario drammatico anche il più piccolo aiuto è decisivo. Dal 19 febbraio al 12 marzo 2023 la campagna può essere sostenuta donando al numero solidale 45588.
OLTRE I NUMERI, L’IMMENSO DOLORE DI MILIONI DI BAMBINI, DONNE E UOMINI
Quella in corso in Ucraina è la crisi di rifugiati più grave e con la crescita più rapida dalla Seconda Guerra Mondiale. Fra le persone che hanno lasciato il Paese, oltre 1 milione e mezzo si trova in Polonia, oltre 480 mila nella Repubblica Ceca e oltre 100 mila in Bulgaria, Moldavia, Romania e Slovacchia.
I numeri da soli non riescono però a raccontare fino in fondo questo atroce conflitto: milioni di bambini, donne e uomini che prima della guerra avevano una vita normale, in poche ore, sono precipitati nella disperazione. In questo momento stanno affrontando un rigido inverno in case danneggiate o in edifici inadatti a proteggerli dal gelo, senza energia elettrica, riscaldamento e forniture idriche e senza mezzi di sussistenza. Purtroppo, da ottobre in poi, anche l’inverno è stato utilizzato come un’arma. Secondo i dati diffusi dalle autorità ucraine, almeno 12 milioni di persone nel Paese, in questo momento, non hanno accesso all’energia elettrica e al riscaldamento per via dei danni alle infrastrutture causati dai bombardamenti, mentre le temperature continuano a scendere.
“Attraverso la campagna Ucraina. È passato un anno di guerra, non il dolore vorremmo rimettere al centro del dibattito e dell’attenzione dell’opinione pubblica la sofferenza enorme delle persone che subiscono le conseguenze drammatiche di questo crudele conflitto – commenta Laura Iucci, Direttrice della Raccolta Fondi di UNHCR Italia. Crediamo sia fondamentale tornare a parlare degli aspetti umanitari e dei bisogni urgenti delle persone e non solo quindi delle componenti militari e politiche. L’emergenza purtroppo continua e colpisce famiglie innocenti, i bombardamenti seminano ancora terrore e l’inverno rigido rappresenta una ulteriore minaccia per la sopravvivenza dei più vulnerabili. Oggi, un anno dopo, a maggior ragione, servono il sostegno e la solidarietà di tutti. Doniamo al 45588, anche una piccolo contributo può essere decisivo”.r
UNHCR: UNA PRESENZA COSTANTE AL FIANCO DI RIFUGIATI E SFOLLATI UCRAINI
Operativa in Ucraina sin dal 1994, già prima dell’inizio delle ostilità l’Agenzia ONU per i Rifugiati aveva messo in atto una serie di misure di preparazione e pianificazione della risposta all’emergenza, come ad esempio lo stoccaggio e il preposizionamento di beni di prima necessità sia all’interno dei confini che nei Paesi circostanti. Questo ha consentito – nonostante le grandi difficoltà e la velocità con cui la crisi si è sviluppata – di garantire una risposta immediata. Ad oggi, oltre 4,3 milioni di persone sono state raggiunte da UNHCR e dai suoi partner con servizi di protezione, assistenza economica diretta, fornitura di beni di prima necessità e alloggi di emergenza. 626 convogli umanitari sono partiti per assistere oltre 500 mila persone nelle aree più colpite; oltre 1 milione e 200 mila persone hanno ricevuto servizi di protezione – dall’assistenza ai valichi di frontiera e nei centri di transito e di accoglienza al supporto psicosociale e all’assistenza legale; quasi 1 milione di persone ha ricevuto assistenza economica diretta, uno strumento molto efficace che consente alle famiglie vulnerabili di far fronte alle spese principali, tra i quali l’affitto, il riscaldamento e il cibo; oltre 1 milione e 700 mila persone hanno ricevuto beni essenziali per la sopravvivenza, tra i quali coperte, materassi, lampade; quasi 160 mila persone hanno ricevuto supporto per la riparazione delle abitazioni danneggiate dai bombardamenti e per l’isolamento termico degli alloggi di emergenza.
UCRAINA. È PASSATO UN ANNO DI GUERRA, NON IL DOLORE: SI PUO’ DONARE AL 45588
Dal 19 febbraio al 12 marzo con la campagna Ucraina. È passato un anno di guerra, non il dolore tutti possiamo offrire un aiuto concreto donando, con una telefonata da fisso o con un SMS, al numero solidale 45588. Un piccolo gesto che può fare una grande differenza nella vita di chi sta combattendo quotidianamente col freddo, con la mancanza di adeguati mezzi di sussistenza e con la paura: con i fondi raccolti infatti UNHCR potrà continuare a distribuire beni di prima necessità specifici per l’inverno – coperte, stufe, abiti invernali; a garantire assistenza economica diretta alle famiglie più vulnerabili che in questo modo potranno provvedere alle spese essenziali; a dare supporto alle famiglie le cui abitazioni sono state danneggiate dai combattimenti.
Il valore della donazione sarà di 2 euro per ciascun SMS inviato da cellulari WINDTRE, TIM, Vodafone, Iliad, PosteMobile, Coop Voce, Tiscali. Sarà di 5 o 10 euro per le chiamate da rete fissa TIM, Vodafone, WINDTRE, Fastweb e Tiscali e, sempre per la rete fissa, di 5 euro da TWT, Convergenze, PosteMobile.
Molti volti noti dello spettacolo e dello sport supportano questa campagna. Tra gli altri, Lino Guanciale, Greta Scarano, Lorena Bianchetti, Francesco Pannofino, Cecilia Dazzi, Carolina Crescentini, Elena Sofia Ricci, Francesco Arca, Irene Ferri, Giovanni Scifoni, Paola Minaccioni e la giornalista Laura delli Colli. Tra gli sportivi: Beppe Bergomi, Demetrio Albertini, Alessandro Florenzi, Myriam Silla e la giornalista Giorgia Rossi. Inoltre la Lega Calcio Serie A dedicherà alla campagna di UNHCR la 24a giornata di campionato di Serie A Tim (25-28 Febbraio 2023).
La campagna ha il sostegno di Rai per la Sostenibilità ESG dal 20 al 26 Febbraio, di Sky per il Sociale dal 19 Febbraio al 5 marzo, di Tv 2000 dal 22 febbraio al 3 Marzo, La 7 dal 27 Febbraio al 12 marzo.

Cremlino minaccia premier Moldova: stia “molto, molto attento”

Cremlino minaccia premier Moldova: stia “molto, molto attento”Milano, 20 feb. (askanews) – I rappresentanti delle autorità moldave dovrebbero stare “molto, molto attenti” alle dichiarazioni sulla presenza delle forze di pace russe in Transnistria, secondo il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov in risposta alle parole del nuovo primo ministro moldavo, l’europeista Dorin Recean, e sulla smilitarizzazione della regione. L’addetto stampa del presidente russo ha osservato che Mosca e Chisinau hanno rapporti “molto tesi”, la Moldova sta “scivolando in una tale isteria anti-russa” ed è improbabile che una tale “mancanza di costruttività” aiuti la repubblica.
Parole pesanti, pronunciate mentre la Moldova annuncia un’esercitazione militare a Balti, nel centro del Paese. Parole che sembrano presagire un deterioramento della situazione in una regione attigua all’Ucraina, che venerdì 24 febbraio arriva a un anno di conflitto dopo l’inizio dell’invasione russa. Con tutti gli annessi rischi.
Il capo del ministero degli Esteri della non riconosciuta Repubblica Moldava Pridnestroviana (Transnistria) ha definito “controproducente” la dichiarazione del primo ministro moldavo sulla necessità di ritirare le forze di pace russe: “siamo pronti per il dialogo con la Moldova a qualsiasi livello”, ha aggiunto Vitaly Ignatiev in onda sul canale televisivo russo Rossiya-24.
Recean aveva anche sottolineato che è in corso una “guerra ibrida” contro la Moldova e, sebbene il Paese abbia dichiarato la propria neutralità, deve prendersi cura di rafforzare la propria difesa per respingere “una potenziale aggressione”. Il tutto mentre Chisinau annuncia che i soldati della brigata di fanteria motorizzata “Moldova” partecipano da domani e sino al 23 febbraio, a un’esercitazione tattica che si svolgerà presso il campo di addestramento dell’unità a Balti, nella parte centrale del Paese. Il personale dei plotoni di fanteria sarà addestrato in una complessa esercitazione, giorno e notte. Va notato che l’addestramento viene svolto in conformità con il Piano di addestramento dell’Esercito nazionale per l’anno 2023, scrive il ministero della Difesa moldavo.
Le forze di pace russe sono in Transnistria dal 1992, quando finì la fase attiva del conflitto tra la repubblica non riconosciuta e la Moldavia. Il Paese ha ripetutamente affermato la necessità di ritirare questo contingente dal territorio. Mentre l’Onu non riconosce l’autodichiarata statualità della Transnistria, e il governo de facto, che rimane in una situazione di tensione con la Moldova, sostenuto economicamente, politicamente e militarmente dalla Russia.
La Moldavia sovietica prima della seconda guerra mondiale comprendeva quella che oggi è conosciuta come la regione secessionista della Repubblica di Moldova di Transnistria più un’ulteriore porzione dell’Ucraina di area approssimativamente uguale. Lo stesso decorso del processo di secessione per la Transdnistria dalla Moldova è stato attivato ancor prima dello scioglimento formale dell’Urss, negli ultimi giorni dell’Unione Sovietica, quando nella regione del Dnestr c’era allarme per il crescente nazionalismo moldavo e la possibile riunificazione della Moldova con la Romania. Una legge del 1989 che ha reso il moldavo lingua ufficiale si è aggiunta alla tensione e la Transnistria ha proclamato la sua secessione nel settembre 1990.
Le forze paramilitari del territorio separatista nel 1991 hanno preso le istituzioni pubbliche moldave nell’area. I combattimenti si sono intensificati, culminati in una battaglia sulla riva destra del Dnestr nel giugno 1992, con almeno 700 morti nel conflitto. Nel luglio 1992 è stato firmato un cessate il fuoco ed è stata istituita una zona di sicurezza smilitarizzata di 10 km dalle forze della 14a armata russa già di stanza sul posto. La ragione principale per cui la Russia è stata coinvolta nel conflitto tra il governo moldavo e le forze armate della regione separatista è quella classica nella maggior parte dei primi conflitti del periodo post-sovietico: la presenza di un esercito russo nella regione come eredità dell’Unione Sovietica.
Il gruppo operativo delle truppe russe nella regione della Transnistria è stato creato il primo luglio 1995 sulla base della direttiva del Ministro della Difesa della Federazione Russa a seguito della trasformazione e riforma della 14a armata. In un saggio dell’analista militare Leonid Nersisyan “Niente più ritirate: le basi militari russe” del 2015 si legge che le “truppe russe sono impegnate” nel mantenimento della pace e anche “nella protezione di enormi magazzini militari vicino al villaggio di Cobasna. Ci sono più di 2.500 vagoni di munizioni, più di 100 carri armati T-64, circa 150 AFV, ecc. Due distinti battaglioni di fucilieri motorizzati (per missioni di mantenimento della pace), un battaglione di sicurezza e manutenzione, un distaccamento di elicotteri e diverse unità di supporto rimangono nel gruppo operativo a Pridnestrovie (Transnistria in russo). Il numero del personale del gruppo, secondo varie stime, è di 1000-1500 persone. Nel 2012 sono state fatte dichiarazioni relative al fatto che il gruppo si sarebbe riarmato: si parlava persino di sostituire diversi elicotteri da combattimento Mi-24 disponibili con il nuovo Mi-28N”.
In uno studio antecedente all’annessione della Crimea, John Beyer (St. Anthony’s College, Università di Oxford) scrive: “La Russia vede il suo interesse storico e strategico nella conservazione la sua influenza, sia in Transnistria che nel resto della Moldova. Strategicamente, la Russia considera la presenza delle sue forze in Transnistria come un serio ostacolo all’espansione della NATO ad Est. Circa 1.500 uomini svolgono due diverse funzioni: custodire un deposito di armi e partecipazione alle forze di pace. Il sostegno finanziario russo alla Transnistria varia da 200 a 400 milioni all’anno”.

Pd,domenica ballottaggio primarie Bonaccini (52,8%)- Schlein (34,8%)

Pd,domenica ballottaggio primarie Bonaccini (52,8%)- Schlein (34,8%)

Risultati ufficiali del primo turno nei circoli: Cuperlo 7,9%, De Micheli 4,2%. Hanno votato 151.530 iscritti

Roma, 20 feb. (askanews) – La commissione nazionale per il congresso del Partito Democratico ha reso noti i risultati definitivi dei congressi di circolo che si sono svolti dal 3 al 19 febbraio. Al secondo turno di votazione, domenica prossima 26 febbraio ai gazebo dalle 8 alle 20 in tutta Italia, si sfideranno Stefano Bonaccini ed Elly Schelein. Potranno votare anche i non iscritti che paghino la quota di 2 euro dichiarandosi elettori del centrosinistra.
I votanti alle primarie nel primo sono stati 151.530.I risultati sono i seguenti: Bonaccini 79787 voti, pari al 52,87%. Schlein 52637 voti, pari al 34,88%.Cuperlo 12008 voti pari al 7,96%. De Micheli 6475 voti, pari al 4,29%.

Vino, è morto Vito Planeta, erede della famiglia di viticoltori siciliani

Vino, è morto Vito Planeta, erede della famiglia di viticoltori sicilianiMilano, 20 feb. (askanews) – È morto a 57 anni per un male incurabile, il palermitano Vito Planeta, erede della storica famiglia di imprenditori vitivinicoli siciliani.
Figlio del barone Gigi Planeta, con un passato da manager in Publitalia a Milano e un grande amore per il poker, Planeta era tornato in Sicilia proprio per seguire l’azienda omonima nata nel 1985 e di cui era socio, diventata via via sempre più importante e conosciuta. Appassionato di cultura, era stato animatore di diverse iniziative tra cui la rassegna di teatro di prosa “Sciaranuova festival” nella tenuta sull’Etna, una delle cinque di proprietà delle sei realtà che in tutta l’isola contano su quasi 400 ettari vitati per una produzione di circa 2,4 milioni di bottiglie.

Auto,Marchesini (Confindustria):stop diesel-benzina?Temo effetto Cuba

Auto,Marchesini (Confindustria):stop diesel-benzina?Temo effetto CubaRimini, 20 feb. (askanews) – Con lo stop ai motori diesel e benzina voluto dal Parlamento europeo a partire dal 2035 “si rischia l’effetto Cuba”, il paese dell’America centrale “dove viaggiano auto vecchissime” perché le famiglie non si possono permettere di acquistare quelle più moderne. Lo stesso può avvenire in Italia, secondo il vicepresidente di Confindustria, Maurizio Marchesini: “le auto elettriche costano care, le famiglie non se lo possono permette” e a questo si aggiungono i problemi “infrastrutturali”.
Quelli della sostenibilità sono “obiettivi troppo ambiziosi”, ha spiegato Marchesini intervenendo alla presentazione del Rapporto Italgro-Censis “Nuove sfide per la distribuzione: Horeca e il fuori casa” alla fiera Beer attraction a Rimini. Tra l’altro “si è fissato un unico modo per raggiungere gli obiettivi: il motore elettrico – ha aggiunto il vicepresidente di Confindustria -. Il problema è che se all’industria si dà un termine breve e un solo mezzo” per realizzare gli obiettivi “cerca il metodo di adesso, non quello del futuro”. In questo modo si “smette di fare ricerca, perché non c’è spazio, tempo e modo”. Un problema che sta investendo tutto il settore dell’automotive: “le ricerche su tipi di batterie diverse e sull’induzione per ricarica sono tutte abbandonate: lo scopo è di arrivare al 2035 senza auto diesel-benzina e addirittura nei piani industriali della case automobilistiche è indicato il 2030: ovviamente i tempi non ci sono e non ci sono i denari”.
Così, secondo Marchesini “si rischia l’effetto Cuba, dove hanno auto vecchissime. Temo molto anche per il nostro paese. Le auto elettriche costano care, le famiglie non se lo possono permette, ci sono problemi di infrastrutture, non conviene comprare le macchine endotermiche perché a un certo punto usciranno di produzione e di costo”. Quindi “avremo le vecchie macchine” in circolazione.