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Palazzo Chigi: effettuata operazione aerea Italia-Giordania per portare aiuti a Gaza

Palazzo Chigi: effettuata operazione aerea Italia-Giordania per portare aiuti a GazaRoma, 28 gen. (askanews) – “Continua l’impegno dell’Italia, accanto ai partner regionali e internazionali, nella stabilizzazione del quadrante mediorientale e nel sostegno alle sue popolazioni. Oggi, elicotteri delle Forze Armate italiane e giordane hanno condotto congiuntamente un’operazione aerea che ha consentito di fornire una concreta e fattiva assistenza alla popolazione della Striscia di Gaza mediante il trasporto di ingenti quantitativi di aiuti umanitari”. E’ quanto si legge in una nota di Palazzo Chigi.


“Un’attività complementare – prosegue la nota – con l’azione portata avanti attraverso Food for Gaza, meccanismo attivato dalla Farnesina con il quale sono già stati portate nella Striscia oltre 100 tonnellate di aiuti alimentari e sanitari. Nei prossimi giorni arriveranno al Porto di Ashdod 15 camion donati al Programma Alimentare Mondiale e altre 15 tonnellate di aiuti. Un’iniziativa che si aggiunge a quella portata avanti sin dall’inizio della guerra dalle Forze Armate italiane a sostegno dei civili di Gaza con l’attività sanitaria condotta in Egitto da nave Vulcano e a favore di bambini palestinesi anche con medici italiani negli ospedali degli Emirati Arabi Uniti”.

Ira di Fdi e Meloni per il ‘chissene’ di Santanchè (sempre più isolata)

Ira di Fdi e Meloni per il ‘chissene’ di Santanchè (sempre più isolata)Roma, 28 gen. (askanews) – Questa volta, raccontano, è riuscita a far infuriare proprio tutti. Persino, il suo “amico” Ignazio La Russa. L’intervista ‘a reti unificate’ rilasciata a Gedda dalla ministra del Turismo, Daniela Santanchè, non è proprio piaciuta al suo partito e, soprattutto, alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Tanto che di prima mattina viene costretta a una smentita in cui parla di “ricostruzioni fantasiose”. Solo che gli audio, pubblicati sui siti di Repubblica e Stampa, di fatto, confermano le dichiarazioni che hanno fatto saltare sulla sedia la premier e i dirigenti di via della Scrofa. Intanto, per quel “chi se ne frega” che – come la registrazione certifica – non è rivolto in generale a chi la critica ma ai malumori che arrivano dal suo stesso partito.


Ma ancor di più la presidente del Consiglio non avrebbe gradito il tono, considerato sfidante, con cui Santanché spiega che l’impatto dei processi sul suo lavoro lo valuta lei e solo lei. Questione su cui la premier aveva spiegato di avere una riflessione in corso ma, al momento, non ancora “le idee chiare”. Persino quella che sembra una dichiarazione di affetto imperituro nei confronti del presidente del Senato, quel “non mi abbandonerà mai”, è stato da molti letto come un messaggio subliminale, una sorta di promemoria di quanto le loro sorti siano legate. D’altra parte, lo stesso La Russa, per la prima volta, apertamente ipotizza che il destino di Santanché possa essere segnato. “L’amicizia – dice – prescinde dal fatto politico, sia che rimanga ministra sia che non sia ministra”. Quella di domani resta comunque una data-snodo. La Cassazione si esprimerà infatti sullo spostamento della sede di competenza da Milano a Roma dell’altro processo in cui la responsabile del Turismo è coinvolta, ovvero quello per truffa all’Inps per l’uso della cassa integrazione del periodo Covid. Lo stesso procedimento per il quale in caso di rinvio a giudizio, questa volta sì, Santanché avrebbe detto di essere pronta a dimettersi. Un trasferimento potrebbe allungare i tempi dell’esame. Ma se la competenza dovesse rimanere nel capoluogo lombardo la sentenza potrebbe arrivare nel giro di qualche settimana: uno stillicidio che anche la premier vorrebbe evitare.


Santanché continua a ribadire di non avere alcuna intenzione di lasciare il suo posto a meno che a chiederlo non sia la presidente del Consiglio. Dirimente potrebbe essere solo un incontro tra le due che però al momento non è ancora in agenda. E non soltanto perché Giorgia Meloni vorrebbe arrivare al faccia a faccia solo dopo che la ministra si sarà convinta a fare un passo indietro. La premier, infatti – causa crisi di governo in Serbia – domani e dopodomani non sarà più a Belgrado per la prevista riunione interministeriale. Tuttavia, Santanchè che sarà di ritorno dall’Arabia saudita il 30, rientrerà direttemente su Milano “per impegni già presi”.

Ira Fdi e Meloni per il ‘chissene’ di Santanchè (sempre più isolata)

Ira Fdi e Meloni per il ‘chissene’ di Santanchè (sempre più isolata)Roma, 28 gen. (askanews) – Questa volta, raccontano, è riuscita a far infuriare proprio tutti. Persino, il suo “amico” Ignazio La Russa. L’intervista ‘a reti unificate’ rilasciata a Gedda dalla ministra del Turismo, Daniela Santanchè, non è proprio piaciuta al suo partito e, soprattutto, alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Tanto che di prima mattina viene costretta a una smentita in cui parla di “ricostruzioni fantasiose”. Solo che gli audio, pubblicati sui siti di Repubblica e Stampa, di fatto, confermano le dichiarazioni che hanno fatto saltare sulla sedia la premier e i dirigenti di via della Scrofa. Intanto, per quel “chi se ne frega” che – come la registrazione certifica – non è rivolto in generale a chi la critica ma ai malumori che arrivano dal suo stesso partito.


Ma ancor di più la presidente del Consiglio non avrebbe gradito il tono, considerato sfidante, con cui Santanché spiega che l’impatto dei processi sul suo lavoro lo valuta lei e solo lei. Questione su cui la premier aveva spiegato di avere una riflessione in corso ma, al momento, non ancora “le idee chiare”. Persino quella che sembra una dichiarazione di affetto imperituro nei confronti del presidente del Senato, quel “non mi abbandonerà mai”, è stato da molti letto come un messaggio subliminale, una sorta di promemoria di quanto le loro sorti siano legate. D’altra parte, lo stesso La Russa, per la prima volta, apertamente ipotizza che il destino di Santanché possa essere segnato. “L’amicizia – dice – prescinde dal fatto politico, sia che rimanga ministra sia che non sia ministra”. Quella di domani resta comunque una data-snodo. La Cassazione si esprimerà infatti sullo spostamento della sede di competenza da Milano a Roma dell’altro processo in cui la responsabile del Turismo è coinvolta, ovvero quello per truffa all’Inps per l’uso della cassa integrazione del periodo Covid. Lo stesso procedimento per il quale in caso di rinvio a giudizio, questa volta sì, Santanché avrebbe detto di essere pronta a dimettersi. Un trasferimento potrebbe allungare i tempi dell’esame. Ma se la competenza dovesse rimanere nel capoluogo lombardo la sentenza potrebbe arrivare nel giro di qualche settimana: uno stillicidio che anche la premier vorrebbe evitare.


Santanché continua a ribadire di non avere alcuna intenzione di lasciare il suo posto a meno che a chiederlo non sia la presidente del Consiglio. Dirimente potrebbe essere solo un incontro tra le due che però al momento non è ancora in agenda. E non soltanto perché Giorgia Meloni vorrebbe arrivare al faccia a faccia solo dopo che la ministra si sarà convinta a fare un passo indietro. La premier, infatti – causa crisi di governo in Serbia – domani e dopodomani non sarà più a Belgrado per la prevista riunione interministeriale. Tuttavia, Santanchè che sarà di ritorno dall’Arabia saudita il 30, rientrerà direttemente su Milano “per impegni già presi”.

Euro digitale, Leibbrandt (Cls): attenzione, ordine Trump pesa

Euro digitale, Leibbrandt (Cls): attenzione, ordine Trump pesaRoma, 28 gen. (askanews) – Il presidente del Cda di Cls, piattaforma chiave sui servizi di regolazione del mercato valutario (Forex), ha lanciato un monito rispetto all’ipotesi di avventurarsi sulla creazione di valute digitali delle banche centrali (Cbdc) in un sistema globale che resta basato sul dollaro, mentre negli Usa l’amministrazione Trump ha emanato un divieto in tal senso. “L’ordine esecutivo di Trump è rilevante. Se gli Usa non si muoveranno verso una Cbdc, forse dovremmo pensarci un po’”, ha affermato Gottfried Leibbrandt, già amministratore delegato dalla piattaforma Swift, nel suo intervento oggi a una conferenza sulle infrastrutture dei sistemi di pagamento organizzata dalla Banca di Francia.


“Di sicuro non possiamo sovrastimare l’importanza del dollaro. Che piaccia o no, abbiamo un sistema finanziario basato sul dollaro. Tutti gli scambi valutari vengono regolati con il dollaro. Il 90% di tutti i crediti documentati sulla piattaforma Swift è in dollari. Metà dei pagamenti trasfrontalieri sono denominati in dollari – ha rilevato Leibbrandt -. Metà dei mercati azionari e obbligazionari del mondo sono in sono statunitensi. Cioè i mercati Usa per bond e azioni sono grandi quanto quelli di tutto il resto del mondo messi assieme. E potrei andare avanti”. Alla stessa conferenza è intervenuto Piero Cipollone, il componente del Comitato esecutivo della Bce che ha la delega su sistemi di pagamento e euro digitale, che invece è il più forte sostenitore della necessità di procedere all’adozione di quest’ultimo, indipendentemente dalle mosse Usa. Secondo Cipollone, anzi, l’ordine di Trump rende più impellente “per tutti gli altri” rafforzare la collaborazione su queste materie.


In Europa i sistemi di pagamento restano frammentati e la digitalizzazione, i sistemi a registro distribuito (Dlt) e le Stablecoin – che sono prevalentemente basate sul dollaro – “rischiano di accelerare e accentuare questa frammentazione”, ha detto Cipollone. “Questo è il motivo per cui la Bce si sta muovendo per fornire una valuta per l’era digitale. Questo è il motivo per cui ci serve sia l’euro digitale, per le transazioni al dettaglio, sia una soluzione adatta per il regolamento delle operazioni all’ingrosso su Dlt”, i sistemi a registro distribuito. Secondo Cipollone “entrambe le soluzioni aiuteranno la moneta della Banca centrale a restare rilevante nell’era digitale e le banche a restare al centro del sistema dei pagamenti. La stabilità finanziaria – ha ricordato – richiede un asset privo di rischio per il regolamento (delle transazioni-ndr) e un forte sistema bancario per distribuirlo”.


Il tema dell’adozione di un euro digitale a livello di Bce e di Eurosistema delle banche centrali era oggetto di discussione e dibattito già prima del dirompente ordine esecutivo di Trump. E’ contenuto nel dispositivo che afferma di voler assicurare “la leadership (Usa) sulla sulle tecnologie finanziarie digitali”. E dispone in modo non equivoco che viene “proibito alle agenzie federali qualunque azione per stabilire, emettere o promuovere valuta digitale della banca centrale (Cbdc)”. Finora i lavori per procedere verso l’euro digitale sono andati avanti a livello della Bce e della Commissione europea, mentre sono sembrati avanzare più a rilento a livello di Parlamento europeo.


La mossa di Trump potrebbe suggerire agli eurodeputati di soppesare con ulteriore cautela questa partita. O almeno questo è quello che sembrava ventilare il presidente del Cda di Cls quando rimarcava con insistenza il fatto che il sistema finanziario globale resta basato sul dollaro. “Un giorno potrebbe cambiare, ma al momento questa è la realtà e questo significa che per muovere questo sistema su un registro comune temo che dovrà essere col dollaro. E l’ordine esecutivo di Trump è rilevante. Se gli Usa non si muoveranno verso una Cbdc – ha avvertito Leibbrandt – forse dovremmo pensarci un po’”. (fonte immagine: Banque de France).

Calcio,Champions,Gasperini: Barcellona duro,ma abbiamo occasione

Calcio,Champions,Gasperini: Barcellona duro,ma abbiamo occasioneRoma, 28 gen. (askanews) – L’Atalanta chiede al Barcellona il pass per gli ottavi di Champions League domani in Catalogna. La trasferta non è iniziata benissimo per l’infortunio di Lookman “Si trascinava questo problema da due partite – le parole a Sky di Gasperini da una contusione col Napoli. Con il Como sembrava in ripresa, ma in allenamento si è aggravato. La prognosi è quella, speriamo l’assenza sia più breve del previsto”. Si parla di Raspadori e di Maldini: “Non lo so, dovete chiedere alla società. In pochi giorni di mercato non credo che la situazione cambi, soprattutto per un infortunio che potrebbe essere più breve”. Si compie un altro tassello del risiko europeo nerazzurro: “Lo stadio è bellissimo lo stesso. Non siamo stati fortunati in questi anni, anche con il Real Madrid capitò una situazione simile, il Bernabeu era in ristrutturazione e andammo a giocare nel centro sportivo. Una spinta in più per tornarci”. Al Montjuic un bergamasco come Gimondi diventò campione del mondo. “Ricordo benissimo lo sprint di Gimondi su Merckx. Barcellona è una città ricca di storia sportiva e poi la squadra che affrontiamo è una delle più famose e più belle che esistano”. Come si affronta il Barcellona: “Tutte le squadre hanno punti deboli, ma loro sono belli da vedere. Flick ha fatto un lavoro eccezionale, hanno sia talenti che coralità di gioco. All’inizio non era una delle formazioni più accreditate, ma lo è diventata con il lavoro”. Come si spiega la fatica di alcune big europee in questa prima fase di Champions: “Dipende dalla nuova formula, dal calendario, dalla classifica unica che rende tutto molto più incerto”. Si aspettava di arrivare all’ultima giornata giocandosi gli ottavi? “Non ci poniamo traguardi prima, iniziamo a giocare e poi vediamo. Non siamo presuntuosi, ma nemmeno umili. Le vittorie in trasferta ci hanno aiutato, peccato per qualche punto perso in casa. Avrei messo la firma per essere dove sono ora, ma abbiamo una grande chance e dobbiamo sfruttarla”.

Mediobanca boccia Mps: Ops ostile e fortemente distruttiva di valore

Mediobanca boccia Mps: Ops ostile e fortemente distruttiva di valoreMilano, 28 gen. (askanews) – Mediobanca passa al contrattacco e boccia senza appello l’Ops lanciata da Mps, ritenendola “ostile” e “fortemente distruttiva” di valore. Ed è scontro aperto con Caltagirone e Delfin: Piazzetta Cuccia stigmatizza i “rilevanti intrecci azionari” dei due soci, azionisti anche del Monte e di Generali, che configurano “una potenziale disomogeneità negli interessi rispetto al resto della compagine azionaria”.


Il cda di Mediobanca, riunito questa mattina dopo l’offerta annunciata venerdì da Siena, ha rigettato l’Ops – con l’astensione dei due consiglieri Sandro Panizza e Sabrina Pucci, che siedono nel board in rappresentanza di Delfin -, ritenendola “priva di razionale industriale e finanziario” e rivendicando il “brillante avvio” del proprio piano 2023-2026, confermandone gli obiettivi (coi 3,7 mld distribuiti ai soci in tre anni), la visione e la traiettoria. L’istituto guidato da Alberto Nagel argomenta punto per punto, senza sconti, l’offerta di Mps che innanzitutto non ha, secondo Mediobanca, valenza industriale e porterebbe a “un forte indebolimento” del proprio modello di business focalizzato sui segmenti di attività specializzate e redditizie quali il Wealth Management e l’Investment Banking. L’Ops, sottolinea, “distrugge valore per gli azionisti di Mediobanca e di Mps essendo facile prevedere una copiosa perdita di clienti in quelle attività (WM e CIB) che presuppongono l’indipendenza, la reputazione e la professionalità dei professionisti”, con la clientela bancaria e finanziaria e quella large corporate che migrerebbe verso boutique specializzate o banche estere, così come “le migliori risorse umane del gruppo che ragionevolmente” andranno altrove.


L’Ops, inoltre, è “negativamente caratterizzata dalla difficoltà a determinare il valore intrinseco dell’azione Mps che presenta un patrimonio netto che fronteggia rilevanti attività fiscali, attività deteriorate e rischi di contenzioso legale (3,3 mld), indicatori di rischio peggiori rispetto alle altre banche italiane, rilevanti perdite pregresse, una marcata concentrazione geografica (70% filiali al centro-sud Italia) e di clientela (piccole media impresa), mancanza di fabbriche prodotto”. Dal punto di vista finanziario, scrive Mediobanca, il calo del titolo Mps dopo l’annuncio dell’Ops “ne testimonia la fragilità del corso di borsa, rendendo improbabile il buon esito dell’operazione”. Rispetto al prezzo undisturbed di Mediobanca di 15,23 euro alla chiusura del 23 gennaio, l’offerta basata sul prezzo di borsa di Mps rappresenta infatti: uno sconto del 3% sulla base del prezzo del 27 gennaio, del 7% guardando alla media degli ultimi tre mesi di Mps, del 15% sulla media dei sei mesi e uno sconto del 28% guardando alla media degli ultimi 12 mesi.


Ma è nella parte finale del comunicato che arriva l’affondo verso i due principali soci dell’istituto, Delfin che, sulla base dello stacco del dividendo di novembre, detiene il 20% circa e Caltagirone col 7% del capitale. L’operazione – sottolinea Mediobanca – “è caratterizzata dai rilevanti intrecci azionari di Delfin e Caltagirone”. La presenza degli stessi azionisti in Mps, Mediobanca e Generali nell’ambito di un’offerta esclusivamente in azioni “configura una potenziale disomogeneità negli interessi rispetto al resto della compagine azionaria”. In Borsa, Mediobanca e Mps hanno chiuso la seduta in netto calo. Le azioni Mediobanca, dopo i forti guadagni degli ultimi giorni, hanno perso il 4,36% a 15,78 euro, Mps ha continuato la sua discesa (-2,45% a 6,206 euro), ai minimi da fine novembre. Le 2,3 azioni che il Monte offre per ogni azione di Piazzetta Cuccia valgono così oggi 14,2738 euro contro il prezzo implicito di 15,992 euro dell’Ops, portando l’offerta a sconto del 9,5% circa.

Lavoro, Calderone: dati Mezzogiorno grande opportunità per il Paese

Lavoro, Calderone: dati Mezzogiorno grande opportunità per il PaeseRoma, 28 gen. (askanews) – “Come ministro del lavoro raccolgo con soddisfazione i dati Istat sulla crescita dei posti di lavoro in particolare nel Mezzogiorno, con una crescita delle regioni del Sud superiore alla media nazionale”. Lo afferma in una nota il Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Calderone.


“Proprio il Sud è la nostra miniera di intelligenze e competenze – prosegue – di lavoratrici e lavoratori che possono dare grande spinta al nostro tessuto produttivo. E’ infatti proprio il Sud la nostra area del paese con maggiore sottoutilizzo della forza lavoro, in particolare femminile, e proprio sul Mezzogiorno stiamo concentrando tantissimi sforzi, come dimostrano i nostri interventi su decontribuzione Sud e ZES. Con le misure di superamento delle logiche di assistenzialismo del recente passato e con gli strumenti più innovativi di cui ci siamo dotati – penso alla piattaforma SIISL partita di recente – vogliamo ridurre il mismatch tra domanda e offerta di lavoro, investire sulla formazione continua e creare sempre più opportunità di lavoro nel mezzogiorno e nel paese intero. Siamo sulla strada giusta, ma c’è ancora tantissimo da fare”.

Bce, stretta banche su prestiti a imprese eurozona (ma non in Italia)

Bce, stretta banche su prestiti a imprese eurozona (ma non in Italia)Roma, 28 gen. (askanews) – È tornata a inasprirsi sul finale dello scorso anno la dinamica del credito bancario per le imprese nell’area euro. Lo riporta la Banca centrale europea sulla base della sua indagine trimestrale, secondo cui i criteri di erogazione per i mutui alle famiglie sono invece rimasti invariati mentre si sono inaspriti quelli sui prestiti al consumo. Nello stesso periodo qualcosa di opposto si è verificato in Italia: un allentamento dei criteri per i prestiti alle imprese e un irrigidimento di quelli sull’erogazione di mutui.


Guardando all’insieme dell’area euro, la domanda di prestiti da parte delle imprese è rimasta debole, mentre quella sui mutui ha continuato a risalire in maniera vigorosa. Il tutto mentre giovedì, dal Consiglio direttivo della stessa Bce è atteso un nuovo taglio ai tassi di riferimento per tutta l’eurozona, per 0,25 punti percentuali con cui i tasso guida – che al momento resta quello sui depositi – scenderebbe al 2,75%. Una mossa che dovrebbe favorire allentamenti delle condizioni di finanziamento.


L’indagine della Bce registra la quota netta di banche che riportano inasprimenti dei criteri di erogazione di credito. Nel caso delle imprese la quota netta di istituti che hanno riportato misure in tal senso è stata pari al 7%, mentre per i mutui alle famiglie secondo la Bce la dinamica è “sostanzialmente invariata”, dato che la quota netta di banche che hanno riportato inasprimenti è stata solo dell’1%. Sui prestiti al consumo questa quota è stata invece del 6%. Le banche si attendono ulteriori inasprimenti sia sui prestiti alle imprese sia sul credito al consumo per il primo trimestre di quest’anno, assieme a un leggero inasprimento sui mutui alle famiglie.


Per quanto riguarda la Penisola, l’indagine viene condotta dalla Banca d’Italia secondo cui nel quarto trimestre del 2024 i criteri di offerta sui prestiti alle imprese sono stati lievemente allentati: l’effetto positivo della pressione concorrenziale, recita un comunicato, e della maggiore tolleranza del rischio ha più che compensato l’impatto negativo della maggiore percezione del rischio. I termini e le condizioni generali per i finanziamenti alle imprese sono stati resi più favorevoli mediante una riduzione dei tassi di interesse praticati, anche a seguito dei minori margini applicati dalle banche. I criteri di offerta sui prestiti per l’acquisto di abitazioni sono stati lievemente irrigiditi, prosegue Bankitalia, mentre sono rimasti invariati quelli sui prestiti per il consumo. Per il trimestre in corso gli intermediari si attendono un lieve allentamento dei criteri per il credito alle imprese e un leggero irrigidimento di quelli per il credito al consumo; i criteri applicati ai mutui rimarrebbero invariati. Bankitalia segnala che per la prima volta dal terzo trimestre del 2022, la domanda di prestiti da parte delle imprese è aumentata, riflettendo il maggiore fabbisogno di finanziamenti per investimenti fissi, scorte e capitale circolante, nonché il più basso livello dei tassi di interesse.


La richiesta di prestiti da parte delle famiglie per l’acquisto di abitazioni ha registrato un nuovo marcato incremento; per il credito al consumo l’aumento è stato più moderato. Nel trimestre in corso la domanda di prestiti di imprese e famiglie crescerebbe in tutti i comparti. Le condizioni di accesso al finanziamento delle banche sono migliorate, principalmente con riferimento ai depositi sia a breve sia a lungo termine e ai titoli di debito a medio-lungo termine. Nel trimestre in corso le condizioni di accesso alla raccolta non registrerebbero variazioni significative. Nel 2024 le nuove misure normative o di supervisione hanno contribuito a un lieve aumento delle attività ponderate per il rischio. Nell’anno in corso le banche si attendono una ulteriore e significativa crescita delle attività ponderate per il rischio e un moderato incremento del capitale mediante nuove emissioni. Infine, nei sei mesi terminanti nello scorso dicembre la quota di crediti deteriorati (Npl) e gli altri indicatori della qualità del credito non hanno esercitato alcun impatto sulle politiche di offerta. Gli effetti sarebbero nulli anche nel semestre in corso.

Shoah, Mattarella: ripetiamo “mai più”. E ricorda la complicità fascista

Shoah, Mattarella: ripetiamo “mai più”. E ricorda la complicità fascistaRoma, 28 gen. (askanews) – “Mai più”. Sergio Mattarella invita tutti a ripetere oggi con più forza e determinazione quel richiamo che venne dopo l’orrore di Auschwitz. Ieri in occasione dell’80esimo anniversario della liberazione del campo nazista il capo dello Stato ha partecipato, in Polonia, alla cerimonia a cui erano presenti capi di Stato e di governo provenienti da decine di paesi. “Un momento storico di straordinaria importanza” lo descrive Mattarella, un evento per “rinnovare un patto tra le nazioni e i popoli che, in tempi difficili come quelli che stiamo attraversando accende una speranza”.


Per la cerimonia al Quirinale, che si è svolta un giorno dopo il Giorno del Memoria, sono intervenuti la Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Noemi Di Segni, e il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. In prima fila la premier Giorgia Meloni, i ministri Tajani, Crosetto e Piantedosi. Quest’anno la protagonista è Liliana Segre che il Presidente della Repubblica difende dagli “inaccettabili insulti razzisti” e avverte: “occorre mettervi un argine. Sono reati gravi, che vanno perseguiti a tutela della libertà e della giustizia”. La preoccupazione di Mattarella è per quello che avviene oggi, per il rischio che certe tentazioni razziste riemergano, “un risorgente antisemitismo che va respinto con forza” perchè “Auschwitz non è una parentesi, per quanto orribile. Alberga nel fondo dell’animo dell’uomo – avverte -. E’ un monito insuperabile e, insieme, una tentazione che sovente affiora”. Auschwitz, ricorda ancora Mattarella “è la conseguenza diretta delle leggi razziste, ignominiosamente emanate anche in Italia dal regime fascista e della furia antiebraica nazista, di cui il regime fascista e la Repubblica di Salò furono complici e collaboratori, fino alla ‘soluzione finale’”. Complicità che per la prima volta anche Meloni ha pronunciato ieri e che oggi ha aggiunto: “Penso che sia molto importante in questo momento attualizzare questo racconto: è una di quelle battaglie che non si finisce mai di combattere”.


Non dimenticare gli orrori del passato, dice infatti Mattarella, serve a impedire il “rischio concreto che torni in auge, nella società così come nei rapporti internazionali, il nefasto criterio espresso dalle parole ‘mors tua, vita mea’, sempre foriero di tragedie. Avremmo invece bisogno, tutti e in ogni parte del pianeta, di una nuova stagione all’insegna del dialogo, della collaborazione, della comprensione”. Di qui il valore delle testimonianze dei sopravvissuti che Mattarella accoglie ogni anno con affetto al Quirinale che, come Liliana Segre, con il loro “impegno di memoria e di verità, le parole preziose, che non sono mai di odio, di vendetta, ma di giustizia, di umanità, di speranza” hanno costruito “un ponte con le nuove generazioni, trasferendo coraggio, passione, amore per la libertà, ripulsa per l’ingiustizia e la sopraffazione”. La senatrice a vita deportata da ragazzina ad Auschwitz viene intervistata da alcuni studenti e racconta di quando si trovò di fronte a uno dei suoi aguzzini con un’arma a portata di mano ma scelse di non colpirlo: “In quel momento compresi l’enorme differenza che c’era tra me e lui. Mai, io, per alcuna ragione, avrei potuto uccidere nessuno. Diventai allora una donna di pace”.


Questo per Mattarella è lo spirito che ha dato vita alla nostra Costituzione che “è nata – e vive – per cancellare i principi, le azioni, le parole d’ordine del cupo dominio nazifascista”. Una Costituzione che promuove eguaglianza, giustizia, confronto e pluralismo. E dunque la cerimonia di oggi al Quirinale serve a “ribadire solennemente il nostro comune e inderogabile impegno a non permettere che simili atrocità si ripresentino”. Ma senza cedere alla sconforto perchè, osserva ancora il Presidente della Repubblica possiamo avere fiducia nei giovani, nella Costituzione e “nella vigilanza attiva delle forze politiche e sociali”. “Ripetiamo allora anche noi – è quindi il suo invito -, con particolare determinazione in questi nostri giorni, nelle scuole, nelle università, nei luoghi di lavoro, nelle case e nelle piazze, quel grido forte e alto, che proviene, ogni giorno e per sempre, dal recinto di Auschwitz: ‘Mai più!’”.

Calcio, Inzaghi: “Champions, manca solo l’ultimo passo”

Calcio, Inzaghi: “Champions, manca solo l’ultimo passo”Roma, 28 gen. (askanews) – “Non possiamo fare calcoli, abbiamo fatto un ottimo percorso. Ora manca solo l’ultimo passo”. Parola di Simone Inzaghi alla vigilia della sfida con il Monaco (San Siro ore 21), ultimo appuntamento della fase a gironi di Champions League. Basta un punto per arrivare agli ottavi di finale per la quarta volta di fila. “Il Monaco è un’ottima squadra – le parole del tecnico nerazzurro – Hutter l’ho già incontrato ai tempi della Lazio quando allenava l’Eintracht. In Champions è arrivato qualche gol in meno, ma abbiamo subito un solo gol in sette partite. Tra l’altro, su una palla nostra concessa agli altri”. Capitolo Bisseck. Il tedesco può giocare anche da centrale: “L’ha dimostrato in più di un’occasione, anche domenica a Lecce. È un ottimo giocatore e sta crescendo”. Palacios verso il Monza, gli infortuni il vero ostacolo: “Spero di riavere Acerbi e Calhanoglu nel derby di domenica prossima, vediamo”. Sull’inchiesta curve, infine: “Ho chiarito in procura tutto ciò che dovevo chiarire – ha concluso l’allenatore -, ora come ora vorrei concentrarmi sulla sfida di domani e non parlarne”.