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Codice strada, appello: far rispettare legge su seggiolini anti-abbandono

Codice strada, appello: far rispettare legge su seggiolini anti-abbandonoRoma, 18 mar. (askanews) – Solo in Italia (e in Israele) esiste una legge che obbliga a utilizzare un dispositivo di allarme per evitare di “dimenticare” i bambini in macchina. La legge, però, è poco rispettata: mancano controlli e sanzioni efficaci. Allo stesso modo, è poco rispettata la legge che impone l’obbligo dei seggiolini auto per i bambini sotto i dodici anni. In una conferenza stampa nella Sala Caduti di Nassirya al Senato, è stato chiesto al ministero dei Trasporti di approvare al più presto – prima dell’estate, periodo critico per gli abbandoni – i regolamenti attuativi, per i dispositivi d’allarme previsti dal nuovo Codice della strada 2024, per aggravare le sanzioni, aumentare i controlli, promuovere campagne di informazione e prevedere incentivi per i non abbienti (anche se i costi non sono elevati). E per chiedere più controlli sui seggiolini e il ritorno al regime agevolato Iva al 5 per cento, che è esistito per un anno (2023) e poi tornato al 22 per cento.


All’iniziativa hanno preso parte le senatrici Tilde Minasi (Lega) e Simona Malpezzi (Pd), l’onorevole Giulia Pastorella (Azione), Massimiliano Paparcone, Presidente di B810, azienda leader nelle tecnologie di connettività, Luca Tomasi, amministratore delegato di Inglesina e Vicepresidente di Assogiocattoli e Alfredo Boenzi, Associazione sostenitori e amici della polizia stradale. Titolo: “Genitori consapevoli, bambini al sicuro: la tecnologia che salva la vita”. Dal 1998 a oggi negli Stati Uniti 900 bambini sono deceduti per un colpo di calore in automobile. Un genitore li aveva dimenticati. Non si tratta di irresponsabilità, sono errori momentanei che possono capitare, si chiamano “amnesie dissociative”, la mente si divide dal corpo. Qui da noi i numeri sono molto più bassi, ma ogni volta che accade la tragedia è devastante. Dal 7 novembre 2019 in Italia è obbligatorio per i conducenti che trasportano un bambino sotto ai 4 anni su un seggiolino utilizzare un apposito dispositivo di allarme per prevenire l’abbandono del piccolo nell’auto chiusa. Da allora non ci sono stati più casi gravi, fino allo scorso anno con due terribili episodi, a giugno a Roma e a luglio a Marcon (Venezia): due bimbe di 12 e 14 mesi sono morte di ipertermia. In un’auto al sole la temperatura passa da 35 a 45 gradi in dieci minuti e arriva a 54 gradi in trenta minuti; sempre in trenta minuti, passa da 21 a 40 gradi. La B810 ha venduto un milione di dispositivi, che hanno generato 29 milioni di notifiche di allarme. Ma la copertura della popolazione è ancora molto insufficiente. Dalle indagini sul comportamento di guida degli utenti sulle principali strade gestite da Anas è emerso che il 49,47 per cento del campione indagato non utilizza i seggiolini per bambini e quindi neanche i dispositivi antiabbandono. Sono molto più numerosi coloro che rispettano le norme sul dispositivo al Nord piuttosto che al Sud, nonostante le temperature più alte e i rischi maggiori.


Il rallentamento della sensibilizzazione sul tema ha coinciso con il periodo del Covid, quando le priorità erano altre. Le multe previste per chi non ha il dispositivo a bordo oggi vanno da 83 a 332 euro, in più c’è la sospensione della patente da 15 giorni a due mesi in caso di duplice violazione in due anni. Ora il governo ha la delega per aumentare le pene, con sospensione della patente per 7 giorni (se si hanno meno di 20 punti) e per 15 giorni (se si hanno meno di 10 punti): gli addetti al settore chiedono che i decreti attuativi vengano varati al più presto. Come funziona il dispositivo? Quando il genitore chiude l’auto e si allontana, il sensore sul seggiolino del bambino perde la connessione Bluetooth con quello dell’adulto (o con il suo cellulare), che inizia a suonare. Se l’allarme non viene subito tacitato, un segnale con l’indicazione della posizione del veicolo arriva a due cellulari preindicati. Luca Tomasi, Vicepresidente di Assogiocattoli, ha ricordato che nel 2023, in Italia, 250 bambini sono rimasti gravemente feriti e 28 hanno perso la vita in incidenti stradali. Alcuni di questi hanno riguardato bambini che non erano adeguatamente protetti da un sistema di ritenuta come i seggiolini, per i quali la richiesta è tornare al regime Iva al 5 per cento.

Dazi, Meloni: no rappresaglie, guerra non avvantaggia nessuno

Dazi, Meloni: no rappresaglie, guerra non avvantaggia nessunoRoma, 18 mar. (askanews) – Sul tema dei dazi “il quadro è complesso e in costante evoluzione, tenuto conto che gli Stati Uniti hanno attivato misure simili anche nei confronti di altre Nazioni”, “ma io sono convinta che si debba continuare a lavorare, con concretezza e pragmatismo, per trovare un possibile terreno d’intesa e scongiurare una ‘guerra commerciale’ che non avvantaggerebbe nessuno, né gli Stati Uniti né l’Europa. E credo che non sia saggio cadere nella tentazione delle rappresaglie che diventano un circolo vizioso nel quale tutti perdono”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nelle sue comunicazioni nell’aula del Senato in vista del Consiglio Ue del 20 e 21 marzo.


“Se è vero che i dazi imposti sulle merci extra Ue possono teoricamente favorire la produzione interna – ha proseguito la premier -, in un contesto fortemente interconnesso come quello delle economie europea e statunitense, il quadro si complica. I dazi possono facilmente tradursi in inflazione indotta, con la conseguente riduzione del potere d’acquisto delle famiglie e il successivo innalzamento dei tassi da parte della Bce per contrastare il fenomeno inflattivo, come abbiamo già visto. Risultato: inflazione e stretta monetaria che frena la crescita economica. Non sono certa, insomma, che sia necessariamente un buon affare rispondere ai dazi con altri dazi. Per questo, credo che le energie dell’Italia debbano essere spese alla ricerca di soluzioni di buon senso tra Stati Uniti ed Europa”.

Draghi: la sicurezza dell’Ue messa in dubbio da Trump. Usare il debito comune per la Difesa europea

Draghi: la sicurezza dell’Ue messa in dubbio da Trump. Usare il debito comune per la Difesa europeaRoma, 18 mar. (askanews) – “La nostra sicurezza è oggi messa in dubbio dal cambiamento nella politica estera del nostro maggior alleato rispetto alla Russia che, con l’invasione dell’Ucraina, ha dimostrato di essere una minaccia concreta per l’Unione Europea”. Per far fronte alle esigenze di una difesa europea, oggi inevitabile, è necessario ricorrere al debito comune. Lo ha affermato Mario Draghi, nell’audizione al Senato, dinanzi alle Commissioni bilancio, attività produttive e politiche europee di Montecitorio e Palazzo Madama.


L’audizione, convocata per approfondire il Rapporto sulla competivitià, si è concentrata, come era prevedibile, sui temi geolitici di attualità, in primis il Piano europeo di riarmo e i dazi. “L’Unione Europea – ha ricordato Draghi – ha garantito per decenni ai suoi cittadini pace, prosperità, solidarietà e, insieme all’alleato americano, sicurezza, sovranità e indipendenza. Questi sono i valori costituenti della nostra società europea. Questi valori sono oggi posti in discussione. La nostra prosperità, già minacciata dalla bassa crescita per molti anni, si basava su un ordine delle relazioni internazionali e commerciali oggi sconvolto dalle politiche protezionistiche del nostro maggiore partner. I dazi, le tariffe e le altre politiche commerciali che sono state annunciate avranno un forte impatto sulle imprese italiane ed europee”.


Il debito comune per sostenere gli investimenti richiesti dal ReArm Eu è essenziale perché “gli angusti spazi di bilancio non permetteranno ad alcuni Paesi significative espansioni del deficit, né sono pensabili contrazioni nella spesa sociale e sanitaria: sarebbe non solo un errore politico – ha detto Draghi – ma soprattutto la negazione di quella solidarietà che è parte dell’identità europea, quell’identità che vogliamo proteggere difendendoci dalla minaccia dell’autocrazia”. L’ex presidente del consiglio si è poi soffermato sul tema dei dazi sottolineando che nella guerra commerciale “l’Europa è più vulnerabile di tutti gli altri, perché noi traiamo il 50% del nostro prodotto dal commercio estero, gli Stati Uniti solo il 26%, la Cina solo il 32%. Quindi se gli altri mettono dei dazi e noi rispondiamo alla fine fondamentalmente creiamo anche un danno a noi stessi”. La risposta giusta indicata da Draghi è quella di stimolare il mercato comune e aumentare la domanda interna.


Un riferimento poi all’energia. “Una seria politica di rilancio della competitività europea deve porsi come primo obiettivo la riduzione delle bollette, per imprese e famiglie”.

Ue, Schlein: sì a difesa europea, no al riarmo dei singoli Stati

Ue, Schlein: sì a difesa europea, no al riarmo dei singoli StatiRoma, 18 mar. (askanews) – “Siamo gli unici che in tutta questa vicenda entriamo nel merito delle questioni: dicendo sì alla difesa comune – e come dobbiamo costruirla – e dicendo no a ciò che va a sostegno del riarmo dei singoli 27”. Lo ha detto la segretaria Pd Elly Schlein parlando ai gruppi parlamentari democratici. Il Pd, ha aggiunto, spiega “quali sono le critiche puntuali e come chiediamo di cambiare le proposte che non vanno nella direzione di creare una vera difesa comune”.

Tv, ci sarà la seconda stagione di “Storia della mia famiglia”

Tv, ci sarà la seconda stagione di “Storia della mia famiglia”Roma, 18 mar. (askanews) – Netflix ha confermato che la serie “Storia della mia famiglia” tornerà con una seconda stagione.


La serie racconta di Fausto (Eduardo Scarpetta), un giovane papà che, sapendo di dover lasciare i suoi bambini Libero (Jua Leo Migliore) ed Ercole (Tommaso Guidi), decide di affidarli alle cure e all’amore di una improbabile famiglia composta da sua mamma Lucia (Vanessa Scalera), suo fratello Valerio (Massimiliano Caiazzo) e dagli amici di sempre Maria (Cristiana Dell’Anna) e Demetrio (Antonio Gargiulo). “Storia della mia famiglia” è creata da Filippo Gravino, diretta da Claudio Cupellini e prodotta da Palomar (a Mediawan Company).

Primavera d’arte, la mostra sul dialogo tra maestri e nuove visioni

Primavera d’arte, la mostra sul dialogo tra maestri e nuove visioniRoma, 18 mar. (askanews) – Un dialogo tra maestri e nuove visioni inaugura “Primavera d’Arte”, una nuova mostra collettiva che porta avanti la sua consolidata linea programmatica: il dialogo tra gli storici protagonisti della scuola romana e i più interessanti talenti contemporanei.


L’opening, previsto venerdì 21 marzo alle 18:30, sarà arricchito da uno showcase di live photo a cura della fotografa Eleonora Chiodo e da un intervento della jewel designer Serena Bonifazi (SB Art Jewels). La selezione degli artisti in mostra attraversa epoche e linguaggi, creando un ponte tra la grande eredità del Novecento italiano e le sperimentazioni più attuali. Tra i maestri, opere di Mario Schifano, Franco Angeli, Renato Mambor, Emilio Leofreddi, Alighiero Boetti, Mimmo Rotella, Antonio Del Donno, Renato Guttuso e Giosetta Fioroni, figure che hanno segnato profondamente l’arte italiana e internazionale con la loro visione innovativa.


Ad affiancarli, una selezione di artisti contemporanei che si muovono tra pittura, fotografia, scultura e design: Marco Tamburro, con la sua riflessione sulla metropoli e l’alienazione urbana; Juanni Wang, pittrice di caratura internazionale, la cui opera esplora il concetto di specchio e riflesso dell’anima; Daniela Forcella, con le sue installazioni pop dal forte impatto simbolico; C3R, il cui linguaggio espressivo unisce colore e parola; Fabiana Di Donato, che sperimenta la materia e il gesto pittorico con una forte intensità emotiva; Stefano Notargiacomo, che trasforma il recupero meccanico in arte e design; Eleonora Chiodo, fotografa che cattura l’istante attraverso un’estetica viscerale e spontanea; Serena Bonifazi, che con SB Art Jewels trasforma il gioiello in una scultura indossabile; Alessandro Cannistrà, artista poliedrico con una ricerca che attraversa pittura, installazione e performance. La mostra accoglie anche due new entry in galleria: Roberto Schiavone, il cui linguaggio pittorico, influenzato dalla sua esperienza nel cinema, crea scenari visionari e stratificati tra realtà e immaginazione, e Rasha Amin, artista multidisciplinare il cui lavoro esplora i temi dell’identità, della resilienza e della condizione femminile attraverso pittura, installazioni e video.


“Primavera d’Arte” celebra il confronto tra generazioni artistiche diverse, offrendo un percorso espositivo che attraversa la memoria storica e il presente dell’arte, in un continuo rinnovarsi di visioni e linguaggi.

Cinema, “Mandrake” sbarca al cinema: dal 20 marzo

Cinema, “Mandrake” sbarca al cinema: dal 20 marzoRoma, 18 mar. (askanews) – Dopo il grande successo nei teatri italiani con tutto sold out e con un seguito di oltre 5 milioni di Follower sui social Giuseppe Ninno “Mandrake” sbarca al cinema. Un’anteprima unica per la proiezione del primo film di animazione sulla famiglia ideata e portata in scena in carne ed ossa sui social da Giuseppe Ninno, in arte Mandrake. Dal 20 marzo il film d’animazione sarà in numerose sale italiane.


L’annuncio, nel perfetto stile del comico brindisino, è avvenuto su tutte le piattaforme social, facebook, instagam, tik tok, youtube, sulle quali milioni di utenti giorno dopo giorno apprezzano i divertenti video prodotti dal performer. Un successo sempre più crescente e il film d’animazione promette di essere un successo grazie alla sua combinazione di umorismo, emozioni e situazioni surreali che riflettono, in fondo, la vita di tutti i giorni. Un appuntamento imperdibile per gli amanti dell’animazione e per tutti coloro che si sono affezionati alle avventure della Famiglia Imbarazzi sui social. Questo progetto presenta il culmine di anni di lavoro e passione, e siamo ansiosi di condividere le avventure dei nostri personaggi con il pubblico di tutte le età. Un’opera tutta italiana con La Signora Maria, Papà, Giuseppe, Antonio, Nonna Ninetta e Zia Graziella. Risate assicurate per tutti! Giuseppe vive in una famiglia caotica: sua madre, Maria, è sempre nervosa e controlla tutto, mentre suo padre è affettuoso ma legato al divano. Giuseppe desidera più libertà, ma scopre che presto avrà un compito di inglese decisivo. Intanto, Maria viene scelta per testare il super robot Bamby. Una sera, durante un litigio, uno zoccolo lanciato viene colpito da un fulmine e scambia i loro corpi, Maria riuscirà a superare il compito. E Giuseppe dimostrerà il Bamby? Tra equivoci e risate, l’Amore risolve tutto.


Il progetto è stato realizzato da un team di talentuosi animatori, sceneggiatori e artisti guidati da Ninno “Mandrake”. “Oggi posso dire, in parte, di aver realizzato questo sogno, un anno di duro lavoro, giorno per giorno, scrivere e disegnare insieme a Michele Albanese a tutte le ore del giorno e della notte, cambiare, riscrivere, ridisegnare. Ringrazio Uci film e The Space per aver creduto in questo progetto, ed a Euphorica che cha dato vita a tutto questo! Spero vi piaccia e vi faccia emozionare un terzo di quello che questo cartone significa per me”.

Ddl sicurezza, allarme opposizioni: Servizi potranno schedare tutti

Ddl sicurezza, allarme opposizioni: Servizi potranno schedare tuttiRoma, 18 mar. (askanews) – Il ddl sicurezza apre la strada a “una schedatura di massa dei cittadini” da parte dei Servizi segreti. È l’allarme lanciato dalle opposizioni in una conferenza stampa in cui M5s, Pd, Avs e Iv hanno chiesto al governo di stralciare l’articolo 31 del provvedimento, già approvato alla Camera, e in dirittura d’arrivo nelle commissioni Affari Costituzionali e Giustizia del Senato.


Nel mirino del centrosinistra la norma del testo che obbliga le pubbliche amministrazioni, le società a partecipazione pubblica o a controllo pubblico a collaborare con i servizi segreti anche in deroga alla legge sulla privacy. A scovarla tra le pieghe dei 38 articoli del ddl che M5s ha ribattezzato “ddl repressione” per via delle norme che prevedono una stretta sulle manifestazioni, è stato il senatore pentastellato Roberto Scarpinato, ex magistrato, che ne evidenzia senza mezzi termini la portata: “Per la legge del 2007, i Servizi possono chiedere alle Pa collaborazione e assistenza per l’espletamento delle loro funzioni e possono formulare delle convenzioni nelle quali stabilire clausole di salvaguardia ad esempio invocando il Garante per la Privacy. Con l’articolo 31 del ddl sicurezza si fa una rivoluzione: si stabilisce che tutte le P.a. e tutti gli enti che svolgono funzione pubblica siano assoggettati al potere unilaterale dei servizi. Devono prestare collaborazione, non possono. Non hanno nessuna possibilità di porre limiti alle richieste perché per la norma stabilisce che i Servizi devono ottenere informazioni anche in violazione delle norme sulla privacy”. Secondo Scarpinato “è una norma di una indeterminatezza e genericità totale: basta invocare il principio della sicurezza nazionale, un concetto contenitore che può essere riempito con le più varie motivazioni. È pass partout”. Ma cosa significa concretamente? “Per esempio – spiega l’ex pm – all’interno delle università i professori possono essere obbligati a fornire informazioni sull’orientamento politico degli studenti, sulla loro partecipazione a movimenti antagonisti; all’interno degli ospedali i medici possono essere obbligati a fornire informazioni sulle cartelle cliniche attualmente coperte da privacy, devono consentire l’accesso alle banche dati che riguardano i propri dipendenti. Si crea la possibilità di una schedatura di massa dei cittadini, un ritorno alla vecchia Ovra fascista che funzionava allo stesso modo: si obbligavano i cittadini a collaborare, a diventare informatori dei servizi senza limiti”.


Nello stesso articolo c’è un’altra norma “inquietante” che ha suscitato la reazione dell’Associazione dei familiari vittime delle stragi: “Questo provvedimento prevede che i Servizi possano organizzare e dirigere associazioni finalizzate al sovvertimento dell’organo costituzionale. Si passa dall’uomo dei Servizi che fa l’infiltrato allo 007 che organizza un’associazione sovversiva e si prevede anche la possibilità di commettere reati come la fabbricazione e il trasporto degli esplosivi. Sono le condotte poste in essere dai Servizi per la strategia della tensione quando uomini dei Servizi si sono inseriti negli organi direttivi delle associazioni sovversive per fare stragi e destabilizzare il paese. È un ritorno al passato che inquieta soprattutto visto l’album di famiglia di alcuni componenti della classe dirigente: Meloni ha ripetutto più volte che tra le sue figure di riferimento c’è Pino Rauti, uno dei protagonisti della strategia della tensione”. Per Alfredo Bazoli, senatore Pd, l’articolo 31 del ddl sicurezza “è l’ennesimo tassello di una politica che sta attribuendo poteri sempre più invasivi ai Servizi, quindi all’esecutivo, smantellando i poteri di controllo dell’autorità giudiziaria”. Il dem Andrea Giorgis fa sapere che le opposizioni “hanno chiesto al governo di illustrare la portata innovativa della norma, di fare un dibattito alla luce del sole”. Ma dal governo e dalla maggioranza finora c’è stato un muro di gomma. “Non è passato neanche il nostro emendamento che chiedeva più poteri di controllo al Copasir”, sottolinea Scarpinato.


Si tratta di “norme liberticide fatte apposta per intimidire le persone, scoraggiarle a prendere parte alla vita politica”, attacca Dafne Musolino, senatrice Iv, che con Alessandra Maiorino (M5s) e Peppe De Cristofaro (Avs) hanno dato battaglia nelle commissioni del Senato: “Attaccano la separazione dei poteri, ossia il caposaldo della civiltà giuridica. È inquietante nel paese di Gladio e delle stragi di Stato”, osserva De Cristofaro.

M.O., Conte: riprende il massacro a Gaza, Italia e Ue spettatori

M.O., Conte: riprende il massacro a Gaza, Italia e Ue spettatoriRoma, 18 mar. (askanews) – “Non possiamo permetterci che riparta il massacro a Gaza di cui Italia e Europa sono spettatori da mesi”. Lo ha scritto sui suoi canali social il presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, rilanciando dal sito del quotidiano Avvenire la notizia dei 400 morti palestinesi di oggi in seguito alla ripresa dei bombardamenti israeliani.


“Mentre venivano trucidati decine di migliaia di palestinesi – ha sottolineato l’ex premier – il governo italiano era impegnato a proteggere Netanyahu e a stringere le mani a lui e al suo Governo criminale. A livello europeo è mancata una presa di posizione forte con misure concrete quali embargo sulle armi e sanzioni a Israele. Adesso è ripartito il massacro che coinvolge, ancora una volta, donne e bambini. Un solerte funzionario israeliano ha dichiarato che quest’ultimo raid ha una funzione ‘preventiva’ perché c’erano ‘movimenti insoliti’ a Gaza”. “Ma in tutto questo come si colloca l’Europa dei diritti, che si vanta costantemente della sua ‘superiore’ civiltà giuridica? L’Europa che abbiamo in mente noi non si gira dall’altra parte. Questa persistente indifferenza ha macchiato la nostra storia. Ora basta!”, ha concluso Conte.

La Scuola di Musica di Fiesole al Maggio Musicale Fiorentino

La Scuola di Musica di Fiesole al Maggio Musicale FiorentinoRoma, 18 mar. (askanews) – Cinquantuno anni di storia, più di 100 corsi annuali, 14 orchestre, 6 cori, centinaia di appuntamenti musicali ogni anno, premi e riconoscimenti in tutto il mondo, migliaia di studenti: è la Scuola di Musica di Fiesole, da sempre fucina del talento italiano ed internazionale, che il 23 marzo presenterà sul palco del Maggio Musicale Fiorentino uno dei suoi tanti fiori all’occhiello, l’Orchestra Giovanile Italiana (Ogi), unica vera orchestra giovanile pre-professionale in Italia, riconosciuta in tutto il mondo per la sua grande storia, unicità ed eccellenza.


Ad aprire il concerto, inoltre, un’altra importante realtà formativa, culturale e sociale di Fiesole, l’Orchestra dei Ragazzi, formata da allievi tra gli 11 e 20 anni, i talenti di domani. Sul podio dell’Ogi per l’occasione il giovane violinista e direttore d’orchestra russo Afanasy Chupin, astro nascente cresciuto con MusicAeterna di Theodor Currentzis, che ha già lavorato con l’Ogi secondo un processo evolutivo che permette all’orchestra sia di reagire agli impulsi direttoriali sia di essere in grado di prendersi delle responsabilità autonome seguendo un modello cameristico. Superato il cinquantennale lo scorso anno, la Scuola di Musica di Fiesole vive oggi una nuova stagione di grande intraprendenza e vivacità, forte di un prestigioso passato, del suo ruolo di fondatrice e cuore pulsante di ECMA (European Chamber Music Academy), ma anche della credibilità del suo Direttore Artistico dal 2020, il pianista e direttore d’orchestra Alexander Lonquich, nonché del continuo fluire verso Villa la Torraccia di migliaia tra i migliori giovani talenti italiani.


Tra le tante nuove iniziative della scuola si conta anche il recente accordo con il Maggio Musicale Fiorentino, in cui si inserisce il concerto del 23 marzo, per il quale Fondazione CR Firenze ha messo a disposizione degli allievi ben 500 biglietti gratuiti con l’obiettivo di aiutare la crescita di nuovo pubblico e al contempo garantire un’alta partecipazione degli studenti. Il programma del 23 marzo sarà però un momento importante per gli appassionati di musica di tutt’Italia per scoprire il futuro del grande repertorio classico nelle mani dei suoi più promettenti esecutori di domani, affidato prima con l’ouverture di Fidelio di Beethoven all’Orchestra dei Ragazzi diretta dal pianista, compositore, jazzista e docente Antonino Siringo; quindi con la OGI e la bacchetta di Afanasy Chupin si entrerà a pieno titolo nel grande sinfonismo russo novecentesco con Petruska di Stravinsky nella versione del 1947, poi con la versione sinfonica di sette numeri del balletto da Shakespeare di Sergej Prokof’ev Romeo e Giulietta, Suite n. 2 op. 64 ter del 1936. Un impaginato impegnativo anche per solide orchestre non giovanili, che dunque offrirà un banco di prova per questi giovani e le lunghe settimane di lavoro preparatorio, che la Scuola di Fiesole ha intenzione di aprire presto al pubblico per mostrare l’enorme ed appassionato lavoro che prelude alla resa artistica di ogni appuntamento delle sue compagini.


Commenta così il Direttore Artistico Alexander Lonquich il nuovo corso di SMF: “Sin dal 2020, in piena pandemia, mi sono reso conto che la sfida era grande, soprattutto per l’importanza di questa istituzione nel panorama della formazione musicale europea da cui io provengo: rispettarne il valore storico, la sua tradizione, senza però cadere vittima di quella soggezione che ti fa fermare al passato per paura di tradirlo, era ed è il cuore di questa sfida. Credo però che oggi siamo sulla strada giusta e presto potremo raccontarvi i nuovi progetti produttivi e non solo, che abbiamo disegnato per i ragazzi ma anche per il pubblico e che si concretizzeranno nel corso dell’anno ed oltre. Uno dei principi ispiratori è che la musica nasce per un pubblico e che incentivare un incontro costante tra gli studenti e il pubblico fuori dalla scuola sia un passaggio essenziale nella crescita professionale ed umana dei nostri studenti: ci ascolterete sempre più spesso, credo per il bene e il piacere di tutti, sul palco e in sala”