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Calcio, Milano è nerazzurra: la festa dell’Inter sugli autobus

Calcio, Milano è nerazzurra: la festa dell’Inter sugli autobusRoma, 27 apr. (askanews) – Una doppietta di Calhanoglu fa partire la festa dell’Inter. E quest’anno è più bella perché nel 2021 rimase strozzata in gola in quanto non fu possibile ricevere l’abbraccio ideale di migliaia di tifosi in giro per Milano a causa delle restrizioni dettate dall’emergenza Coronavirus, ora nessun impedimento per l’Inter che potrà così celebrare la seconda stella.


Una festa cominciata già in campo con Simone Inzaghi che perde il tradizionale aplomb e salta con i tifosi suscitando l’esplosione di San Siro. Si vince per i record a Milano, quello di Mancini che conquistò il titolo con 98 punti. Inzaghi e i suoi sognano i 100. E allora che festa sia. In campo e, soprattutto, per Milano. I due autobus scoperti (il primo con la squadra e il secondo con lo staff) lasciano San Siro, venendo accolti fuori dal garage del Meazza da migliaia di tifosi festanti che si sono aperti lasciando passare la carovana interista tra due ali di folla. I primi a salire sull’autobus sono stati Arnautovic, Calhanoglu e Pavard, seguiti a poco a poco da tutto il resto della squadra compreso l’allenatore Simone Inzaghi. Sono le ore 16.32 quando comincia la parata, direzione piazza del Duomo.


(segue)

Bologna-Udinese 1-1, Saelemaekers riagguanta i friulani

Bologna-Udinese 1-1, Saelemaekers riagguanta i friulaniRoma, 28 apr. (askanews) – Dopo il successo all’Olimpico sulla Roma, frena al Dall’Ara il Bologna di Thiago Motta che non va oltre l’1-1 contro l’Udinese. Di Payero da una parte e Saelemaekers dall’altra le reti dell’incontro. Gli emiliani, in 10 dal 64′ per il doppio giallo a Beukema, mancano l’aggancio al terzo posto sulla Juve, ma restano in piena zona Champions League. Un punto importante per i friulani che devono comunque inseguire per uscire dalla zona retrocessione.

Europee, Meloni capolista in tutte le circoscrizioni: “Scrivete solo Giorgia nella scheda”

Europee, Meloni capolista in tutte le circoscrizioni: “Scrivete solo Giorgia nella scheda”Pescara, 28 apr. (askanews) – L’annuncio arriva al minuto 65 di un discorso che complessivamente ne dura 73. E’ l’ufficializzazione di una notizia che già non era più un segreto per nessuno. Nessuna suspense, dunque, ma lo sfondo del mare di Pescara – che fa pendant con il tailleur azzurro scelto per l’occasione – contribuisce all’effetto scenico. Giorgia Meloni chiude la tre giorni della conferenza programmatica del partito e dice alla platea di militanti e dirigenti esattamente quello che volevano sentirsi dire. Ovvero che giocherà la partita delle elezioni Europee in prima persona, candidandosi come capolista in tutte le cinque circoscrizioni. Lo faccio, spiega, “perché voglio chiedere agli italiani se sono soddisfatti del lavoro che stiamo facendo in Italia e del lavoro che stiamo facendo in Europa”.


Il colpo di scena, semmai, sta nella decisione di chiedere agli elettori di indicare la preferenza nei suoi confronti solo con il nome. E’ un’opzione che la legge prevede, purché dichiarata nella scheda. “Io – dice – sono e sarò sempre fiera di essere una persona del popolo” e “allora, se volete dirmi che ancora credete in me, mi piacerebbe che lo faceste scrivendo sulla scheda semplicemente Giorgia” perché “sarò sempre solo una persona alla quale dare del tu. Senza formalismi, senza distanze”. L’impegno è quello di fare campagna elettorale senza sottrarre “un solo minuto all’attività del governo”. Sarà il mood delle prossime settimane, come a dire che la migliore propaganda che si può fare per queste elezioni è mostrare la dedizione al governo del Paese. Anche per questo non è prevista una sua mobilitazione piazza per piazza ed è anzi probabile che l’unico evento al quale parteciperà sarà la chiusura che si terrà verosimilmente a Roma. C’è anche da fare i conti con il problema con gli otoliti che anche nella giornata di oggi, come ha detto lei stessa dal palco, le hanno provocato delle vertigini. Tanto da aver preferito ripartire subito per Roma senza fermarsi al pranzo già organizzato dal partito in un ristorante sulla spiaggia. “Siccome per fortuna non sono la segretaria del Pd, penso di poter confidare nel fatto che il mio partito farà del suo meglio per darmi una mano in questa campagna elettorale”, dice la premier. Di certo, potrà contare sul contributo della sorella Arianna che sta già organizzando una serie di tappe in giro per l’Italia.


La presidente del Consiglio sa che raramente un governo in carica da quasi due anni è arrivato in buone condizioni di consenso al giudizio delle Europee: una fotografia che, causa sistema proporzionale su tutto il territorio nazionale, non può essere contraffatta. Candidarsi, dunque, significa andare all’incasso di un sostegno che i sondaggi accreditano come molto vicino al 26% delle Politiche. Non a caso la soglia psicologica a cui ha dichiarato di ambire. Il vero obiettivo, in realtà, è più ambizioso, anche se nessuno lo ammette pubblicamente: sfiorare il 30%. Il sogno: battere il record di oltre 2 milioni e 700 mila voti che Silvio Berlusconi prese alle Europee del 2009.


Un ragionamento simile a quello della premier, con le dovute proporzioni, lo ha fatto anche Antonio Tajani decidendo di candidarsi. Il segretario di Forza Italia un anno fa ha raccolto un partito destinato a scomparire dopo la morte del fondatore e ora ambisce al 10%. L’opposto, invece di quello che è stato costretto a fare Matteo Salvini, lontanissimo dalle percentuali di cinque anni fa. Non a caso unico dei tre leader a non candidarsi e peraltro anche unico non presente in carne e ossa alla convention dei meloniani. “Era l’unica domenica che avevo per stare con i miei figli” dice in videocollegamento con Pescara. “Ci ha preferito il ponte”, ironizza Meloni. Poi, per provare a placare voci di frizioni, da entrambi gli staff si fa sapere che i due si sono sentiti “per fare il punto” e “ironizzare su certe ricostruzioni polemiche”. Perché la parola d’ordine è ripetere che la coalizione è compatta e che non ci sarà nessuna conseguenza dalle Europee sullo stato di salute del governo. Ma la competizione è già aperta, tanto che c’è il rischio che salti il comizio comune per il candidato alla Regione Piemonte proprio per la difficoltà di conciliare una elezione amministrativa, in cui si sta tutti insieme, con una europea in cui si va ognuno per sé. E poi ci sarà da fare i conti con la composizione degli equilibri post voto a Bruxelles, dove i tre partiti appartengono a tre famiglie diverse. “Vogliamo fare in Europa quello che abbiamo fatto in Italia il 25 settembre del 2022, mandando finalmente la sinistra all’opposizione anche in Europa”, dice. Ma sa bene che importare il famoso “modello italiano” sarà “impresa difficile”.

Schlein: seppellisce i problemi con la retorica, Meloni ha perso il contatto con la realtà

Schlein: seppellisce i problemi con la retorica, Meloni ha perso il contatto con la realtàRoma, 28 apr. (askanews) – “Un’ora di discorso senza nemmeno nominare la sanità pubblica e le infinite liste d’attesa che si allungano per i suoi tagli. Senza nemmeno citare i salari bassi, la precarietà, la sicurezza sul lavoro di fronte a 1041 morti nel 2023”, lo afferma la segretaria del Pd Elly Schlein, commentando il discorso della premier, che ha chiuso la conferenza programmatica di Fratelli d’Italia a Pescara, annunciando la sua candidatura alle Europee.


“Giorgia Meloni – incalza Schlein – è nel paese delle meraviglie, seppellisce i problemi sotto un fiume di retorica. ‘L’Italia è cambiata’, dice lei. Purtroppo sì, ma in peggio, basta chiederlo alle persone, basta stare in mezzo alla gente”. “Il problema – conclude la segretaria del Pd – è che la Presidente del Consiglio si divide tra palazzo Chigi e la propaganda di TeleMeloni, ha perso il contatto con la realtà”.

Europee, Calenda capolista Azione in tutta Italia: “va sfidata Meloni”

Europee, Calenda capolista Azione in tutta Italia: “va sfidata Meloni”Roma, 28 apr. (askanews) – “Nei mesi scorsi ho più volte sollecitato pubblicamente tutti i leader politici a firmare un accordo per non candidarsi alle europee. Schlein e Tajani hanno già scelto la strada della candidatura diretta. Ma la discesa in campo della Presidente del Consiglio e la sua piattaforma antieuropea e sovranista, cambiano completamente lo scenario. Dobbiamo opporci con tutti i mezzi al progetto di “una piccola Italia in una piccola Europa” di Giorgia Meloni. È necessario rispondere a questa sfida antieuropea mettendosi direttamente in gioco. Dopo aver consultato il direttivo del partito, io ed Elena Bonetti abbiamo deciso di accettare la sfida e candidarci insieme in tutte le circoscrizioni per dare ancora più forza alla squadra di straordinaria qualità che abbiamo messo in campo da settimane, con un programma netto e chiaro e l’obbligo per tutti i candidati di aderire al gruppo Renew. Siamo europei e lo dimostreremo l’8 e il 9 giugno”. Lo annuncia il segretario di Azione Carlo Calenda.

Salvini va avanti nonostante i malumori leghisti: martedì presenta il suo libro a Roma con Vannacci

Salvini va avanti nonostante i malumori leghisti: martedì presenta il suo libro a Roma con VannacciRoma, 28 apr. (askanews) – Nonostante le critiche di molti e autorevoli esponenti leghisti, il leader Matteo Salvini, va avanti a sostenere a viso aperto la candidatura del generale Roberto Vannacci alle Europee tra le fila della Lega, sebbene da indipendente, precisa l’interessato. E martedì a Roma alla presentazione del libro, questa volta di Salvini, saranno insieme a sottolineare, oltre l’assonanza dei titoli delle reciproche opere, la linea intrapresa.


La Lega infatti fa sapere che il libro di Matteo Salvini “Controvento – l’Italia che non si arrende” (Piemme) è gia andato in seconda ristampa alla luce del numero di prenotazioni delle librerie e su Amazon e il 30 aprile, martedì, sarà presentato a Roma, in occasione dell’esordio ufficiale sugli scaffali, con il leader della Lega e Roberto Vannacci alle ore 15 al Tempio di Adriano. Nel frattempo il generale ha alzato il muro di gomma sulle parole di molti esponenti autorevoli della Lega, come quelle del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti – “Vannacci non è un leghista e non condivido le sue idee” – sulla stessa lunghezza d’onda di Centinaio, Fedriga e altri colleghi di partito che negheranno il voto al generale. “Sono diatribe interne al partito che reputo più che legittime ma che non mi interessano. Io ho un’idea di tradizione, di patria, di cultura e di sovranità molto simile a quella della Lega e che porterò avanti in maniera indipendente”, ha detto Vannacci ad Affaritaliani.it. Ma quelle critiche l’hanno infastidita? “Assolutamente no. Sono discussioni interne che non mi riguardano. Il problema verrà risolto dal voto dei cittadini, se mi voteranno sarò eletto altrimenti farò altro. Ringrazio ancora il ministro Salvini per l’opportunità offertami di candidarmi, e sono convinto che insieme porteremo avanti dure battaglie per cambiare veramente questa Europa e per fare in modo che l’Italia sia più influente, più determinante, più prestigiosa e più ascoltata nell’ambito dell’Unione Europea”.

Meloni si candida: “io sono Giorgia”, anche sulla scheda

Meloni si candida: “io sono Giorgia”, anche sulla schedaPescara, 28 apr. (askanews) – L’annuncio arriva al minuto 65 di un discorso che complessivamente ne dura 73. E’ l’ufficializzazione di una notizia che già non era più un segreto per nessuno. Nessuna suspence, dunque, ma lo sfondo del mare di Pescara – che fa pendant con il tailleur azzurro scelto per l’occasione – contribuisce all’effetto scenico. Giorgia Meloni chiude la tre giorni della conferenza programmatica del partito e dice alla platea di militanti e dirigenti esattamente quello che volevano sentirsi dire. Ovvero che giocherà la partita delle elezioni Europee in prima persona, candidandosi come capolista in tutte le cinque circoscrizioni. Lo faccio, spiega, “perché voglio chiedere agli italiani se sono soddisfatti del lavoro che stiamo facendo in Italia e del lavoro che stiamo facendo in Europa”.


Il colpo di scena, semmai, sta nella decisione di chiedere agli elettori di indicare la preferenza nei suoi confronti solo con il nome. E’ un’opzione che la legge prevede, purché dichiarata nella scheda. “Io – dice – sono e sarò sempre fiera di essere una persona del popolo” e “allora, se volete dirmi che ancora credete in me, mi piacerebbe che lo faceste scrivendo sulla scheda semplicemente Giorgia” perché “sarò sempre solo una persona alla quale dare del tu. Senza formalismi, senza distanze”. L’impegno è quello di fare campagna elettorale senza sottrarre “un solo minuto all’attività del governo”. Sarà il mood delle prossime settimane, come a dire che la migliore propaganda che si può fare per queste elezioni è mostrare la dedizione al governo del Paese. Anche per questo non è prevista una sua mobilitazione piazza per piazza ed è anzi probabile che l’unico evento al quale parteciperà sarà la chiusura che si terrà verosimilmente a Roma. C’è anche da fare i conti con il problema con gli otoliti che anche nella giornata di oggi, come ha detto lei stessa dal palco, le hanno provocato delle vertigini. Tanto da aver preferito ripartire subito per Roma senza fermarsi al pranzo già organizzato dal partito in un ristorante sulla spiaggia. “Siccome per fortuna non sono la segretaria del Pd, penso di poter confidare nel fatto che il mio partito farà del suo meglio per darmi una mano in questa campagna elettorale”, dice la premier. Di certo, potrà contare sul contributo della sorella Arianna che sta già organizzando una serie di tappe in giro per l’Italia.


La presidente del Consiglio sa che raramente un governo in carica da quasi due anni è arrivato in buone condizioni di consenso al giudizio delle Europee: una fotografia che, causa sistema proporzionale su tutto il territorio nazionale, non può essere contraffatta. Candidarsi, dunque, significa andare all’incasso di un sostegno che i sondaggi accreditano come molto vicino al 26% delle Politiche. Non a caso la soglia psicologica a cui ha dichiarato di ambire. Il vero obiettivo, in realtà, è più ambizioso, anche se nessuno lo ammette pubblicamente: sfiorare il 30%. Il sogno: battere il record di oltre 2 milioni e 700 mila voti che Silvio Berlusconi prese alle Europee del 2009.


Un ragionamento simile a quello della premier, con le dovute proporzioni, lo ha fatto anche Antonio Tajani decidendo di candidarsi. Il segretario di Forza Italia un anno fa ha raccolto un partito destinato a scomparire dopo la morte del fondatore e ora ambisce al 10%. L’opposto, invece di quello che è stato costretto a fare Matteo Salvini, lontanissimo dalle percentuali di cinque anni fa. Non a caso unico dei tre leader a non candidarsi e peraltro anche unico non presente in carne e ossa alla convention dei meloniani. “Era l’unica domenica che avevo per stare con i miei figli” dice in videocollegamento con Pescara. “Ci ha preferito il ponte”, ironizza Meloni. Poi, per provare a placare voci di frizioni, da entrambi gli staff si fa sapere che i due si sono sentiti “per fare il punto” e “ironizzare su certe ricostruzioni polemiche”. Perché la parola d’ordine è ripetere che la coalizione è compatta e che non ci sarà nessuna conseguenza dalle Europee sullo stato di salute del governo. Ma la competizione è già aperta, tanto che c’è il rischio che salti il comizio comune per il candidato alla Regione Piemonte proprio per la difficoltà di conciliare una elezione amministrativa, in cui si sta tutti insieme, con una europea in cui si va ognuno per sé. E poi ci sarà da fare i conti con la composizione degli equilibri post voto a Bruxelles, dove i tre partiti appartengono a tre famiglie diverse. “Vogliamo fare in Europa quello che abbiamo fatto in Italia il 25 settembre del 2022, mandando finalmente la sinistra all’opposizione anche in Europa”, dice. Ma sa bene che importare il famoso “modello italiano” sarà “impresa difficile”.

Nucleare, il ministero dell’Ambiente: l’Italia aderisce all’Alleanza europea sui piccoli reattori modulari

Nucleare, il ministero dell’Ambiente: l’Italia aderisce all’Alleanza europea sui piccoli reattori modulariRoma, 28 apr. (askanews) – L’Alleanza industriale europea sui piccoli reattori modulari (Smr – Small Modular Reactors), avviata dalla Commissione europea a febbraio 2024 con l’obiettivo di accelerare lo sviluppo e il dispiegamento di Smr in Europa all’inizio degli anni 2030, “sta vedendo una consistente partecipazione italiana, tra le prime a livello continentale sia in termini numerici che di competenze in ambito di ricerca e sviluppo, accademico e industriale”. Lo sottolinea in una nota il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica.


“Pertanto, in linea con il mandato politico avviato con le mozioni parlamentari di maggio 2023 e proseguito con l’istituzione della Piattaforma nazionale per un Nucleare sostenibile presso il Mase, abbiamo deciso di aderire come ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica all’Alleanza industriale europea sugli Smr, per confermare il sostegno del sistema Paese e dare un segnale concreto di interesse allo sviluppo di nuove tecnologie all’avanguardia sui piccoli reattori modulari, che possono dare un importante contributo al raggiungimento degli obiettivi europei di decarbonizzazione”, annuncia il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, intervenendo al convegno “Il ruolo del nucleare nella transizione energetica” organizzato nell’ambito della Planet Week per il G7 Ambiente, Clima ed Energia in corso a Torino.

Inter-Torino 2 a 0 con una doppietta di Calhanoglu. A San Siro parte la festa dell’Inter

Inter-Torino 2 a 0 con una doppietta di Calhanoglu. A San Siro parte la festa dell’InterRoma, 28 apr. (askanews) – Festa doveva essere e festa è stata. Dopo aver conquistato lo scudetto con cinque giornate d’anticipo, l’Inter porta a casa la quattordicesima vittoria casalinga in questo campionato battendo il Torino 2-0. I granata reggono finché non restano in dieci per l’espulsione di Tameze a inizio secondo tempo, che lascia qualche dubbio. Ai nerazzurri di Simone Inzaghi bastano tre minuti di fuoco, nei quali arrivano due gol: Tameze stende Mkhitaryan lanciato in porta. L’arbitro Ferrieri Caputi ravvisa il giallo, il VAR la richiama al monitor e rivede la decisione: Toro in dieci per quasi tutta la ripresa e gli effetti si sentono subito.


Barella ruba allo sciagurato Lazaro un pallone che arriva, tramite Mkhitaryan, a Calhanoglu: destro secco e nulla da fare per il portiere granata. Altri tre minuti e arriva pure il raddoppio: Lovato stende Thuram in area, zero dubbi. Dal dischetto va lo stesso Calhanoglu, dopo aver inutilmente provato a offrire il pallone al capitano Lautaro. Battuta perfetta e il raddoppio stende il Torino. Il momento saliente lo regala Simone Inzaghi, quando decide di saltellare sul posto in risposta ai cori dei tifosi, sciogliendo per un attimo in un sorriso l’abituale serietà. A Ivan Juric resta amarezza e qualche recriminazione, oltre a una classifica che vede la qualificazione europea sempre più sotto forma di miraggio per la compagine granata. Questa la classifica del campionato di serie A dopo Inter-Torino 2-0: Inter 89, Milan 70, Juventus 65, Bologna 62, Roma 58, Lazio 55, Atalanta 54, Napoli 49, Fiorentina 47, Torino 46, Monza 44, Genoa 39, Lecce 36, Cagliari 32, Verona, Empoli, Frosinone 31, Udinese 28, Sassuolo 26, Salernitana 15.


L’Inter nella sua storia ha totalizzato al massimo 97 punti: ci riuscì Mancini nel 2006-07, al termine di un campionato dominato tanto quanto questo. Inzaghi punta al 98.

MotoGp, capolavoro Bagnaia: vince a Jerez davanti a Marc Marquez

MotoGp, capolavoro Bagnaia: vince a Jerez davanti a Marc MarquezRoma, 28 apr. (askanews) – Capolavoro di Bagnaia a Jerez de la Frontera per il Gp di Spagna di MotoGop. Un finale da sfida all’OK Corral tra Pecco Bagnaia e Marc Marquez, con il campione del mondo in carica che vince con carattere e freddezza. È la seconda vittoria stagionale per il pilota della Ducati ufficiale, che accorcia in campionato grazie alla caduta di Jorge Martin, caduto a metà gara quando comandava proprio sul piemontese. Sul podio, assieme con un orgoglioso e raggiante Marc Marquez (Ducati Gresini), la terza Ducati, quella VR46 di Marco Bezzecchi.