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Meloni celebra Berlusconi.E pensa al dopo:Fi necessaria in centrodestra

Meloni celebra Berlusconi.E pensa al dopo:Fi necessaria in centrodestraRoma, 12 giu. (askanews) – Prima di una lunga intervista in prima serata a Canale 5 Giorgia Meloni sceglie un video, registrato nel suo ufficio di Palazzo Chigi, per ricordare Silvio Berlusconi. Un “combattente” e “uno degli uomini più influenti della storia d’Italia” lo definisce, lei che era arrivata al governo proprio voluta da Berlusconi nel suo quarto governo: a 31 anni la nomina ministro per la Gioventù, la seconda più giovane della storia dell’Italia unita dopo Antonio Starabba di Rudinì.

“Era un uomo – dice nel video messaggio – che non aveva mai avuto paura a difendere le sue convinzioni. E sono stati esattamente quel coraggio e quella determinazione a farne uno degli uomini più influenti della storia d’Italia, a consentirgli di imprimere delle vere e proprie svolte nel mondo della politica, della comunicazione, dell’impresa. Con lui l’Italia ha imparato che non doveva mai farsi imporre dei limiti. Ha imparato che non doveva mai darsi per vinta. Con lui noi abbiamo combattuto, vinto, perso molte battaglie. E anche per lui porteremo a casa gli obiettivi che, insieme, ci eravamo dati. A Dio Silvio”. Appresa la notizia della morte, la premier ha subito cancellato tutti gli impegni. Domani pomeriggio potrebbe essere ad Arcore per partecipare poi ai funerali di Stato nel Duomo di Milano mercoledì, proclamato giorno di lutto nazionale. Ma pur nel giorno del cordoglio, non è possibile, al piano nobile di Palazzo Chigi, non pensare anche alle eventuali ripercussioni sulla maggioranza e sul governo della scomparsa del leader azzurro. Forza Italia ha fino a oggi svolto un ruolo di ‘cuscinetto’ tra Meloni e Matteo Salvini, incarnando l’area moderata del centrodestra. Anche per questo, nei mesi scorsi, la presidente del Consiglio aveva lavorato a quella svolta ‘governista’ degli azzurri (grazie anche a un rapporto diretto con Marina) che aveva portato a un rafforzamento di Antonio Tajani, al ridimensionamento di Licia Ronzulli e al cambio del capogruppo della Camera, dove Alessandro Cattaneo aveva lasciato il posto di Paolo Barelli. Ma il partito ha un ruolo fondamentale, per il governo, anche a livello europeo. Forza Italia, in particolare con Tajani, è ‘garante’ della maggioranza con quel Ppe con cui Meloni vorrebbe stringere un’alleanza in vista delle prossime europee. Se Forza Italia implodesse, è il timore, anche nel rapporto con Bruxelles potrebbero sorgere ulteriori difficoltà a fronte di un governo considerato non più di centro destra ma a trazione sovranista.

Per questo adesso l’obiettivo è preservare Forza Italia per preservare l’attuale centrodestra, almeno fino alle europee. Per questo non ci sarà una ‘campagna acquisti’ di Fdi verso eventuali parlamentari forzisti ma anzi si punterà su un supporto all’attuale gruppo dirigente. Mantenere l’unità del centrodestra, sottolinea in una intervista al Tg5 Meloni, “penso che glielo dobbiamo. Io sono molto fiera del fatto che Berlusconi abbia visto un altro governo di centro-destra, che abbia contribuito a quel governo di centrodestra. Anche quella è stata una delle sue tante grandi eredità e chiaramente per noi oggi questa è una responsabilità in più”. Certo, ammette, “non è facile perché bene o male lui oltre a essere il collante era anche quello che tra noi aveva più esperienza. Per questo averlo, potersi confrontare con lui era un elemento che ti tranquillizzava in tante cose”. Adesso quella ‘guida’ non c’è più ed è dunque aperta anche ufficialmente la ‘competizione’ per la guida del centrodestra unito con Meloni che al momento – forte del ruolo di governo e dei numeri – è favorita nei confronti di Matteo Salvini. Proprio la battaglia per la leadership potrebbe far fibrillare la coalizione. Ma ora e per i prossimi giorni è il momento del cordoglio, il resto si vedrà.

Mattarella ai funerali di Stato: “Berlusconi grande leader politico”

Mattarella ai funerali di Stato: “Berlusconi grande leader politico”Roma, 12 giu. (askanews) – “Berlusconi è stato un grande leader politico che ha segnato la storia della nostra Repubblica, incidendo su paradigmi, usi e linguaggi”. Queste le parole scelte da Sergio Mattarella per ricordare Silvio Berlusconi scomparso oggi a 86 anni. E’ il riconoscimento di un ruolo e di un valore nei confronti di quello che è stato da sempre un avversario politico per l’attuale presidente della Repubblica. E il tributo ad un uomo che ha saputo “combattere” la sua malattia “con coraggio ed esemplare ottimismo”.

Due concezioni della politica e del governo del paese diametralmente opposte quelle di Berlusconi e Mattarella come si vide fin dal 1990 quando l’allora ministro dell’istruzione della Dc si dimise dall’incarico per protestare contro la fiducia posta dal governo Andreotti di cui faceva parte sul disegno di legge Mammì di riassetto del sistema radiotelevisivo, che cristallizzava di fatto la condizione di duopolio, legittimando la posizione dominante del gruppo televisivo Fininvest di Silvio Berlusconi. Negli anni novanta Mattarella fu altrettanto deciso nel respingere il tentativo di alcuni suoi alleati ex Dc di avvicinarsi al partito che Berlusconi stava fondando. Insomma schierò i Popolari con il centrosinistra. Era il congresso del 1994 e si oppose alla candidatura di Rocco Buttiglione alla segreteria del partito, respingendo la proposta di allearsi con il Polo della Libertà. In quella occasione definì ‘un incubo irrazionale’ l’ipotesi che Forza Italia potesse essere accolta nel Partito Popolare Europeo. Oggi però Mattarella ammette che Berlusconi “ha progressivamente integrato il movimento politico da lui fondato nella famiglia popolare europea favorendo continuità nell’indirizzo atlantico ed europeista della nostra Repubblica”.

Qualche anno dopo fu Silvio Berlusconi uno degli attori che frenò la salita di Mattarella al Colle: quando nel 2013 si doveva eleggere il successore di Giorgio Napolitano, infatti, il nome dell’attuale capo dello Stato era già nella rosa dei papabili insieme a Giuliano Amato ma fu proprio il leader di Forza Italia ad escluderlo, e lo stallo che ne seguì portò alla rielezione di Napolitano. Una posizione che il Cavaliere mantenne anche due anni dopo quando Mattarella fu eletto al Quirinale ma senza i voti di Forza Italia. Le stagioni politiche successive con i governi di coalizione durante la pandemia e la successiva crisi dell’economia hanno riavvicinato i due, a cominciare dalla nascita del governo Draghi che Berlusconi appoggiò fin dall’inizio. Anche se l’amicizia con Putin e le esternazioni sulla posizione dell’Ucraina non saranno certamente piaciute al capo dello Stato. L’ultimo incontro faccia a faccia in occasione delle consultazioni per la formazione del governo Meloni meno di un anno fa.

Pur essendo molto lontano dallo stile e dalle scelte politiche del leader di Forza Italia nel suo messaggio di cordoglio Mattarella gli riconosce un ruolo centrale nella storia italiana: “La leadership di Berlusconi ha contribuito a plasmare una nuova geografia della politica italiana, consentendogli di assumere per quattro volte la carica di presidente del Consiglio. In queste vesti ha affrontato eventi di portata globale, come la crisi aperta dall’attentato alle Torri Gemelle, la lotta al terrorismo internazionale e gli sconvolgimenti finanziari alla fine del primo decennio del nuovo secolo”, ha scritto il capo dello Stato -. “In una stagione di profondi rivolgimenti, la sua ‘discesa in campo’, con un partito di nuova fondazione, ottenne consensi così larghi da poter comporre subito una maggioranza e un governo”, ricorda il capo dello Stato che ne riconosce anche la “grande umanità” e le capacità imprenditoriali “un innovatore nel suo campo. Ha conquistato posizioni di assoluto rilievo nell’industria televisiva e nel settore dei media, ben prima del proprio impegno diretto nelle istituzioni. E’ stato artefice di importanti successi nel mondo dello sport italiano”.

Una delle ultime considerazioni fatte dal Cavaliere nei confronti del Presidente, risale a qualche mese dopo la formazione del governo di centrodestra, a proposito del progetto di riforma presidenziale del centrodestra si lasciò scappare una riflessione che forse era prematura ma che solo un politico con la sua esperienza avrebbe potuto formulare a voce alta: “Se entrasse in vigore questa riforma penso che sarebbero necessarie le dimissioni del presidente Mattarella per andare alle elezioni dirette di un nuovo presidente che, guarda caso, potrebbe essere ancora lui”. Mercoledì ai funerali di Stato a Milano Mattarella sarà in prima fila a salutare il Cavaliere.

Meloni: Berlusconi il collante del centrodestra, mantenere l’unità ora è un dovere

Meloni: Berlusconi il collante del centrodestra, mantenere l’unità ora è un dovereRoma, 12 giu. (askanews) – Mantenere l’unità del centro “penso che glielo dobbiamo. Io sono molto fiera del fatto che Berlusconi abbia visto un altro governo di centro-destra, che abbia contribuito a quel governo di centrodestra. Anche quella è stata una delle sue tante grandi eredità e chiaramente per noi oggi questa è una responsabilità in più e non è facile perché bene o male lui oltre a essere il collante era anche quello che tra noi aveva più esperienza”. E’ quanto afferma la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in una lunga intervista realizzata dal direttore del Tg5 Clemente Mimun che andrà in onda a partire dal Tg delle 20 e poi nel successivo speciale del Tg5 su Canale 5.

“Per questo averlo, potersi confrontare con lui era un elemento che ti tranquillizzava in tante cose. Lui c’era passato prima e aveva fatto bene”, aggiunge Meloni.

Forza Italia è sotto shock. A Tajani le redini, almeno fino alle Europee (con l’incognita Marta Fascina)

Forza Italia è sotto shock. A Tajani le redini, almeno fino alle Europee (con l’incognita Marta Fascina)Roma, 12 giu. (askanews) – Non si è mai preparati alla morte di un padre, nemmeno quando si è ormai fatto pace con l’idea che sia solo una questione di tempo. E di certo, non c’è nessuna comunità politica più di Forza Italia, così imprescindibile dal suo leader, che abbia più diritto ora di sentirsi orfana. La morte di Silvio Berlusconi è quella di un sovrano assoluto, che lascia il suo partito-regno volutamente senza eredi, perché a nessuno dei potenziali prìncipi che in passato si sono affacciati all’orizzonte, alla fine, è stato mai consentito di superare il test del quid.

Alla commozione seguita alla notizia della morte, tra parlamentari e dirigenti si mescola perciò il grande interrogativo sul cosa accadrà in futuro, se sarà possibile ancora mantenere quel tesoretto di voti pur lontano dai fasti della doppia cifra di un tempo. E’ questione che non lascia affatto indifferente nemmeno Giorgia Meloni, perché di fatto Forza Italia è diventata negli ultimi mesi il partito-cuscinetto tra Lega e Fdi, una sorta di ammortizzatore nella competizione tra la presidente del Consiglio e Matteo Salvini. Per questo, viene raccontato da autorevoli fonti di maggioranza, già nella fase del precedente ricovero di Berlusconi durato 45 giorni, si sono poste le basi per quello che accadrà da domani in poi.

L’orizzonte per tutti è quello delle Europee, Giorgia Meloni da mesi coltiva il progetto di un’alleanza a Bruxelles tra i Conservatori, di cui è presidente, e il Partito popolare europeo, che a Roma è appunto rappresentato da Forza Italia. Antonio Tajani è in questo disegno il gancio diretto con l’Europa ma anche naturalmente destinato a prendere in questo momento in mano le redini del partito. Non solo è il coordinatore di Fi, ma anche vice premier e capo delegazione al governo: in pratica il primo collegamento tra partito ed Esecutivo. E la stabilità della premier a Palazzo Chigi è anche interesse dei figli di Berlusconi, poco sensibili alle sorti di Forza Italia e molto di più al benessere delle aziende. Per questo, viene raccontato, si sarebbe da tempo aperto un canale diretto tra Meloni e Marina. Proprio a questo rapporto diretto si legherebbe la svolta ‘governista’ che Forza Italia ha subito a fine marzo, quando Berlusconi ha silurato il capogruppo alla Camera, Alessandro Cattaneo, e Licia Ronzulli dal coordinamento della Lombardia per piazzare rispettivamente Paolo Barelli e Alessandro Sorte, l’uno uomo di fiducia di Tajani, l’altro di Marta Fascina. Già, Marta Fascina. La quasi moglie che gli è rimasta accanto fino all’ultimo secondo, ha nei mesi più recenti acquistato sempre più influenza nelle decisioni di Berlusconi sul futuro del partito, anche perché tra le pochissime persone ammesse al cospetto. Ci sarebbe lei dietro le ultime riorganizzazioni decise dal Cavaliere e, soprattutto, dietro quelle che – si racconta – stava per prendere. Come la divisione della struttura in tre aeree, da affidare a suoi uomini di fiducia. C’è chi giura che la mira finale fosse quella di collocare un suo fedelissimo addirittura al coordinamento, al posto di Tajani. Un progetto, se vero, che ormai è rimasto sulla carta.

Per l’attuale vice premier adesso l’obiettivo deve essere quello di evitare il ‘tana liberi tutti’, almeno fino alle Europee. Perché finora ci si poteva trincerare dietro il ‘siamo tutti berlusconiani’, ma ora ognuno penserà per sé. Per questo, spiegano fonti azzurre, difficilmente ci si può aspettare che Tajani provochi ulteriori scossoni, magari andando a penalizzare i ‘ronzulliani’ già ridimensionati due mesi e mezzo fa. E’ anche una questione di numeri e quelli del Senato, dove quell’ala del partito è piuttosto consistente, non concedono troppi margini al governo. Insomma, l’obiettivo è quello di provare a tenere la situazione ‘congelata’ per almeno dieci mesi, poi si capirà dove potrà confluire quell’eredità, se ci sarà solo un travaso di elettori altrove o se nascerà un più grande partito del centrodestra.

Forza Italia sotto shock.Rischio ‘liberi tutti’,Europee spartiacque

Forza Italia sotto shock.Rischio ‘liberi tutti’,Europee spartiacqueRoma, 12 giu. (askanews) – Non si è mai preparati alla morte di un padre, nemmeno quando si è ormai fatto pace con l’idea che sia solo una questione di tempo. E di certo, non c’è nessuna comunità politica più di Forza Italia, così imprescindibile dal suo leader, che abbia più diritto ora di sentirsi orfana. La morte di Silvio Berlusconi è quella di un sovrano assoluto, che lascia il suo partito-regno volutamente senza eredi, perché a nessuno dei potenziali prìncipi che in passato si sono affacciati all’orizzonte, alla fine, è stato mai consentito di superare il test del quid.

Alla commozione seguita alla notizia della morte, tra parlamentari e dirigenti si mescola perciò il grande interrogativo sul cosa accadrà in futuro, se sarà possibile ancora mantenere quel tesoretto di voti pur lontano dai fasti della doppia cifra di un tempo. E’ questione che non lascia affatto indifferente nemmeno Giorgia Meloni, perché di fatto Forza Italia è diventata negli ultimi mesi il partito-cuscinetto tra Lega e Fdi, una sorta di ammortizzatore nella competizione tra la presidente del Consiglio e Matteo Salvini. Per questo, viene raccontato da autorevoli fonti di maggioranza, già nella fase del precedente ricovero di Berlusconi durato 45 giorni, si sono poste le basi per quello che accadrà da domani in poi.

L’orizzonte per tutti è quello delle Europee, Giorgia Meloni da mesi coltiva il progetto di un’alleanza a Bruxelles tra i Conservatori, di cui è presidente, e il Partito popolare europeo, che a Roma è appunto rappresentato da Forza Italia. Antonio Tajani è in questo disegno il gancio diretto con l’Europa ma anche naturalmente destinato a prendere in questo momento in mano le redini del partito. Non solo è il coordinatore di Fi, ma anche vice premier e capo delegazione al governo: in pratica il primo collegamento tra partito ed Esecutivo. E la stabilità della premier a Palazzo Chigi è anche interesse dei figli di Berlusconi, poco sensibili alle sorti di Forza Italia e molto di più al benessere delle aziende. Per questo, viene raccontato, si sarebbe da tempo aperto un canale diretto tra Meloni e Marina. Proprio a questo rapporto diretto si legherebbe la svolta ‘governista’ che Forza Italia ha subito a fine marzo, quando Berlusconi ha silurato il capogruppo alla Camera, Alessandro Cattaneo, e Licia Ronzulli dal coordinamento della Lombardia per piazzare rispettivamente Paolo Barelli e Alessandro Sorte, l’uno uomo di fiducia di Tajani, l’altro di Marta Fascina. Già, Marta Fascina. La quasi moglie che gli è rimasta accanto fino all’ultimo secondo, ha nei mesi più recenti acquistato sempre più influenza nelle decisioni di Berlusconi sul futuro del partito, anche perché tra le pochissime persone ammesse al cospetto. Ci sarebbe lei dietro le ultime riorganizzazioni decise dal Cavaliere e, soprattutto, dietro quelle che – si racconta – stava per prendere. Come la divisione della struttura in tre aeree, da affidare a suoi uomini di fiducia. C’è chi giura che la mira finale fosse quella di collocare un suo fedelissimo addirittura al coordinamento, al posto di Tajani. Un progetto, se vero, che ormai è rimasto sulla carta.

Per l’attuale vice premier adesso l’obiettivo deve essere quello di evitare il ‘tana liberi tutti’, almeno fino alle Europee. Perché finora ci si poteva trincerare dietro il ‘siamo tutti berlusconiani’, ma ora ognuno penserà per sé. Per questo, spiegano fonti azzurre, difficilmente ci si può aspettare che Tajani provochi ulteriori scossoni, magari andando a penalizzare i ‘ronzulliani’ già ridimensionati due mesi e mezzo fa. E’ anche una questione di numeri e quelli del Senato, dove quell’ala del partito è piuttosto consistente, non concedono troppi margini al governo. Insomma, l’obiettivo è quello di provare a tenere la situazione ‘congelata’ per almeno dieci mesi, poi si capirà dove potrà confluire quell’eredità, se ci sarà solo un travaso di elettori altrove o se nascerà un più grande partito del centrodestra.

In Borsa MFE chiude a +5,9%, morte Berlusconi accende speculazione

In Borsa MFE chiude a +5,9%, morte Berlusconi accende speculazioneMilano, 12 giu. (askanews) – Seduta sotto i riflettori a Piazza Affari per Mediaset nel giorno della scomparsa di Silvio Berlusconi. Le azioni MFE A, che danno diritto a un solo voto in assemblea, hanno guadagnato il 5,86% a 0,5005 euro, portandosi sui massimi degli ultimi 12 mesi, le MFE B, che danno diritto a dieci voti, il 2,32% a 0,7045 euro. I titoli si sono comunque sgonfiati dalla fiammata iniziale, quando avevano registrato rialzi del 10% circa subito dopo l’annuncio della morte del fondatore di Forza Italia.

MFE-MediaForEurope è la denominazione che ha assunto Mediaset nel 2021 con il passaggio della sede legale (ma non fiscale) in Olanda. La morte dell’ex premier accende un certo appeal speculativo sul gruppo televisivo in ottica di disimpegno/successione, ma Finvinest, la holding della famiglia che per oltre il 61% al momento fa capo a Silvio Berlusconi (ai 5 figli le quote restanti), ha un controllo “blindato” su MFE, detenendo il 48,6% del capitale. Percentuale che porterebbe al fallimento qualsiasi tentativo di Opa non concordata. In ogni caso, a oggi, non c’è alcun segnale che lasci intendere una volontà della famiglia di disimpegnarsi e con Vivendi, che nel 2016 tentò la scalata, non sembrano esserci segnali di allarme. La stessa Fininvest, nella nota in cui oggi ha ricordato la figura del fondatore, ha assicurato che “le attività proseguiranno in una linea di assoluta continuità sotto ogni aspetto”. Coi francesi, dopo cinque anni di battaglia, è stato firmato lo scorso anno un accordo “di pace”, che ha messo fine a tutte le pendenze legali e alle varie richieste di risarcimento milionarie, avviando un processo di vendita sul mercato dell’intera quota nel corso di un periodo di 5 anni. Vivendi ha poi favorito di recente il via libera dell’assemblea all’operazione di fusione per incorporazione di Mediaset Espana in MFE. Sullo sfondo resta la partita ProsiebenSat, l’emittente tedesca di cui il gruppo guidato da Pier Silvio Berlusconi è primo azionista con il 29% circa.

Il titolo Mondadori – di cui Fininvest ha il 53,3% del capitale (69,5% dei diritti di voto) – ha chiuso in rialzo dell’1,54% a 1,982 euro. Poco mossa Banca Mediolanum – di cui la holding della famiglia Berlusconi possiede il 30% – che ha guadagnato lo 0,39% a 8,218 euro.

Fed in pausa, Bce verso nuovo rialzo tassi nonostante recessione

Fed in pausa, Bce verso nuovo rialzo tassi nonostante recessioneRoma, 12 giu. (askanews) – Le due maggiori banche centrali occidentali tornano in primo piano. Da domani inizia il direttorio della Federal Reserve americana, il Fomc che si concluderà mercoledì alle 20 italiane con le decisioni di politica monetaria, le nuove previsioni economiche e la conferenza stampa del presidente Jerome Powell.

La Federal Reserve sembra ormai alla fine della sua fase rialzista sui tassi di interesse, che ha portato sopra il 5% e ora potrebbe concedersi una pausa. Più complicata la situazione della Banca centrale europea. Il consiglio direttivo inizierà le discussioni mercoledì sera e giovedì mattina si svolgerà riunione operativa. Alle 14 e 15 comunicherà le sue decisioni sui tassi di interesse sulla politica monetaria, anche in questo caso accompagnate dalle nuove previsioni economiche. Mezz’ora dopo la presidente Christine Lagarde terrà una conferenza stampa esplicativa.

Dalla Bce è atteso un nuovo aumento dei tassi da 25 punti base, che porterebbe il riferimento sulle principali operazioni di rifinanziamento al 4% e che rischia di non essere l’ultimo. Il problema, per l’istituzione dell’eurozona, è che la revisione della scorsa settimana dei dati sul Pil ha creato un ulteriore elemento di pressione: l’area euro è caduta in recessione tecnica, dopo due trimestri consecutivi di contrazione, in entrambi casi del dello 0,1%. Intanto una molteplicità di indicatori hanno segnalato calmieramenti delle pressioni sui prezzi. Quindi, con l’economia in recessione, l’inflazione in netto rallentamento, l’istituzione si troverebbe a stringere ulteriormente i freni, inasprendo ancora le condizioni di finanziamento a carico delle banche e, di riflesso, su imprese e famiglie.

Una linea che ora sarà più faticoso giustificare. La Bce tende a concentrarsi sulla dinamica dell’inflazione di fondo, l’indice depurato da energia, alimentari e altre voci volatili, che solitamente si muove in ritardo rispetto alla dinamica generale, e che ancora si attesta su valori ritenuti troppo elevati, superiori al 5%. Nell’istituzione permangono fondamentalmente due tesi. La prima, quella dei “falchi”, che finora ha prevalso, sostiene che al momento il rischio di fare troppo poco in termini di rialzo dei tassi è più pericoloso di quello opposto, ovvero quello di fare troppo.

L’altra tesi, delle “colombe”, per quel che possono effettivamente valere queste suddivisioni grossolane, ritiene invece che ormai a questi livelli i due rischi vadano considerati alla pari, e che quindi serva un approccio più cauto sulle prossime mosse. Con l’aggravamento sancito dalla revisione dei dati sul Pil questa visione potrebbe guadagnare argomentazioni. Va sempre tenuto conto che oltre all’aumento dei tassi di interesse la Bce parallelamente sta effettuando anche una energica riduzione della mole del suo bilancio e conseguentemente dei fondi e delle liquidità disponibili nell’economia, sia riducendo progressivamente gli stock di titoli accumulati, sia mediante il venir meno dei maxi prestiti ultra agevolati concessi alle banche negli anni di crisi. In questo ambito, giovedì la Bce dovrebbe formalizzare la decisione, su cui ha esplicitamente annunciato di essersi orientata, di azzerare da luglio i rinnovi di titoli (prevalentemente pubblici) accumulati in portafoglio. Accelerando così il ritmo di questo inasprimento quantitativo “passivo” (perché non vende attivamente bond dai suoi stock, ma appunto non li rinnova quando scadono). Un elemento cruciale degli esiti del direttorio, a parte il rialzo dei tassi da 25 punti base che appare abbastanza scontato, riguarderà la terminologia che l’istituzione utilizzerà per le sue mosse future in particolare se dovesse cementare l’attesa di un ulteriore aumento da 25 punti base oppure se dovesse aprire a un atteggiamento di maggiore cautela. Così come del resto mercoledì un aspetto chiave sulla Fed sarà quello delle previsioni di inflazione. Perché saranno l’elemento chiave per capire se dopo l’attesa pausa di questo mese la banca centrale Usa potrebbe fare ulteriori mosse al rialzo, oppure se si stabilizzerà a lungo al valore attuale (i Fed funds sono al 5-5,25%).

50esima Interamnia World Cup, Abodi: “Va oltre evento sportivo”

50esima Interamnia World Cup, Abodi: “Va oltre evento sportivo”Roma, 12 giu. (askanews) – L’Associazione Interamnia World Cup, con il patron Pierluigi Montatuti, e il Comitato Organizzatore del Cinquantennale Interamnia World Cup, con il Presidente Angelo Limoncelli e la Vicepresidente Carmen Bizzarri, hanno presentato oggi, nel corso di una conferenza stampa nella sede del Coni a Roma, il programma per i cinquant’anni della Coppa.

All’incontro sono intervenuti – recita una nota – il Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, il Vice Presidente del Coni, Silvia Salis, il Presidente della Federazione Italiana Giuoco Handball, Pasquale Loria, il consigliere del CdA dell’Enit Sandro Pappalardo, il Direttore Generale degli Europei di Atletica 2024, Paolo Carito. “Devo ringraziare chi in questi 50 anni è riuscito a dare continuità a questo appuntamento. Interamnia è un fenomeno straordinario che va oltre il grande evento sportivo. Nella regione abruzzese si incontrano popoli dei cinque continenti, la sua formula interdisciplinare coinvolge persone di ogni età, cultura e religione, oltre ad essere un evento inclusivo anche dal punto di vista della disabilità. È da esempio come l’aspetto sportivo venga accompagnato dall’aspetto culturale, artistico, paesaggistico e storico. Questi eventi raccontano il mondo in tutte le sue articolazioni, lo sport è semplicemente un catalizzatore, un moltiplicatore di opportunità” ha dichiarato il Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, in apertura della conferenza stampa.

Per l’edizione 2023, che si terrà dal 4 al 15 luglio a Teramo e provincia, saranno 87 i club, provenienti da tutti e 5 i continenti per un totale di 147 squadre. “Siamo un punto di riferimento per la pallamano mondiale e il nostro obiettivo è la definitiva consacrazione per i 50 anni di storia della Coppa, anche grazie a iniziative internazionali sportive e sociali che contribuiranno a superare i record già conseguiti” quanto aggiunto da Pierluigi Montauti, Presidente Interamnia World Cup. “È un’ottima notizia che questo sport sia praticato da tante ragazze ed è importante lo spazio che le donne trovano all’interno della pallamano. Inoltre questo tipo di iniziative in età giovanili sono fondamentali per sviluppare la consapevolezza sportiva, oltre che per valorizzazione del Made in Italy”, ha sottolineato la vice presidente del Coni, Silvia Salis.

“Ho vissuto l’Interamnia World Cup prima da dirigente sportivo e poi da Presidente federale, ricevendo in questi anni la conferma di come questo evento sia un punto di riferimento nella pallamano mondiale. Tutti sanno cos’è l’Interamnia e associano alla pallamano italiana questo appuntamento, a cui sono legate immagini iconiche come quelle del campo centrale di Piazza Martiri della libertà. Credo che questo evento debba essere rilanciato con forza dopo qualche anno di stop forzato, dettato soprattutto dalla pandemia e dalle contingenze. Il mio impegno, da Presidente della Federazione, è quello di rimanere accanto all’Interamnia World Cup” il Presidente FIGH, Pasquale Loria. “La manifestazione si inserisce perfettamente negli obiettivi dell’Ente Nazionale per il Turismo, in quanto in grado di promuovere e valorizzare nel mondo i territori, anche quelli meno conosciuti, attraverso lo sport e la presenza di tanti stranieri contribuisce a dare impulso all’economia del Paese” ha commentato Sandro Pappalardo, consigliere Cda Enit.

“I risultati raggiunti dall’Interamnia Youth World Cup dimostrano che non esistono limiti per qualsiasi disciplina sportiva e ci stimolano in vista dei prossimi Campionati Europei di Atletica Leggera che si terranno a Roma dal 7 al 12 giugno 2024”, ha detto Paolo Carito, direttore generale della Fondazione EuroRoma 2024 che organizza i Campionati Europei di Atletica Leggera di Roma del prossimo anno.

Chieffi e Colaninno hanno vinto l’Emilio Benetti Historic Event ISCYRA

Chieffi e Colaninno hanno vinto l’Emilio Benetti Historic Event ISCYRARoma, 12 giu. (askanews) – Enrico Chieffi e Nando Colaninno hanno vinto ieri la 59esimama edizione del Trofeo Emilio Benetti Historic Event ISCYRA disputato da venerdì 9 a domenica 11 giugno, con 5 punti (tre primi posti, un secondo e uno scarto). Al secondo posto Giampiero Poggi e Davide Mugnaini (9 punti), con Vincenzo Locatelli e Alessandro Sodano a pari punti che hanno occupato il terzo gradino del podio. Allo storico appuntamento hanno partecipato, come ogni anno, nomi di spicco della vela nazionale ed internazionale di grande livello tecnico, tra i quali Flavio Favini e il progettista argentino Juan Kouyoumndjian. Per Enrico Chieffi, amministratore delegato di SLAM, che continua a regatare con successo nella classe STAR, il risultato odierno ha un significato particolare perché rappresenta la sesta vittoria, un record assoluto, nella storia del Trofeo Emilio Benetti Historic Event ISCYRA. Venti gli equipaggi iscritti all’evento, che si è svolto in condizioni meteo molto variabili: il primo giorno con 10-12 nodi da sud-ovest in progressivo calo nella terza prova, mentre nel pomeriggio del sabato, dopo un forte temporale alla mattina, sono state due le prove disputate con vento leggero. L’ultima regata in programma, quella odierna, è stata caratterizzata da sole e vento medio da Maestrale. L’evento è stato organizzato dalla Società Velica Viareggina, il Club Nautico Versilia e lo Yacht Club Cortina d’Ampezzo, in collaborazione con il Comitato Circoli Velici Versiliesi, la LNI sezione Viareggio, il CV Torre del Lago Puccini. Il Trofeo Emilio Benetti Historic Event ISCYRA, rappresenta la prima tappa di avvicinamento allo Star World Championship in programma dal 16 al 24 settembre alla Marina di Scarlino.

E’ morto Francesco Nuti, genio triste del cinema italiano

E’ morto Francesco Nuti, genio triste del cinema italianoRoma, 12 giu. (askanews) – E’ morto, all’età di 68 anni l’attore Francesco Nuti. Lo ha reso noto la figlia Ginevra assieme ai familiari che ringraziano di cuore il personale sanitario e tutti coloro che hanno avuto in cura l’attore nel lungo periodo della malattia, in particolare il personale di Villa Verde di Roma. Nato a Firenze il 17 maggio del 1955, figlio di Renzo Nuti, barbiere originario del Mugello, e di Anna Giglio, originaria di Crotone, sul finire degli anni settanta, diviene membro del trio cabarettistico dei Giancattivi – gruppo già composto da Alessandro Benvenuti e Athina Cenci. In quegli anni, i Giancattivi partecipano a trasmissioni di grande successo, come la radiofonica Black Out e la televisiva Non stop. Il trio, dietro la regia dello stesso Benvenuti, compie poi il suo esordio cinematografico nel 1981, con il film Ad ovest di Paperino, che ripropone parte del repertorio storico del gruppo. Nel 1982, abbandona il trio, che di lì a tre anni si scioglierà definitivamente, ed inizia una carriera cinematografica “solista”, prendendo parte, in veste di sceneggiatore ed interprete protagonista, ad alcuni film diretti da Maurizio Ponzi: Madonna che silenzio c’è stasera (1982), Io, Chiara e lo Scuro (1983) e Son contento (1983), che gli conferiscono una certa notorietà, in particolar modo il ruolo di Francesco Piccioli, presente nella seconda delle tre pellicole, con cui si aggiudica il David di Donatello ed il Nastro d’argento come migliore attore protagonista. La carriera prosegue come regista e firma Casablanca, Casablanca (1985), Tutta colpa del paradiso (1985), Stregati (1986), Caruso Pascoski (di padre polacco) (1988), Willy Signori e vengo da lontano (1989) e Donne con le gonne (1991). Nello stesso periodo si dedica anche alla musica. Nel 1988 partecipa al Festival di Sanremo con la canzone Sarà per te, in seguito incisa anche da Mina, e, duettando con Mietta, col brano Lasciamoci respirare, composto dal cantautore Biagio Antonacci ed inciso poi nel 1992. OcchioPinocchio, Il signor Quindicipalle (1998), Io amo Andrea (2000) e Caruso, zero in condotta (2001) ottengono tiepidi consensi ai botteghini, non paragonabili ai successi degli anni precedenti. Negli anni successivi comincia a soffrire di depressione, ha gravi problemi di alcolismo e tenta persino il suicidio.

Il 3 settembre 2006, entra in coma a causa di un ematoma cranico dovuto ad un incidente domestico, venendo ricoverato ed operato d’urgenza alla testa presso il Policlinico Umberto I di Roma. Nel 2009 il ritorno a casa. Il 29 novembre 2010 torna ad apparire in TV, dopo quattro anni di assenza, ospite della trasmissione di Rai 2 I fatti vostri, dove appaiono evidenti i danni neurologici conseguenti all’incidente, tra cui l’incapacità di parlare e di muoversi. Il 7 dicembre 2019 ha ricevuto il Premio Internazionale Vincenzo Crocitti 2019 “Alla carriera”, ritirato dalla figlia Ginevra in occasione della serata evento, che risulta così essere il primo riconoscimento alla carriera assegnatogli nella sua storia cinematografica e artistica.