Dl liste attesa, Schlein: disfatta, ennesimo fallimento governoRoma, 11 lug. (askanews) – “Doveva essere il decreto che risolveva il tragico problema delle liste d’attesa nella sanità pubblica. E’ diventato il decreto che le regioni bocciano perché è vuoto e privo di risorse e su cui si spacca la maggioranza, con la Lega che presenta emendamenti che vogliono cancellare intere parti del testo”. Lo afferma in una nota la segretaria del Pd Elly Schlein.
“Mentre infatti questo governo da una parte sventola la bandiera dell’autonomia differenziata che cristallizza le differenze tra regioni più ricche e più povere, dall’altra presenta un decreto che accentra i poteri e le regole sulle liste d’attesa, senza metterci un euro. Davvero un bel capolavoro che certifica l’ennesimo fallimento del governo”.
Il caso Orban approda alla Nato, tra imbarazzi e fastidio l’Italia mantiene aperti i canaliWashington, 11 lug. (askanews) – Viktor Orban crea un problema “politico” ma con lui bisogna “continuare a parlare”. Questa la riflessione di una fonte diplomatica italiana, nel giorno in cui al vertice Nato di Washington si parla di Ucraina. E la posizione del leader ungherese – dopo i viaggi a Mosca e Pechino non ‘autorizzati’ da Bruxelles – crea imbarazzi e anche molto fastidio, tanto che in sede europea si ipotizza un ‘boicottaggio’ dei consigli ministeriali informali convocati dal presidente di turno dell’Unione.
Al piano da 40 miliardi che la Nato mette in campo per Kiev Budapest non aderirà. “L’Ungheria non parteciperà alla missione Nato-Ucraina, ma continueremo a perseguire i nostri obiettivi nello sviluppo delle capacità di difesa ungheresi, rafforzando così la nostra Alleanza”, ha scritto Orban su X. “Ha esercitato l’opt-out, lo aveva annunciato in modo molto trasparente, ma comunque si sarebbe trattato di un contributo esiguo”, sottolinea la fonte, concordando però sul fatto che prima che pratico ed economico il problema è “politico”. Proprio per questo però, aggiunge, in questo momento “con Orban bisogna continuare a parlare, come ha sempre detto e come fa la presidente Meloni”. Anche se indubbiamente la costituzione del gruppo dei ‘Patrioti’ (con il tentativo di ‘sfilare’ il Pis a Ecr) ha un po’ raffreddato i rapporti. Per quanto riguarda l’eventuale ‘boicottaggio’ delle ministeriali a guida ungherese, conclude la fonte, “è una cosa su cui c’è un dibattito in Europa, vedremo. Noi non abbiamo ancora una posizione”.
Meloni al vertice Nato ha confermato la posizione dell’Italia: sostegno a Kiev e più spese in difesaWashington, 11 lug. (askanews) – Giorgia Meloni conferma che l’Italia incrementa, già nel 2024, le spese in difesa; ribadisce il sostegno a Kiev, che deve essere “mirato ed efficace”; rilancia la richiesta di un maggiore impegno della Nato sul fronte Sud. La presidente del Consiglio prende la parola al Vertice di Washington per spiegare la posizione italiana sui principali temi sul tavolo.
La premier elogia la Nato come l’Alleanza “più affidabile e coesa della storia” e oggi “ancora più che rispetto al passato, la nostra unità e la nostra determinazione sono i beni più preziosi che abbiamo, e su questo possiamo permetterci solo passi in avanti”. Per questo secondo la presidente del Consiglio occorre “concentrare” gli “sforzi” su alcune direttrici. In primo luogo sostenere la “legittima autodifesa dell’Ucraina” e il “rispetto del sistema internazionale” senza il quale si crea il “caos”. In quest’ottica, assicura che il supporto italiano a Kiev “continuerà”, precisando che deve essere “mirato ed efficace” ed evitando “duplicazioni” tra Ue e Nato, perché altrimenti i costi potrebbero diventare difficilmente sostenibili per i bilanci degli Stati. Parole che forse sono anche un’indiretta risposta alla strategia di Matteo Salvini, che da tempo critica l’appoggio a Zelenksy. L’ultima volta ancora ieri, quando il vice premier ha espresso la convinzione che “più armi si inviano e più la guerra va avanti”.
In tema di costi e investimenti, negli ultimi anni – ha rilevato Meloni – sono stati fatti “progressi significativi” per rendere più equilibrata la condivisione degli oneri nell’Alleanza e l’Italia è “in grado di annunciare che la traiettoria della spesa per la difesa nel 2024 è in aumento”. La quota del 2% rispetto al Pil “è tra i nostri obiettivi, ma non è l’unico” perchè “dobbiamo anche lavorare a un’industria della difesa innovativa e competitiva”. In questo ambito, domani il ministro della Difesa Guido Crosetto firmerà insieme agli omologhi di Francia, Germania e Polonia una lettera di intenti sul programma Elsa (European Long-Range Strike Approach) per lo sviluppo congiunto e l’approvvigionamento di sistemi d’arma avanzati con gittata superiore ai mille chilometri. Sempre a proposito delle risorse, però, l’Italia chiede anche che sia considerato il contributo di uomini alle missioni internazionali perché – ricorda la premier – da questo punto di vista “siamo uno tra i primissimi contributori dell’Alleanza”. Meloni ricorda poi una delle priorità per il governo italiano, ovvero l’attenzione al fianco meridionale. Se infatti “noi siamo in prima linea” a difesa degli alleati orientali, “non possiamo essere lasciati soli nella difesa del fronte Sud” che è “ugualmente fondamentale”. Dunque la nomina di un Rappresentante speciale per il Sud (che la premier ha richiesto per l’Italia, anche parlandone con il prossimo segretario generale Mark Rutte) è “una buona notizia e un buon punto di punto di partenza” ma Roma “continuerà a lavorare affinché, nell’interesse di tutti, le nostre priorità siano adeguate a un mondo che sta cambiando”. A questo riguardo, a margine dei lavori Meloni incontra il presidente della Turchia Recep Tayyip Erdogan con cui affronta il tema del “rafforzamento del coordinamento bilaterale all’interno dell’Alleanza atlantica in particolare rispetto al fianco Sud” e sui migranti.
Nella serata americana la presidente del Consiglio – con top e gonna longuette color champagne e sandali con tacco alto dorate – è alla Casa Bianca per il ricevimento offerto ai leader dal presidente americano Joe Biden. (di Alberto Ferrarese)
Meloni conferma aumento spese difesa, sostegno a Kiev miratoWashington, 11 lug. (askanews) – Giorgia Meloni conferma che l’Italia incrementa, già nel 2024, le spese in difesa; ribadisce il sostegno a Kiev, che deve essere “mirato ed efficace”; rilancia la richiesta di un maggiore impegno della Nato sul fronte Sud. La presidente del Consiglio prende la parola al Vertice di Washington per spiegare la posizione italiana sui principali temi sul tavolo.
La premier elogia la Nato come l’Alleanza “più affidabile e coesa della storia” e oggi “ancora più che rispetto al passato, la nostra unità e la nostra determinazione sono i beni più preziosi che abbiamo, e su questo possiamo permetterci solo passi in avanti”. Per questo secondo la presidente del Consiglio occorre “concentrare” gli “sforzi” su alcune direttrici. In primo luogo sostenere la “legittima autodifesa dell’Ucraina” e il “rispetto del sistema internazionale” senza il quale si crea il “caos”. In quest’ottica, assicura che il supporto italiano a Kiev “continuerà”, precisando che deve essere “mirato ed efficace” ed evitando “duplicazioni” tra Ue e Nato, perché altrimenti i costi potrebbero diventare difficilmente sostenibili per i bilanci degli Stati. Parole che forse sono anche un’indiretta risposta alla strategia di Matteo Salvini, che da tempo critica l’appoggio a Zelenksy. L’ultima volta ancora ieri, quando il vice premier ha espresso la convinzione che “più armi si inviano e più la guerra va avanti”.
In tema di costi e investimenti, negli ultimi anni – ha rilevato Meloni – sono stati fatti “progressi significativi” per rendere più equilibrata la condivisione degli oneri nell’Alleanza e l’Italia è “in grado di annunciare che la traiettoria della spesa per la difesa nel 2024 è in aumento”. La quota del 2% rispetto al Pil “è tra i nostri obiettivi, ma non è l’unico” perchè “dobbiamo anche lavorare a un’industria della difesa innovativa e competitiva”. In questo ambito, domani il ministro della Difesa Guido Crosetto firmerà insieme agli omologhi di Francia, Germania e Polonia una lettera di intenti sul programma Elsa (European Long-Range Strike Approach) per lo sviluppo congiunto e l’approvvigionamento di sistemi d’arma avanzati con gittata superiore ai mille chilometri. Sempre a proposito delle risorse, però, l’Italia chiede anche che sia considerato il contributo di uomini alle missioni internazionali perchè – ricorda la premier – da questo punto di vista “siamo uno tra i primissimi contributori dell’Alleanza”. Meloni ricorda poi una delle priorità per il governo italiano, ovvero l’attenzione al fianco meridionale. Se infatti “noi siamo in prima linea” a difesa degli alleati orientali, “non possiamo essere lasciati soli nella difesa del fronte Sud” che è “ugualmente fondamentale”. Dunque la nomina di un Rappresentante speciale per il Sud (che la premier ha richiesto per l’Italia, anche parlandone con il prossimo segretario generale Mark Rutte) è “una buona notizia e un buon punto di punto di partenza” ma Roma “continuerà a lavorare affinché, nell’interesse di tutti, le nostre priorità siano adeguate a un mondo che sta cambiando”. A questo riguardo, a margine dei lavori Meloni incontra il presidente della Turchia Recep Tayyip Erdogan con cui affronta il tema del “rafforzamento del coordinamento bilaterale all’interno dell’Alleanza atlantica in particolare rispetto al fianco Sud” e sui migranti.
Nella serata americana la presidente del Consiglio – con top e gonna longuette color champagne e sandali con tacco alto dorate – è alla Casa Bianca per il ricevimento offerto ai leader dal presidente americano Joe Biden.
Meloni alla Nato: spesa difesa Italia in aumento, obiettivo 2%Washington, 10 lug. (askanews) – La spesa italiana per la difesa nel 2024 ha una “traiettoria” in “aumento” e la quota del 2% rispetto al Pil è “tra i nostri obiettivi” anche se non l’unico. Lo ha detto, secondo quanto si apprende, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, intervenendo al Vertice Nato di Washington.
Per la premier la difesa dell’Ucraina dipende anche dalla capacità di deterrenza dell’Alleanza, e dal rafforzamento della sicurezza dei Paesi, “sulla quale dobbiamo continuare ad investire”. Negli ultimi anni, ha evidenziato Meloni, sono stati compiuti “progressi significativi per rendere più equilibrata la condivisione degli oneri nell’Alleanza, e l’Italia è oggi in grado di annunciare che la traiettoria della spesa per la difesa nel 2024 è in aumento”. Il 2% “è tra i nostri obiettivi”, ma “non è l’unico” ha detto, sottolineando che “dobbiamo anche lavorare a un’industria della difesa innovativa e competitiva, che tragga vantaggio dalla complementarità tra Nato e Ue”.
Ue, Afd fonda gruppo di ultradestra ‘Europa nazioni sovrane’ (Esn)Bruxelles, 10 lug. (askanews) – Si è svolta oggi a Bruxelles la riunione per la costituzione di un nuovo gruppo di estrema destra al Parlamento europeo, chiamato Esn (Europa delle nazioni sovrane) e collocato ancora più a destra dell’altro nuovo gruppo sovranista, quello dei ‘Patrioti’, che era stato creato ufficialmente lunedì (con la partecipazione degli eurodeputati della Lega, di quelli del Rn francese e dell’ungherese Fidesz).
L’Esn nasce soprattutto per iniziativa della tedesca Afd (‘Alternative für Deutschland’, 14 eurodeputati), che era rimasta fuori dai giochi dopo la sua espulsione dal precedente gruppo di estrema destra ‘Identità e Democrazia’ (ID) alla fine della scorsa legislatura. La notizia ufficiale non è ancora stata data ma da diverse fonti interne si sa già che il nuovo gruppo dovrebbe avere 28 eurodeputati da nove paesi. Per formare un gruppo politico al Parlamento europeo, sono necessari come minimo 23 eurodeputati, eletti in almeno sette paesi diversi.
La seconda formazione più importante dell’Esn è quella del partito polacco ‘Confederazione’ (sei eurodeputati). Gli altri membri vengono dai partiti Reconquête (Francia), ‘Our Country’ (Ungheria), ‘Rinascita’ (Bulgaria), ‘E’ finita la festa’ (Spagna), Repubblica (Slovacchia), Unione del Popolo e Giustizia (Lituania), ‘Libertà e democrazia diretta’ (Spd, c-Repubblica ceca).
Ucraina, Tajani: Salvini su armi? Nessuno vuole uscire da NatoWashington, 10 lug. (askanews) – “Noi siamo parte integrante della Nato, nessuno ha mai detto che dobbiamo uscire dalla Nato”. Così il ministro degli Esteri Antonio Tajani, rispondendo a Washington a chi gli chiedeva un commento sulla posizione di Matteo Salvini, contrario all’invio di nuove armi in Ucraina.
“Il nostro impegno – ha aggiunto – è procedere verso l’obiettivo del 2%, non si può raggiungere immediatamente ma va anche tenuto conto che l’Italia è il secondo Paese che offre donne e uomini in uniforme in tutte le missioni di pace dell’alleanza atlantica. Siamo arrivati all’1,6%, intendiamo procedere: per noi l’alleanza atlantica è un punto fondamentale della nostra politica estera, com’è la presenza nell’Ue, come sono le relazioni transatlantica indipendentemente da chi è stato, è o sarà il presidente degli Usa”.
Gualtieri: tagliati a Roma 28 milioni di spesa corrente, è gravissimoRoma, 10 lug. (askanews) – “A Roma sono state concesse risorse per gli investimenti, ma contemporaneamente, per effetto della scorsa legge di bilancio è arrivato un taglio pesantissimo da 28 milioni di euro alla spesa corrente nel momento in cui tutti i servizi ai cittadini costano di più per gli adeguamenti contrattuali e l’aumento dei prezzi. Non solo non abbiamo risorse in più per gli Oepac (assistenza scolastica, ndr.), la disabilità o il trasporto pubblico, ma un taglio da parte del Governo pesantissimo. 28 milioni su 250 significa che Roma sostiene da sola l’11% della manovra a fronte del 5% di abitanti, quanto si tratta di dare risorse ha meno dei suoi abitanti, quanto si tratta di tagliare le viene tolto più del doppio”. Lo ha detto il sindaco di Roma Roberto Gualtieri a margine della presentazione del Protocollo d’intesa per l’ampliamento della città giudiziaria a piazzale Clodio, a chi gli chiedeva un commento alle notizie di tagli operati dal Governo ai finanziamenti per la Capitale nell’ambito dell’annunciata spending review.
Via libera della Camera a ddl Nordio con 199 sì, diventa leggeRoma, 10 lug. (askanews) – Via libera definitivo dell’aula della Camera al ddl Nordio con 199 sì e 102 no. Il provvedimento apporta modifiche al codice penale, al codice di procedura penale, all’ordinamento giudiziario e al codice dell’ordinamento militare e tra le misure previste contiene l’abrogazione del reato di abuso d’ufficio, novità sul reato di traffico di influenze illecite e sulle intercettazioni.
Il disegno di legge è stato approvato in seconda lettura da Montecitorio, in un identico testo rispetto a quello trasmesso dal Senato, e dunque diventa legge dello Stato.
Camera approva Odg del Pd a ddl Nordio, maggioranza si spaccaRoma, 9 lug. (askanews) – Fibrillazione tra i gruppi di maggioranza (e non solo) nell’aula della Camera su un ordine del giorno del Pd al ddl Nordio, che interviene sulla legge Severino. Il governo si è rimesso all’aula e la maggioranza si è spaccata: Fdi non ha partecipato al voto mentre Fi e Lega si sono espressi a favore. Tra le file dell’opposizione, ha votato contro il Movimento Cinque Stelle, Avs invece a favore.
Durante la discussione il sottosegretario alla Giustizia Francesco Paolo Sisto (Fi) ha dato parere contrario sulle premesse e si è rimesso all’aula sull’impegno per il governo. La presidente della commissione Antimafia, Chiara Colosimo, è intervenuta chiedendo una modifica. A quel punto, Sisto ha provato a proporre una riformulazione che includesse quanto sollevato dalla Colosimo ma quando i proponenti hanno respinto la riformulazione del testo, Sisto ha confermato che si sarebbe rimesso all’aula. Le premesse, su cui il governo aveva dato parere negativo, sono state respinte (106 contrari e 59 favorevoli), mentre è stato approvato il dispositivo con 134 voti a favore e 33 contrari. Il testo del dispositivo impegna il governo “ad effettuare, nell’ambito delle sue prerogative, un nuovo bilanciamento” nell’ambito della Severino “prevedendo l’esclusione dalla sospensione per gli amministratori regionali e locali a seguito di sentenze non definitive” così come accade per sottosegretari, deputati e ministri. Questo “ovviamente laddove non riguardino delitti di particolare alarme sociale”.
Il dem Federico Gianassi ha spiegato così il perché sia stata respinta la formulazione del testo richiesta da Fdi: “non abbiamo accettato la riformulazione del governo perché era troppo riduttiva, mentre la nostra formula, che esclude cambiamenti di normativa per tutti i reati di grave allarme sociale, è ben più ampia dei soli reati di mafia e di criminalità organizzata e comprende anche reati associativi e corruttivi”.