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25 aprile, “Meloni non riesce a dichiararsi antifascista”

25 aprile, “Meloni non riesce a dichiararsi antifascista”Roma, 25 apr. (askanews) – “Festeggiare il 25 aprile ci deve sempre ricordare che democrazia e libertà nel nostro Paese sono state ottenute con coraggio e forza, anche a costo della morte, da chi si unì per combattere contro nazisti e fascisti che quella democrazia e quella libertà non volevano riconoscere. Per questo oggi in Italia è la festa della Liberazione dal fascismo, non solo la festa della libertà. La radice della nostra storia repubblicana è antifascista. Per questo spiace che Giorgia Meloni, pur in uno sforzo che le riconosciamo ma che mantiene una evidente reticenza, non riesca a dichiararsi antifascista. Non si tratta di non aver nostalgie del fascismo ma di riconoscersi nei valori della nostra Costituzione. Chi parla di festa della libertà e non di festa della Liberazione dimostra di non voler comprendere. Noi continueremo, oggi e sempre, a difendere i valori dell’antifascismo e della democrazia contenuti nella nostra Carta. Buona festa della Liberazione!”. Così il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia che sta partecipando al corteo di Roma.

 

25 aprile, Mattarella: dai partigiani nacque Costituzione

25 aprile, Mattarella: dai partigiani nacque CostituzioneCuneo, 25 apr. (askanews) – “‘Se volete andare in pellegrinaggio, nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati, dovunque è morto un italiano, per riscattare la libertà e la dignità: andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione’”. È con questa citazione di Piero Calamandrei, da un discorso agli studenti della Società Umanitaria nel 1955 a Milano, che il presidente della Repubblica ha scelto di aprire il suo discorso per la celebrazione della Festa della Liberazione al teatro Toselli di Cuneo.

Se dunque è dai partigiani che è nata la Costituzione, “è qui allora, a Cuneo” che si deve andare in pellegrinaggio: “Nella terra delle 34 Medaglie d’oro al valor militare e dei 174 insigniti di Medaglia d’argento, delle 228 medaglie di bronzo per la Resistenza. La terra dei dodicimila partigiani, dei duemila caduti in combattimento e delle duemilaseicento vittime delle stragi nazifasciste”, elenca il Capo dello Stato. “È qui che la Repubblica celebra oggi le sue radici, celebra la Festa della Liberazione. Su queste montagne, in queste valli, ricche di virtù di patriottismo sin dal Risorgimento. In questa terra che espresse, con Luigi Einaudi, il primo Presidente dell’Italia rinnovata nella Repubblica”.

Mattarella all’Altare della Patria (con Meloni e La Russa) e in Piemonte

Mattarella all’Altare della Patria (con Meloni e La Russa) e in PiemonteRoma, 25 apr. (askanews) – Sono iniziate questa mattina le celebrazioni istituzionali per il 25 aprile, con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha deposto una corona d’alloro sulla tomba del Milite Ignoto all’Altare della Patria, seguito alla premier Giorgia Meloni, dai presidenti della Camera e del Senato, Fontana e La Russa, nonché dal ministro della Difesa Guido Crosetto che ha accompagnato poi il presidente in Piemonte. Qui Mattarella visita prima il parco della Resistenza a Cuneo, dove ha deposto una corona al Monumento della Resistenza; si recherà in seguito alla casa museo di Duccio Galimbertie parteciperà alla cerimonia al teatro Toselli, che si concluderà con il suo discorso per poi andare a Borgo San Dalmazzo e a Boves. Dal canto suo, il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha reso omaggio al mausoleo delle Fosse Adeatine.

25 aprile, Dureghello: no alle ambiguità, antifascismo valore assoluto

25 aprile, Dureghello: no alle ambiguità, antifascismo valore assolutoRoma, 25 apr. (askanews) – “Penso che non ci debbano essere ambiguità: deve essere netto il messaggio che deve passare senza strumentalizzazioni e senza alcun annacquamento del passato”. Lo ha detto la presidente della Comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello commentando la lettera della presidente del Consiglio Giorgia Meloni al ‘Corriere’, a margine della cerimonia a Porta San Paolo a Roma per il 25 aprile.

“Non si tratta – ha aggiunto – di nostalgie ma del coraggio del valore assoluto dell’antifascismo, innegabilmente riconosciuto da noi tutti e riconosciuto dalla Costituzione che ci rende ancora cittadini liberi e democratici. Il 25 aprile è di tutti. Non ci sono stati colori politici, differenze di religione, nessun distinguo tra chi ha scelto in quei giorni e in quegli anni di sacrificare se stesso per donarci la libertà. Ritroviamo questo valore di unità, facciamo in modo che nessuno se ne appropri né da una parte né dall’altra e che non ci siano strumentalizzazioni”.

Meloni: 25 aprile data spartiacque, sia momento di ritrovata concordia nazionale

Meloni: 25 aprile data spartiacque, sia momento di ritrovata concordia nazionaleRoma, 25 apr. (askanews) – Il 25 aprile sia “un momento di ritrovata concordia nazionale”, scrive la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in una lettera al ‘Corriere della Sera’. La data che oggi ricordiamo, “il 25 Aprile 1945 segna evidentemente uno spartiacque per l’Italia”. Fu “la fine della Seconda guerra mondiale, dell’occupazione nazista, del Ventennio fascista, delle persecuzioni anti ebraiche, dei bombardamenti e di molti altri lutti e privazioni che hanno afflitto per lungo tempo la nostra comunità nazionale. Purtroppo, la stessa data non segnò anche la fine della sanguinosa guerra civile che ave va lacerato il popolo italiano”. Ed è “doveroso ricordare che, mentre quel giorno milioni di italiani tornarono ad assaporare la libertà, per centinaia di migliaia di nostri connazionali di Istria, Fiume e Dalmazia iniziò invece una seconda ondata di eccidi e il dramma dell’esodo”.

“Il frutto fondamentale del 25 Aprile è stato, e rimane senza dubbio, l’affermazione dei valori democratici, che il fascismo aveva conculcato e che ritroviamo scolpiti nella Costituzione repubblicana”, scrive la premier, evdenziando che anche chi “dal processo costituente era rimasto escluso per ovvie ragioni storiche, si impegnò a traghettare milioni di italiani nella nuova repubblica parlamentare, dando forma alla destra democratica. Una famiglia che negli anni ha saputo allargarsi, coinvolgendo tra le proprie fila anche esponenti di culture politiche, come quella cattolica o liberale, che avevano avversato il regime fascista. È nata così una grande democrazia, solida, matura e forte, pur nelle sue tante contraddizioni, e che nel lungo Dopoguerra ha saputo resistere a minacce interne ed esterne, rendendo protagonista l’Italia nei processi di integrazione europea, occidentale e multilaterale”. Oggi in Italia “nessuno sarebbbe disposto a rinunciare alle libertà guadagnate” e “libertà e democrazia sono un patrimonio per tutti, piaccia o no a chi vorrebbe che non fosse così”, continua la presidente del Consiglio, “questa non solo è la conquista più grande che la nostra Nazione possa vantare ma è anche l’unico, vero antidoto a qualsiasi rischio autoritario”.

E un monito sulle dinamiche globali oggi. “In tutto il mondo le autocrazie cercano di guadagnare campo sulle democrazie e si fanno sempre più aggressive e minacciose, e il rischio di una saldatura che porti a sovvertire l’ordine internazionale che le democrazie liberali hanno indirizzato e costruito dopo la fine del secondo conflitto mondiale e la dissoluzione dell’Unione Sovietica è purtroppo reale”, afferma Meloni. “In questo nuovo bipolarismo l’Italia la sua scelta di campo l’ha fatta, ed è una scelta netta. Stiamo dalla parte della libertà e della democrazia, senza se e senza ma, e questo è il modo migliore per attualizzare il messaggio del 25 Aprile. Perché con l’invasione russa dell’Ucraina la nostra libertà è tornata concretamente in pericolo”.

25 aprile, Berlusconi: siamo un popolo capace di superare ogni divisione

25 aprile, Berlusconi: siamo un popolo capace di superare ogni divisioneRoma, 24 apr. (askanews) – “Siamo un grande popolo, capace di superare ogni divisione e ogni contrasto per conseguire il bene dell’Italia e degli italiani. Questo è un patrimonio, un principio fondante della nostra convivenza civile, che appartiene a tutti gli italiani, senza esclusione alcuna”. Lo scrive il presidente di Forza Italia Silvio Berlusconi in una nota diffusa alla vigilia delle celebrazioni del 25 aprile, “occasione – sottolinea Berlusconi – per riflettere sul passato, ma anche per ragionare sul presente e sull’avvenire di questo nostro meraviglioso Paese”.

“Nel 2009, poche settimane dopo il terribile Terremoto che colpì l’Aquila – scrive il leader di Forza Italia -, mi recai a Onna per celebrare la Festa della Liberazione. Avevo scelto quel piccolo comune d’Abruzzo, che era stato teatro di una tremenda strage operata dai nazisti durante la guerra e che aveva subito profondi danni e gravi perdite per il terremoto, perchè avevo visto nello slancio di solidarietà che aveva unito tutti gli italiani alle popolazioni colpite, lo stesso spirito che tanti anni prima aveva consentito all’Italia di risorgere dalle rovine della guerra”. “In quella occasione – ricorda Berlusconi – avevo rievocato lo ‘spirito di unità nazionale’ che animò tutti i protagonisti della resistenza che seppero accantonare le differenze più profonde, politiche, religiose, sociali, per combattere insieme una battaglia di civiltà e di libertà per se stessi e per i loro figli. I cattolici e i comunisti, i liberali e i socialisti, i monarchici e gli azionisti, e con loro i militari rimasti fedeli non ad un’idea politica ma all’onore della Patria, pur mossi da ideali profondamenti diversi e da una diversa visione del futuro della Nazione, di fronte a un dramma comune, scrissero, ciascuno per la propria parte, ma con eguali dignità e passione, una grande pagina della nostra storia. Una straordinaria pagina – sottolinea Berlusconi – sulla quale si fonda la nostra Costituzione, baluardo delle nostre libertà e dei nostri diritti”.

“Noi – afferma il presidente di Forza Italia – siamo un grande popolo, capace di rimanere unito di fronte alle emergenze e che, all’occorrenza, oggi come ieri, è capace di superare ogni divisione e ogni contrasto per conseguire il bene dell’Italia e degli italiani. Questo è un patrimonio, un principio fondante della nostra convivenza civile, che appartiene a tutti gli italiani, senza esclusione alcuna. L’anniversario del 25 aprile 1945 è dunque l’occasione per riflettere sul passato, ma anche per ragionare sul presente e sull’avvenire di questo nostro meraviglioso Paese”. “E dunque – conclude Berlusconi – ‘Viva il 25 aprile’, la festa della libertà, della pace e della democrazia. La festa di tutti gli italiani che amano la libertà e vogliono restare liberi!”.

Il primo 25 aprile per Meloni da premier

Il primo 25 aprile per Meloni da premierRoma, 24 apr. (askanews) – L’unico appuntamento in agenda, ormai da un paio di settimane, continua a essere la presenza in mattinata all’Altare della Patria con il capo dello Stato, Sergio Mattarella. Un momento, per prassi, di raccoglimento e silenzio. Per il resto palazzo Chigi ha contribuito a creare un alone di mistero sul primo 25 aprile di Giorgia Meloni da presidente del Consiglio, nonché il primo di un governo di destra-centro. Segno che questo passaggio è vissuto come un momento di grande importanza. Quel che filtra, però, è che la premier non si limiterà a quel raccoglimento e a quel silenzio. In che forma non è ancora dato sapere – potrebbe trattarsi di una intervista o di una lettera a un quotidiano, più difficilmente un post sui social o una dichiarazione: comunque Giorgia Meloni si prepara a fare un intervento in cui – viene spiegato – pronuncerà “parole chiare” su una festa che ritiene non debba essere divisiva e su concetti, come libertà e democrazia, “che non appartengono solo alla sinistra”, sulla Costituzione come faro di tutti.

Inutile chiedere se accoglierà il suggerimento di Gianfranco Fini, che ha invitato lei e tutta la destra a pronunciare senza remore la parola antifascismo. Ma la presidente del Consiglio, viene assicurato, andrà oltre la condanna delle leggi razziali come “macchia indelebile” più volte ribadita. Anche per superare le polemiche sulla recente dichiarazione sulle Fosse ardeatine – e sull’eccidio causato dal solo fatto di essere italiani – per non dire della ‘revisione’ storica operata dal presidente del Senato, Ignazio La Russa, sui fatti di via Rasella.Finora i partiti della maggioranza sono andati in ordine sparso, tanto che il punto di equilibrio tra le diverse sensibilità è stata la risoluzione presentata in Senato in cui il 25 aprile veniva affiancato a una serie di altre feste e in cui si condannavano complessivamente tutti i totalitarismi. Forza Italia, forte del famoso discorso di Onna pronunciato da Berlusconi nel 2009, sin da subito si è dichiarata pronta a partecipare in prima fila alle celebrazioni. Il vice premier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, per esempio, sarà alle Fosse ardeatine e con lui anche il vice presidente del Senato, Maurizio Gasparri.

Nella Lega, dopo qualche ondeggiamento, hanno cominciato a prevalere voci più nette. Come quella del ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, che qualche giorno fa ha dichiarato che il 25 aprile è una data “fondamentale” perché “segna la sconfitta della dittatura fascista” e “il ritorno alla libertà”. Ma anche del governatore del Veneto, Luca Zaia, che ha parlato di “festa fondante”. Matteo Salvini ha fatto sapere che festeggerà la “Liberazione del nostro Paese”, ma per quel che è dato sapere in agenda ci sono solo dei comizi elettorali in Brianza. Nelle scelte del partito della presidente del Consiglio, invece, a dominare sono le diverse sfumature. Non è certo il caso del ministro della Difesa, Guido Crosetto, che da tempo ha annunciato che accompagnerà il capo dello Stato in Piemonte, a Cuneo e a Borgo San Dalmazzo.La Russa, dopo aver dichiarato che nella Costituzione la parola antifascismo non c’è, come noto domani sarà a Praga dove deporrà una corona al monumento di Jan Palach in Piazza San Venceslao prima di recarsi al campo di concentramento di Theresienstadt. Come a dire che se si condannano fascismo e nazismo non bisogna dimenticare il comunismo. Nelle ultime ore, tuttavia, anche nel partito della premier cominciano ad emergere posizioni più chiare. Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, cognato e ascoltato consigliere della premier, se in un primo momento aveva spiegato di non poter partecipare a nessuna celebrazione perché impegnato nel G7 in Giappone, adesso ha deciso di anticipare il suo rientro e domani sarà a Subiaco al monumento dei martiri di Cicchetti prima di partecipare alla cerimonia ufficiale per la Festa della Liberazione. Il ministro Urso sarà invece a Porta San Paolo alla commemorazione organizzata dalla comunità ebraica di Roma. D’altra parte, già a inizio legislatura – fanno notare dal suo staff – aveva dichiarato che “il 25 aprile rappresenta una data storica per il nostro Paese, la data in cui gli italiani hanno ritrovato la libertà”.

 

25 aprile, attesa per le parole di Meloni: non sia una giornata divisiva

25 aprile, attesa per le parole di Meloni: non sia una giornata divisivaRoma, 24 apr. (askanews) – L’unico appuntamento in agenda, ormai da un paio di settimane, continua a essere la presenza in mattinata all’Altare della Patria con il capo dello Stato, Sergio Mattarella. Un momento, per prassi, di raccoglimento e silenzio. Per il resto palazzo Chigi ha contribuito a creare un alone di mistero sul primo 25 aprile di Giorgia Meloni da presidente del Consiglio, nonché il primo di un governo di destra-centro. Segno che questo passaggio è vissuto come un momento di grande importanza. Quel che filtra, però, è che la premier non si limiterà a quel raccoglimento e a quel silenzio. In che forma non è ancora dato sapere – potrebbe trattarsi di una intervista o di una lettera a un quotidiano, più difficilmente un post sui social o una dichiarazione: comunque Giorgia Meloni si prepara a fare un intervento in cui – viene spiegato – pronuncerà “parole chiare” su una festa che ritiene non debba essere divisiva e su concetti, come libertà e democrazia, “che non appartengono solo alla sinistra”, sulla Costituzione come faro di tutti.

Inutile chiedere se accoglierà il suggerimento di Gianfranco Fini, che ha invitato lei e tutta la destra a pronunciare senza remore la parola antifascismo. Ma la presidente del Consiglio, viene assicurato, andrà oltre la condanna delle leggi razziali come “macchia indelebile” più volte ribadita. Anche per superare le polemiche sulla recente dichiarazione sulle Fosse ardeatine – e sull’eccidio causato dal solo fatto di essere italiani – per non dire della ‘revisione’ storica operata dal presidente del Senato, Ignazio La Russa, sui fatti di via Rasella. Finora i partiti della maggioranza sono andati in ordine sparso, tanto che il punto di equilibrio tra le diverse sensibilità è stata la risoluzione presentata in Senato in cui il 25 aprile veniva affiancato a una serie di altre feste e in cui si condannavano complessivamente tutti i totalitarismi. Forza Italia, forte del famoso discorso di Onna pronunciato da Berlusconi nel 2009, sin da subito si è dichiarata pronta a partecipare in prima fila alle celebrazioni. Il vice premier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, per esempio, sarà alle Fosse ardeatine e con lui anche il vice presidente del Senato, Maurizio Gasparri.

Nella Lega, dopo qualche ondeggiamento, hanno cominciato a prevalere voci più nette. Come quella del ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, che qualche giorno fa ha dichiarato che il 25 aprile è una data “fondamentale” perché “segna la sconfitta della dittatura fascista” e “il ritorno alla libertà”. Ma anche del governatore del Veneto, Luca Zaia, che ha parlato di “festa fondante”. Matteo Salvini ha fatto sapere che festeggerà la “Liberazione del nostro Paese”, ma per quel che è dato sapere in agenda ci sono solo dei comizi elettorali in Brianza. Nelle scelte del partito della presidente del Consiglio, invece, a dominare sono le diverse sfumature. Non è certo il caso del ministro della Difesa, Guido Crosetto, che da tempo ha annunciato che accompagnerà il capo dello Stato in Piemonte, a Cuneo e a Borgo San Dalmazzo.

La Russa, dopo aver dichiarato che nella Costituzione la parola antifascismo non c’è, come noto domani sarà a Praga dove deporrà una corona al monumento di Jan Palach in Piazza San Venceslao prima di recarsi al campo di concentramento di Theresienstadt. Come a dire che se si condannano fascismo e nazismo non bisogna dimenticare il comunismo. Nelle ultime ore, tuttavia, anche nel partito della premier cominciano ad emergere posizioni più chiare. Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, cognato e ascoltato consigliere della premier, se in un primo momento aveva spiegato di non poter partecipare a nessuna celebrazione perché impegnato nel G7 in Giappone, adesso ha deciso di anticipare il suo rientro e domani sarà a Subiaco al monumento dei martiri di Cicchetti prima di partecipare alla cerimonia ufficiale per la Festa della Liberazione. Il ministro Urso sarà invece a Porta San Paolo alla commemorazione organizzata dalla comunità ebraica di Roma. D’altra parte, già a inizio legislatura – fanno notare dal suo staff – aveva dichiarato che “il 25 aprile rappresenta una data storica per il nostro Paese, la data in cui gli italiani hanno ritrovato la libertà”.

Psichiatra uccisa, appello dei direttori dei dipartimenti di salute mentale

Psichiatra uccisa, appello dei direttori dei dipartimenti di salute mentaleMilano, 24 apr. (askanews) – “Il dramma di Barbara Capovani, responsabile dell’SPDC dell’Azienda USL Nord Ovest Toscana, aggredita, come ritenuto dalla polizia, da un paziente con diversi precedenti penali, vede in primo luogo la vicinanza dei direttori dei dipartimenti di salute mentale italiani alla collega psichiatra, in fin di vita, alla famiglia, ai suoi affetti e a tutti gli operatori che hanno lavorato al suo fianco. Si tratta di una tragedia a fronte della quale non possiamo e non dobbiamo rimanere inermi”. Lo scrivono i Direttori dei Dipartimenti di Salute Mentale in una lettera appello condivisa anche da oltre 2 mila psichiatri pubblici e privati e indirizzata al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al premier Giorgia Meloni, ai ministri Orazio Schillaci, Carlo Nordio e Lorenzo Fontana, ai presidenti di Camera e Senato nonchè al presidente della Regione Fvg Massimilino Fedriga.

“Certamente – si legge nella lettera va affrontato in generale in modo incisivo il tema delle aggressioni agli operatori sanitari, ma c’è anche un tema specifico del rapporto tra salute mentale e giustizia fino ad oggi nascosto sotto il tappeto. La stessa Corte Costituzionale con la sentenza 22/2022, ha chiesto al Parlamento di intervenire, così come noi stessi Direttori di Dipartimento di Salute Mentale abbiamo recentemente diffuso una lettera appello a tutte le Istituzioni per affrontare le gravi criticità dei nostri servizi territoriali ed ospedalieri. Due richieste, ad oggi senza risposte”. Inoltre, sottolineano i dirigenti e medici psichiatri, “c’è bisogno di rivedere, dopo la giusta chiusura degli OPG, l’attuale situazione critica di risposte della società ai pazienti psichiatrici, o così ritenuti tali, che commettono reati, che sta riversando su chi lavora nei reparti di psichiatria e nelle Rems, problematiche, in particolare relative a quelle persone che manifestano manifestazioni aggressive incoercibili che non possono essere gestite con iniziative solo sanitarie”.

“I gravi disturbi di personalità antisociali, che commettono reati o che evidenziano condizioni pericolose di violenza sono da affrontare e gestire attivando percorsi specifici di massima sicurezza che garantiscano cure appropriate ma anche l’incolumità e la protezione di chi lavora, come avviene in tutti i paesi del mondo civile. C’è bisogno di una nuova progettazione e rivalutazione della salute mentale in carcere. C’è necessità di rivedere le norme sulla semi infermità e sulla non imputabilità. C’è bisogno di nuovi strumenti, sia dal lato sanitario che della Giustizia, senza continuare a lasciare a mani nude migliaia di operatori. Anche perchè la vicenda di Barbara non debba riguardare in futuro altri operatori”, conclude la missiva.

Fiocco rosa per Adam Marusic, è nata la figlia Mia

Fiocco rosa per Adam Marusic, è nata la figlia MiaRoma, 24 apr. (askanews) – Fiocco rosa per il terzino della Lazio Adam Marusic e la sua compagna Milica Ugarak, che diventano genitori per la prima volta. La piccola Mia, con la mamma Milica, sta bene e pesa 3250 chilogrammi. E’ nata con parto cesareo nella mattinata di lunedì 24 aprile nella storica Clinica romana Casa di Cura Santa Famiglia in via dei Gracchi, Centro Nascite di eccellenza nazionale e unica struttura mono specialistica in ostetricia e ginecologia in Italia. A darne il lieto annuncio proprio la coppia dai loro profili Instagram. Terzino alla quinta stagione alla Lazio, nato a Belgrado classe 1992, forte fisicamente (soprannominato “Re Adam” o “King Adam”, in virtù del suo fisico possente), e legato alla piazza e ai tifosi da un grande affetto. Nella sua carriera da calciatore con la Lazio, Adam Marusic si è aggiudicato due trofei: la Supercoppa Italiana 2017/18 e la Coppa Italia 2018/19. La gioia e’ grande e condivisa anche dallo staff della Clinica che ha seguito il parto. ‘Benvenuta piccola Mia, i nostri migliori auguri a questa coppia di neo genitori che siamo felici di aver seguito e assistito presso la nostra Struttura – afferma Donatella Possemato, direttrice della Santa Famiglia. Ringrazio l’equipe medica guidata dal Dottor Luca Cipriano e tutto il personale per la cura e la professionalità con cui si adoperano affinché la nascita di un figlio sia vissuto come un momento “magico” della vita”