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Domani l’ok a premierato, l’autonomia entro giovedì. Opposizioni in piazza

Domani l’ok a premierato, l’autonomia entro giovedì. Opposizioni in piazzaRoma, 17 giu. (askanews) – Domani si chiude a Palazzo Madama la prima lettura del premierato e, entro giovedì, a Montecitorio dovrebbe arrivare l’ok definitivo all’autonomia differenziata: questa la tabella di marcia della maggioranza sulle riforme. Dopo gli scontri della scorsa settimana alla Camera, costati la sospensione a 11 deputati tra Lega, Fdi, M5s e Pd, la protesta dell’opposizione contro le riforme del centrodestra, invece, si sposta in piazza SS. Apostoli a Roma dove tutti – tranne Italia Viva e Azione – si ritroveranno domani intorno alle 18.


Tuttavia se la protesta fuori dalle aule parlamentari farà sì che il clima nell’emiciclo sia più disteso sarà tutto da vedere. Di sicuro non mancheranno le frizioni. Incassato il voto finale del Senato alla riforma costituzionale cara a Giorgia Meloni, infatti, gli sforzi della maggioranza saranno tutti per approvare il ddl Calderoli non più tardi di questa settimana. È la ragione per cui domani pomeriggio alle 14 molto probabilmente il centrodestra chiederà un’inversione dell’ordine del giorno dell’aula della Camera che, attualmente, vede al primo punto il decreto sulle associazioni sindacali delle Forze armate. E qui, è prevedibile, ci sarà la prima discussione. Le opposizioni, infatti, sono contrarie all’ipotesi di inversione che oggi in Transatlantico veniva data come certa: non c’è alcuna ragione – è il ragionamento delle minoranze – di rinviare un provvedimento sui militari, che scade l’8 luglio e deve ancora passare al Senato, condiviso da maggioranza e opposizione con pochi emendamenti da esaminare.La ragione sta nel fatto che per il governo e la maggioranza questa settimana è l’ultima finestra utile per l’ok definitivo all’autonomia. Troppo rischioso andare oltre quando poi sono attesi in aula diversi decreti: il salva-Casa, il decreto Abodi-Valditara, entrambi all’esame della Camera, e soprattutto il Coesione in arrivo dal Senato. E allora, invertito l’odg, si andrà avanti sicuramente in seduta notturna – già prevista domani fino a mezzanotte – e, se necessario, con una seduta fiume. Quest’ultima diventerebbe effettiva nel caso in cui l’opposizione dovesse chiedere e ottenere la sospensione della seduta della Camera intorno alle 18 per prendere parte alla manifestazione in piazza SS. Apostoli. A quel punto l’esame del ddl autonomia riprenderebbe in serata senza soluzione di continuità – pause tecniche a parte – fino all’approvazione finale.


 

Ue, Tajani: non chiudere la porta della maggioranza a Ecr

Ue, Tajani: non chiudere la porta della maggioranza a EcrBruxelles, 17 giu. (askanews) – Come previsto in Europa “il Ppe presenterà due candidature: Ursula von der Leyen come presidente della Commissione e Roberta Metsola come presidente del Parlamento. Per noi è fondamentale avere la guida della Commissione e del Parlamento. Stiamo discutendo, credo che non si possano chiudere le porte ai conservatori: il Parlamento europeo non può chiudersi in una maggioranza a tre. Bisogna tenere ben differente la posizione dei Conservatori da quella di Identità e democrazia e da quella dei Verdi. Non possiamo fare concessioni ai Verdi perchè abbiamo bisogna avere una politica europeo e non fondamentalista”. Lo ha detto Antonio Tajani, a margine del summit Ppe a Bruxelles.

Toti chiede al Gip l’autorizzazione per incontrare esponenti politici del centrodestra

Toti chiede al Gip l’autorizzazione per incontrare esponenti politici del centrodestraGenova, 17 giu. (askanews) – L’avvocato Stefano Savi, difensore del presidente della Regione Liguria attualmente sospeso, Giovanni Toti, che dal 7 maggio è agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione, ha presentato in tribunale a Genova un’istanza con cui chiede al gip Paola Faggioni l’autorizzazione per incontrare esponenti politici locali della maggioranza regionale di centrodestra e successivamente anche esponenti nazionali di Noi Moderati.


“Abbiamo richiesto 5 o 6 incontri – ha spiegato il legale ai cronisti che lo attendevano davanti al palazzo di giustizia di Genova – che potrebbero essere anche cumulativi”. Secondo l’avvocato Savi, tra questi potrebbe esserci anche il presidente ad interim della Regione Liguria Alessandro Piana. “Per il momento – ha sottolineato il difensore del governatore ligure – abbiamo chiesto di incontrare esponenti politici locali ma teniamo conto che lui ha una posizione anche nazionale perché ha un ruolo in Noi Moderati, quindi potrebbe essere necessario sentire anche qualche esponente di quella formazione politica”.

Profanata la tomba di Berlinguer, è la terza volta in due mesi

Profanata la tomba di Berlinguer, è la terza volta in due mesiRoma, 17 giu. (askanews) – “Per la terza volta nell’arco di appena due mesi la tomba di nostro padre nel cimitero di Prima Porta è stata profanata, sei giorni dopo l’anniversario della sua morte”. Lo scrivono Bianca, Maria, Marco e Laura Berlinguer, figli di Enrico, in un post pubblicato su Instagram.


“L’azione vigliacca di alcuni mascalzoni – proseguono – rivela che non si tratta dell’atto di uno squilibrato bensì di un gesto dal contenuto chiaramente politico. Ci auguriamo vengano adottate le necessarie misure per evitare ulteriori oltraggi”. “Abbiamo saputo che ancora una volta la tomba di Enrico Berlinguer è stata profanata. È la terza volta in meno di due mesi”. Lo riferisce Nicola Fratoianni, deputato di Alleanza Verdi Sinistra. “È chiaro che non si tratta di un gesto individuale, ma di un atto politico. Possibile che nessuno abbia fatto in modo che questo scempio non si ripetesse? Ora, perché non succeda più e i responsabili siano individuati e puniti ci aspettiamo che le autorità si attivino immediatamente. Per questo presenterò un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Interno”, aggiunge.


“La memoria e il testamento politico di Enrico Berlinguer – conclude Fratoianni – non potranno mai essere scalfiti, perché vivono nel cuore del popolo italiano”, conclude il leader di Si.

M5s: se Von der Leyen ha rinviato report su diritti e media in Italia è finita

M5s: se Von der Leyen ha rinviato report su diritti e media in Italia è finitaRoma, 17 giu. (askanews) – “Se fosse vero sarebbe gravissimo: la presidente della Commissione Ue Von der Leyen è pronta a barattare uno dei valori fondamentali dell’Unione europea – la libertà di stampa, pilastro dello Stato di diritto – con la permanenza al potere. Aver insabbiato o rimandato la condanna all’Italia per il peggioramento della libertà di stampa sotto il governo Meloni in cambio dei suoi voti per la rielezione alla presidenza, rappresenta uno scandalo politico di proporzioni tali da porre fine alla carriera politica della signore Von der Leyen”. Lo denuncia il Movimento Cinque Stelle con una dichiarazione congiunta dei capigruppo nelle Commissioni Politiche Ue di Camera e Senato: la deputata Elisa Scutellà e il senatore Pietro Lorefice.


Il riferimento è all’articolo pubblicato da Politico.Eu nel quale si riferisce del rinvio della pubblicazione del report Ue su restrizione della libertà di stampa e dei diritti di libertà individuale nel nostro Paese che la presidente in carica della Commissione Ue ricandidata dal Ppe avrebbe determinato, per allargare il suo consenso ad un mandato bis. “La sola ipotesi di un insabbiamento del report europeo critico nei confronti di Giorgia Meloni sul fronte della libertà di stampa sarebbe di per sé gravissima ed intollerabile. Ancor di più se davvero il tutto avvenisse ad uso e consumo di un appoggio italiano alla rielezione di Ursula Von Der Leyen”. Lo dichiara la presidente M5s della commissione di Vigilanza sulla Rai Barbara Floridia.


“Vedremo – afferma.- se ci saranno smentite o risposte da parte dei soggetti citati dall’inchiesta giornalistica che ha rilanciato questo caso, ma una cosa è certa: ci aspettiamo il rigoroso rispetto della timeline di pubblicazione del rapporto. Il momento che sta vivendo l’Italia sul fronte della libertà di stampa, dal rinnovo della governance Rai fino al caso della vendita di Agi e alle leggi in discussione su questo tema, è particolarmente delicato e il contributo dell’Unione Europea e degli osservatori esterni è prezioso e non può essere inficiato da alcun tipo di ombra”.

Meloni è a Bruxelles. Oggi riunione del Consiglio Ue sui top jobs

Meloni è a Bruxelles. Oggi riunione del Consiglio Ue sui top jobsBruxelles, 17 giu. (askanews) – La presidente del Consiglio Giorgia Meloni è arrivata a Bruxelles dove stasera è prevista la riunione informale dei membri del Consiglio europeo per avviare la trattativa sui top jobs Ue.


La riunione è in programma alle 18: la presidente della Commissione uscente (e aspirante alla conferma) Ursula von der Leyen traccerà un bilancio dei 5 anni di mandato. Poi – senza di lei – i leader avvieranno la discussione. Meloni è adesso all’hotel Amigo, dove alloggia di solito, dove sono presenti anche gli europarlamentari Fdi Nicola Procaccini e Carlo Fidanza. Per Meloni sono previsti Meloni e contatti in vista della riunione.

Ue, Meloni a Bruxelles. Oggi riunione Consiglio su top jobs

Ue, Meloni a Bruxelles. Oggi riunione Consiglio su top jobsBruxelles, 17 giu. (askanews) – La presidente del Consiglio Giorgia Meloni è arrivata a Bruxelles dove stasera è prevista la riunione informale dei membri del Consiglio europeo per avviare la trattativa sui top jobs Ue.


La riunione è in programma alle 18: la presidente della Commissione uscente (e aspirante alla conferma) Ursula von der Leyen traccerà un bilancio dei 5 anni di mandato. Poi – senza di lei – i leader avvieranno la discussione. Meloni è adesso all’hotel Amigo, dove alloggia di solito, dove sono presenti anche gli europarlamentari Fdi Nicola Procaccini e Carlo Fidanza. Per Meloni sono previsti Meloni e contatti in vista della riunione.

Ucraina, Meloni: pace non vuol dire resa, sarebbe pericoloso per tutti

Ucraina, Meloni: pace non vuol dire resa, sarebbe pericoloso per tuttiRoma, 16 giu. (askanews) – “Pace non vuol dire resa come il presidente Putin sembra suggerire nella sua ultima dichiarazione: confondere la pace con la soggiogazione sarebbe un pericoloso precedente per tutti”. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni intervenendo alla conferenza di pace in Svizzera.


“L’Italia – ha aggiunto la premier – ha sempre fatto la sua parte e non ha intenzione di andarsene, abbiamo bisogno di unire i nostri sforzi per aiutare l’Ucraina a guardare al futuro. È esattamente ciò che abbiamo fatto al G7 sotto la presidenza italiana”. Meloni ha ricordato l’accordo “estremamente significativo” raggiunto dai leader in Puglia di supporto economico a Kiev, quindi si è rivolta direttamente al presidente Zelensky: “Caro Volodymyr, puoi continuare a contare su di noi per tutto il tempo che sarà necessario: continueremo tutti gli sforzi necessari” perché “tutti soffrono le conseguenze globali di questo conflitto. Faremo il possibile per costruire un futuro di pace e libertà per l’Ucraina”.

Meloni: Ucraina conti su di noi, resa pericoloso precedente

Meloni: Ucraina conti su di noi, resa pericoloso precedenteRoma, 16 giu. (askanews) – “Caro Volodymyr, sono qui per dirti che puoi continuare a contare su di noi, per tutto il tempo necessario. Continueremo ogni sforzo possibile per mantenere impegnati tutti i partner internazionali, poiché anche loro stanno soffrendo le conseguenze globali di questo conflitto. Intendiamo fare tutto ciò che è nelle nostre possibilità per trasformare in realtà un futuro di pace e libertà per l’Ucraina”. Con queste parole la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è intervenuta alla Conferenza di alto livello sulla pace in Ucraina che la Svizzera organizza sul Bürgenstock.


“La Conferenza di oggi – ha sottolineato Meloni – rappresenta un’iniziativa coraggiosa, che smantella certe narrazioni o propaganda. Nessuno può mettere in dubbio l’assoluta importanza dei tre temi cruciali di interesse globale discussi oggi: la sicurezza nucleare, la sicurezza alimentare e la dimensione umana, in particolare il ritorno dei bambini sfollati. Sono importanti per tutti noi e penso, anche in base alla discussione di oggi, che possiamo costruire molto da qui”. Reduce dal G7 sotto la presidenza italiana in Puglia la presidente del Consiglio ha ricordato che “l’Italia ha sempre fatto la sua parte, e non intende tirarsi indietro. Dobbiamo però unire tutti gli sforzi possibili per aiutare l’Ucraina a guardare al futuro. Questo è esattamente ciò che abbiamo fatto al vertice del G7 sotto la presidenza italiana, dove abbiamo appena raggiunto un accordo per mettere a disposizione di Kiev circa 50 miliardi di dollari di ulteriore sostegno finanziario entro la fine dell’anno, sfruttando le entrate straordinarie derivanti dagli asset sovrani russi immobilizzati. Si tratta di un risultato estremamente significativo, frutto di un grande lavoro di squadra svolto dai leader del G7”.


Ora, ha assicurato Meloni, “continueremo ogni sforzo possibile per mantenere impegnati tutti i partner internazionali, poiché anche loro stanno soffrendo le conseguenze globali di questo conflitto. Intendiamo fare tutto ciò che è nelle nostre possibilità per trasformare in realtà un futuro di pace e libertà per l’Ucraina”. “Difendere l’Ucraina – ha evidenziato – significa difendere quel sistema di regole che tiene unita la comunità internazionale e protegge ogni Nazione. Se l’Ucraina non avesse potuto contare sul nostro appoggio e quindi fosse stata costretta ad arrendersi, oggi non saremmo qui per discutere le condizioni minime per un negoziato. Si tratterebbe solo di discutere dell’invasione di uno Stato sovrano e tutti possiamo immaginare con quali conseguenze”.


“Pace – ha insistito la premier – non significa resa, come sembra suggerire il Presidente Putin con le sue ultime dichiarazioni. Non è così. Confondere la pace con la sottomissione costituirebbe un pericoloso precedente per tutti”.

Meloni respinge la proposta di Putin per l’Ucraina: sostegno a Kiev

Meloni respinge la proposta di Putin per l’Ucraina: sostegno a KievBari, 15 giu. (askanews) – La proposta di Putin per risolvere la crisi in Ucraina “mi sembra più un’iniziativa propagandistica che una reale ipotesi di negoziato”. Nel giorno in cui in Svizzera si apre la Conferenza di pace (ma senza la stessa Russia e senza la Cina), Giorgia Meloni liquida così la proposta di trattativa avanzata da Mosca. Al summit di Burgenstock al momento l’Italia è rappresentata dal ministro degli Esteri Antonio Tajani che però potrebbe essere raggiunto domani dalla presidente del Consiglio, che oggi si è trattenuta a Borgo Egnazia al termine di un G7 che definisce “un successo”.


“La Russia – ha ricordato – ha unilateralemte annesso quattro regioni e a oggi non le controlla per intero: se la proposta di Putin è siamo disposti a una trattativa se l’Ucraina riconosce l’invasione e cede le parti di quelle regioni sotto il suo controllo …. non mi sembra particolarmente efficace la proposta di dire all’Ucraina che si deve ritirare dall’Ucraina”. Dunque si procede con il sostegno a Kiev, ribadito dal G7 che ha sciolto il nodo dell’utilizzo dei profitti derivanti dagli asset russi congelati. Una trattativa difficile che ha visto una mediazione tra gli Stati Uniti e gli europei, che non saranno chiamati a contribuire. “Il prestito di circa 50 miliardi – ha spiegato – verrà fornito dagli Stati Uniti e anche Canada, Regno Unito e probabilmente Giappone, compatibilmente con i suoi limiti costituzionali, hanno annunciato di voler partecipare. Attualmente non intervengono in questo prestito le nazioni europee, anche considerando il fatto che gli asset si trovano tutti immobilizzati in Europa. Quindi l’Europa contribuisce già, individuando il meccanismo di garanzia per la restituzione di questo prestito”. Per quanto riguarda l’eventuale ‘scongelamento’ degli asset, avverrebbe “solamente nel caso di un processo di pace, ma io presumo che in quel processo di pace verrebbe negoziato anche il tema di chi debba pagare la ricostruzione dell’Ucraina”. Sempre a proposito di Kiev, Meloni dice di non essere “preoccupata” di un cambio di rotta degli Usa in caso di vittoria di Donald Trump, “fermo restando che preferisco non entrare a gamba tesa nelle elezioni degli altri Paesi”. Per quanto riguarda la questione del Medio Oriente, il G7 dà “pieno sostegno alla preziosa proposta di mediazione portata avanti dagli Usa” facendo “ogni sforzo per scongiurare una escalation e arrivare a una soluzione strutturale secondo il principio due popoli due Stati”. Infatti, sottolinea, per “la pace dobbiamo avere dialogo e poi dobbiamo riconoscere il diritto alla sicurezza di Israele, il diritto di Israele di vivere nella pace, ma anche il diritto dei palestinesi ad avere il loro Stato nel quale vivere in maniera pacifica. Ed è questo che stiamo facendo”.