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Le parole di Mattarella sulla libertà di stampa e sul ruolo del presidente della Repubblica (che non è un “sovrano”)

Le parole di Mattarella sulla libertà di stampa e sul ruolo del presidente della Repubblica (che non è un “sovrano”)Roma, 5 mar. (askanews) – “La libertà di stampa è fondamentale per la nostra democrazia, come per qualunque democrazia”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, durante l’incontro al Quirinale con Gianfranco Giuliani, presidente di Casagit, e una delegazione della cassa di previdenza dei giornalisti. “Nella nostra Costituzione vi è una tutela netta, chiara, indiscutibile, a fronte della quale vi è una assunzione di responsabilità da parte dei giornalisti: la lealtà, l’indipendenza dell’informazione, la libertà di critica, nel rispetto della personalità altrui, il rispetto dei fatti”, ha ricordato il capo dello Stato ribadendo che la libertà di stampa “è un elemento indispensabile della nostra democrazia, e questo carattere di indispensabilità, io ho cercato tante volte di richiamarlo e sottolinearlo”.



La libertà di stampa è “fondamentale per la nostra democrazia”, è “tutelata dalla Costituzione”, “ed è in realtà un ruolo indispensabile che sta a cuore alle istituzioni, chiamate a tutelarla ciascuno nelle proprie competenze e nei propri ambiti e, naturalmente, nelle proprie responsabilità”, ha sottolineato Mattarella. Mattarella ha inoltre parlato del suo ruolo, “il presidente della Repubblica non è un sovrano, fortunatamente, e quindi non ha questo potere” legislativo. Il presidente della Repubblica, in particolare, ha voluto chiarire il suo ruolo rispetto alla promulgazione delle leggi chiarendo che, non avendo il potere legislativo, la sua firma è solo un atto dovuto e che il suo vaglio è solo di natura costituzionale: “Il Presidente della Repubblica non firma le leggi, ne firma la promulgazione, che è una cosa ben diversa”. Si tratta, ha spiegato Mattarella, “di quell’atto indispensabile per la pubblicazione ed entrata in vigore delle leggi, con cui il Presidente della Repubblica attesta che le Camere hanno entrambe approvato una nuova legge, nel medesimo testo, e che questo testo non presenta profili di evidente incostituzionalità. Se andasse al di là di questo limite che gli assegna la Costituzione e dicesse, per esempio: ‘non promulgo questa legge perché c’è forse qualche dubbio di costituzionalità che potrebbe racchiudere e raffigurarvisi’, si arrogherebbe indebitamente il compito che è rimesso alla Corte costituzionale”.