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Ue, domani Meloni a vertice Bruxelles. Focus su difesa (e dazi)

Ue, domani Meloni a vertice Bruxelles. Focus su difesa (e dazi)Bruxelles, 2 feb. (askanews) – Il rafforzamento della politica di difesa europea, reso ancora più urgente dall’elezione di Donald Trump, è al centro del vertice informale dei leader europei in programma domani a Bruxelles. Ma anche se non è ufficialmente in agenda, il tema dei dazi minacciati dalla nuova amministrazione americana sarà sicuramente toccato nel corso della riunione. Ai lavori, che prenderanno il via alle 11, parteciperanno anche il segretario generale della Nato Mark Rutte (a pranzo) e il primo ministro del Regno Unito Keir Starmer, nella cena di lavoro.


“L’Europa – ha scritto il presidente del Consiglio Europeo Antonio Costa nella lettera di invito – deve assumersi una maggiore responsabilità per la propria difesa. Deve diventare più resiliente, più efficiente, più autonoma e più affidabile nel settore della sicurezza e della difesa. In tal modo, diventerà anche un partner transatlantico più forte, anche nel contesto della Nato, nel pieno rispetto della politica di sicurezza e di difesa di alcuni Stati membri e tenendo conto degli interessi di sicurezza e di difesa di tutti gli Stati membri”. Servono però risorse, e Costa riconosce che “il livello di investimenti, anche in ricerca e sviluppo, necessari per rafforzare la nostra capacità non è sostenibile per i singoli Stati membri”. Proprio di questo il presidente del Consiglio europeo aveva parlato in una telefonata con Giorgia Meloni lo scorso 21 gennaio. Nel corso del colloquio, aveva fatto sapere Palazzo Chigi, la premier aveva sottolineato “l’esigenza di rafforzare concretamente il pilastro europeo della Nato” e i due leader avevano “condiviso l’importanza e l’urgenza di lavorare su nuovi e più efficaci strumenti comuni per sostenere gli ingenti investimenti necessari”. Stesso argomento era stato posto nel corso di una telefonata con il cancelliere tedesco Olaf Scholz, in cui si era discusso anche del “rafforzamento della competitività del settore industriale della difesa”. Anche domani, parlando con i partner, la presidente del Consiglio ribadirà la convinzione di un necessario passo avanti nella politica di difesa, nella convinzione che l’Europa debba diventare “un gigante geopolitico”, con una adeguata politica di sicurezza. Per farlo però servono risorse comunitarie. Anche per questo, nei giorni scorsi, l’Italia e altri 18 Paesi (tra cui Francia, Germania, Spagna, Paesi Bassi, Grecia) hanno inviato una lettera alla Banca europea per gli investimenti, chiedendo di “esplorare” nuove forme di sostegno e di “assumere un ruolo ancora più forte nel fornire finanziamenti agli investimenti e nel far leva sul settore privato per i finanziamenti per il settore della sicurezza e della difesa”.


Se il tema della difesa è una priorità dell’Ue, una vera e propria urgenza è quella dei possibili dazi che potrebbero essere decisi da Trump. Dopo quelli imposti a Canada, Messico e Cina, infatti, potrebbe essere il turno dell’Europa. “Certo che lo farò, l’Europa ci ha trattati malissimo”, ha ribadito il tycoon. La Commissione sta preparando la risposta. L’obiettivo è evitare una guerra commerciale, ma è pronta anche allo scontro, con un pacchetto di misure che penalizzino l’export Usa. Per rispondere efficacemente a Trump, però, è necessario che tutti gli Stati membri siano uniti e che nessuno scelga di aprire trattative autonome a beneficio del proprio Paese. E’ il sospetto che, alcuni, nutrono nei confronti di Meloni, unica leader europea presente all’Inauguration day. Proprio il suo ‘feeling’ con Trump, però, potrebbe essere utile per aprire un confronto ed evitare soluzioni unilaterali. “Uno scontro non conviene a nessuno: Stati Uniti e Europa sono economie complementari”, ha detto la presidente del Consiglio lunedì scorso ad Al-Ula in Arabia saudita, auspicando un “dialogo” per arrivare a “una soluzione equilibrata e bilanciata”. Intanto, a poche settimane dalle elezioni in Germania, dove sta sostenendo con forza il partito di ultra destra Alternative fur Deutschland, Elon Musk torna a far discutere. Con un post su X, il fondatore di Tesla ha lanciato oggi il movimento “MEGA”, ovvero Make Europe Great Again, richiamo all’acronimo MAGA dei sostenitori di Trump. “Popoli d’Europa: unitevi al movimento MEGA! Rendiamo di nuovo grande l’Europa!”, ha scritto il miliardario, senza fornire ulteriori dettagli.

Esce “Note di cronaca”, il libro di Stefano Corradino

Esce “Note di cronaca”, il libro di Stefano CorradinoRoma, 1 feb. (askanews) – Alla fine degli anni cinquanta Italo Calvino, Franco Fortini, Umberto Eco, Gianni Rodari e altri si inventarono il Cantacronache, il collettivo di intellettuali che voleva contrapporsi al mondo fatato delle canzonette per raccontare in musica la società italiana come effettivamente era, con i suoi soprusi, le storture, la mancanza di diritti. È quello che fa anche Stefano Corradino, giornalista di quelli che consumano le suole delle scarpe per narrare i fatti proprio lì dove avvengono, e pure musicista da quando era quasi “in fasce”.


Alcune storie vere che ha raccontato in questi dieci anni nei suoi servizi in diretta su Rainews24 Corradino le ha trasformate in canzoni, che ha scritto, cantato e suonato. In “Note di cronaca”, libro edito da Villaggio Maori Editore, descrive come nasce questo progetto su temi di cronaca e attualità. Mafia, guerra, immigrazione, diritti umani negati, morti sul lavoro.


I protagonisti di queste storie sono soprattutto donne come le giornaliste Ilaria Alpi e Federica Angeli, Ilaria Cucchi sorella di Stefano, Lisa Picozzi, giovane ingegnere morta sul lavoro… Ma nel libro, con la copertina di Mauro Biani, ci sono tante altre storie che Corradino ha raccontato nei suoi servizi. Come le tragiche vicende di Giulio Regeni, Mario Paciolla, Andy Rocchelli. Il libro suddiviso in 7 capitoli, uno per ciascuna storia/canzone, è arricchito dalle interviste a 7 autorevoli personaggi: Giovanna Botteri, Nando dalla Chiesa, Bruno Giordano, Mamadou Kouassi Pli Adama, Dacia Maraini, Riccardo Noury, Antonella Viola.

Risultati e classifica serie A, Verona colpo salvezza

Risultati e classifica serie A, Verona colpo salvezzaRoma, 1 feb. (askanews) – Questo il programma e i risultati della 23esima giornata di serie A dopo Udinese-Venezia 3-2, Monza-Verona 0-1


23esima giornata Parma-Lecce 1-3, Monza-Hellas Verona 0-1, Udinese-Venezia 3-2, ore 18.00 Atalanta-Torino, ore 20.45 Bologna-Como, Domenica 02/02/2025 ore 12.30 Juventus-Empoli, ore 15.00 Fiorentina-Genoa, ore 18.00 Milan-Inter, ore 20.45 Roma-Napoli, Lunedì 03/02/2025 ore 20.45 Cagliari-Lazio. Classifica: Napoli 53, Inter* 50, Atalanta 46, Lazio 39, Juventus 37, Fiorentina* 36, Milan*, Bologna 34, Roma 30, Udinese 29, Torino, Genoa 26, Lecce, Verona 23, Como 22, Cagliari, Empoli 21, Parma 20, Venezia 16, Monza 13. * una partita in meno


24^ GIORNATA (7-10 febbraio) venerdì 7 febbraio ore 20.45 Como-Juventus, sabato 8 febbraio ore 15 Verona-Atalanta, ore 18 Empoli-Milan, ore 20.45 Torino-Genoa, domenica 9 febbraio ore 12.30 Venezia-Roma, ore 15 Cagliari-Parma, Lazio-Monza, ore 18 Lecce-Bologna, ore 20.45 Napoli-Udinese, lunedì 10 febbraio ore 20.45 Inter-Fiorentina Adx

Udinese-Venezia 3-2, gol e colpi di scena

Udinese-Venezia 3-2, gol e colpi di scenaRoma, 1 feb. (askanews) – Finisce 3-2 per l’Udinese il primo anticipo del campionato di serie A. Dopo un primo tempo senza sussulti, Udinese e Venezia danno vita a una ripresa entusiasmante. Parte forte la squadra di Runjaic che in 5′ tra 48′ e il 52′ segna due reti prima con Lucca e poi con Lovric, complici due incertezze di Joronen (subentrato a Stankovic nel primo tempo). Il Venezia non ci sta e reagisce: Nicolussi Caviglia accorcia su punizione e poi il neo entrato Gytkjaer fa 2-2. Ma l’Udinese vuole vincere e trova la rete dl successo con Iker Bravo su assist di Solet.

Rugby, Sei Nazioni: Scozia-Italia 31-19

Rugby, Sei Nazioni: Scozia-Italia 31-19Roma, 1 feb. (askanews) – Debutto amaro nel Sei Nazioni per l’Italrugby di Gonzalo Quesada. Finisce 31-19 per la Scozia che vendica così la sconfitta subita lo scorso anno a Roma. Al 4′ arriva la meta di Rory Darge per il 7-0 iniziale. Soffre l’Italia. Al 9′ nuova accelerazione di van der Merwe al largo, palla al centro per Huw Jones e seconda meta scozzese per il 14-0.


Al 21′ fuorigioco scozzese e Tommaso Allan va sulla piazzola e trova i primi tre punti per l’Italia e punteggio sul 14-3. Ancora un fallo scozzese sulla metà campo, Allan va di nuovo sulla piazzola dalla distanza per il 14-6. Sugli sviluppi di una touche sui 5 metri e sulla seguente azione palla a Ben White che schiaccia per il 19-6. L’ennesimo fallo scozzese rimanda Tommaso Allan sulla piazzola per il 19-9 con cui si va al riposo. Prova a tornare a spingere la Scozia a inizio ripresa, ma finalmente una difesa avanzante dell’Italia che riconquista l’ovale. Nuova punizione, Allan che torna sulla piazzola dalla distanza per il 19-12. E al 46’ pessimo errore di Finn Russell, Brex intercetta, vola e va a schiacciare tra i pali per il 19-19. Reazione furiosa dei padroni di casa, che credevano di aver già vinto, guadagnano una punizione e vanno in touche. Gran difesa azzurra, cambiata completamente rispetto al primo tempo, e Scozia che torna indietro di 50 metri. Al 61’, però, distrazione difensiva dell’Italia e grande azione della Scozia che si invola dalla prima fase, palla per Huw Jones che va fino in fondo e padroni di casa che riprendono a correre e scappano via sul 26-19 e conquista il bonus offensivo. Dopo il grande sforzo, ora torna a faticare in difesa l’Italia e Scozia che chiude la pratica con un Huw Jones alla sua terza meta personale per il 31-19. Italia che ora va a caccia almeno del bonus difensivo, si butta in attacco con i nuovi entrati Zuliani e Gesi, ma un avanti di quest’ultimo impedisce la meta azzurra a 7’ dalla fine. Insistono gli azzurri, che chiudono il match in attacco ma non arriva la meta. 

Meloni assente a Direzione Fdi. Santanchè ‘sfida’ fuoco amico: avanti uniti

Meloni assente a Direzione Fdi. Santanchè ‘sfida’ fuoco amico: avanti unitiRoma, 1 feb. (askanews) – Parafrasando la celebre battuta cinematografica di Nanni Moretti, verrebbe da dire che in questo caso Daniela Santanché ha pensato “mi si nota di più se vengo e mi metto pure in prima fila”. Centro congressi di via Alibert, zona piazza di Spagna. Per Fratelli d’Italia questo sabato mattina che apre il mese di febbraio è dedicato alla riunione della Direzione nazionale convocata per discutere dei due anni di governo, di Sud e di sostegno alle forze dell’ordine.


Non c’è Giorgia Meloni, che non si collega nemmeno. Un po’, viene spiegato, per trascorrere la giornata con la figlia, un po’ perché è giusto che il partito cammini sulle sue gambe. C’è sua sorella Arianna, capo della segreteria politica, a cui toccano le conclusioni di quasi quattro ore di dibattito. Ma la più attesa alla fine, pure in queste ore di durissimo confronto con la magistratura, è proprio la ministra del Turismo. Da giorni, infatti, va avanti un braccio di ferro sulle sue possibili dimissioni dal governo a seguito del rinvio a giudizio già arrivato per il processo Visibilia e per quello che potrebbe arrivare entro maggio nel caso, ancora più delicato politicamente, che la vede imputata per truffa all’Inps per l’uso della cassa integrazione durante il Covid. Sono richieste che arrivano esplicitamente dalle opposizioni, ma è una scelta che in molti auspicano nel suo stesso partito sebbene nessuno – a cominciare dalla presidente del Consiglio – lo abbia mai dichiarato pubblicamente per evitare accuse di giustizialismo. Figurarsi poi in questa fase di scontro acuto con la magistratura per i casi Almasri e migranti. La diretta interessata continua a ribadire che al momento al passo indietro non ci pensa proprio, a meno che non sia proprio Giorgia Meloni a chiederglielo. Se ci si mette pure il sonoro “chi se ne frega” con cui la ministra ha replicato, in un ormai celebre audio, a chi le chiedeva delle critiche che arrivavano da Fdi, ben si capisce perché ci fossero tante aspettative intorno alla sua presenza alla Direzione. Ebbene, Daniela Santanché ha scelto di rispondere all’attesa a modo suo: arrivando a riunione già iniziata, non intervenendo – unica tra i ministri meloniani presenti – e rimanendo all’incontro giusto il tempo di farsi fotografare comodamente seduta nel posto in prima fila a lei riservato. Non una parola alla ressa di giornalisti che l’aspettavano, non una parola dal palco. Ma la ministra non sceglie comunque il silenzio. Anzi, affida a un post su X, corredato di immagini, il suo eloquente pensiero: “Orgogliosi del percorso che stiamo facendo e della fiducia che ogni giorno gli italiani ci dimostrano. Continueremo a lavorare uniti per raggiungere traguardi sempre più ambiziosi”. Insomma, come se nulla fosse accaduto. Un atteggiamento che in molti dei presenti, a taccuini chiusi, ammettono di aver considerato una sorta di sfida, uno modo per dire ‘io sono qui e qui resto’.


Pubblicamente nessuno si espone. Al contrario, si sottolinea come la ministra goda di pieno sostegno, almeno quando si parla di ciò che sta facendo per il turismo. “La fiducia di Fratelli d’Italia per il lavoro di Santanchè non è mai venuta meno”, spiega infatti il responsabile Organizzazione, Giovanni Donzelli. Per il resto, la Direzione scorre via senza particolari scossoni per circa quattro ore. Ad aprire i lavori è il coordinatore Edmondo Cirielli, seguito dal capodelegazione al governo, Francesco Lollobrigida e poi dal cofondatore di Fdi, Guido Crosetto. Via via tocca a tutti gli altri ministri (tranne Santanché, appunto): Tommaso Foti, Afolfo Urso, Nello Musumeci, Andrea Abodi, Orazio Schillaci e Marina Calderone. Gli interventi – soprattutto quelli alle telecamere – sono quasi in fotocopia a difesa dell’operato del governo sui centri in Albania, dopo la nuova mancata convalida dei giudici ai trasferimenti, e sul caso Almasri. A parole si nega lo scontro con la magistratura, nella sostanza la si attacca. “C’è la sensazione che ci sia una parte minoritaria – dice per esempio il capo delegazione al Parlamento europeo, Carlo Fidanza – che persegue obiettivi politici, che utilizza il proprio potere per cercare di arginare un’azione di governo che naturalmente ha una legittimazione popolare e parlamentare forte”. Mentre il ministro Adolfo Urso parla genericamente di “aggressioni” da parte di chi “non vuole che l’Italia cambi”.


Quando la sala si è mezza svuotata, causa corse verso treni e aerei per rientrare a casa, tocca ad Arianna Meloni tirare le fila della discussione. Un discorso molto identitario e un appello alla responsabilità di tutti a essere di sostegno alla presidente del Consiglio, con tanto di riferimento all’amato capolavoro di Tolkien. Fdi – dice – ha “l’anello del potere ma quell’anello dà grandi responsabilità”, “sapendo il peso che porta” Giorgia “dobbiamo essere responsabili tutti, dal primo dirigente all’ultimo dei militanti”.

Fdi, Santanchè sfida il fuoco amico: avanti uniti. Arianna Meloni: responsabili tutti al fianco di Giorgia

Fdi, Santanchè sfida il fuoco amico: avanti uniti. Arianna Meloni: responsabili tutti al fianco di GiorgiaRoma, 1 feb. (askanews) – Parafrasando la celebre battuta cinematografica di Nanni Moretti, verrebbe da dire che in questo caso Daniela Santanchè ha pensato “mi si nota di più se vengo e mi metto pure in prima fila”. Centro congressi di via Alibert, zona piazza di Spagna. Per Fratelli d’Italia questo sabato mattina che apre il mese di febbraio è dedicato alla riunione della Direzione nazionale convocata per discutere dei due anni di governo, di Sud e di sostegno alle forze dell’ordine.


Non c’è Giorgia Meloni, che non si collega nemmeno. Un po’, viene spiegato, per trascorrere la giornata con la figlia, un po’ perché è giusto che il partito cammini sulle sue gambe. C’è sua sorella Arianna, capo della segreteria politica, a cui toccano le conclusioni di quasi quattro ore di dibattito. Ma la più attesa alla fine è proprio la ministra del Turismo. Da giorni, infatti, va avanti un braccio di ferro sulle sue possibili dimissioni dal governo a seguito del rinvio a giudizio già arrivato per il processo Visibilia e per quello che potrebbe arrivare entro maggio nel caso, ancora più delicato politicamente, che la vede imputata per truffa all’Inps per l’uso della cassa integrazione durante il Covid. Sono richieste che arrivano esplicitamente dalle opposizioni, ma è una scelta che in molti auspicano nel suo stesso partito sebbene nessuno – a cominciare dalla presidente del Consiglio – lo abbia mai dichiarato pubblicamente per evitare accuse di giustizialismo. Figurarsi poi in questa fase di scontro acuto con la magistratura per i casi Almasri e migranti. La diretta interessata continua a ribadire che al momento al passo indietro non ci pensa proprio, a meno che non sia proprio Giorgia Meloni a chiederglielo. Se ci si mette pur il sonoro “chi se ne frega” con cui la ministra ha replicato, in un ormai celebre audio, a chi le chiedeva delle critiche che arrivavano da Fdi, ben si capisce perché ci fossero tante aspettative intorno alla sua presenza alla Direzione. Ebbene, Daniela Santanchè ha scelto di rispondere all’attesa a modo suo: arrivando a riunione già iniziata, non intervenendo – unica tra i ministri meloniani presenti – e rimanendo all’incontro giusto il tempo di farsi fotografare comodamente seduta nel posto in prima fila a lei riservato. Non una parola alla ressa di giornalisti che l’aspettavano, non una parola dal palco. Ma la ministra non sceglie comunque il silenzio. Anzi, affida a un post su X, corredato di immagini, il suo eloquente pensiero: “Orgogliosi del percorso che stiamo facendo e della fiducia che ogni giorno gli italiani ci dimostrano. Continueremo a lavorare uniti per raggiungere traguardi sempre più ambiziosi”. Insomma, come se nulla fosse accaduto. Un atteggiamento che in molti dei presenti, a taccuini chiusi, ammettono di aver considerato una sorta di sfida, uno modo per dire ‘io sono qui e qui resto’.


Pubblicamente nessuno si espone. Al contrario, si sottolinea come la ministra goda di pieno sostegno, almeno quando si parla di ciò che sta facendo per il turismo. “La fiducia di Fratelli d’Italia per il lavoro di Santanchè non è mai venuta meno”, spiega infatti il responsabile Organizzazione, Giovanni Donzelli. Per il resto, la Direzione scorre via senza particolari scossoni per circa quattro ore. Ad aprire i lavori è il coordinatore Edmondo Cirielli, seguito dal capodelegazione al governo, Francesco Lollobrigida e poi dal cofondatore di Fdi, Guido Crosetto. Via via tocca a tutti gli altri ministri (tranne Santanchè, appunto): Tommaso Foti, Afolfo Urso, Nello Musumeci, Andrea Abodi, Orazio Schillaci e Marina Calderone. Gli interventi – soprattutto quelli alle telecamere – sono quasi in fotocopia a difesa dell’operato del governo sui centri in Albania, dopo la nuova mancata convalida dei giudici ai trasferimenti, e sul caso Almasri. A parole si nega lo scontro con la magistratura, nella sostanza la si attacca. “C’è la sensazione che ci sia una parte minoritaria – dice per esempio il capo delegazione al Parlamento europeo, Carlo Fidanza – che persegue obiettivi politici, che utilizza il proprio potere per cercare di arginare un’azione di governo che naturalmente ha una legittimazione popolare e parlamentare forte”. Mentre il ministro Adolfo Urso parla genericamente di “aggressioni” da parte di chi “non vuole che l’Italia cambi”.


Quando la sala si è mezza svuotata, causa corse verso treni e aerei per rientrare a casa, tocca ad Arianna Meloni tirare le fila della discussione. Un discorso molto identitario e un appello alla responsabilità di tutti a essere di sostegno alla presidente del Consiglio, con tanto di riferimento all’amato capolavoro di Tolkien. Fdi – dice – ha “l’anello del potere ma quell’anello dà grandi responsabilità”, “sapendo il peso che porta” Giorgia “dobbiamo essere responsabili tutti, dal primo dirigente all’ultimo dei militanti”. “Ho l’onore di essere la sorella di Giorgia Meloni, una grande donna a cui ho visto fare in questa nuova fase un salto 10 volte più alto di tutti questi durissimi anni: ha messo gli italiani prima della sua famiglia e di sè stessa. Lei è il nostro Frodo e noi siamo la Compagnia dell’Anello. L’anello è pesante, dobbiamo aiutarla nella fatica di portarlo senza mai indossarlo: è ciò che ci siamo sempre promessi. Non dobbiamo essere un’utopia, dobbiamo restare quelli che eravamo quando abbiamo iniziato a fare politica. Oggi ognuno è chiamato a fare la propria parte”, ha detto, a quanto si apprende, il capo della segreteria politica di Fratelli d’Italia, Arianna Meloni, nell’intervento conclusivo della Direzione del partito.

Appello A.Meloni a responsabilità: aiutiamo Giorgia portare anello

Appello A.Meloni a responsabilità: aiutiamo Giorgia portare anelloRoma, 1 feb. (askanews) – Un invito alla “responsabilità di tutti” e a stare al fianco di Giorgia Meloni. E l’invito che la sorella della premier e capo della segreteria politica di Fdi Arianna ha rivolto, secondo quanto viene riferito dai partecipanti, al partito chiudendo la Direzione nazionale


Citando l’amato Talkien, Arianna Meloni ha sottolineato che ora Fdi ha “l’anello del potere ma quell’anello dà grandi responsabilità”. Poi, riferendosi alla presidente del Consiglio avrebbe aggiunto “sapendo che il peso che porta dobbiamo essere responsabili tutti dal primo dirigente all’ultimo dei militanti”.

Centri migranti in Albania, fonti del Viminale: il governo andrà avanti

Centri migranti in Albania, fonti del Viminale: il governo andrà avantiMilano, 1 feb. (askanews) – Il governo italiano “andrà avanti” con il modello Albania “nella convinzione che il contrasto all’immigrazione irregolare che si avvantaggia dell’utilizzo strumentale delle richieste di asilo sia la strada da perseguire per combattere gli affari dei trafficanti senza scrupoli”. E’ quanto si apprende da fonti del Viminale pronte a sottolineare che quello dei centri in Albania “è il modello da cui partire per la realizzazione di veri e propri hub regionali sui quali c’è stata piena convergenza da parte dei Ministri europei” riuniti a Varsavia per consiglio dell’Ue degli Affari Interni.


Sul tema dei trattenimenti nei centri per le procedure accelerate alla frontiera, siano essi in Italia o in Albania, si sta sviluppando in Italia “una giurisprudenza che appare di corto respiro destinata a essere superata dagli eventi, visto che le corti di Appello scelgono di rinviare alla Corte di Giustizia europea sostanzialmente per prendere tempo, quando si tratta di un sistema già previsto dal nuovo Patto europeo immigrazione e asilo che entrerà al più tardi in vigore nel 2026”, annotano fonti del Viminale ricordando che, proprio dal recente consiglio dell’Ue degli Affari Interni tenutosi a Varsavia questa settimana, “la posizione del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, è stata largamente condivisa dai colleghi presenti”. “I partner europei in piena sintonia con la Commissione stanno pensando di rafforzare le norme dell’Ue che sostengono le procedure in frontiera applicate anche in Albania non solo con una anticipazione dell’entrata in vigore di alcune norme del Patto ma anche con soluzioni innovative – spiegano dal Viminale – Gli stessi documenti discussi a Varsavia contengono un esplicito riferimento proprio al Protocollo Italia Albania come valido esempio di cooperazione innovativa con un Paese terzo”.

Schlein: i migranti torturati da Almasri in Albania, lui portato a casa con un volo di Stato

Schlein: i migranti torturati da Almasri in Albania, lui portato a casa con un volo di StatoRoma, 1 feb. (askanews) – “Abbiamo visto l’ipocrisia della premier Meloni” di fare riferimento a “quella bambina di 11 anni unica superstite” di quella tragedia del mare “senza ringraziare la Ong che fortunatamente ha salvato almeno lei, mentre questo governo, col decreto che hanno chiamato Cutro e che io mi rifiuto di chiamare così perché serve più rispetto per i morti, ha solo reso più difficile fare i salvataggi in mare”. Lo ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein nel suo intervento all’evento “Il viaggio del Pd nel terzo settore”, in corso a Monterotondo (Rm).


Il modello Albania, ha proseguito Schlein, si è rivelato “un fallimento totale, anche quelli sono giudici che non hanno fatto altro che applicare una sentenza della Corte di Giustizia Ue. I nostri deputati, che ringrazio, sono in questi giorni in Albania e hanno detto ‘qui stanno i torturati di Almasri mentre lui è stato riportato a casa con un volo di Stato dal governo Meloni con tutti gli onori’”.