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Gardini(Confcooperative): Paese sia più generoso con donne e giovani

Gardini(Confcooperative): Paese sia più generoso con donne e giovaniRoma, 20 ago. (askanews) – “Il Meeting ha sempre avuto un minimo comune denominatore: guardare al futuro, generare visioni su cui costruire modalità di vita: cosa cerchiamo e cosa sogniamo? Sogno un paese più generoso dove sia data maggiore opportunità alle donne, con politiche di conciliazioni affinché possano essere attive e non ai margini del focolare, dove sia data la possibilità a giovani e meno giovani di essere parte attiva nel governo dell’impresa, dove l’intelligenza artificiale non mette a rischio il lavoro di tante persone. Sogno un sistema e un lavoro che non fa dello sfruttamento e superamento della sicurezza un elemento competitivo. Questo elementi che devono ancora una volta con forza devono essere lanciato al nostro Paese qui dal Meeting”. Lo ha detto Maurizio Gardini presidente di Confcooperative intervenendo al panel “il valore de lavoro”.


“La cooperativa – ha aggiunto – nasce da un bisogno: del lavoro, della ricerca di una casa, di un servizio, di un prodotto, di avere del credito giusto ed equo. C’è questa forte connotazione che cambia i paradigmi di mutualità interna che si coniuga con la visione di mutualità esterna. Coniugare il benessere delle comunità e dei territori legittima il riconoscimento costituzionale della funzione sociale della cooperazione”. “Qui c’è il grande senso della diversità della cooperazione che riposiziona un equilibrio e una volontà diversa del rapporto col lavoro – ha proseguito – Tanto più incidente nella nostra storia, anche a seguito di alcuni fallimenti frutto di un capitalismo esasperato che ha guardato troppo spesso all’ottica del dividendo. Non a caso dall’Europa arriva un richiamo forte all’economia sociale che deve aiutare a tenere insieme la coesione sociale. Qui sta il senso più autentico di un lavoro a misura di persona che genera valore vero di convivenza e partecipazione”.


“Dobbiamo guardare a nuove forme di coinvolgimento del lavoratore. Siamo in prossimità di una legge di bilancio che deve porsi il problema di mettere più soldi in busta paga. Non è solo un problema di cuneo fiscale e contributivo, ma anche di produttività: per creare ricchezza e avere un salario variabile sul secondo livello. Si conquista così la possibilità di condividere obiettivi molto concreti: elementi che si intrecciano e ci danno la strada da seguire” ha concluso Gardini.

Ue, Barroso: economia Ue può aggravarsi con elezione presidente Usa

Ue, Barroso: economia Ue può aggravarsi con elezione presidente UsaRoma, 20 ago. (askanews) – Gli Stati Uniti “hanno un programma di protezione fortissimo, un modo per attrarre investimenti solo negli Usa. Bisogno adattarsi a un mondo che diventa sempre più difficile. In termini di sicurezza, l’Europa è con gli Stati Uniti e con la Nato, ma in termini economici abbiamo un problema vero e proprio che può aggravarsi con il nuovo presidente Usa a novembre”. lo ha detto Josè Manuel Barroso, già presidente Commissione Europea e presidente non esecutivo Goldman Sachs International, durante il panel “Disuguaglianza: il prezzo che tutti paghiamo”, al Meeting di Rimini.

Beppe Grillo all’attacco: la regola dei due mandati non si tocca

Beppe Grillo all’attacco: la regola dei due mandati non si toccaRoma, 20 ago. (askanews) – “Con determinazione e speranza”, Beppe Grillo conclude un suo messaggio ad “attivisti, portavoce (cioè eletti locali e in Parlamento, ndr) e sostenitori” del Movimento 5 stelle, pubblicato sul suo blog personale. In calce al testo, che appare come un nuovo tentativo di delimitare i temi e gli argomenti che possono essere oggetto di discussione in occasione dell’assemblea costituente voluta dal leader stellato Giuseppe Conte, il fondatore del Movimento si qualifica come “Garante e custode dei valori fondamentali dell’azione politica del Movimento 5 stelle”, valori fondamentali che indica in tre “pilastri” che “non sono in nessun modo negoziabili”: nome, simbolo e limite dei mandati elettorali. Proprio sulla richiesta di Grillo di concordare in anticipo l’ambito delle materie affidate all’arbitrio dell’assemblea costituente si era consumato negli scorsi mesi un primo scontro con Conte, che ha sostenuto la necessità di affidare piena sovranità sui cambiamenti interni alla fase costituente.


Un nuovo duro segnale di battaglia interna, soprattutto considerando che proprio la regola del limite ai mandati, oltre ad essere stata fra le cause di frequenti emorragie di parlamentari migrati verso altri lidi politici, è considerata una delle principali cause della debolezza elettorale e organizzativa del Movimento da una larga parte degli esponenti di maggior rilievo e degli eletti del Movimento nelle istituzioni. “La politica, nella sua essenza più pura, non deve essere un mestiere ma una nobile missione”, taglia corto Grillo nel passaggio chiave del suo intervento. “Ci troviamo – avverte – a un crocevia fondamentale nella nostra storia, in cui dobbiamo riflettere sulle nostre radici e su ciò che ci ha unito sin dall’inizio. Quando abbiamo fondato il MoVimento 5 Stelle, io e Gianroberto, lo abbiamo fatto con un ideale chiaro: creare un’alternativa al sistema politico tradizionale. Il nostro viaggio è nato da un sogno condiviso, un sogno che ci ha portato a sfidare un sistema corrotto, a restituire voce ai cittadini e a provare a costruire un’Italia più giusta e trasparente. Nel 2013 un grido ci ha aperto la strada, ci ha spalancato quella porta che non riuscivamo a vedere. Dietro quella porta c’era un mondo nuovo, un territorio sconosciuto, del tutto diverso da come immaginavamo. Come ogni specie animale ci siamo dovuti adattare, per sopravvivere, e con poca agilità abbiamo dovuto convivere con chi quei territori li abitava da tempo e non voleva essere disturbato”.


“Durante tutto questo cammino, ci siamo sempre ancorati a tre pilastri imprescindibili: il nostro simbolo, il nostro nome e la regola del secondo mandato”, avverte il comico genovese. “Il simbolo del MoVimento 5 Stelle non è solo un segno grafico, è un richiamo al cambiamento, è l’emblema di un’intera rivoluzione culturale e politica, la bandiera sotto cui milioni di italiani hanno marciato con noi. È il vessillo sotto il quale milioni di cittadini si sono riconosciuti e con il quale abbiamo combattuto battaglie importanti; da cui sono nate idee, valori e speranze condivise, è il segno visibile della nostra lotta per la trasparenza, la giustizia e la partecipazione. Un partito politico non dovrebbe mai cedere alla tentazione di mutare il proprio simbolo: è la bussola che orienta il cammino verso il futuro, senza mai tradire il passato”. “Il nostro nome, MoVimento 5 Stelle, non è solo – rivendica Grillo – una sequenza di suoni o lettere: rappresenta la nostra piena identità, è un nome che racchiude storie, significati e speranze, come il nome di ognuno di noi, sin dalla nostra nascita. Quando pronunciamo MoVimento 5 Stelle evochiamo una connessione, riconosciamo la sua essenza, la sua unicità. Cambiare un nome è come rinunciare a un pezzo di quella magia, a un ponte invisibile che collega chi siamo a chi vogliamo diventare. Nella vita ci possono essere molte trasformazioni, ma il nome rimane un ancoraggio, un richiamo costante alla nostra essenza più vera. MoVimento 5 Stelle è il nome che ci ha guidato verso risultati concreti, difenderlo significa difendere la nostra storia e il nostro diritto di essere riconosciuti per ciò che siamo, ieri, oggi e domani”.


“E poi c’è la regola del secondo mandato. Era l’8 Settembre del 2007: con il V-Day si avviava la raccolta firme per tre proposte di legge di iniziativa popolare, tra cui l’introduzione di un tetto massimo di due legislature. Da cui tutto ebbe inizio”. Per Grillo, quindi, “la politica, nella sua essenza più pura, non deve essere un mestiere ma una nobile missione. Trasformare l’impegno politico in una professione perpetua significa tradire la fiducia dei cittadini e sprofondare nel pantano della mediocrità e dell’opportunismo. Limitare i mandati significa restituire al popolo la sovranità che gli spetta, è un presidio di democrazia, impedisce che pochi individui si arroghino il diritto di governare in eterno. Questo ricambio garantisce che la politica sia sempre animata da nuove energie, idee fresche e prospettive diverse, preservando così la sua natura dinamica e democratica. E’ un argine contro la degenerazione del potere e un invito costante al rinnovamento, per evitare che la politica si trasformi in un recinto chiuso, distante dalle vere esigenze di chi davvero ha bisogno”.


“La regola del secondo mandato – ribadisce l’antico animatore e primo leader pubblico del M5S – è un principio che ci distingue, che ci ha resi unici, che ci rende liberi dal potere e dalle sue tentazioni. E’ la garanzia che il MoVimento rimarrà sempre fedele al suo spirito originario: servire i cittadini e non il potere, con rappresentanti che portano avanti le idee e non le proprie ambizioni personali. Questi tre nostri pilastri non sono in nessun modo negoziabili, e non possono essere modificati a piacimento. Sono il cuore pulsante del MoVimento 5 Stelle, il nostro faro nella tempesta. Cambiarli significherebbe tradire la fiducia di chi ha creduto in noi, di chi ha lottato con noi, di chi ha visto nel MoVimento l’unica speranza di cambiamento reale”. “Vi chiedo quindi di riflettere profondamente, di ascoltare la vostra coscienza. In questo momento cruciale non possiamo permetterci di smarrire la nostra rotta. Custodiamo e proteggiamo ciò che abbiamo costruito insieme. Il MoVimento è e deve rimanere una forza di cambiamento autentico, e per farlo, dobbiamo rimanere fedeli ai nostri principi fondativi”, è l’appello conclusivo di Grillo.

M5S, Grillo all’attacco: la regola dei due mandati non si tocca

M5S, Grillo all’attacco: la regola dei due mandati non si toccaRoma, 20 ago. (askanews) – “Con determinazione e speranza”, Beppe Grillo conclude un suo messaggio ad “attivisti, portavoce (cioè eletti locali e in Parlamento, ndr) e sostenitori” del Movimento 5 stelle, pubblicato sul suo blog personale. In calce al testo, che appare come un nuovo tentativo di delimitare i temi e gli argomenti che possono essere oggetto di discussione in occasione dell’assemblea costituente voluta dal leader stellato Giuseppe Conte, il fondatore del Movimento si qualifica come “Garante e custode dei valori fondamentali dell’azione politica del Movimento 5 stelle”, valori fondamentali che indica in tre “pilastri” che “non sono in nessun modo negoziabili”: nome, simbolo e limite dei mandati elettorali. Proprio sulla richiesta di Grillo di concordare in anticipo l’ambito delle materie affidate all’arbitrio dell’assemblea costituente si era consumato negli scorsi mesi un primo scontro con Conte, che ha sostenuto la necessità di affidare piena sovranità sui cambiamenti interni alla fase costituente.


Un nuovo duro segnale di battaglia interna, soprattutto considerando che proprio la regola del limite ai mandati, oltre ad essere stata fra le cause di frequenti emorragie di parlamentari migrati verso altri lidi politici, è considerata una delle principali cause della debolezza elettorale e organizzativa del Movimento da una larga parte degli esponenti di maggior rilievo e degli eletti del Movimento nelle istituzioni. “La politica, nella sua essenza più pura, non deve essere un mestiere ma una nobile missione”, taglia corto Grillo nel passaggio chiave del suo intervento. “Ci troviamo – avverte – a un crocevia fondamentale nella nostra storia, in cui dobbiamo riflettere sulle nostre radici e su ciò che ci ha unito sin dall’inizio. Quando abbiamo fondato il MoVimento 5 Stelle, io e Gianroberto, lo abbiamo fatto con un ideale chiaro: creare un’alternativa al sistema politico tradizionale. Il nostro viaggio è nato da un sogno condiviso, un sogno che ci ha portato a sfidare un sistema corrotto, a restituire voce ai cittadini e a provare a costruire un’Italia più giusta e trasparente. Nel 2013 un grido ci ha aperto la strada, ci ha spalancato quella porta che non riuscivamo a vedere. Dietro quella porta c’era un mondo nuovo, un territorio sconosciuto, del tutto diverso da come immaginavamo. Come ogni specie animale ci siamo dovuti adattare, per sopravvivere, e con poca agilità abbiamo dovuto convivere con chi quei territori li abitava da tempo e non voleva essere disturbato”.


“Durante tutto questo cammino, ci siamo sempre ancorati a tre pilastri imprescindibili: il nostro simbolo, il nostro nome e la regola del secondo mandato”, avverte il comico genovese. “Il simbolo del MoVimento 5 Stelle non è solo un segno grafico, è un richiamo al cambiamento, è l’emblema di un’intera rivoluzione culturale e politica, la bandiera sotto cui milioni di italiani hanno marciato con noi. È il vessillo sotto il quale milioni di cittadini si sono riconosciuti e con il quale abbiamo combattuto battaglie importanti; da cui sono nate idee, valori e speranze condivise, è il segno visibile della nostra lotta per la trasparenza, la giustizia e la partecipazione. Un partito politico non dovrebbe mai cedere alla tentazione di mutare il proprio simbolo: è la bussola che orienta il cammino verso il futuro, senza mai tradire il passato”. “Il nostro nome, MoVimento 5 Stelle, non è solo – rivendica Grillo – una sequenza di suoni o lettere: rappresenta la nostra piena identità, è un nome che racchiude storie, significati e speranze, come il nome di ognuno di noi, sin dalla nostra nascita. Quando pronunciamo MoVimento 5 Stelle evochiamo una connessione, riconosciamo la sua essenza, la sua unicità. Cambiare un nome è come rinunciare a un pezzo di quella magia, a un ponte invisibile che collega chi siamo a chi vogliamo diventare. Nella vita ci possono essere molte trasformazioni, ma il nome rimane un ancoraggio, un richiamo costante alla nostra essenza più vera. MoVimento 5 Stelle è il nome che ci ha guidato verso risultati concreti, difenderlo significa difendere la nostra storia e il nostro diritto di essere riconosciuti per ciò che siamo, ieri, oggi e domani”.


“E poi c’è la regola del secondo mandato. Era l’8 Settembre del 2007: con il V-Day si avviava la raccolta firme per tre proposte di legge di iniziativa popolare, tra cui l’introduzione di un tetto massimo di due legislature. Da cui tutto ebbe inizio”. (segue)

Ue, Barroso al Meeting: “Europa sta perdendo in competitività”

Ue, Barroso al Meeting: “Europa sta perdendo in competitività”Rimini, 20 ago. (askanews) – “Sono preoccupato perché l’Europa sta perdendo in termini di competitività. Ad esempio in confronto con Usa e Cina, che sta investendo molto più di noi in nuove tecnologie. Bisogna trovare un equilibrio. Se vogliamo una società più equa dobbiamo generare più crescita”: lo ha detto Josè Manuel Barroso, già presidente Commissione Europea e presidente non esecutivo Goldman Sachs International, durante il panel “Disuguaglianza: il prezzo che tutti paghiamo”, al Meeting di Rimini.


“L’Europa non è solo un mercato – ha aggiunto Barroso – ma un mercato con obiettivi sociali e politici ed ecco perché nel Trattato di Lisbona si parla di prosperità condivisa ma anche di coesione socio-economica e territoriale”. “L’Europa in questo senso è un’economia di mercato – ha detto – ma con livelli diversi di welfare, non siamo come gli Usa e la loro economia”. “L’Europa è l’unione di tante culture ma occorre un approccio che cerca di generare consenso”. Barroso ha ricordato come “uno degli obiettivi dell’Ue è la prosperità condivisa. Quando fu creata, negli anni Cinquanta, l’obiettivo principale era quella della pace e questo obiettivo è stato raggiunto perché non c’è più stato un conflitto tra i membri della Comunità europea.

Meeting, card. Pizzaballa: giustizia senza perdono diventa vendetta

Meeting, card. Pizzaballa: giustizia senza perdono diventa vendettaRoma, 20 ago. (askanews) – “La fede cristiana non è e non può essere separata dall’idea di perdono”, ma “perdonare senza che ci sia dignità e uguaglianza non è un gesto che porta dignità e uguaglianza. Significa giustificare un male che si sta compiendo”. All’incontro inaugurale dell’edizione 2024 del Meeting di Rimini, il patriarca di Gerusalemme dei Latini, card. Pierbattista Pizzaballa, osserva le difficoltà che ci sono lungo il cammino verso una pace in Terra Santa.


Se “di fronte a Dio perdono e giustizia sono quasi sinonimi”, e se “Gesù sulla croce non ha atteso che si facesse giustizia per perdonare, ha perdonato”, a livello comunitario le dinamiche sono diverse: “perdonare oggi per un palestinese – osserva il card. Pizzaballa – significa giustificare quello che sta accadendo. Non può farlo, deve attendere”. Ma questa rimane l’unica strada: “Come pastore devo ricordare che la giustizia senza perdono diventa semplicemente recriminazione. Può diventare vendetta. La fede cristiana deve portare nel dibattito pubblico questa possibilità: a livello personale, a piccoli gruppi, arriverà il momento in cui si potrà fare, perché il perdono è l’unica via per superare questa impasse”. Cruciale dunque la “purificazione della memoria”, che “non significa cancellare tutto, essere rinunciatari o annullarsi, ma prendere coscienza che ho bisogno di rileggere continuamente la propria storia alla luce della coscienza attuale. Questo aiuta nella relazione con l’altro”. In Terra Santa, oggi, dove “le narrative sono esclusive, uno contro l’altro”; “abbiamo bisogno di purificare questa memoria” perché “ci aiuti a vivere in maniera diversa rispetto al passato”.

Meeting Rimini, Acea partecipa con stand ed incontri istituzionali

Meeting Rimini, Acea partecipa con stand ed incontri istituzionaliRoma, 20 ago. (askanews) – ACEA partecipa alla 45esima edizione del Meeting Rimini dal titolo “Se non siamo alla ricerca dell’essenziale, allora cosa cerchiamo?”, organizzata dalla Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli.


Il Gruppo, si legge in una nota, “è presente quest’anno con uno stand all’interno dell’area espositiva della manifestazione che si svolgerà alla Fiera di Rimini fino al 25 agosto. Un’occasione per ribadire l’importanza dell’acqua per lo sviluppo economico e sociale del Paese. ACEA propone la propria idea di futuro in cui la sostenibilità è l’asse portante di ogni business per la diffusione di una cultura che punta ad una maggiore consapevolezza e responsabilità nel consumo delle risorse. In particolare quella idrica, così essenziale e così strategica in questo momento. Proprio per questo il Piano industriale ACEA prevede, entro il 2028, 4,7 miliardi di investimenti proprio nel settore dell’acqua”. Nello stand ACEA, prosegue la società, “allestito con ledwall, saranno presenti dei corner tematici dove verranno presentati i progetti in cantiere del Gruppo: dalle opere PNRR nel settore idrico all’utilizzo dell’intelligenza artificiale per una rete elettrica sempre più smart”.


In calendario incontri istituzionali, previste anche visite allo stand di diversi Ministri della Repubblica e altre personalità. Il 23 agosto l’Amministratore delegato Fabrizio Palermo interverrà nel panel “Transizione energetica: costi e competitività” insieme al ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin. “Al centro del dibattito le soluzioni al cambiamento climatico che rappresenta una delle sfide più determinanti del nostro tempo – conclude la nota – Una sfida che ACEA si è impegnata ad affrontare, anche con l’utilizzo di tecnologie innovative, in particolare sul fronte idrico considerando che, per il Gruppo, primo operatore in Italia nel settore, l’acqua va a tutti gli effetti considerata come una risorsa energetica di valore al pari delle altre, quindi da tutelare e preservare”.

Ue, ok a 5 mld aiuti per impianto chip di Esmc a Dresda

Ue, ok a 5 mld aiuti per impianto chip di Esmc a DresdaMilano, 20 ago. (askanews) – La Commissione Europea ha approvato 5 miliardi di aiuti di Stato da parte della Germania a Esmc per la costruzione di uno stabilimento di chip all’avanguardia a Dresda. Esmc è una jv fra il colosso di Taiwan Tsmc che detiene la maggioranza, Bosch, Infineon e Nxp. Lo stabilimento sarà pienamente operativo alla fine del 2029, avrà una capacità di 480mila chip l’anno e creerà, secondo quanto indicato dalla Commissione, fino a 11mila posto di lavoro in Germania e Ue.


L’operazione rientra nell’ambito dello European Chips Act lanciato 3 anni fa e che punta a raddoppiare la produzione di chip in Europa portandola al 20% della produzione globale. “E’ più di una inaugurazione, è l’investitura dell’Europa come centro di innovazione globale”, ha detto la presidente della Commissione Europea Ursula von der Layen all’inaugurazione del cantiere. “Da quando abbiamo lanciato il Chips Act abbiamo raccolto investimenti pubblici e privati nell’ordine dei 115 miliardi di euro e sono state aperte fabbriche di chip all’avanguardia come quelle di Crolles vicino e a Grenoble e di Catania in Sicilia. E ora un’altra qui a Desdra”, ha aggiunto.

Regionali, de Pascale: nostra coalizione con 60 liste civiche vere

Regionali, de Pascale: nostra coalizione con 60 liste civiche vereRimini, 20 ago. (askanews) – Quella del centrosinistra in Emilia-Romagna è una coalizione “larghissima” composta da “più di sessanta liste civiche vere, cioè soggetti autonomi, non soggetti che al loro interno hanno partiti politici”. Lo ha detto il sindaco di Ravenna e candidato alla presidenza della Regione Emilia-Romagna per il centrosinistra, Michele de Pascale, durante una visita al Meeting di Rimini.


“In Emilia Romagna il campo è larghissimo – ha spiegato de Pascale -. Io l’ho sperimentato nella mia città e forse uno dei motivi per cui sono candidato è anche perché ho dimostrato di essere una persona che è in grado di tenere insieme anche cose diverse fra loro”. “La nostra coalizione – ha aggiunto – vedrà tutte le forze del centrosinistra, tutte le forze che in questo momento sono all’opposizione del governo Meloni, e al momento ha già più di sessanta liste civiche vere, cioè soggetti autonomi, non soggetti che al loro interno hanno partiti politici. E’ una coalizione molto molto larga che sta lavorando sul programma che sarà insieme per l’Emilia-Romagna. Il nostro è un progetto per l’Emilia-Romagna, per la nostra regione perché abbiamo ben chiaro cosa dobbiamo fare e cosa vogliamo fare per la nostra regione”.

Autonomia, de Pascale: sarà arlecchinata leggi diverse per regioni

Autonomia, de Pascale: sarà arlecchinata leggi diverse per regioniRimini, 20 ago. (askanews) – “C’è altro tema non compreso fino in fondo: con l’autonomia differenziata andiamo verso un’ulteriore arlecchinata di leggi tutte diverse regioni per regione”. E su questo “il centrosinistra deve essere oltre che critico anche autocritico”. Lo ha detto il sindaco di Ravenna e candidato alla presidenza della Regione Emilia-Romagna per il centrosinistra, Michele de Pascale, durante una visita al Meeting di Rimini.


“Quello dell’autonomia è un tema molto tecnico, molto complesso che non so quanto sia finora stato compreso a fondo da tutti i cittadini – ha detto de Pascale -. L’autonomia secondo me ha due difetti fondamentali. Il primo è quello della mancanza di solidarietà” e su questo “penso che il popolo del Meeting di Rimini non possa, al di là del vivere a Reggio Calabria o a Milano, non porsi il tema della uguaglianza di diritti e di opportunità in tutto il paese e della riduzione degli squilibri territoriali”. Poi c’è un altro tema che “non è compreso fino in fondo” secondo il sindaco: “con l’autonomia differenziata andiamo verso una ulteriore arlecchinata di leggi tutte diverse regioni per regione”. Su questo, secondo il candidato alla presidenza dell’Emilia-Romagna che è anche presidente nazionale di Upi, “anche il centrosinistra deve essere oltre che critico anche autocritico: perché io che ho una cultura dell’autonomia molto forte e che vorrei più autonomia amministrativa in questo paese vorrei più spazio per i Comuni, per le Province nell’amministrazione; però vorrei regole più semplici e uguali in tutta Italia”.


Quindi con questa legge “si sta perseguendo la via sbagliata dell’autonomia che è quella di diversificare le leggi regione per regione invece di avere regole uguali dappertutto e più responsabilizzazione dei territori. Quella è la sussidiarietà che serve”. Inoltre “se si vuole essere critici con Calderoli secondo me bisogna essere anche autocritici perché io ho parlato di autonomia differenziata con cinque governi hanno governato tutti però probabilmente eran tutti progetti sbagliati”.