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Per il Pd sfida cruciale in Umbria per rilanciare il campo largo

Per il Pd sfida cruciale in Umbria per rilanciare il campo largoRoma, 30 ott. (askanews) – Lo ha detto stamattina Elly Schlein, a Repubblica, “abbiamo una priorità, vincere in Emilia romagna e in Umbria tra 20 giorni”. Le regionali di novembre diventano uno spartiacque per il centrosinistra e l’Umbria in particolare, perché è la sfida più incerta, quella dove – secondo i sondaggi – la situazione è di un testa a testa simile a quello visto in Liguria. E’ un voto “locale”, ripetono tutti i leader del centrosinistra, ma dopo la sconfitta di Andrea Orlando in Liguria il test finirà inevitabilmente per condizionare il dibattito dentro al Pd e nella coalizione, perché un conto sarebbe chiudere la tornata elettorale d’autunno con un 2 a 1, altra cosa sarebbe vincere solo in Emilia romagna.


Se la segretaria Pd non intende cambiare la sua linea “testardamente unitaria”, come ha ripetuto anche oggi, la discussione sugli assetti del centrosinistra è di fatto già partita, dal fronte riformista Pd – ma non solo – cominciano a sollevarsi molte voci che chiedono di rivedere almeno le modalità del rapporto con M5s e di affrontare il problema del vuoto al centro, e solo la campagna elettorale in corso spinge tutti a rimandare il confronto vero e proprio a dopo il voto nelle due regioni. Certo, le scorie liguri rischiano di zavorrare il tentativo di ‘reconquista’ del centrosinistra, anche se rispetto al voto di domenica scorsa ci sono differenze importanti. In questo caso la coalizione è la più ampia possibile, qui Giuseppe Conte non ha posto veti ai renziani presenti in una lista civica. La coalizione non è stata appesantita dalle liti andate in scena in Liguria. Ma non è comunque facile far dimenticare gli scontri tra Conte e Matteo Renzi proseguiti anche in queste ore e non a caso al momento non è previsto un comizio finale con tutti i leader su uno stesso palco.


I democratici provano a tenere sul piano assolutamente locale la discussione, come si capisce bene ascoltando Anna Ascani, Pd, parlamentare umbra: “In questa elezione c’è in gioco il futuro della regione. Il voto di novembre in Umbria sarà un referendum sul governo di Donatella Tesei”. E anche Angelo Bonelli, portavoce di Europa verde, invita ad evitare “discussioni di politica nazionale” in questi giorni, perché “ogni ragionamento nazionale sarà fatto dopo”. Il centrosinistra è convinto che la presidente uscente, la leghista Donatella Tesei, non sia particolarmente amata dagli umbri, in particolare per la gestione della sanità. E infatti la Ascani aggiunge: “in questi cinque anni ha devastato la sanità pubblica e il sistema infrastrutturale già debole”. Stessa linea indica Bonelli: “Bisogna concentrarsi a vincere, parlare di una regione che ha avuto grossi problemi con la gestione della sanità della Tesei”. Un tema, peraltro, particolarmente caro alla Schlein, che nei mesi scorsi aveva presentato anche una proposta di legge per chiedere l’aumento della spesa sanitaria almeno al 7,5% del Pil.


La leader democratica si farà vedere spesso in Umbria nei prossimi 15 giorni, girerà la regione per spingere la campagna elettorale, insistendo appunto sui temi locali a cominciare dalla salute pubblica. “La partita è aperta”, dice anche Walter Verini, senatore Pd, umbro. “Sono convinto che ci siano le condizioni per dare all’Umbria un futuro progressista. Stefania Proietti sta conducendo una campagna molto bella”. I numeri delle europee dello scorso giugno non sono proprio incoraggianti. Il centrodestra prese il 47,8%, pari a 187mila voti, il centrosinistra si fermò al 46,5%, con 182mila voti. Ma ai voti di Lega, Fi, Fdi stavolta si sommeranno anche quelli di Stefano Bandecchi, che con la sua lista Alternativa popolare a giugno ottenne 7.245 voti, l’1,8%. La speranza del centrosinistra, appunto, è di riuscire a tenere la discussione sul piano locale, nella convinzione che la Tesei sconti un certo malcontento tra gli elettori di centrodestra. Una vittoria che sarebbe fondamentale per rilanciare quello schema di alleanze che la Liguria sembra aver messo in discussione.

Risultati e classifica Serie A, l’Inter a -4 da Napoli

Risultati e classifica Serie A, l’Inter a -4 da NapoliRoma, 30 ott. (askanews) – Questi i risultati e la classifica della serie A della decima giornata dopo Empoli-Inter 0-3, Venezia-Udinese 3-2


Decima giornata Cagliari-Bologna 0-2, Lecce-Verona 1-0, Milan Napoli 0-2; Empoli-Inter 0-3, Venezia-Udinese 3-2 ore 20:45 Atalanta-Monza, Juventus-Parma. Giovedì 31 ottobre ore 20:45 Genoa-Fiorentina, Como-Lazio, Roma-Torino. Classifica: Napoli 25, Inter 21, Juventus 17, Lazio, Atalanta, Udinese, Fiorentina 16, Milan, Torino 14, Bologna 12, Empoli 11, Roma 10, Verona, Como, Cagliari 9, Monza, Parma, Lecce, Venezia 8, Genoa 6.


Undicesima giornata Sabato 2 novembre ore 15:00 Bologna-Lecce, ore 18:00 Udinese-Juventus, ore 20:45 Monza-Milan, Domenica 3 novembre ore 12:30 Napoli-Atalanta, ore 15:00 Torino-Fiorentina, ore 18:00 Verona-Roma, ore 20:45 Inter-Venezia, Lunedì 4 novembre ore 18:30 Empoli-Como, ore 18:30 Parma-Genoa, ore 20:45 Lazio-Cagliari

Calcio, l’Inter passeggia a Empoli: 3-0 con i toscani in dieci

Calcio, l’Inter passeggia a Empoli: 3-0 con i toscani in dieciRoma, 30 ott. (askanews) – L’Inter risponde immediatamente al Napoli, sbanca Empoli e si sistema 4 punti sotto la capolista, ridimensionando in parte la fuga di Conte. Al Castellani finisce 3-0 grazie alla doppietta dell’ex Frattesi (che non esulta) e al tris firmato da Lautaro (super regalo del portiere Vasquez). Tutti i gol sono stati realizzati nella ripresa, dopo un primo tempo un po’ arruffone che ha messo a registro un gol annullato (dal Var) a Darmian per fallo di mano e l’espulsione alla mezzora dell’empolese Goglichidze. I toscani in realtà erano riusciti a riorganizzarsi abbastanza efficacemente in fase difensiva, ma alla lunga l’uomo in meno è stato un fardello troppo pesante. L’Inter torna quindi a mantenere inviolata la porta dopo le pesanti incertezze mostrate con la Juve e resta nella scia della capolista.

Calcio, il Venezia ribalta l’Udinese, da 0-2 a 3-2

Calcio, il Venezia ribalta l’Udinese, da 0-2 a 3-2Roma, 30 ott. (askanews) – Con un doppio Pohjanpalo su rigore, e una rete di Nicolussi Caviglia, il Venezia ribalta l’Udinese. Al Penzo finisce 3-2 per la squadra di Di Francesco. Nel primo tempo parte meglio l’Udinese che si porta avanti 2-0 grazie a Lovric e a Bravo. La reazione del Venezia arriva con il primo rigore realizzato da Pohjanpalo al 41′. Nella ripresa l’Udinese resta in 10 per il doppio giallo di Touré. Ne approfitta Nicolussi Caviglia che segna il 2-2, prima del gol decisivo realizzato ancora su rigore da parte Pohjanpalo

Stellantis, Elkann: rispetto per Parlamento, aperti a dialogo

Stellantis, Elkann: rispetto per Parlamento, aperti a dialogoMilano, 30 ott. (askanews) – In una telefonata con il Presidente della Camera, Lorenzo Fontana, John Elkann ha ribadito il “rispetto” del Parlamento spiegando che la risposta al presidente della commissione attività produttive Gusmeroli nella quale comunicava l’intenzione di non andare in Parlamento a riferire su Stellantis nasce “dall’osservanza della decisione della Camera di impegnare il Governo – attraverso le mozioni approvate dall’Aula – a identificare politiche industriali in linea con l’evoluzione del settore automotive”. Durante la telefonata il presidente di Stellantis ha ribadito “l’apertura al dialogo con tutte le Istituzioni, come da sempre il gruppo fa in tutti i paesi in cui è presente, Italia in primis”. Stellantis rispetta e si adatta alle ambizioni di politica industriale scelte dai paesi dove opera, e si impegna nel rispetto delle regole poste dal legislatore a raggiungere i suoi obiettivi aziendali, sulla base dei fondamentali di mercato, dove la domanda guida l’offerta. Una situazione, ha aggiunto Elkann, che “Carlos Tavares ha già rappresentato in modo chiaro in audizione lo scorso 11 ottobre” e di cui “stamattina hanno dimostrato di aver preso piena consapevolezza anche i sindacati come emerso dalle dichiarazioni di oggi”. Stellantis è perciò “concentrata e determinata nell’affrontare la sfida epocale dell’evoluzione del settore automotive. La transizione si costruisce e si realizza, non si rimanda”. Elkann ha ribadito con forza che Stellantis “è un’azienda che opera nel mondo con forti radici in Usa, Italia e Francia, dove Fiat è il primo marchio tra gli altri 15. Stellantis e nata proprio per avere spalle più larghe in un contesto dove la pressione competitiva è aumentata esponenzialmente e dove sono necessari investimenti ingenti”. Prova ne sia, ha tenuto a evidenziare Elkann al Presidente Fontana, che “in questi decenni gli stipendi, gli oneri fiscali e previdenziali versati, la bilancia commerciale, gli investimenti fatti e le competenze cha abbiamo formato, hanno superato di gran lunga i contributi ricevuti in Italia. E lo rivendichiamo con orgoglio, essendo la più importante realtà industriale che opera in Italia. Stellantis da quando è nata (2021) ha investito in Italia 2 miliardi di euro all’anno”. “In questi anni non c’è stato nessun disimpegno in Italia; c’è stato solo un grande sforzo per orientare la nostra attività verso il futuro con prodotti competitivi e innovativi”, ha concluso Elkann che ha ringraziato la terza carica dello Stato per il cordiale colloquio.

Riforme, Meloni: pronti a referendum su giustizia e premierato

Riforme, Meloni: pronti a referendum su giustizia e premieratoRoma, 30 ott. (askanews) – “Siamo pronti sempre per il voto dei cittadini, siamo pronti per tutti i referendum”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nella registrazione della puntata di “Porta a porta” in onda stasera, a proposito delle parole del ministro della Giustizia Nordio, che ha auspicato il referendum sulla riforma della Giustizia.


Sul premierato, ha aggiunto, “non cambio idea perché penso che sia la madre di tutte le riforme: non la sto facendo per me perché il governo è stabile, ma se non approfitto di questa stabilità per cambiare che ci sto a fare? Abbiamo preso un impegno con i cittadini, stiamo realizzando il programma”.

Migranti, Meloni: io minacciata morte, centri Albania funzioneranno

Migranti, Meloni: io minacciata morte, centri Albania funzionerannoRoma, 30 ott. (askanews) – I centri in Albania “funzioneranno” e sono “la chiave di volta nella gestione dei flussi non solamente italiani” e per questo l’intesa “riscuote tanta attenzione da parte dell’Ue, l’Europa guarda con interesse all’intesa. Se tu migrante irregolare che paghi gli scafisti perché arrivi in Italia ma vuoi andare in Germania ti ritrovi fuori dai confini europei, questo è il più grande deterrente. E’ fondamentale per smontare questo business, farò di tutto per farlo funzionare: ho tanti nemici ma anche tanti amici” e dunque “li faremo funzionare”, “rispettando il diritto internazionale ma creando problemi seri ai trafficanti” che “mi hanno minacciato di morte”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nella registrazione della puntata di “Porta a porta” in onda stasera.


Sulla materia, per Meloni, “c’è aggressività perché la strategia del governo sta funzionando, gli sbarchi sono diminuiti del 60% e i rimpatri aumentati del 30%. Si vuole impedire che ci si metta un freno, ma ho preso degli impegni con gli italiani e farò tutto quello che posso per seguire le indicazioni che ho avuto” dagli elettori.

Lirica, nel centenario di Puccini Treccani lo incorona “il più popolare del’900″

Lirica, nel centenario di Puccini Treccani lo incorona “il più popolare del’900″Roma, 30 ott. (askanews) – Giacomo Puccini, di cui ricorre il mese prossimo il centenario dalla morte (Bruxelles, 29 novembre 1924), viene celebrato anche dal Dizionario Biografico degli Italiani Treccani come “il massimo compositore italiano del primo Novecento”, dopo la morte di Verdi e uno dei più eseguiti al mondo .A 100 anni dalla morte di Giacomo Puccini, il Dizionario Biografico Treccani lo consacra come “il compositore più acclamato d’Italia dopo la morte di Verdi e uno dei più eseguiti al mondo e lo incorona come il precursore di opere moderne che vanno oltre il belcanto italiano verso orizzonti e modelli europei”.


Per la Treccani Giacomo Puccini resta il compositore più popolare dei suoi giorni e, oggi, il massimo compositore italiano del primo Novecento, al quale Il Teatro alla Scala renderà omaggio il 29 novembre 2024 con un concerto straordinario. Nato a Lucca il 22 dicembre 1858, figlio d’arte, aveva abbandonato la carriera di provincia per completare la formazione di musicista in un conservatorio importante come quello di Milano. Una scelta felice che gli permise di imparare, da spettatore, cos’è un melodramma, per raggiungere il suo vero scopo: “scrivere opere moderne, di preferenza nella scia di Richard Wagner, non del belcanto italiano o di Giuseppe Verdi”, come ricorda Dieter Schickling nella voce scritta per la Treccani.


A un concorso per atto unico bandito dall’editore Edoardo Sonzogno, Puccini partecipò con l’opera-ballo Le Willis (Le Villi) senza ottenere neanche una menzione d’onore; messa in scena il 31 maggio 1884 al teatro Dal Verme di Milano con tre repliche venne applaudita dal pubblico ed elogiata dalla critica e l’editore Giulio Ricordi ne acquistò i diritti. Puccini era così entrato nel novero dei musicisti potenziali successori di Verdi. L’opera successiva, Edgar, non ebbe lo stesso successo, ritirata dopo tre sole recite e rimasta fino ad oggi la meno conosciuta ed eseguita: “l’unico autentico flop dell’intera carriera di Puccini”, sentenzia Riccardo Pecci nel volume Musica del Contributo italiano alla storia del pensiero diretto da Sandro Cappelletto, per il quale resta, comunque, uno dei compositori di teatro musicale più eseguiti al mondo.


Dopo cinque anni gettati al vento, Giulio Ricordi decise di continuare a credere in Puccini e gli commissionò un’altra opera. Tra i progetti considerati la Tosca e Sonia, da Delitto e Castigo di Fëdor Dostoevskij, ma nel 1889 la scelta cadde su Manon Lescaut dal romanzo settecentesco dell’Abbé Prevost: opera fortemente influenzata da una rinnovata e più intensa conoscenza del teatro di Wagner, presentata al Teatro Regio di Torino il 1° febbraio 1893, con buon successo di pubblico e di critica ma senza essere ripresa da nessun altro teatro. D’improvviso però Manon Lescaut divenne un successo commerciale: nel giro di un anno l’opera fu data non soltanto nei principali teatri italiani, ma anche a Buenos Aires, Rio de Janeiro, Amburgo, Budapest e Londra, dove George Bernard Shaw, in un’ampia recensione su The World, celebrò Puccini come la più grande promessa per il futuro dell’opera italiana.


Fu poi la volta de La bohème, basata sulle Scènes de la vie de bohème di Henry Murger, che ebbe immediato successo di pubblico e nel giro di un anno venne ripresa nei maggiori teatri del Regno,ma anche a Manchester, Berlino, Vienna e Parigi. L’esito economico fece definitivamente di Puccini un uomo ricco, uno dei primi italiani a permettersi il lusso di un’automobile privata. Seguirono Tosca, tratta dal dramma di Sardou, che trionfò immediatamente nei massimi teatri d’Italia, d’Europa e delle due Americhe e che lo consacrò appunto, dopo la morte di Verdi, come il compositore più acclamato d’Italia. Nel 1904 alla Scala venne rappresentata Madama Butterfly che alla prima si rivelò uno dei più famigerati ‘fiaschi’ teatrali, riscuotendo poi alla seconda première un successo travolgente che dura tuttora.Seguirono altre opere quali La fanciulla del West, La rondine, Il Trittico (Il tabarro, Suor Angelica, Gianni Schicchi), ma gli ultimi anni di vita furono assorbiti dal lavoro per l’opera Turandot, progetto ngelica, Gianni Schicchi), ma gli ultimi anni di vita furono assorbiti dal lavoro per l’opera Turandot, progetto avviato nel marzo del 1920 e non ancora completato quando Puccini si mise in viaggio per Bruxelles, per farsi operare di un cancro alla laringe. Morì pochi giorni dopo l’operazione, il 29 novembre 1924, nell’Institut médico-chirurgical di Bruxelles ed è sepolto in una cappella interna della villa di Torre del Lago.

Manovra, Meloni: da Cgil e Uil sciopero pregiudiziale

Manovra, Meloni: da Cgil e Uil sciopero pregiudizialeRoma, 30 ott. (askanews) – “C’è un piccolissimo pregiudizio da parte di Cgil e Uil, lo scioppero è stato convocato qualche giorno prima dell’incontro con il governo sulla manovra. I sindacati volevano giustamente la riduzione del precariato, è diminuito; l’aumento dei salari, e abbiamo fatto il cuneo; volevano l’aumento dell’occupazione ed è aumentata; abbiamo messo più soldi sulla sanità, prendiamo 3,6 mld dalle banche. Se dopo tutto questo confermano lo sciopero generale non siamo molto nel merito…” Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nella registrazione della puntata di “Cinque minuti” in onda stasera.

Meloni: abbiamo vinto 11-1 regionali ed europee, se serve test…

Meloni: abbiamo vinto 11-1 regionali ed europee, se serve test…Roma, 30 ott. (askanews) – “Se l’opposizione vince è una vittoria nazionale se perde è un test locale. Grazie a Bucci, la sua non è stata una scelta facile, è stata premiata e sarà uno straordinario presidente di regione. Da quando siamo al governo abbiamo votato in 12 tra Regioni e Province autonome, è finita 11-1 per il centrodestra. Alle Europee ha vinto il centrodestra se volessimo test nazionale su dove sia la maggioranza penso che un’idea ce la siamo fatta”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nella registrazione della puntata di “Cinque minuti” in onda stasera.