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Tennis, Bolelli-Vavassori vincono in doppio ad Adelaide

Tennis, Bolelli-Vavassori vincono in doppio ad AdelaideRoma, 11 gen. (askanews) – Inizia al meglio il 2025 di Simone Bolelli e Andrea Vavassori. Gli azzurri, rispettivamente numero 9 e 8 del mondo in doppio, battono 46 76(4) 11-9 i tedeschi Kevin Krawietz e Tim Puetz, n.10 e 11 nel ranking di specialità, e conquistano ad Adelaide il quarto titolo in carriera dopo quelli conquistati a Buenos Aires, Halle e Pechino l’anno scorso.


Grazie a questo risultato Simone Bolelli migliorerà il suo best ranking in doppio, che risale all’agosto 2015, e salirà alla posizione numero 6. Il 39enne di Budrio ha raggiunto così i 15 titoli in carriera in doppio nel circuito maggiote, il quarto sul duro dopo il trionfo all’Australian Open 2015 con Fognini (prima coppia italiana a vincere uno Slam in doppio maschile dopo Pietrangeli e Sirola al Roland Garros 1959), a Dubai nel 2016 con Seppi e Pechino nel 2024 con Vavassori. Il torinese ha festeggiato invece il suo settimo titolo ATP in doppio.

Lega: sul cambiamento nel simbolo consuete fantasie giornalistiche

Lega: sul cambiamento nel simbolo consuete fantasie giornalisticheRoma, 11 gen. (askanews) – “Al congresso della Lega si parlerà di progetti, di come far crescere il partito e l’Italia, delle sfide nazionali e internazionali di cui la Lega è protagonista, di riforme, di lavoro e di sicurezza. Nessun cambio di nome in vista, nessun arretramento, nessun cambio di progetto: le consuete fantasie giornalistiche saranno smentite dalla realtà come accade da diversi anni”. Lo dice una nota della Lega, smentendo le indiscrezioni riportate da alcuni quotidiani sull’ipotesi che la dicitura “Salvini premier” venga eliminata dal simbolo elettorale del partito.

Terzo mandato, Ciriani: Campania? Non è possibile Italia Arlecchino

Terzo mandato, Ciriani: Campania? Non è possibile Italia ArlecchinoRoma, 11 gen. (askanews) – Il ricorso alla Corte costituzionale, presentato dal Governo contro la legge regionale campana che recepisce (tardivamente) il limite dei due mandati per il presidente della Regione e che consentirebbe all’attuale governatore Vincenzo De Luca di ricandidarsi, ha motivi “politici, ma anche tecnici”. Lo ha detto il ministro per i rapporti col Parlamento, Luca Ciriani (FdI), intervistato dal Corriere della sera. “Mi pareva difficile non farlo. La legge 165 del 2004 – ha spiegato – prevede l’elezione diretta e la non ricandidabilità dopo il secondo mandato per i presidenti delle Regioni. Il vincolo, piaccia o meno, già c’è. Ed è nazionale. Non è pensabile altrimenti un’Italia Arlecchino”.


“Secondo i pareri del ministero dell’Interno e delle Riforme portati in Consiglio dei ministri dal sottosegretario Mantovano e dal ministro Casellati la legge è autoapplicativa. Non si deve aspettare che ogni Regione la recepisca quando vuole”, ha sottolineato l’esponente del Governo, anche se, ha riconosciuto, in Veneto l’attuale presidente leghista Luca Zaia “ha utilizzato, in passato, il margine di ambiguità della norma. Ma non è immaginabile che una Regione abbia due mandati, una tre, una quattro. Per questo ci siamo rivolti alla Consulta”. De Luca dice che avete paura degli elettori. “Non abbiamo paura di nessuno. Vanno rispettati gli elettori, però anche le leggi”, è la risposta di Ciriani. “Non abbiamo voluto fare né un favore a Schlein né al centrodestra. Cinicamente avremmo potuto lasciare la legge che c’è, spaccare il centrosinistra con la candidatura di De Luca e aumentare le nostre chance di vittoria. Ma la prospettiva sarebbe stata il caos istituzionale. Serve serietà”, ha concluso il ministro.

Telefonata Meloni-Biden: straordinaria collaborazione su tutti i temi

Telefonata Meloni-Biden: straordinaria collaborazione su tutti i temiRoma, 11 gen. (askanews) – Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha avuto una conversazione telefonica con il Presidente degli Stati Uniti d’America, Joe Biden, al quale ha voluto anzitutto esprimere i sentimenti di solidarietà suoi personali e del Governo italiano per le terribili devastazioni causate dagli incendi in California. Lo fa sapere Palazzo Chigi in una nota.


Nel corso del colloquio – prosegue il comunicato di Palazzo Chigi – il Presidente del Consiglio ha trasmesso al Presidente Biden il profondo ringraziamento e apprezzamento per la straordinaria collaborazione intrattenuta nel quadro delle eccezionali relazioni bilaterali e su tutti i temi di politica internazionale, come confermato anche nell’ambito della Presidenza italiana del G7. Al riguardo, il Presidente Biden ha voluto ricordare, in particolare, l’importanza del risultato raggiunto con l’accordo per l’erogazione a favore dell’Ucraina di prestiti per 50 miliardi di dollari, a valere sui profitti derivanti dai beni sovrani russi immobilizzati.

Illimity: offerta Ifis non concordata, non si trascura alcuna opzione

Illimity: offerta Ifis non concordata, non si trascura alcuna opzioneMilano, 10 gen. (askanews) – Riunione straordinaria per il Consiglio di Amministrazione di Illimity Bank che ha preso atto dell’opas annunciata da Banca Ifis l’8 gennaio che valorizza la società 298 milioni di euro. “Fermo restando che illimity si esprimerà sull’offerta con le tempistiche e secondo le modalità previste dalla legge, si precisa che l’offerta non è stata sollecitata né preventivamente concordata con illimity”, spiega la banca fondata da Corrado Passera.


La nota mette in chiaro che Illimity proseguirà nelle sue attività, “inclusa la predisposizione del nuovo piano industriale, non trascurando alcuna opzione strategica che possa contribuire all’obiettivo di creare valore per gli azionisti e per tutti gli stakeholders della Banca”. L’offerta di Banca Ifis valorizza Illimity 3,55 euro per azione, tra 1,414 euro cash e 1 azione di nuova emissione ogni 10 conferite. Una proposta che ha fatto balzare il titolo di Illimity a Piazza Affari, con rialzi superiori al 10%. Nei giorni scorsi la banca guidata dall’ex ministro dello Sviluppo economico si è portata a ridosso dei 4 euro per azione, mentre venerdì ha chiuso a 3,81 euro per azione in calo dell’1,9%.


Entro il 28 gennaio Ifis presenterà i documenti in Consob, con le carte in mano si riunirà di nuovo il board di Illimity. Il 10 febbraio c’è già un appuntamento in agenda per l’approvazione dei risultati preliminari del 2024. Ma è probabile che si possa anticipare.

Auto, Imparato (Stellantis): ok target 2035, ma rivedere ritmo

Auto, Imparato (Stellantis): ok target 2035, ma rivedere ritmoBruxelles, 10 gen. (askanews) – L’obiettivo Ue riguardo all’immissione sul mercato entro il 2035 esclusivamente di auto a zero emissioni non è in discussione “non è un problema per noi: la fine dei giochi è chiara”; semmai, c’è da rivedere il ritmo e le modalità del percorso verso questo obiettivo, in particolare nei prossimi tre anni. Lo ha affermato Jean-Philippe Imparato, Chief Operating Officer per l’Europa del gruppo Stellantis, parlando oggi con alcuni giornalisti al “Brussels Motor Show”, in corso al Palazzo delle Esposizioni di Bruxelles. “Il 2035 – ha sottolineato – non è un problema per me oggi. La questione per noi non è il 2035, ma sono i prossimi tre o cinque anni”.


Il dirigente di Stellantis ha riferito di aver elaborato un piano che presenterà “al livello del Comitato esecutivo globale” del gruppo “la prossima settimana, in termini di aggiornamento dei piani per l’Europa sui modelli e sui motori (“product plan and powertrain plan”) nei prossimi tre anni”. Stellantis, ha annunciato, metterà sul mercato diversi modelli (la C3, la C3 Aircross, la Opel Frontera, la Fiat Grande Panda) di auto elettriche più piccole, del segmento B “nei prossimi tre mesi”, con costi “inferiori ai 20.000 euro”, e quindi “l’offerta ci sarà” per i molti consumatori che finora non hanno potuto acquistare veicoli a batteria perché non se lo potevano permettere.


Imparato ha anche illustrato le ragioni della scelta di Stellantis di aderire all’accordo (“pooling”) con Tesla, insieme ad altri costruttori del settore automotive, per compensare le mancate riduzioni delle emissioni richieste per il 2025 dalle norme Ue e non pagare le sanzioni previste per le aziende che non rispetteranno quegli obiettivi. Per essere in regola quest’anno con la riduzione del 20% delle emissioni rispetto al 2021, che si applica a tutto il parco auto nuove di ogni azienda, si può aumentare la produzione dei veicoli elettrici oppure ridurre quella delle auto a combustione interna, ha spiegato Imparato; ma, ha affermato, “questo è qualcosa che non sostengo. Non voglio farlo. Questa è l’ultima decisione che prenderò. Anche se è nel catalogo delle decisioni che possiamo prendere. Ma è qualcosa che non voglio fare perché sarebbe un dramma per l’industria, per la nostra gente, per le nostre fabbriche”. L’accordo con Tesla permette di risolvere il problema senza “scontrarsi contro un muro”, ha rilevato il dirigente per l’Europa di Stellantis, che ha prospettato anche la possibilità (sarebbe “una buona idea”, ha detto) di allargare il “pooling” mettendo insieme i due comparti delle auto passeggeri e dei veicoli commerciali.


Imparato non ha risposto alla domanda su quanto costerà acquistare da Tesla i diritti di compensazione delle emissioni (comunque, molto meno delle sanzioni), ma ha sottolineato che il “pooling” è “nel migliore interesse di tutte le parti”. Infine, il responsabile per l’Europa di Stellantis ha osservato che, visto che stanno ormai scomparendo gli incentivi con fondi pubblici nazionali all’acquisto di auto elettriche (laddove c’erano, come in Germania e in Francia), il “messaggio inviato” alle autorità nazionali ed europee è che almeno provvedano a completare la diffusione adeguata e capillare delle infrastrutture necessarie per le ricariche elettriche, con una “accelerazione in termini di regolamentazione”.


Anche perché, ha concluso, insieme ai prezzi dei veicoli a batteria, e ben più della questione della loro autonomia, uno dei fattori più importanti che hanno impedito finora il decollo della domanda di auto elettriche da parte dei consumatori è quello dell’insufficienza e inadeguatezza delle colonnine di ricarica.

Campania, sul terzo mandato De Luca tira dritto e attacca il governo

Campania, sul terzo mandato De Luca tira dritto e attacca il governoNapoli, 10 gen. (askanews) – Chi si aspettava un passo indietro sul terzo mandato è rimasto deluso. Il presidente della regione Campania Vincenzo De Luca, nella conferenza stampa indetta questa mattina nella sede della Regione ha ribadito che sarà lui il candidato alla presidenza nelle prossime regionali, nonostante la decisione del governo, arrivata poche ore fa, di impugnare la legge regionale recentemente approvata dal parlamentino campano. Nell’aula De Sanctis, dove è stato organizzato l’incontro con i giornalisti, campeggiano due cartelloni alle spalle del governatore con due scritte: “Non abbiate paura degli elettori” e “La legge (non) è uguale per tutti”.


De Luca mette subito le cose in chiaro: “La mia scelta è questa, non cambia nulla. Andremo avanti con ancora più determinazione”e che in merito al terzo mandato “non è cambiato nulla vado avanti, non si è modificata di una virgola la mia posizione e non si modificherà. Devono essere i cittadini a decidere della propria vita”. Il presidente campano parla di una decisione ‘contra personam’ da parte dell’esecutivo e annuncia che si difenderà davanti alla Corte Costituzionale “abbiamo la sensazione che avverrà come avvenuto per l’autonomia differenziata: sarà smantellata”. Poi cita Papa Wojtyla: “mi è tornato alla mente l’appello caloroso di Papa Wojtyla e che rivolgo al governo: non abbiate paura. Non abbiate paura degli elettori, aprite il cuore alla speranza e soprattutto date ai cittadini la possibilità di decidere da chi essere governati. Si chiama democrazia”. De Luca rilancia dicendo che la “legge non sembra uguale per tutti visto che si pone il limite dei mandati solo per la nostra regione mentre l’Esecutivo non ha avuto nulla da eccepire su altre che hanno già approvato leggi identiche a quella campana. In Veneto c’èáZaiaáche ha già finito il terzo mandato e nessuno ha detto nulla”. Proprio il Veneto e la questione di un altro eventuale altro mandato per il governatore Zaia sta creando tensioni all’interno della maggioranza, poiché si aprirebbe di fatto per l’esponente leghista la possibilità di una quarta elezione a presidente del Veneto.


Poche ore fa Alberto Villanova, capogruppo della Lega in Consiglio regionale del Veneto ha ricordato che “l’unica cosa da fare a questo punto è aspettare che la Corte Costituzionale si esprima sul ricorso del governo contro la legge regionale della Campania, vista anche la posizione della presidente del Consiglio Giorgia Meloni”. E sulla possibilità che la Lega corra da sola alle prossime elezioni in Veneto Villanova risponde: “Cerchiamo di lavorare per tenere il centrodestra unito, ma a questo punto tutti gli scenari sono aperti sia che si voti a ottobre o nella primavera del 2026. Saremmo ovviamente molto felici se Zaia si potesse ricandidare, ma se così non fosse abbiamo valide alternative. Nessuno vuole la rottura con Fratelli d’Italia e Forza Italia, ma se si arrivasse al braccio di ferro, e spetterà ai segretari nazionali la decisione finale, siamo pronti anche a correre da soli alle prossime elezioni regionali in Veneto. Non ci manca certo una classe dirigente: abbiamo giovani, abbiamo oltre 1.150 amministratori sul territorio, dirigenti in gamba per svolgere questo ruolo, siamo pronti a tutto”.

Mps: in Borsa chiude sui massimi a 7,054 euro, Delfin sale al 9,78%

Mps: in Borsa chiude sui massimi a 7,054 euro, Delfin sale al 9,78%Milano, 10 gen. (askanews) – Mps aggiorna in Borsa i nuovi massimi all’indomani della notizia del rafforzamento di Delfin nel capitale della banca. Le azioni, in un mercato cedente, hanno guadagnato lo 0,23% chiudendo a 7,054 euro. In un anno la performance del titolo ha fatto segnare un +116%.


La holding della famiglia Del Vecchio guidata da Francesco Milleri è salita al 9,78% di Mps dalla precedente partecipazione del 3,5%, acquisita a novembre in occasione della vendita di una quota del 15% dell’istituto senese da parte del Mef. La mossa di Delfin – che diventa così il primo socio privato del Monte, dietro al Tesoro, titolare dell’11,7% -, segue quella di Francesco Gaetano Caltagirone che a inizio dicembre si è rafforzato al 5,026% e che, secondo indiscrezioni, è in ulteriore movimento, visti i forti scambi sul titolo da inizio anno. Con le quote anche di Banco Bpm (5%) e Anima (4%), il “nocciolo duro” di azionisti viaggia ormai sopra il 35%, blindando sempre più il Monte.

Borse europee chiudono in rosso con dati lavoro Usa, Milano -0,64%

Borse europee chiudono in rosso con dati lavoro Usa, Milano -0,64%Milano, 10 gen. (askanews) – Chiusura in rosso per le Borse europee dopo che i dati sul lavoro Usa, nettamente più forti delle attese, hanno mandato ko Wall Street e fatto impennare i rendimenti dei Treasury Usa. I 256.000 posti di lavoro creati a dicembre alimentano nuovi dubbi sulle mosse future della Fed, che potrebbe mantenere i tassi di interesse sui livelli attuali per un prolungato periodo di tempo. A Milano il Ftse Mib ha perso lo 0,64%, ma sopra quota 35mila punti, a Parigi il Cac40 lo 0,79%, a Francoforte il Dax lo 0,52%, a Londra il Ftse100 lo 0,84%. Su fronte dei nostri titoli di Stato, in linea con un sell-off obbligazionario globale, lo spread è in risalita a 121 punti, con il rendimento del Btp decennale che balza al 3,77%. Il Brent, intanto, ha superato gli 80 dollari al barile, sui massimi da tre mesi.


A Piazza Affari, tra i titoli principali, maglia rosa a Leonardo (+1,43%), che si porta a 27,7 euro, seguita da Banco Bpm (+0,73%), Pop Sondrio (+0,67%) e Intesa Sanpaolo (+0,55%), “la prima scelta in Italia” per Citi, secondo un report della banca d’affari. Mps, all’indomani della notizia della salita nel capitale di Delfin poco sotto la soglia rilevante del 10%, ha chiuso in rialzo dello 0,23% a 7,054 euro, aggiornando così i nuovi massimi. Realizzi su Iveco (-6,98%).

Sinner, caso Clostebol al Tas: udienza il 16-17 aprile

Sinner, caso Clostebol al Tas: udienza il 16-17 aprileRoma, 10 gen. (askanews) – L’annuncio ufficiale arriva da Losanna, dove il Tribunale arbitrale dello sport (Tas) ha fissato le date per l’udienza che riesaminerà il “caso Clostebol” di Jannik Sinner: il procedimento si svolgerà a porte chiuse il 16 e 17 aprile presso la sede del Tas di Losanna, in Svizzera, quindi durante i due Atp 500 di Barcellona e di Monaco di Baviera (torneo, quest’ultimo, a cui Sinner è iscritto). Si deciderà sul ricorso presentato dalla Wada contro l’assoluzione del tennista italiano decisa dalla Itia (International Tennis Integrity Agency).