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Mes, Meloni: strumento obsoleto, lavoriamo per cambiarlo

Mes, Meloni: strumento obsoleto, lavoriamo per cambiarloRoma, 4 gen. (askanews) – “Il Mes è uno strumento che esiste da tempo e che è obsoleto. Nella reazione dei mercati si legge una consapevolezza che è uno strumento obsoleto. Se vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno, forse la mancata ratifica può diventare un’occasione per trasformarlo in qualcosa di più efficace e questa è la strada su cui il governo deve lavorare”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel corso della conferenza stampa di fine anno, rinviata ad oggi per motivi di salute della premier.

“Nessuno – ha aggiunto – ha scelto di accedere al Mes, neanche al Mes ‘light’ sanitario, perchè ha delle problematicità, in una situazione in cui si devono fare i salti mortali per trovare le risorse è giusto interrogarsi su come usare bene le risorse”.

Europee, Meloni: candidatura? Potrebbe essere test di alto livello

Europee, Meloni: candidatura? Potrebbe essere test di alto livelloRoma, 4 gen. (askanews) – “Non ho ancora preso la decisione” di candidarmi alle Europee, “niente conta di più per me che sapere di avere il consenso dei cittadini”. “Anche oggi che sono premier il misurarsi col consenso sarebbe una cosa utile e interessante, né mi convince la tesi di chi dice che candidarsi alle Europee è una presa in giro dei cittadini perché poi ci si dimette, ma i cittadini lo sanno, anche questa è democrazia”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel corso della conferenza stampa di fine anno, rinviata ad oggi per motivi di salute della premier.

“Una mia eventuale candidatura – ha proseguito Meloni – potrebbe forse portare altri leader a fare la stessa scelta, anche delle opposizioni, e potrebbe anche diventare un test di altissimo livello. Queste ragioni mi farebbero propendere per un sì, ma devo capire se la mia candidatura personale potrebbe togliere tempo al mio lavoro da premier, perché penso anche che sia una decisione che dovrebbe essere presa insieme agli altri leader della maggioranza”.

Meloni: 2024 sarà anno complesso con scadenze importanti

Meloni: 2024 sarà anno complesso con scadenze importantiRoma, 4 gen. (askanews) – “Sarà un anno molto complesso per tutti, un anno che vede molte scadenze importanti, penso alla presidenza italiana del G7, per la quale siamo tutti molto impegnati”. Dalla stampa “non mi aspetto sconti” e “devo “scusarmi perché la conferenza stampa è stata rimandata due volte per motivi di salute, non c’era alcun intendimento di scappare dalle domande”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni aprendo la conferenza stampa di fine anno, rinviata ad oggi per motivi di salute della premier.

Governo, la conferenza stampa di Meloni: il 2024 sarà un anno complesso con scadenze importanti

Governo, la conferenza stampa di Meloni: il 2024 sarà un anno complesso con scadenze importantiRoma, 4 gen. (askanews) – “Sarà un anno molto complesso per tutti, un anno che vede molte scadenze importanti, penso alla presidenza italiana del G7, per la quale siamo tutti molto impegnati”. Dalla stampa “non mi aspetto sconti” e “devo “scusarmi perché la conferenza stampa è stata rimandata due volte per motivi di salute, non c’era alcun intendimento di scappare dalle domande”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni aprendo la conferenza stampa di fine anno, rinviata ad oggi per motivi di salute della premier.

Schlein: Meloni si scusi e dica che pretende dimissioni Pozzolo

Schlein: Meloni si scusi e dica che pretende dimissioni PozzoloRoma, 4 gen. (askanews) – “Fra poco assisteremo ad una conferenza stampa in cui Meloni proverà a difendere l’indifendibile, dai disastri della manovra economica che taglia pensioni e sanità all’affossamento del salario minimo, dalla riforma costituzionale che riduce i poteri del Presidente della Repubblica allo smacco di aver accettato a testa bassa un compromesso dannoso sul Patto di Stabilità. Le ribatteremo punto per punto, perché gli italiani hanno diritto a conoscere la verità. Ma ci aspettiamo che la prima cosa che dica appena si siederà di fronte ai giornalisti è chiedere scusa per Pozzolo e pretendere le sue dimissioni.” Così la segretaria del Pd Elly Schlein risponde a chi le chiede cosa si aspetta dalla conferenza stampa della presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

Parlamento riapre il 9 gennaio, tra Piano Mattei e riforma Autonomia

Parlamento riapre il 9 gennaio, tra Piano Mattei e riforma AutonomiaRoma, 3 gen. (askanews) – Le aule parlamentari riapriranno il 9 gennaio dopo la pausa delle festività natalizie, anche se la Camera con il via libera alla legge di bilancio ha dovuto accorciare il suo tradizionale stop e lavorare anche negli ultimi giorni di dicembre. Si riparte a Montecitorio con il decreto Piano Mattei, mentre Palazzo Madama, dalla settimana successiva, entrerà nel vivo dell’esame della riforma sull’autonomia differenziata.

La Camera dei deputati è in realtà convocata già giovedì 4 al mattino per “comunicazioni del Presidente”, Lorenzo Fontana, che annuncerà l’arrivo del decreto Milleproroghe. E’ poi prevista il 10 gennaio una conferenza dei capigruppo per mettere a punto i lavori del mese di gennaio. Il primo provvedimento all’ordine del giorno alla ripresa il 9 gennaio sarà il dl Piano Mattei, alle 11 inizierà la discussione generale e a seguire i voti sugli emendamenti, possibile venga posta la fiducia e votata in settimana. Mercoledì 10 a Montecitorio si terranno dalle 9,30 alle 13,30 le comunicazioni del ministro della Difesa, Guido Crosetto, sugli aiuti all’Ucraina, ci sarà un voto sulle risoluzioni presentate. Alle 15, poi, il consueto question time. In calendario ci sono anche la proposta di legge sugli illeciti agroalimentari e la riforma della prescrizione.

In commissione prosegue l’esame del ddl sul Protocollo con l’Albania per la gestione dei migranti, in settimana sono previste diverse audizioni. Il Senato riaprirà martedì 9 nel pomeriggio con una conferenza dei capigruppo che definirà il calendario d’Aula e quindi alle 17 il presidente Ignazio La Russa ne comunicherà l’esito all’assemblea. Al momento all’ordine del giorno di mercoledì 10, alle 10, c’è la riforma del Regolamento del Senato per l’introduzione di una disposizione transitoria per l’integrazione del Consiglio di Presidenza nella XIX legislatura, è richiesto il voto a maggioranza assoluta dei componenti del Senato. Mentre la settimana seguente si entrerà nel vivo dei lavori con l’esame del disegno di legge del governo sull’autonomia differenziata.

In commissione Affari costituzionali riprenderà l’esame della riforma costituzionale sul premierato.

Da Conte 10 domande a Meloni, dal Pnrr alla guerra in Ucraina

Da Conte 10 domande a Meloni, dal Pnrr alla guerra in UcrainaRoma, 3 gen. (askanews) – “Presidente Meloni, alcune testate giornalistiche si sono già affrettate ad anticipare un buon numero di domande in vista della conferenza stampa di domani. Evidentemente è ormai diffusa la percezione che Lei si sottragga al confronto e lasci nella sostanza senza risposta molti quesiti. Anche noi, quale forza di opposizione, lamentiamo gli scarsi momenti di confronto in Parlamento. Le saremmo grati, pertanto, se rispondendo alle domande dei giornalisti potesse cogliere l’occasione per chiarire anche i seguenti punti”. Lo scrive su facebook il presidente del M5s Giuseppe Conte elencando dieci domande rivolte alla premier, che spaziano dal caso degli spari di Capodanno del deputato di Fdi Emanuele Pozzolo al Superbonus, dal Pnrr alla legge-bavaglio, dal Patto di Stabilità alle guerre in Ucraina e in Medio Oriente.

1. – Immaginiamo che sul caso Pozzolo non avrà difficoltà a intervenire, visto che non è membro di governo. Ma quando era all’opposizione molte volte ha invocato le dimissioni di membri di governo per comportamenti di certo meno gravi rispetto a quelli posti in essere da alcuni suoi ministri e sottosegretari. Perché ha cambiato idea sul fatto che esiste una responsabilità politica da tenere distinta rispetto alla responsabilità penale? Perché ha deciso di far prevalere la solidarietà di partito o di coalizione rispetto al principio della ‘disciplina e onore’ di cui all’art. 54 Cost.? 2. – I sondaggi segnalano che è aumentata la preoccupazione dei cittadini per la sicurezza. Lei ha sempre sostenuto che vi sia un collegamento – mai dimostrato – tra ingressi ‘irregolari’ di migranti e aumento della insicurezza. Dunque adesso, per coerenza con questo suo pensiero, ritiene che il record di sbarchi del 2023 (oltre 153.000) abbia aumentato l’insicurezza per i cittadini?

3. – Lei ha individuato nel Superbonus il capro espiatorio per giustificare la sua incapacità di costruire una manovra espansiva. Ha mai rimproverato i vari esponenti di Fratelli d’Italia che nel corso degli anni hanno assunto iniziative parlamentari (emendamenti, odg etc.) per prorogare questa misura o ampliarne l’applicazione? Perché, quando parla del Superbonus fa riferimento solo al costo ma omette di riferire che nel solo anno 2023 ha contribuito a generare 28 miliardi di extra-gettito fiscale, che si sommano ai 100 miliardi di extra-gettito fiscale prodotti nel biennio 2021-2022? E perché, in generale, non parla mai dei ritorni non solo diretti, ma anche indiretti e indotti? 4. – Perché non ha speso una parola sul fallimento in Europa sul Patto di stabilità? Il nuovo Patto di stabilità costerà all’Italia tagli per oltre 12 miliardi l’anno (stima Istituto Bruegel). Come pensa di prorogare il taglio del cuneo fiscale per il 2025? Introdurrà nuove tasse o taglierà ulteriormente la spesa sociale, dopo aver fatto cassa per 1,7 miliardi all’anno (dato Bankitalia) sulla lotta alla povertà privando 400mila famiglie del Reddito di cittadinanza?”, chiede Conte. (Segue).(Segue) “5. – Quando parla del Pnrr – prosegue il leader del M5s rivolgendosi idealmente alla premier Meloni – si vanta delle rate sin qui versate dell’Unione europea. Ma al di là di questo, può dire con chiarezza a che punto siamo con l’attuazione dei progetti, quanti ritardi stiamo accumulando e quanto e come sono stati ridimensionati progetti importanti per lo sviluppo sociale del Paese?.

6. – L’Istat nei giorni scorsi ha certificato che ottobre 2023 è stato il nono mese consecutivo di calo della produzione industriale. Di fronte a questo prolungato crollo perché ha cancellato tutte le misure di sostegno e di rilancio della competitività delle imprese? Perché non ha previsto nessuna forma di investimento per le nostre aziende, ma addirittura le ha caricate di nuovi costi obbligandole a contrarre polizze assicurative contro i rischi catastrofali? 7. – Reputa giusta questa legge-bavaglio che impedirà la pubblicazione delle ordinanze di custodia cautelare? E’ consapevole che se questa legge fosse già in vigore l’opinione pubblica non sarebbe informata sui dettagli della vicenda che riguarda Tommaso Verdini e gli appalti Anas?

8. – Qual è la vera ragione che l’ha spinta a rimangiarsi la norma sulla tassazione degli extra-profitti bancari, dopo averla annunciata con toni trionfalistici? Di fatto, rinunciando ai 2 miliardi di queste nuove entrate ha poi scaricato 2 miliardi di nuove tasse sui cittadini. 9. – Lei, prima Presidente del Consiglio donna, ha di fatto cancellato una misura come Opzione donna e raddoppiato dal 5% al 10% l’Iva su assorbenti e prodotti per l’infanzia. Non pensa sia ipocrita raccomandare alle donne di fare figli e poi penalizzarle con le vostre politiche? E’ consapevole che il suo ‘no’ al salario minimo legale ha precluso al 23,3% di lavoratrici di vedere aumentato il proprio stipendio (fonte Inapp)? 10. – Parlando coi comici russi ha detto di avere un’idea per porre fine alla guerra russo-ucraina che intende tirare fuori al momento utile. Quante morte e distruzioni dobbiamo ancora attendere prima di vederla all’opera con questo sforzo diplomatico? A Gaza il numero dei morti civili palestinesi – tra cui molte donne e bambini – ha ormai superato i 20.000. Qual è il numero che la convincerà a condannare con la massima fermezza l’azione militare che sta conducendo il governo israeliano?”, conclude Conte.

Degni: il mio post? La verità è che il Parlamento non si esprime più

Degni: il mio post? La verità è che il Parlamento non si esprime piùRoma, 3 gen. (askanews) – “Più ci penso e più sento di aver fatto la scelta giusta. Non mi sembra” che il post messo sotto accusa dai partiti di maggioranza “contenesse cose particolari. Ho solo espresso il rammarico perché l’opposizione avrebbe potuto sfruttare di più gli strumenti del diritto parlamentare per marcare meglio la maggioranza sulla manovra”. Così, in un’intervista su ‘La Stampa’, il consigliere della Corte dei Conti, Marcello Degni, il quale in un post su X ha scritto che l’approvazione della manovra è stata “un’occasione persa” perché “c’erano le condizioni per l’ostruzionismo e l’esercizio provvisorio” e perché “potevamo farli sbavare di rabbia sulla cosiddetta manovra blindata e gli abbiamo invece fatto recitare Marinetti”.

Il centrodestra chiede le sue dimissioni perché ha tradito l’imparzialità che dovrebbe contraddistinguere il ruolo di un magistrato. “Esiste un dibattito su questo. Io credo che un magistrato abbia il diritto di esprimere le sue posizioni purché non si trovi di fronte a una questione che incide su una sua azione diretta e purché lo faccia in modo rispettoso come ho fatto io argomentando su una questione di cui mi occupo”, risponde Degni.“Dall’opposizione mi sarei aspettato la presentazione di mille emendamenti che avrebbero costretto il governo a decidere il voto di fiducia. In quel caso ci sarebbe stato un dibattito e si potevano sfruttare tutti gli spazi per rallentare l’approvazione della manovra. La maggioranza sarebbe stata costretta a rinunciare al cenone per approvare in tempo la legge di bilancio – e in alcuni casi a dire la verità sarebbe stato anche preferibile – ma si poteva sollevare la questione di un metodo che da anni non dà al Parlamento la possibilità di esprimersi”, sottolinea. “La mia era una critica riferita al metodo non al contenuto della manovra. E non era una critica nei confronti soltanto di questo governo”. Sulla manovra ci “dovrebbe essere una discussione articolo per articolo, pacata, con i 183 programmi di cui è strutturata” mentre “in questo modo si svilisce il ruolo del Parlamento”.

Sulla Corte dei Conti che ha preso le distanze dalle sue parole, Degni puntualizza: “vedremo quali saranno le valutazioni del Consiglio. Io mi sono espresso come Marcello Degni non come giudice della Corte dei Conti”. 

Meloni: dopo 70 anni la Rai resta oggi garanzia di pluralismo e democrazia

Meloni: dopo 70 anni la Rai resta oggi garanzia di pluralismo e democraziaRoma, 3 gen. (askanews) – “Settant’anni fa la Rai iniziava le sue trasmissioni e da quel momento non ha mai cessato di accompagnare il processo collettivo di crescita e cambiamento culturale, sociale e civile. Colgo l’occasione di quest’importante anniversario per ringraziare la Rai del lavoro che da 70 anni svolge nel narrare la nostra Nazione. Oggi il Servizio Pubblico radiotelevisivo e multimediale, pur in un mercato fortemente diversificato, resta garanzia di pluralismo e democrazia, e trova ancora il suo fondamento nella vocazione di settant’anni fa”. E’ quanto dichiara la premier Giorgia Meloni.

Riforme, La Russa: non serve premier di scorta. Tenere 3 senatori a vita

Riforme, La Russa: non serve premier di scorta. Tenere 3 senatori a vitaRoma, 3 gen. (askanews) – Il premier ‘di scorta’, che entrerebbe in gioco in caso di caduta del primo premier “è un’ipotesi di scuola messa nella riforma più per accontentare tutte le forze politiche coinvolte che non nella previsione che si realizzi. Ad oggi non vedo possibile che un premier, leader del primo partito di maggioranza, lasci palazzo Chigi e il suo partito accetti una soluzione diversa dal ritorno al voto”. Così, in un’intervista su ‘La Stampa’, il presidente del Senato Ignazio La Russa, il quale ha aggiunto: “se ci fosse un emendamento che legasse la caduta di un premier al necessario ritorno alle urne, non mi straccerei le vesti. Ma un secondo premier nella stessa legislatura resterà una ipotesi pressoché irrealizzabile”.

Quanto alla cancellazione dei senatori a vita eletti dai presidenti della Repubblica, La Russa ha spiegato che la ratio è legata alla “riduzione dei parlamentari. Più piccolo è il Parlamento, più pesano i senatori a vita” ma precisa che “se ci fosse un emendamento che anziché abolirli li riducesse a 2, massimo 3, ma senza il potere di votare fiducia o sfiducia al governo, non mi sentirei di condannarlo, anche per coerenza con me stesso”, avendo presentato una proposta di legge nella scorsa legislatura in cui si prevedeva “che non avrebbero dovuto avere diritto di voto nelle mozioni di fiducia o di sfiducia al governo”. Sulla riforma del premierato, il presidente del Senato ha precisato: “forse mi sono spiegato male. Non è peggiorato il testo. È che nel programma elettorale, parlavamo di presidenzialismo. Insomma, volevamo qualcosa di più del premierato in tema di democrazia diretta. Trovo comunque sia stato saggio tentare di portare un testo il meno invasivo possibile. Sarà pure qualcosa di minore rispetto al presidenzialismo, ma non considero un errore la strada che la ministra Casellati ha scelto. La verità è che le buone mediazioni hanno il pregio di non accontentare né scontentare del tutto nessuno”.

La Russa ha ribadito poi di ritenere che le prerogative del presidente della Repubblica non vengano intaccate dal premierato perché, “vengono ridotte solo quelle che, per prassi e non per la Costituzione, il Capo dello Stato ha dovuto meritoriamente svolgere in questi anni, quando mancavano le maggioranze parlamentari. Di fatto quando c’è stata una situazione con maggioranze chiare, il Capo dello Stato non ha mai dovuto sopperire all’inadeguatezza delle forze politiche per tenere in piedi una legislatura. Quando negli ultimi tempi, invece, questo non c’è stato, è toccato giustamente al Capo dello Stato a trovare soluzioni per superare lo stallo. Con il premierato, però, non esisteranno più maggioranze incerte: sarà il popolo che decide il premier e qualora mancasse una maggioranza si tornerebbe a votare”. “Nessuna riduzione di potere del Presidente, dunque, nemmeno di quelli acquisiti per prassi, ma solo il venir meno, grazie alla riforma ora proposta, della necessità di riparare urgenze politiche dovute alla mancanza di maggioranza chiara”, ha concluso La Russa.