Giustizia, Conte: grave La Russa che dice Costituzione non chiaraRoma, 22 ott. (askanews) – “Rileggevo quella dichiarazione del presidente del Senato La Russa. Se la seconda carica dello Stato dice che non è chiara la Costituzione nel definire i rapporti fra la politica e il ruolo della magistratura, è un fatto molto grave. La Costituzione è chiarissima e si ispira addirittura a un pensatore che molto in là negli anni: separazione, indipendenza della magistratura rispetto al potere esecutivo”. Lo ha detto il presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, a diMartedì su La7.
Migranti, Conte: l’Albania? Tutta una messa in scenaRoma, 22 ott. (askanews) – “Vorrei parlare dell’Albania lo stretto necessario, qui il tema è l’economia, non possiamo consentire a Meloni di distrarci tutti con lo spot albanese. Lo abbiamo detto dall’inizio: ci sono oltre 800 milioni buttati che potevano essere recuperati per la sanità”. Lo ha detto il leader del M5S, Giuseppe Conte, a diMartedì su La7.
“Tra l’altro – ha aggiunto – forse non è chiaro a tutti, perché fanno tanta confusione: stiamo parlando di migranti? Possono essere portati in Albania solo quelli che vengono soccorsi in acque internazionali, non quelli che sbarcano in Italia. Due, lo abbiamo capito tutti che se stanno in Albania al massimo un mese poi li dobbiamo portare obbligatoriamente in Italia? E due sono le ipotesi: o hanno diritto alla protezione internazionale e allora l’asilo glielo dobbiamo dare, o non hanno diritto e torniamo alla questione atavica dei rimpatri. Questa è tutta una messa in scena”, ha concluso Conte.
Meloni celebra due anni di governo, scontro con Consiglio d’Europa su razzismoRoma, 22 ott. (askanews) – Nel giorno in cui celebra il secondo “compleanno” del governo, si apre un fronte europeo per Giorgia Meloni, con il rapporto dell’Ecri, organo del Consiglio d’Europa, che accusa le forze dell’ordine italiane di “razzismo”.
Rinviata a data da destinarsi (ufficialmente per l’assenza del vice premier Antonio Tajani, oggi pomeriggio a Pescara per il G7 Sviluppo) la conferenza stampa che inizialmente era stata prevista per le 9.30 oggi, la presidente del Consiglio pubblica di buon mattino un video sui social: “Non mi sono mai risparmiata ma penso anche – rivendica – che sono soddisfatta dei risultati e dei traguardi che in questi due anni abbiamo raggiunto per l’Italia e sono anche consapevole di quanto lavoro ci sia ancora da fare”. Per la premier “abbiamo restituito all’Italia una nuova centralità sulla scena internazionale; abbiamo rilanciato la crescita economica e l’occupazione, abbiamo raggiunto diversi record storici” sull’occupazione; “protetto il nostro tessuto produttivo industriale”; avviato “riforme che erano attese da decenni in questa nazione”; “messo in sicurezza i conti dello Stato” e “difeso il potere d’acquisto delle famiglie”. E “nei prossimi anni continueremo a lavorare con determinazione, con impegno per consolidare questi risultati e per rispettare integralmente il patto che abbiamo sottoscritto con i cittadini italiani”. Una ricostruzione respinta al mittente dalle opposizioni. Il giudizio sull’esecutivo della segretaria Pd Elly Schlein “è negativo da ogni punto di vista”, il leader del M5s Giuseppe Conte parla di “due anni di bugie e fallimenti” mentre Matteo Renzi ‘boccia’ la presidente del Consiglio: “Qualcosa da festeggiare ce l’ha solo lei: non festeggia l’Italia e non festeggiano gli italiani”. A rovinare un po la ‘festa’ dell’esecutivo è arrivato il rapporto, publicato oggi, della Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza (Ecri), un organismo del Consiglio d’Europa, secondo cui ci sono “numerosi resoconti di profilazione razziale da parte delle forze dell’ordine, che prendono di mira in particolar modo i Rom e le persone di origine africana”. Secondo la Commissione, per “combattere il razzismo e l’intolleranza all’interno delle forze dell’ordine, le autorità dovrebbero commissionare uno studio completo e indipendente con l’obiettivo di rilevare e affrontare eventuali pratiche di profilazione razziale da parte degli ufficiali”. Sotto accusa però anche il generale ed eurodeputato Roberto Vannacci (di cui nel rapporto non viene però fatto il nome) per le affermazioni fatte nel suo libro ‘Il mondo al contrario”, ritenute “esempi” di “dichiarazioni razziste e Lgbti-fobiche”. Di fronte a questi problemi, l’Ecri chiede di istituire un organismo completamente indipendente ed efficace per l’uguaglianza e di rafforzare l’Ufficio nazionale contro la discriminazione razziale. Mentre anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella esprime “stupore” per il rapporto, è durissima la replica dell’esecutivo. Matteo Salvini parla di “un ente inutile”, Antonio Tajani di accuse “false”, mentre la premier affida la risposta a un post su X: “Le nostre Forze dell’Ordine – scrive – sono composte da uomini e donne che, ogni giorno, lavorano con dedizione e abnegazione per garantire la sicurezza di tutti i cittadini, senza distinzioni. Meritano rispetto, non simili ingiurie”.
Resta centrale, nella giornata politica, il tema dei migranti. Il Viminale ha deciso il ricorso contro le ordinanze dei giudici della sezione immigrazione del tribunale di Roma che non hanno convalidato il trattenimento dei dodici migranti trasferiti in Albania mentre non si placa la polemica politica sul decreto varato ieri sera in Consiglio dei ministri per cercare di ‘superare’ il problema. Il testo al momento non è stato reso noto e per questo il Pd chiede “un’informativa urgente” della premier in Parlamento sul “decreto fantasma che nemmeno i membri del governo hanno potuto visionare”. Intanto a Palazzo Chigi e via della Scrofa, sede di Fdi, è suonato un campanello d’allarme: Sigfrido Ranucci ha annunciato per domenica una puntata di ‘Report’ che avrà al centro il Ministero della Cultura. A ‘Un giorno da pecora’ il giornalista ha parlato di un “nuovo caso Boccia che potrebbe essere al maschile, non riguarda Boccia” con documenti e chat che “farebbero ipotizzare responsabilità legate ad alte cariche di Fratelli d’Italia”. Abbastanza per far salire la fibrillazione molto vicino al livello di guardia.
Sette decreti entro Natale più la manovra, rischio ingorgo alle CamereRoma, 22 ott. (askanews) – Sette decreti da convertire in legge entro Natale, legge di bilancio e ddl concorrenza da approvare entro il 31 dicembre. Mancano due mesi alla fine del 2024 ma, prima di mangiare il panettone e stappare lo spumante, maggioranza e governo dovranno passare attraverso un ingorgo parlamentare che richiederà compattezza e assidua presenza nelle commissioni e in Aula. Non è la prima volta che accade in questa legislatura. Prima della pausa estiva dei lavori parlamentari, infatti, i decreti da convertire avevano raggiunto quota otto, impegnando senatori e deputati fino alla prima settimana di agosto. E anche per le vacanze di Natale 2024 le previsioni non sono buone: come già avvenuto per le prime due manovre economiche del governo Meloni, c’è chi è pronto a scommettere che, anche quest’anno, il Parlamento sarà costretto a riaprire tra Natale e Capodanno.
Il calendario è fittissimo. In ordine di approvazione il primo decreto che va convertito in legge è il decreto salva-infrazioni (scade il 15 novembre) che tra le altre cose dispone la proroga al 30 settembre 2027 delle concessioni balneari. Il provvedimento è in prima lettura all’esame delle commissioni Giustizia e Finanze di Montecitorio che hanno concluso l’esame di tutti gli emendamenti accantonando però quelli all’articolo 1 che contiene appunto le norme sui balneari sulle quali non c’è ancora accordo in maggioranza. Le votazioni sulle proposte di modifica dovrebbero riprendere domani pomeriggio. Ma non è escluso che l’approdo in aula previsto per lunedì 28 ottobre possa slittare di un giorno. C’è più tempo per la conversione in legge del decreto voluto dal ministro della Salute Orazio Schillaci per la sicurezza del personale sanitario. In prima lettura in commissione Giustizia al Senato, il provvedimento va convertito entro il 30 novembre: devono ancora iniziare le votazioni sui 60 emendamenti presentati. Il testo è atteso in aula nella settimana del 5 novembre. In alto mare in commissione Affari Costituzionali alla Camera il decreto flussi che disciplina l’ingresso in Italia di lavoratori stranieri e prevede strumenti per la loro tutela dal lavoro sommerso: la commissione sta svolgendo le audizioni e l’ipotesi è di fissare per martedì 29 ottobre il termine per la presentazione degli emendamenti. Il decreto va convertito entro il 10 dicembre ma fonti di governo non escludono una accelerazione per poter lasciare spazio e speranza a un’eventuale approvazione in prima lettura del ddl di riforma costituzionale caro a Forza Italia che prevede la separazione delle carriere.
Annunciati oggi al Senato il decreto ambiente che scade il 17 dicembre e il decreto in materia economica e fiscale e in favore degli enti territoriali che scade il 18 dicembre e sarà assegnato alla commissione Bilancio. Il dl ambiente è già nel mirino delle opposizioni per la norma che dà al presidente del Consiglio l’ultima parola sulle autorizzazioni ambientali. Secondo il Verde Angelo Bonelli si tratta di un comma inserito per bypassare i problemi di impatto del Ponte sullo Stretto di Messina. All’elenco corposo di decreti già all’esame delle Camere vanno aggiunti i due decreti approvati ieri dal Consiglio dei ministri di cui ancora non si conoscono i testi nel dettaglio: uno introduce disposizioni urgenti in materia di lavoro, università e ricerca per la migliore attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). L’altro riguarda i rimpatri dei migranti non aventi diritto all’asilo e allarga la lista dei paesi di origine cosiddetti ‘sicuri’ dopo la decisione del Tribunale di Roma di non convalidare il trattenimento dei dodici migranti soccorsi in acque italiane e portati nel centro di detenzione in Albania.
In questo calendario fittissimo dovrà trovare necessariamente spazio la legge di bilancio 2025. Approvata il 15 ottobre in Consiglio dei ministri e presentata dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti in conferenza stampa il giorno successivo, è ancora attesa in prima lettura alla Camera. Entro il 31 dicembre va approvato anche il ddl concorrenza, collegato alla manovra dello scorso anno, e l’intenzione del governo è di approvare definitivamente anche un altro collegato alla manovra 2024 ovvero il ddl lavoro che ha avuto il via libera dalla Camera e ora attende l’ok del Senato. Atteso il 19 novembre in aula al Senato anche il codice della strada: caro alla Lega di Matteo Salvini, già approvato in prima lettura alla Camera, è stato licenziato oggi dalla commissione competente di Palazzo Madama senza modifiche.
Dl Albania prevederà ricorso in Corte Appello contro ordinanzeRoma, 22 ott. (askanews) – Nel decreto legge varato ieri sera dal Consiglio dei ministri per la definizione dei “Paesi sicuri” potrebbe essere inserita una norma che prevede il ricorso in Corte d’Appello contro le ordinanze del Tribunale sul trattenimento dei migranti nelle strutture per l’identificazione e il rimpatrio. Attualmente il ricorso deve essere presentato in Cassazione. E’ quanto si apprende da fonti a conoscenza del dossier.
Sul testo del decreto i tecnici sono ancora al lavoro prima della trasmissione al Quirinale.
Meloni celebra due anni di governo, scontro con l’Europa sul razzismoRoma, 22 ott. (askanews) – Nel giorno in cui celebra il secondo “compleanno” del governo, si apre un fronte europeo per Giorgia Meloni, con il rapporto dell’Ecri, organo del Consiglio d’Europa, che accusa le forze dell’ordine italiane di “razzismo”.
Rinviata a data da destinarsi (ufficialmente per l’assenza del vice premier Antonio Tajani, oggi pomeriggio a Pescara per il G7 Sviluppo) la conferenza stampa che inizialmente era stata prevista per le 9.30 oggi, la presidente del Consiglio pubblica di buon mattino un video sui social: “Non mi sono mai risparmiata ma penso anche – rivendica – che sono soddisfatta dei risultati e dei traguardi che in questi due anni abbiamo raggiunto per l’Italia e sono anche consapevole di quanto lavoro ci sia ancora da fare”. Per la premier “abbiamo restituito all’Italia una nuova centralità sulla scena internazionale; abbiamo rilanciato la crescita economica e l’occupazione, abbiamo raggiunto diversi record storici” sull’occupazione; “protetto il nostro tessuto produttivo industriale”; avviato “riforme che erano attese da decenni in questa nazione”; “messo in sicurezza i conti dello Stato” e “difeso il potere d’acquisto delle famiglie”. E “nei prossimi anni continueremo a lavorare con determinazione, con impegno per consolidare questi risultati e per rispettare integralmente il patto che abbiamo sottoscritto con i cittadini italiani”. Una ricostruzione respinta al mittente dalle opposizioni. Il giudizio sull’esecutivo della segretaria Pd Elly Schlein “è negativo da ogni punto di vista”, il leader del M5s Giuseppe Conte parla di “due anni di bugie e fallimenti” mentre Matteo Renzi ‘boccia’ la presidente del Consiglio: “Qualcosa da festeggiare ce l’ha solo lei: non festeggia l’Italia e non festeggiano gli italiani”. A rovinare un po’ la ‘festa’ dell’esecutivo è arrivato il rapporto, publicato oggi, della Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza (Ecri), un organismo del Consiglio d’Europa, secondo cui ci sono “numerosi resoconti di profilazione razziale da parte delle forze dell’ordine, che prendono di mira in particolar modo i Rom e le persone di origine africana”. Secondo la Commissione, per “combattere il razzismo e l’intolleranza all’interno delle forze dell’ordine, le autorità dovrebbero commissionare uno studio completo e indipendente con l’obiettivo di rilevare e affrontare eventuali pratiche di profilazione razziale da parte degli ufficiali”. Sotto accusa però anche il generale ed eurodeputato Roberto Vannacci (di cui nel rapporto non viene però fatto il nome) per le affermazioni fatte nel suo libro ‘Il mondo al contrario”, ritenute “esempi” di “dichiarazioni razziste e Lgbti-fobiche”. Di fronte a questi problemi, l’Ecri chiede di istituire un organismo completamente indipendente ed efficace per l’uguaglianza e di rafforzare l’Ufficio nazionale contro la discriminazione razziale. Mentre anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella esprime “stupore” per il rapporto, è durissima la replica dell’esecutivo. Matteo Salvini parla di “un ente inutile”, Antonio Tajani di accuse “false”, mentre la premier affida la risposta a un post su X: “Le nostre Forze dell’Ordine – scrive – sono composte da uomini e donne che, ogni giorno, lavorano con dedizione e abnegazione per garantire la sicurezza di tutti i cittadini, senza distinzioni. Meritano rispetto, non simili ingiurie”.
Resta centrale, nella giornata politica, il tema dei migranti. Il Viminale ha deciso il ricorso contro le ordinanze dei giudici della sezione immigrazione del tribunale di Roma che non hanno convalidato il trattenimento dei dodici migranti trasferiti in Albania mentre non si placa la polemica politica sul decreto varato ieri sera in Consiglio dei ministri per cercare di ‘superare’ il problema. Il testo al momento non è stato reso noto e per questo il Pd chiede “un’informativa urgente” della premier in Parlamento sul “decreto fantasma che nemmeno i membri del governo hanno potuto visionare”. Intanto a Palazzo Chigi e via della Scrofa, sede di Fdi, è suonato un campanello d’allarme: Sigfrido Ranucci ha annunciato per domenica una puntata di ‘Report’ che avrà al centro il Ministero della Cultura. A ‘Un giorno da pecora’ il giornalista ha parlato di un “nuovo caso Boccia che potrebbe essere al maschile, non riguarda Boccia” con documenti e chat che “farebbero ipotizzare responsabilità legate ad alte cariche di Fratelli d’Italia”. Abbastanza per far salire la fibrillazione molto vicino al livello di guardia.
M.O., Meloni sente Erdogan: impegno comune per cessate il fuocoRoma, 22 ott. (askanews) – “Nel ribadire il diritto di Israele di difendersi”, in un colloquio telefonico con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni “ha messo in luce la necessità di accrescere l’assistenza umanitaria alle popolazioni civili colpite. La conversazione telefonica ha anche fatto emergere il comune impegno a promuovere un cessate il fuoco a Gaza e in Libano. In questo ultimo scenario, Meloni ha valorizzato il ruolo cruciale di Unifil e la necessità che la sicurezza della missione venga garantita in ogni momento”. E’ quanto si legge in una nota di Palazzo Chigi.
I due leader, si legge nel comunicato, “si sono soffermati sulla solidità dei rapporti bilaterali, sottolineando l’importanza di continuare a lavorare per rafforzare ulteriormente la tendenza in costante crescita dell’interscambio commerciale. In tale ambito”, Meloni ha rivolto un invito a Erdogan a recarsi in Italia nella prima metà del 2025 in occasione di una nuova sessione del Vertice intergovernativo italo-turco. A conclusione del colloquio, Meloni ed Erdogan “si sono anche confrontati sulla situazione dei rifugiati siriani nella regione e su come continuare a sostenere gli sforzi dell’Ucraina per una pace giusta e duratura”, conclude la nota.
M.O., Meloni al G7 Sviluppo: “Fondamentale sostenere il governo libanese”Pescara, 22 ott. (askanews) – “L’escalation militare ha ovviamente aggravato anche la crisi dei rifugiati in tutta la regione” mediorientale, “particolarmente in Giordania, in Siria e in Libano” e “oggi un libanese su cinque è sfollato”: “anche questo sta avendo un impatto molto forte sulle diverse comunità libanesi e rischia di alimentare ulteriori problemi”. Lo ha precisato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in un videomessaggio al G7 Sviluppo in corso a Pescara.
“In questo scenario così complesso e pieno di incertezza, penso che sia anche fondamentale sostenere il Governo libanese, e aiutare le istituzioni libanesi anche nel loro processo di rafforzamento”, ha evidenziato Meloni. “È un messaggio che ho ribadito direttamente, nei miei colloqui, con il Primo Ministro Mikati, e anche su questo punto l’Italia è pronta a dare una mano quando fosse richiesto”, ha aggiunto.
Il Consiglio d’Europa: in Italia la polizia fa profilazione razziale. Meloni: agenti meritano rispettoBruxelles, 22 ott. (askanews) – La Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza (Ecri), un organismo del Consiglio d’Europa, ha pubblicato oggi un rapporto sulla situazione in Italia, in cui chiede di istituire un organismo completamente indipendente ed efficace per l’uguaglianza e di rafforzare l’Ufficio nazionale contro la discriminazione razziale, come organismo di coordinamento ufficiale a pieno titolo.
Il rapporto rileva, tra l’altro, che ci sono “numerosi resoconti di profilazione razziale da parte delle forze dell’ordine, che prendono di mira in particolar modo i Rom e le persone di origine africana”. E afferma che, per “combattere il razzismo e l’intolleranza all’interno delle forze dell’ordine, le autorità dovrebbero commissionare uno studio completo e indipendente con l’obiettivo di rilevare e affrontare eventuali pratiche di profilazione razziale da parte degli ufficiali”. Secondo il rapporto, l’Italia dovrebbe in particolare adottare un piano d’azione nazionale contro il razzismo, organizzare una campagna di sensibilizzazione volta a promuovere l’uguaglianza, la diversità e il dialogo interculturale e interreligioso e adottare ulteriori misure per combattere l’incitamento all’odio da parte di personaggi pubblici.
“La capacità delle forze dell’ordine di affrontare la violenza motivata dall’odio è ridotta dalla sottostima e dalla mancanza di fiducia da parte delle persone appartenenti a gruppi di interesse”, si legge nella relazione, che fa riferimento a resoconti secondo cui “i bambini migranti sarebbero più esposti al bullismo nelle scuole e abbandonerebbero il sistema educativo prima dei bambini italiani”. Inoltre, “molti Rom risiedono ancora nelle periferie delle città con accesso limitato ai trasporti pubblici e, a quanto viene riferito, sono continuati gli sfratti forzati dei Rom in violazione degli standard internazionali”. Su X la risposta della presidente del Consiglio Giorgia Meloni: “L’ECRI, organo del Consiglio d’Europa, accusa le forze di polizia italiane di razzismo? Le nostre Forze dell’Ordine sono composte da uomini e donne che, ogni giorno, lavorano con dedizione e abnegazione per garantire la sicurezza di tutti i cittadini, senza distinzioni. Meritano rispetto, non simili ingiurie”.
Ue, Salis: Ungheria chiede revoca della mia immunitàRoma, 22 ott. (askanews) – “A breve sarà annunciata al Parlamento Europeo di Strasburgo la richiesta di revoca della mia immunità da parte delle autorità ungheresi”. Lo annuncia Ilaria Salis, europarlamentare di The Left.
“Non è – aggiunge – una coincidenza che la trasmissione della richiesta al Parlamento sia avvenuta il 10 ottobre, il giorno successivo al mio intervento in Plenaria sulla presidenza ungherese, quando ho criticato duramente l’operato di Orbán. Evidentemente, i tiranni faticano a digerire le critiche. Come ho già detto più volte, auspico che il Parlamento scelga di difendere lo stato di diritto e i diritti umani, senza cedere alla prepotenza di una ‘democrazia illiberale’ in deriva autocratica che, per bocca anche dei suoi stessi governanti, in diverse occasioni mi ha già dichiarato colpevole prima della sentenza. In gioco non c’è solo il mio futuro personale, ma anche e soprattutto cosa vogliamo che sia l’Europa, sempre più minacciata da forze politiche autoritarie. Non sussistono le condizioni minime affinché in Ungheria possa svolgersi un processo giusto. Né per me, né per Maja, né per nessun oppositore politico, tantomeno se antifascista. Abbiamo già dimostrato cosa può la solidarietà. È tempo di mobilitarsi di nuovo, in nome dell’antifascismo, della democrazia e di una vera giustizia”, conclude Salis.