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Difesa Ue, Boccia: nel Pd dobbiamo arrivare a una ricomposizione

Difesa Ue, Boccia: nel Pd dobbiamo arrivare a una ricomposizioneRoma, 14 mar. (askanews) – “Siamo un grande partito, la delegazione più numerosa nel Pse: di fronte alla crisi che sta investendo il mondo, dobbiamo fare delle scelte, il confronto è normale. La nostra forza è il pluralismo, tenere insieme diverse sensibilità politiche. A Strasburgo Zingaretti ha lavorato per una posizione comune, ma ci sono state valutazioni differenti sul voto finale e sul RearmEu, su cui manteniamo un giudizio negativo. Ora, dopo un necessario chiarimento, dobbiamo arrivare a una ricomposizione perché ci aspettano passaggi cruciali”. Lo dice il presidente dei senatori del Pd, Francesco Boccia, in una intervista a Repubblica.


“Molte e trasversali sono le critiche al piano di riarmo – continua Boccia – e bene abbiamo fatto ad esigere e ottenere una serie di cambiamenti al testo della risoluzione. Il Pd è unito nel volere un’Europa che sia soggetto politico vero, con una politica estera e di difesa comune. Siamo con l’Ucraina aggredita da Putin. Abbiamo chiesto il riconoscimento dello Stato di Palestina, e potrei continuare. Tutte scelte chiare che indicano un profilo identitario costruito su impulso della segretaria, così come combattiamo il sovranismo e i dazi di Trump. Sui fondamenti siamo tutti d’accordo”. A giudizio di Boccia “difendere acriticamente il RearmEu non significa volere la difesa comune, ma solo riarmare gli stati nazionali. Il nostro obiettivo è costruire un’alternativa alle destre nazionaliste che in Italia sono al governo ormai da metà legislatura. È chiaro che a Bruxelles il gruppo si è diviso – sottolinea il senatore dem – creando un evidente problema politico. Non abbiamo intenzione di nascondere la polvere sotto il tappeto. Adesso auspico che tutti vogliano lavorare per ritrovare l’unità: il nostro obiettivo è lottare contro la destra, quella sì spaccata”.

Difesa Ue, Romeo: qualcuno vuole risanare economia a spese nostre

Difesa Ue, Romeo: qualcuno vuole risanare economia a spese nostreRoma, 14 mar. (askanews) – “Sui grandi temi della politica internazionale ci possono essere anche delle visioni e delle sensibilità un po’ differenti all’interno dei vari schieramenti, sono tematiche che attraversano anche un aspetto etico, non sono così sorpreso e in ogni caso la posizione della Lega è molto coerente: noi diciamo no a questo piano di riarmo così come è stato congegnato da Ursula von der Leyen, figlio dell’improvvisazione, sullo sfondo di minacce che sono del tutto irrealistiche, senza regole di ingaggio e – cosa fondamentale -senza capire bene chi paga il conto, con il rischio di pesanti ricadute sulla spesa sociale”. È questa la lettura di Massimiliano Romeo, presidente dei senatori della Lega, in una intervista al quotidiano L’Identità, sul tema della divisione della maggioranza di centrodestra nel voto a Strasburgo sul piano di riarmo europeo.


Secondo il capogruppo leghista a palazzo Madama, “il rischio è che dietro questa presunta emergenza vi sia l’esigenza di qualche paese di risanare la propria economia a spese nostre. Questione differente invece è la nostra necessità di potenziare la sicurezza interna e la difesa delle frontiere esterne, potenziare il pilastro europeo sotto l’ombrello della Nato con un’attenzione molto importante al fianco sud”. Romeo rivendica la coerenza del suo partito sul tema della guerra in Ucraina: “Sono ormai due anni – afferma – dall’inizio del conflitto che la Lega sostiene con convinzione la necessità di trovare una soluzione diplomatica, ci vorrà sicuramente del tempo ma il tentativo degli Stati Uniti sta andando nella giusta direzione anche perché un accordo di pace, oltre che fondamentale per evitare ulteriori morti, soldati e civili, è quantomai necessario per la stabilità economica”.

Difesa Ue, Conte: Schlein? Spero che riesca a compattare il Pd

Difesa Ue, Conte: Schlein? Spero che riesca a compattare il PdRoma, 14 mar. (askanews) – “Il piano da 800 miliardi di von der Leyen è una follia, nessuna persona ragionevole dilapiderebbe, peraltro senza un vero progetto organico, una montagna di miliardi per avere più armi, mentre gli italiani sono alle prese con l’aumento delle bollette e del carrello della spesa e con una sanità al collasso. Eppure Meloni ha firmato questo disastro sulla pelle dei cittadini. Per questo il 5 aprile scenderemo in piazza a Roma per dire basta, fermiamo questo governo”. Con queste parole il presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, ribadisce in una intervista al quotidiano Avvenire il suo no al piano ReArm Europe.


Alla domanda se su questo tema si possa allargare la forbice con il potenziale alleato-chiave del centrosinistra, il Pd, l’ex premier replica: “La nostra posizione è sempre stata chiara, nella campagna elettorale per le elezioni europee prendemmo un impegno con i nostri elettori e lo abbiamo rispettato: dicevamo che avremmo portato a Bruxelles dei ‘costruttori di pace’ e così è stato. Naturalmente ho apprezzato la presa di posizione personale di Schlein contro il piano di riarmo e dispiace che poi questa a Strasburgo si sia tradotta in una astensione, ma il mio auspicio è che la segretaria riesca a compattare tutto il Pd su questa sua contrarietà al piano”.

Difesa Ue, Bonaccini: ora confronto nel Pd ma no a conta interna

Difesa Ue, Bonaccini: ora confronto nel Pd ma no a conta internaRoma, 14 mar. (askanews) – Dopo la spaccatura del gruppo del Pd nel voto all’Europarlamento sul piano di riarmo europeo, nel partito serve aprire “un confronto intelligente e responsabile, né muscolare né tanto più di conta interna. Serve la volontà e la capacità di ascoltarsi e di costruire sintesi”. Lo dice, intervistato dal Corriere della sera, Stefano Bonaccini, eurodeputato, presidente de Partito democratico e punto di riferimento dell’area che a Strasburgo ha votato a favore della risoluzione invece di astenersi secondo le indicazioni della segretaria Elly Schlein. “Il mondo è in subbuglio, le opinioni pubbliche sono smarrite e impaurite, abbondano le offerte populiste e le scorciatoie sovraniste, anche antidemocratiche. Mandare per aria anche il Pd – afferma – non mi sembra un gran contributo alla causa dell’europeismo, del progressismo e del campo democratico”.


Bonaccini tuttavia prende le distanze dall’ex capogruppo al Senato dei democratici, Luigi Zanda, che, intervistato da Lilli Gruber su La7, ha sostenuto che la decisione di astenersi all’Europarlamento dimostra che Elly Schlein non può essere la candidata premier. “È un giudizio personale, che non condivido, più che un contributo politico alla sintesi. A me pare – commenta l’ex presidente dell’Emilia Romagna – che oggi il nostro compito, più che dare pagelle, sia quello di incalzare il governo della destra a non isolare l’Italia dall’Europa e la Commissione europea a rafforzare la difesa comune, anziché assecondare spinte sovraniste e schizofreniche”.

Difesa Ue, Picierno: Schlein non è in discussione ma faccia sintesi

Difesa Ue, Picierno: Schlein non è in discussione ma faccia sintesiRoma, 14 mar. (askanews) – “Quello sulla difesa Ue è stato un voto cruciale, fondativo per l’Europa che verrà. È come se il Pd avesse deciso di astenersi su Schengen, o sull’introduzione dell’euro: impensabile”. Intervistata dal Giornale, la vicepresidente del Parlamento europeo ribadisce le ragioni di quella metà della delegazione del Partito democratico che ha votato a favore di ReArm Eu e contro le indicazioni del partito: il Pd, afferma, è finito su un “binario sbagliato”.


“Noi dem europei – rivendica – abbiamo discusso e lavorato insieme, e con il Pse, per migliorare il testo, ottenendo risultati importanti. Poi da Roma è arrivata la doccia fredda, con la decisione di astenersi. È il dialogo con il Nazareno che è mancato, ed è singolare che si sia deciso lì come votare, scavalcando le posizioni nel gruppo. Così alla fine sono emerse due linee, di peso equivalente”. Secondo Picierno “il voto non mette in discussione Elly Schlein, che ha vinto il congresso. Faccia la segretaria, ma ricordi che il compito di un leader è fare sintesi: questa spaccatura segnala che nel Pd c’èun’anima riformista ed europeista forte, che non si può ignorare e annichilire, scambiando i propri desideri per la realtà”. Inoltre, “la decisione di non votare la risoluzione ha creato un problema assai serio: per questo, con molti altri colleghi, abbiamo deciso di votare sì. Per evitare che il Pd si staccasse dal Pse e smentisse la sua vocazione europeista. Se la risoluzione non fosse passata, avremmo messo una pietra tombale sulla difesa comune europea. C’è stata una frattura interna profonda, su una scelta fondamentale per la nostra collocazione europea, e ora – conclude Picierno – bisogna rifletterci e cercare di raddrizzare la rotta”.

Esce il libro di Caiazza sull’emigrazione italiana in California

Esce il libro di Caiazza sull’emigrazione italiana in CaliforniaRoma, 14 mar. (askanews) – Tra Otto e Novecento, migliaia di italiani emigrarono in California. Qui, dove i bersagli del razzismo antistranieri erano gli asiatici – cinesi, giapponesi, indiani -, gli italiani non dovettero aspettare per diventare «bianchi». Mentre altrove negli Stati Uniti la loro «bianchezza» veniva contestata, la partecipazione alla difesa della cosiddetta «frontiera dell’uomo bianco» garantì loro l’accesso immediato ai privilegi razziali sia materiali che simbolici propri della popolazione di origine europea in America. La disamina storica del caso degli italiani che si spinsero sul Pacifico mette a fuoco il paradigma – l’esclusione dell’«altro» ai fini della propria assimilazione – che permise alle masse emigrate dal Vecchio Continente di integrarsi negli Stati Uniti, riproducendone il sistema sociale basato sul razzismo.


Tommaso Caiazza (1985) insegna storia e filosofia in un liceo statale di Roma. Dopo la laurea in Storia contemporanea all’Università La Sapienza, ha conseguito il dottorato in Storia sociale presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. Durante il dottorato, ha trascorso un periodo come visiting student researcher all’Università della California, Berkeley, dove ha condotto la ricerca alla base del presente libro. Suoi articoli e interventi sono apparsi su riviste come «Altreitalie», «Dimensioni e problemi della ricerca storica», «Italian American Review», «Italia contemporanea», «Studi emigrazione», «California Italian Studies», «Memoria e ricerca».

Fondazione Beyeler, i sogni surrealisti illuminati da Max Ernst

Fondazione Beyeler, i sogni surrealisti illuminati da Max ErnstBasilea, 14 mar. (askanews) – Al centro di tutto ci sono le sale dedicate a Max Ernst, con una serie importantissima di dipinti e tutta la sensazione di un mistero che è prossimo e insondabile allo stesso tempo. Opere che, dentro di noi, abbiamo già visto, anche se le stiamo guardando per la prima volta. La Fondation Beyeler di Basilea è uno dei grandi musei d’Europa, sia per la splendida architettura di Renzo Piano sia per la capacità di affrontare ogni tema con progetti espositivi che sono ricchi e colti. Non fa eccezione la mostra “La chiave dei sogni”, che per la prima volta presenta al pubblico le opere surrealiste della Collection Hersaint. Una raccolta che comprende, oltre a Ernst, anche dei Magritte decisivi, Picasso, ma ancora di più dei Dorothea Tanning e pure Henri Rosseau e Wilfredo Lam. Il tutto nella luce, comunque sorprendente, anche nei giorni grigi, del museo svizzero.


La mostra punta, ovviamente, sul tema onirico così caro ai surrealisti, ma con naturalezza si spinge oltre, si muove come si muove una collezione, ossia seguendo percorsi che sono culturali, ma anche personali e, per così dire, segreti. Per poi esplodere in tutta la sua chiarezza narrativa nelle sale finali che ospitano una serie di stupefacenti Giacometti, sculture che, realmente, attraversano lo spazio come in una visione, quella sì, che potrebbe essere nata da un sogno. E accanto a queste sculture una serie di dipinti di Balthus, che nel suo mistero ambiguo diventano un’altra forma del modo in cui l’arte ci permette di essere e non essere in uno spazio che potremmo anche chiamare semplicemente il mondo. Reale o sognato non fa differenza alla fine.

Tracey Emin a Palazzo Strozzi, l’arte come racconto della vita

Tracey Emin a Palazzo Strozzi, l’arte come racconto della vitaFirenze, 14 mar. (askanews) – Tracey Emin è un’artista che ha fatto del racconto senza filtri della propria vita una cifra stilistica, una vera e propria pratica, in qualche modo. Questa narrazione esplicita e non indulgente l’ha resa una star nel sistema dell’arte, ma non per questo sembra averne fatto un personaggio omologato. Palazzo Strozzi a Firenze le dedica ora la prima grande mostra in un’istituzione italiana, che non è una retrospettiva ci tiene a precisare il direttore del museo Arturo Galansino, ma che comunque ruota, fin dal titolo, intorno a due dei grandi temi della sua ricerca: “Sex and solitude”, il sesso e la solitudine.


“Quando ero più giovane – ha spiegato Emin – il sesso era veramente importante: mi svegliava la mattina, mi faceva pensare, mi scatenava e innescava la mia vita. Ma ora che sono più vecchia è la solitudine, la solitudine mentale che diventa lo spazio per la creazione, a essere diventata una delle cose più importanti per me”. In mostra grandi dipinti e sculture che hanno dentro tutta l’intensità del corpo, dei suoi fluidi, della sua primordialità. Ma hanno anche uno sguardo artistico che allontana il morboso, che espone questi corpi, spesso frammentari e isolati, a un occhio che li vede in tutti i loro aspetti, comprese le profonde fragilità. Accanto ai corpi, poi, e qui la mostra si fa ancora più interessante, ci sono le parole, i testi che compaiono nei quadri e nelle installazioni al neon. Messaggi che sono spesso forti, a volte disperatamente intimi e commoventi, come nel caso della piccola tela che trasforma la parola “hurt” ossia fare del male in “heart”, cuore. E il messaggio che Tracey Emin vuole lanciare da Firenze è anche un messaggio più universale, che guarda al mestiere e al ruolo degli artisti nel nostro complesso presente.


“L’arte – ha aggiunto – non è mai stata importante come oggi: quando gli uomini delle caverne disegnavano nelle loro grotte smettevano di uccidersi l’un l’altro. Se capiamo che come esseri umani possiamo creare qualcosa di bellissimo, che ha elementi spirituali, che ci parla di amore e ci parla del nostro essere fisico ed emotivo, allora probabilmente potremmo smettere di attaccarci e combatterci. È semplice”. Il racconto che Tracey Emin fa di se stessa è molto diretto, la sua vita è la sua arte. Ma è chiaro che la forza dei suoi lavori, che negli spazi non facili di Palazzo Strozzi risuona con intensità, soprattutto nelle sale più raccolte, deriva anche dal fatto che sono comunque opere d’arte e non sono solo “vita”. Qui c’è l’importanza di Emin, la sua rilevanza: nella capacità di essere realmente “vera” e al tempo stesso un’artista di valore, che conosce i propri strumenti e li usa per creare lavori difficili da dimenticare.

Su difesa Ue tensione Meloni-Lega, Palazzo Chigi nega contrasti

Su difesa Ue tensione Meloni-Lega, Palazzo Chigi nega contrastiRoma, 13 mar. (askanews) – Se non c’è stato nessun “contrasto” o scontro tra Giorgia Meloni e i leghisti Giancarlo Giorgetti e Matteo Salvini (come assicurano insieme Palazzo Chigi e Mef), sicuramente la difesa comune europea e il piano “ReArm Europe” continuano a creare tensione tra gli alleati di governo. In particolare in vista delle comunicazioni di Giorgia Meloni martedì prossimo in Senato, prima del Consiglio europeo, quando ci sarà da presentare una risoluzione su cui è molto difficile trovare la quadra.


Certo non ha contribuito a distendere il clima la riunione del Consiglio federale della Lega convocata in concomitanza del Cdm per discutere, tra l’altro, proprio del tema della pace in Ucraina e della difesa. Motivo per cui Salvini si è trattenuto poco alla seduta e avrebbe avuto solo un breve scambio di opinioni con la premier. Più lungo e approfondito, invece, sarebbe stato il colloquio (“acceso” secondo alcuni, “franco” secondo altri) con Giorgetti sul tema della difesa. Rumors che costringono fonti di Palazzo Chigi e del Mef a intervenire congiuntamente smentendo “categoricamente qualsiasi ipotesi di contrasto” tra la premier e il ministro, che “continuano a lavorare in piena sintonia e con la massima condivisione sui vari dossier aperti, inclusa la difesa europea”. Certo è che la premier non può aver gradito la nota diffusa dalla Lega al termine del Consiglio federale che invita, tra l’altro, “alla prudenza” senza “deleghe in bianco su imprecisati eserciti europei”, concludendo che “l’Europa non ha bisogno di ulteriori debiti, di riarmo nucleare o di ulteriori cessioni di sovranità bensì di sostegno a famiglie, sanità e lavoro”. Parole che non facilitano la premier nell’affrontare il passaggio di martedì e soprattutto i tavoli internazionali.

Europa League, Athletic Bilbao-Roma 3-1, giallorossi eliminati

Europa League, Athletic Bilbao-Roma 3-1, giallorossi eliminatiRoma, 13 mar. (askanews) – La Roma è sconfitta 3-1 nel match di ritorno degli ottavi di Europa League dall’Athletic Bilbao ed è eliminata dalla competizione. In un San Mames infuocato i giallorossi giocano quasi tutta la gara in 10 (espulso Hummels dopo 11′) e l’Athletic ribalta il risultato dell’andata. In avvio l’imperdonabile errore del difensore tedesco, che sbaglia un passaggio e poi stende Sannadi. L’Athletic colpisce un palo con Nico Williams, che sblocca nel recupero del primo tempo. Nella ripresa Berchiche di testa fa 2-0, poi Nico Williams trova la sua doppietta personale. Inutile il gol di Paredes su rigore nel recupero