Palazzo Chigi: l’Italia lavora per favorire il dialogo tra l’Armenia e l’AzerbaigianRoma, 30 set. (askanews) – L’Italia lavora per la stabilizzazione “favorendo il dialogo” tra Armenia e Azerbaigian e ha attivato il sistema di protezione civile nella vicenda del Nagorno Karabakh. E’ quanto si legge ion una nota di Palazzo Chigi.
“Ieri sera – si ricorda – è pervenuta alla Commissione europea la richiesta di assistenza internazionale da parte della Repubblica di Armenia a causa dell’esodo in corso dall’area del Nagorno-Karabakh. Sono domandati materiali di assistenza alla popolazione sfollata in arrivo sul territorio armeno, in termini di rifugi temporanei e beni medico-sanitari”. “L’Italia, che è al lavoro per favorire la stabilizzazione della regione, favorendo il dialogo tra Armenia e Azerbaigian, ha intanto immediatamente attivato il sistema di protezione civile, avviando una ricognizione dei beni di assistenza alla popolazione in disponibilità presso le diverse articolazioni del Servizio Nazionale e rispondenti alle esigenze espresse dal Paese”, conclude la nota.
Tajani: nessuno in Ue farebbe accordo con Afd-Le Pen. Noi diversiPaestum, 30 set. (askanews) – “E’ ovvio che nessuno in Europa farebbe mai un accordo con Afd e neanche con la signora Le Pen, è una questione oggettiva. Io poi non condivido nulla di quello che dicono, noi siamo il Partito popolare europeo e siamo diversi”. Lo ha detto il segretario di Fi, Antonio Tajani, conversando con i giornalisti a margine della kermesse di Fi.
“Io – ha aggiunto – ho detto più volte che la mia alleanza ideale è quella che mi ha permesso di diventare presidente del Parlamento europeo, sconfiggendo il candidato socialista: io ero sostenuto da liberali, popolari e conservatori e ho vinto. Poi vedremo ora cosa accadrà dopo le elezioni ma questo dovrebbe essere l’accordo più naturale per creare un vero bipolarismo a livello europeo. Poi vedremo quali saranno i dati. L’Europa ha regole diverse dall’Italia perché c’è il Parlamento europeo, c’è il Consiglio, la Commissione: gli equilibri non possono mai essere superomogeneo, un conto è il voto al Parlamento europeo, un conto è la situazione del Consiglio dove ci possono essere maggioranze di tipo diverso. Non si può assimilare la realtà del governo e dell’assetto istituzionale di Bruxelles al governo dell’assetto istituzionale italiano.
Tajani: l’ipotesi di un governo tecnico non esiste, l’esecutivo durerà 5 anniPaestum, 30 set. (askanews) – “L’ipotesi del governo tecnico non esiste, c’è un’ampia maggioranza di centrodestra e sono convinto che questo governo durerà tutta la legislatura, che vinceremo le elezioni europee, che vinceremo le prossime elezioni politiche oltre alle regionali, se poi qualcuno si diverte a fare la lista dei ministri del governo tecnico va bene, è un gioco, ma la realtà è completamente diversa”. Lo ha detto il segretario nazionale di Fi, Antonio Tajani, a margine della kermesse del partito a Paestum.
Tajani: governo tecnico non esiste, escutivo durerà 5 anniPaestum, 30 set. (askanews) – “L’ipotesi del governo tecnico non esiste, c’è un’ampia maggioranza di centrodestra e sono convinto che questo governo durerà tutta la legislatura, che vinceremo le elezioni europee, che vinceremo le prossime elezioni politiche oltre alle regionali, se poi qualcuno si diverte a fare la lista dei ministri del governo tecnico va bene, è un gioco, ma la realtà è completamente diversa”. Lo ha detto il segretario nazionale di Fi, Antonio Tajani, a margine della kermesse del partito a Paestum.
Fi, Tajani: parole Paolo forzate, giusto eletti sostengano partitoPaestum, 30 set. (askanews) – “Noi abbiamo modificato lo statuto per dire che tutti coloro che vogliono avere un ruolo di responsabilità all’interno del movimento devono essere in regola con il finanziamento. Cosa giusta perché ognuno di noi ha il dovere di aiutare il movimento che gli permette di essere in Parlamento. Paolo Berlusconi lo ha spiegato in maniera molto chiara, al di là di un titolo forzato che non corrisponde al vero perché avete ascoltato le parole della lettera dei figli di Berlusconi”. Lo ha detto il segretario nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani, interpellato a margine della kermesse di Paestum in merito alle dichiarazioni del fratello del fondatore del partito.
“Quindi rimane l’impegno della famiglia Berlusconi a sostenere, nel rispetto delle regole, il movimento politico di Forza Italia ed è quello che ha ribadito oggi in maniera molto chiara lo stesso fratello di Berlusconi”, ha sottolineato.
Schlein: sulla manovra per noi la prioritàè la difesa della sanità pubblicaPalermo , 30 set. (askanews) – “Sulla manovra per noi la priorità è la difesa della sanità pubblica, che ha bisogno di risorse perché è in estrema difficoltà. Si stanno tagliando i servizi alle persone e si stanno allungando le liste d’attesa: c’è bisogno di investire fortemente sulla sanità pubblica e togliere quei limiti alle assunzioni che stanno lasciando i reparti in enorme difficoltà”. Così la segretaria del Pd, Elly Schlein, a margine del congresso di AreaDg a Palermo.
“Il diritto alla salute è fondamentale per le persone – aggiunge Schlein – non accetteremo altri tagli e privatizzazioni della sanità pubblica. Su questo, come Pd, insisteremo in queste settimane”.
Paolo Berlusconi: la famiglia sarà sempre al fianco di Forza ItaliaRoma, 30 set. (askanews) – “Al fine che non vengano travisate le mie parole, desidero precisare che per quanto mi riguarda, e credo che in tal senso si siano già espressi anche i figli di mio fratello, noi come famiglia Berlusconi siamo e saremo al fianco di Forza Italia per quanto consentitoci dall’attuale legge sul finanziamento ai partiti”. E’ quanto si legge in una nota di Paolo Berlusconi.
“Nel contempo – prosegue il fratello del fondatore di Forza Italia – mi aspetto e mi auguro che tutti i parlamentari di Forza Italia contribuiscano al sostentamento economico del loro partito, come già previsto e come ha sempre auspicato mio fratello Silvio”.
Fi e Cav day tra passato e futuro. Tajani apre campagna EuropeePaestum, 29 set. (askanews) – Evitare di trasformarlo in un mesto ricordo, più festa e meno funerale. Commemorazione ma non operazione nostalgia. Forza Italia celebra a Paestum il Berlusconi day nel giorno in cui il fondatore avrebbe compiuto 87 anni. Dalle parole del segretario nazionale, Antonio Tajani, è chiaro l’intento di mantenere credibile il punto di equilibrio tra l’ancoraggio al passato e lo sguardo verso il futuro, non a caso la parola che usa più spesso. Se l’operazione riuscirà davvero saranno soltanto le elezioni Europee a dirlo. Il 4% significa sopravvivenza, la soglia di galleggiamento sotto la quale sarebbero ineludibili le turbolenze interne e pressoché inevitabili le ripercussioni sul governo.
Nell’hotel Ariston che ospita la tre giorni è tutto un riferimento a Berlusconi: non c’è l’ologramma al quale si era pensato all’inizio ma ci sono sue immagini in tutto il corridoio che porta alla sala dove si svolge l’evento, c’è un murale fatto con centinaia di suoi selfie, le opere scultoree che lo ritraggono realizzate dall’artista bolognese Eugenio Lenzi. C’è Giancarlo Giannini che legge il discorso che pronunciò al congresso americano nel 2006, e Al Bano e Katia Ricciarelli che chiudono la giornata a colpi di acuti. Ma alla fine niente è come quel cognome: Berlusconi. Quel popolo orfano di padre non può che aggrapparsi ai figli, al messaggio “di incoraggiamento” che viene letto in apertura da Tajani. “La nostra famiglia – dicono – è al vostro fianco in nome dell’amore che ci legherà per sempre al nostro papà e nel rispetto di tutto ciò per cui ha combattuto. Il suo esempio politico deve essere il cuore pulsante di Forza Italia”. Il ministro degli Esteri continua a sfoggiare ottimismo, la tre giorni della festa nazionale è anche di fatto l’inizio di una campagna elettorale. “Non ce ne andiamo, resteremo, cresceremo e lo dimostreremo alle elezioni europee”, dice. Di mezzo però c’è un partito che deve cambiare forma. E d’altra parte quella difficile ricerca di equilibrio tra passato e futuro è anche nelle modifiche statutarie che saranno votate dal consiglio nazionale che si terrà domenica. Da una parte si fisserà per sempre il nome di Berlusconi all’interno del simbolo. “Non è nostalgia, ma orgoglio per la nostra storia”, si affretta a spiegare il segretario. Dall’altra, ci sarà un allargamento della segreteria, con la scelta di creare la figura di quattro vice: niente di più lontano dal partito personale per eccellenza. Una novità assoluta che vuol dire tentare di condividere le scelte, ma anche i rischi delle prove che attendono il partito nei prossimi mesi, a cominciare dalle elezioni di giugno. Prima, però, bisognerà superare un altro passaggio politico-burocratico di quelli che segnano una cesura con lo stile del passato: la celebrazione del congresso a febbraio. Tajani è al momento l’unico candidato alla segreteria, il suo obiettivo è arrivarci con un partito che non soffochi tra distinguo e fazioni. Ma non è detto che alla fine non spunti l’antagonista.
Grande assente annunciata è l’ultima compagna dell’ex premier, la “inconsolabile” (parole di Paolo Berlusconi) Marta Fascina. Che però in mattinata affida ai social il suo pensiero di amore al leader di Forza Italia: “Ti amo eternamente, mi fa male non stringere la tua mano”.
Meloni contro Berlino. E attacca “soliti noti” su governo tecnicoLa Valletta (Malta), 29 set. (askanews) – Un ‘colpo’ sul fronte esterno, contro la Germania, uno su quello interno, contro i “soliti noti” che vorrebbero un governo tecnico alla guida del Paese. Da Malta, dove ha partecipato al summit Med9, Giorgia Meloni si toglie qualche sassolino dalle scarpe.
In primo piano le reazioni dei mercati, con lo spread oggi a 194 punti, e le ipotesi che circolano di un governo tecnico in caso di una sua caduta. Ipotesi, assicura parlando con i giornalisti, destinate a rimanere tali, perchè l’esecutivo “sta bene”. “Lo spread ha ricominciato a scendere. Probabilmente dopo aver letto alcuni titoli gli investitori hanno letto anche la Nadef che racconta numeri seri in previsione di una legge di bilancio estremamente seria”, garantisce la premier, che poi se la prende con “i soliti noti” che coltivano la “speranza” del fallimento del governo di centrodestra. Speranza che, ironizza, “temo non si tradurrà in realtà”. E comunque, attacca, il governo tecnico “da chi dovrebbe essere sostenuto? Da quelli del superbonus? E’ lì che io vedo un problema per i conti pubblici italiani non in chi le poche risorse che ha le spende per metterle sui redditi più bassi, senza lasciare voragini aperte a chi viene dopo”. Dunque “la sinistra continui a fare la lista dei ministri del governo tecnico che noi intanto governiamo”. Il tema al centro del Med9 è stato però quello dei migranti. Meloni a Malta ha cercato “alleati” con cui giocare la partita a Bruxelles e ha trovato in primo luogo la “solidarietà” di Emmanuel Macron, favorevole all’attuazione del piano in 10 punti di Ursula von der Leyen e a una “risposta unica europea”. Una sintonia ben diversa rispetto alle tensioni con la Germania: ieri, dopo che Berlino ha presentato una proposta di emendamento al Patto sulle migrazioni e l’asilo, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha lasciato il tavolo, chiedendo più tempo per esaminare le carte. E oggi la premier, che ieri ha avuto contatti con il cancelliere Olaf Scholz, è molto dura nei confronti di Berlino che sostenendo le Ong vuol fare “la solidarietà con i confini degli altri”. La proposta tedesca, secondo lei, fa “tornare indietro sulle regole delle Ong” e questo l’Italia non lo può accettare, tanto che minaccia di presentare “un altro emendamento in forza del quale il Paese responsabile dell’accoglienza dei migranti che vengono trasportati sulla nave di una Ong è quello della bandiera della nave”. Sul Patto, che comunque potrebbe essere approvato anche senza il voto italiano, ha concluso “vediamo quale sarà la soluzione, rimaniamo cooperativi ma bisogna che ciascuno si assuma la responsabilità delle scelte politiche che porta avanti”. Un analogo richiamo, la premier, sembra rivolgerlo alla Germania (senza citarla) nella dichiarazione finale del vertice, quando critica chi “prende un abbaglio” pensando che “il problema migratorio possa essere chiuso dentro i confini di un’unica nazione europea”. La realtà, ammonisce, è che “in assenza di risposte strutturali tutti quanti saranno travolti”.
Soddisfatta invece, Meloni, si dice del summit, da cui è emersa una ampia “convergenza” tra i Paesi Med9 che potrebbe “consentire di fare dei passi in avanti” già dal prossimo Consiglio europeo informale in programma a Granada in Spagna il 6 ottobre. Questo comune sentire inserito anche nella dichiarazione finale, così come il nuovo confronto con Macron e von der Leyen sui dieci punti, sono visti come elementi positivi dall’inquilina di Palazzo Chigi, consapevole però che le “belle idee” devono diventare “fatti concreti”. Un fatto concreto, per la presidente del Consiglio, è lo ‘sblocco’ dei fondi alla Tunisia, che la prossima settimana dovrebbe ricevere una prima tranche dei finanziamenti europei. Difficile, però, che si risolva in tempi brevi il braccio di ferro con i possibili aiuti, ben più consistenti, del Fondo monetario internazionale. Per questo la sua proposta è che “l’Europa possa fare una propria iniziativa” svincolando dalle decisioni del Fmi gli 800 milioni di aiuti promessi. Su questo però il dibattito è appena iniziato ed è difficile al momento ipotizzare che ci sia una convergenza. Altro tema al centro del confronto a Malta la nuova governance europea, con l’Italia schierata contro chi vorrebbe norme improntate all’austerity: “Non possiamo – ha ribadito – tornare alle regole del precedente Patto di stabilità: per le nostre economie sarebbe molto pesante da affrontare”.
Ue, Meloni: non possiamo tornare a regole vecchio Patto stabilitàLa Valletta (Malta), 29 set. (askanews) – “Se l’Europa si dà obiettivi strategici, la transizione digitale, la transizione verde, la difesa, poi devono essere riconosciuti e protetti nelle nuove regole della governance. Non possiamo tornare alle regole del precedente Patto di stabilità: per le nostre economie sarebbe molto pensante da affrontare”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nelle dichiarazioni dei capi di Stato e di governo che partecipano al summit Med9 di Malta.
“Dobbiamo immaginare nuove regole che sostengano le grandi scelte strategiche”, ha aggiunto.