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Mattarella: impegno di Gb e Ue a tutela ordine internazionale dà fiducia

Mattarella: impegno di Gb e Ue a tutela ordine internazionale dà fiduciaRoma, 9 apr. (askanews) – “Rappresenta elemento di fiducia vedere confermato il chiaro e convinto impegno di Londra insieme ai partner europei nella tutela dell’ordine internazionale”. Lo ha detto il Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella al brindisi in occasione del Pranzo di Stato in onore di Re Carlo III e della Regina Camilla del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord.


Il capo dello Stato ha sottolineato “l’importanza della solidarietà tra Paesi che condividono i valori della libertà e della democrazia, il rispetto dei diritti umani e civili, i diritti dei popoli, l’aspirazione alla pace, il rifiuto della guerra come mezzo di risoluzione delle controversie, il valore della cooperazione e del dialogo come strumenti principali nelle relazioni internazionali”. “La nostra azione comune di fronte alle sfide dei nostri tempi – ha proseguito Mattarella – si basa su questi valori e rappresenta elemento di fiducia vedere confermato il chiaro e convinto impegno di Londra insieme ai partner europei nella tutela dell’ordine internazionale. Di quell’ordine basato su regole che, insieme, abbiamo contribuito a fondare e dalla cui salvaguardia dipende un futuro di pace e sicurezza per l’umanità”.


“Pace e sicurezza – ha aggiunto Mattarella – sono obiettivi complessi e impegnativi e riguardano l’obiettivo di lasciare alle giovani generazioni un mondo migliore di quello odierno, combattendo la povertà, promuovendo un futuro più sostenibile, proteggendo l’ambiente e contrastando le minacce derivanti dal cambiamento climatico”.

Re Carlo ricorda Falcone, standing ovation aula Camera

Re Carlo ricorda Falcone, standing ovation aula CameraRoma, 9 apr. (askanews) – Standing ovation dell’aula della Camera per il giudice Giovanni Falcone. A ricordare il giudice ucciso dalla mafia nel 1992 sull’autostrada Palermo-Capaci, è stato Re Carlo davanti all’assemblea di Montecitorio ricordando la visita della Regina Elisabetta in Sicilia a pochi giorni dalla strage.


“L’Italia sarà sempre nel mio cuore come fu per la mia adorata madre che non dimenticò mai il suo meravigliso venticinquesimo compleanno a Tivoli nel 1951 e la sua tappa a Capaci molti anni dopo nel 1992 quando rese omaggio pochi giorni dopo il suo assassinio al vostro leggendario procuratore antimafia Giovanni Falcone”, ha detto il sovrano.

Re Carlo III: “L’Italia è un paese molto caro al mio cuore”

Re Carlo III: “L’Italia è un paese molto caro al mio cuore”Roma, 9 apr. (askanews) – “L’Italia è un paese molto caro al mio cuore e a quello della regina, come lo è a tanti britannici”: così re Carlo III nel discorso tenuto a Montecitorio davanti a deputati e senatori, ricordando di aver compiuto “18 visite ufficiali negli ultimi 40 anni nel Bel paese”.


“E’ stata una delle gioie delle mia vita conoscere questo irresistibile paese – ha aggiunto – e da Torino a Palermo, da Verona a Napoli, da Firenze a Trieste ho imparato ogni volta qualcosa di più su questa nazione e così è cresciuta oltremodo la mia ammirazione”. “Come un vecchio amico sono stato con voi nei momenti più felici e in quelli più tristi della vostra storia nazionale”, ha proseguito, citando la visita a Venezia con la regina nel 2009 “quando vedemmo il teatro lirico la Fenice ristrutturato” e quella ad Amatrice nel 2017 all’indomani del terromoto.


Poco prima aveva detto:”Ringrazio le centinaia di coraggiosi civili italiani che hanno dato rifugio ai soldati britannici e agli altri rischiando così la propria vita” durante la Seconda guerra mondiale.

Re Carlo III parla in italiano alla Camera: spero di non rovinare la lingua di Dante

Re Carlo III parla in italiano alla Camera: spero di non rovinare la lingua di DanteRoma, 9 apr. (askanews) – Ha esordito parlando in italiano Re Carlo nell’aula della Camera di fronte al Parlamento riunito. In piedi dalla postazione riservata alla terza carica dello Stato, tra il presidente della Camera Lorenzo Fontana e il presidente del Senato Ignazio La Russa, il sovrano ha ricordato che la visita in Italia è anche l’occasione di festeggiare i venti anni di matrimonio con Camilla che in Aula ha preso posto di fronte tra i banchi riservati al Comitato dei nove. Deputati e senatori hanno applaudito calorosamente le parole sull’anniversario di matrimonio.


“Spero di non stare rovinando la lingua di Dante così tanto da non essere più invitato in Italia”, ha detto il re prima di passare alla lingua inglese.

Minori, Meloni: ascoltarli chiave di volta per una società migliore

Minori, Meloni: ascoltarli chiave di volta per una società miglioreRoma, 9 apr. (askanews) – “Oggi la Repubblica celebra, per la prima volta, la ‘Giornata nazionale dell’ascolto dei minori’, sancita dalla legge 4 luglio 2024, n. 104. È una ricorrenza che il Governo ha voluto istituire, nell’ambito delle azioni e degli interventi di tutela e promozione dell’infanzia e dell’adolescenza, per ribadire la centralità dell’ascolto dei più piccoli e dei più giovani, in ogni fase della loro crescita. Perché la capacità di ascoltare le necessità, le speranze e le difficoltà di bambini e ragazzi non è solo un modo per rispondere alle loro più immediate esigenze, ma è anche e soprattutto la chiave di volta per costruire una società migliore”. Lo scrive la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in un messaggio inviato all’evento promosso dal ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali in occasione della “Giornata nazionale dell’ascolto dei minori”.


“Il verbo ‘ascoltare’ non significa semplicemente ‘sentire’ – prosegue la premier -. Ha un significato molto più profondo, perché ascoltare vuol dire prestare attenzione, rispettare l’altro e dare il giusto valore e dignità alla persona che abbiamo davanti. Quando ci mettiamo in ascolto, stiamo compiendo un gesto che custodisce una potenza straordinaria perché significa aprire il proprio cuore e la propria mente all’altro. Equivale, cioè, a dire: ‘Io ci sono per te’. È un messaggio potente, per certi versi rivoluzionario, soprattutto per un’epoca come la nostra che ci ha abituato alla frenesia del quotidiano e disabituato all’ascolto. Identificarne tutte le cause, dalla dilagante pervasività del digitale e dei social alla complessa organizzazione della vita di tutti i giorni, fino alla crescente fragilità delle Istituzioni di riferimento e delle Agenzie educative, è un esercizio complesso e di cui nessuno ha la soluzione, ma sono convinta – conclude la presidente del Consiglio – che sia nostro dovere tentare di invertire la rotta, perché ascoltare bambini e ragazzi significa ascoltare il nostro futuro”. Secondo Meloni “tutto ciò richiede impegno, tempo, fatica e dedizione e richiama ognuno di noi ad una assunzione di responsabilità, per garantire il diritto dei minori ad essere ascoltati. Il mio augurio è che questa Giornata nazionale possa segnare il punto di inizio di un nuovo cammino, per individuare insieme le soluzioni migliori ai problemi che durante l’infanzia e l’adolescenza si affrontano ogni giorno. È un obiettivo che mi pongo, ancor prima che da Presidente del Consiglio, come mamma di una bimba di otto anni. È una responsabilità che fa tremare i polsi, ma è nostro compito assumerci quest’onere e adempiere ai nostri doveri. San Giovanni Bosco diceva: ‘Non basta amare i giovani: occorre che loro si accorgano di essere amati’. Ecco, nessuno di noi ha le soluzioni in tasca, ma io vi assicuro che in questo senso il mio impegno non verrà mai meno”, conclude la premier.

Dazi, Schlein: Trump insulta e i sedicenti patrioti abbassano testa

Dazi, Schlein: Trump insulta e i sedicenti patrioti abbassano testaRoma, 9 apr. (askanews) – Di fronte agli insulti di Donald Trump “i sedicenti patrioti abbassano la testa ancora una volta ed espongono imprese e lavoratori a rischi enormi e a un crollo della nostra credibilità internazionale: l’Italia non può fare questa figura”. Lo afferma la segretaria del Pd Elly Schlein.


Aggiunge la segretaria democratica: “Prima Trump definisce parassiti noi italiani ed europei, e il governo Meloni fa orecchie da mercante abbassando la testa. Poi, lo stesso giorno in cui Giorgia Meloni annuncia trionfante che sarà ricevuta alla corte di Trump il 17 aprile, il presidente americano insulta con parole irripetibili chi propone un incontro per disinnescare una crisi finanziaria ed economica globale, generata dalla sua politica sui dazi”.

Meloni il 17 da Trump per dazi. E mette su tavolo 25 mld per imprese

Meloni il 17 da Trump per dazi. E mette su tavolo 25 mld per impreseRoma, 8 apr. (askanews) – Giorgia Meloni volerà a Washington il 17 aprile e a Donald Trump proporrà la formula “zero per zero” sui dazi. Intanto il governo mette sul tavolo 25 miliardi di euro, tra risorse Pnrr e fondi di coesione, a sostegno di imprese e lavoratori a cui propone un “nuovo patto” per fare “fronte comune”. Lo ha annunciato la stessa presidente del Consiglio, che a Palazzo Chigi ha incontrato le categorie economiche per un confronto sulle misure e le strategie da mettere in campo per affrontare il problema dei dazi. Con lei, al tavolo della Sala Verde di Palazzo Chigi, i vicepresidenti Antonio Tajani e Matteo Salvini (in videocollegamento), i ministri competenti (Giorgetti, Urso, Foti, Lollobrigida) e i sottosegretari Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari.


Meloni nel suo intervento ha ribadito che ritiene quella del tycoon una decisione “assolutamente sbagliata” che finirà per “danneggiare l’Europa quanto gli Stati Uniti”. Però, al momento, gli impatti per l’Italia non sono quantificabili: “Le esportazioni italiane negli Stati Uniti valgono cica il 10% delle nostre esportazioni totali. L’introduzione di dazi può, chiaramente, ridurre questa quota di export ma non la azzera ed è oggettivamente presto per quantificarne l’effetto e per capire quanto i nostri prodotti saranno effettivamente penalizzati”. Dunque in questa fase occorre evitare “panico” e “allarmismo” che “rischiano di fare molti più danni della misura in sé”. Tre le direttrici su cui si basa la strategia del governo. In primo luogo il negoziato con gli Usa e la “sfida” è “lavorare con l’Unione Europea per definire un accordo positivo”. L’Ue, ha sottolineato, adesso ha scelto una reazione “propedeutica ad una trattativa non escalatoria”, che Meloni apprezza, mentre “se la posizione fosse stata quella di una escalation, l’Italia non l’avrebbe supportata”. La via da esplorare è quella della formula “zero per zero” già proposta da Ursula von der Leyen. “È questo – sostiene – il negoziato che deve vederci tutti impegnati e a tutti i livelli, che vede impegnati noi e che impegna me che sarò a Washington il prossimo 17 aprile e ovviamente intendo affrontare anche questa questione con il presidente degli Stati Uniti”.


Il secondo punto riguarda il ‘cambio di passo’ che il governo italiano chiede all’Europa. Una necessità “ineludibile” nella situazione attuale perchè “se l’Europa pensa di sopravvivere a questa fase continuando a far finta di niente o a pretendere di iper regolamentare tutto, semplicemente non sopravviverà e abbiamo un problema più grande dei dazi americani”. Dunque le sue proposte, già anticipate nei giorni scorsi, riguardano in primo luogo “fortissime correzioni” al Green Deal, le cui regole “ideologiche e non condivisibili” non “erano sostenibili ieri, non lo sono a maggior ragione oggi”. Occorre inoltre “rafforzare la competitività delle nostre imprese, accelerare il percorso verso il mercato unico, accelerare la riforma del mercato elettrico, e penso alla semplificazione, visto che l’Unione europea è soffocata dalle regole e le regole sono alla fine delle tasse, dei dazi autoimposti”. Dunque tra le ipotesi c’è quella di una “moratoria regolatoria” fino a quando non sarà chiaro il quadro di riferimento. L’Europa, infine, deve salvaguardare il mercato interno per evitare gli impatti dovuti alla “sovrapproduzione della Cina e di altri Paesi soprattutto asiatici”. Parallelamente, il governo intende intervenire a sostegno dell’economia italiana, reperendo fondi “che non hanno un impatto sulla finanza pubblica”. La via annunciata da Meloni alle associazioni delle imprese è quella di utilizzare 25 miliardi di risorse fresche, dalla rimodulazione di Pnrr e fondi di coesione. In particolare, ha precisato, “abbiamo individuato nell’ambito della dotazione finanziaria del Recovery italiano e della sua prossima revisione circa 14 miliardi di euro che possono essere rimodulati per sostenere l’occupazione e aumentare l’efficienza della produttività”. Altri soldi potranno venire dalla revisione della politica di coesione approvata la scorsa settimana dalla Commissione su proposta del vicepresidente Fitto. Per l’Italia “circa 11 miliardi di euro possono essere riprogrammati a favore delle imprese, dei lavoratori e dei settori che dovessero essere più colpiti. Anche in questo caso la riprogrammazione deve essere definita d’intesa con la Commissione Europea”. Inoltre, ha concluso, “in questi mesi stiamo poi programmando, è infatti in corso una consultazione pubblica, il Piano Sociale per il Clima, con una dotazione UE di 54 miliardi (2026-2032), che prevede per il nostro Paese circa 7 miliardi di euro complessivi, destinato a ridurre i costi dell’energia per famiglie e microimprese, attraverso misure per compensare i costi logistici e incentivare le tecnologie pulite”. Infine “il governo intende portare avanti il rafforzamento degli strumenti di sostegno all’export delle nostre imprese, potenziando quelli già esistenti a partire dal sistema fondato sull’Agenzia Ice, Simest e Sace”.

Dazi, Meloni: per le imprese 25 mld da Pnrr e fondi coesione

Dazi, Meloni: per le imprese 25 mld da Pnrr e fondi coesioneRoma, 8 apr. (askanews) – Il governo metterà in campo 25 miliardi di euro per sostenere le aziende in difficoltà per i dazi, di cui 14 da fondi del Pnrr e 11 dai fondi di coesione. Lo ha spiegato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, all’incontro con le categorie economiche sui dazi.


“La Commissione europea – ha spiegato – sta incoraggiando gli Stati membri a modificare i Pnrr, individuando soluzioni per investire al meglio le risorse stanziate nel nuovo scenario, ovviamente senza ridurre l’ambizione dei piani in termini di traguardi e obiettivi da conseguire. Parallelamente la stessa Commissione, su proposta del vicepresidente Fitto, ha avviato una importante fase di riprogrammazione delle politiche di coesione che, in complementarietà con la revisione del Pnrr, potranno essere utilizzate per sostenere il nostro sistema produttivo. In ultimo potrebbero essere mobilitate le risorse del Piano sociale per il Clima, che prevedono misure per famiglie e microimprese finalizzate a sostenere la transizione energetica. Come già accaduto nel 2023 e annunciato nella campagna elettorale del 2022, il nostro Governo, in sintonia e collaborazione con la Commissione Europea, intende promuovere una revisione del PNRR. Quanto ne parlavamo nella campagna elettorale tutti ci dicevano che non era possibile farlo. Non soltanto lo abbiamo fatto ma lo hanno fatto insieme a noi tutti i singoli Paesi europei”. “Nel corso della revisione del 2023, come sapete, la nostra azione – ha detto ancora Meloni – si è concentrata principalmente a favore delle imprese. A fronte di una riprogrammazione complessiva di 22 miliardi di euro alle imprese sono andati circa 13,4 miliardi di euro. Come in quella occasione, vogliamo che anche oggi l’eventuale riprogrammazione delle risorse sia il frutto di un intenso lavoro di ascolto e di collaborazione con voi, che intendiamo avviare oggi. Ed è proprio nella flessibilità del Pnrr, che intendiamo chiedere alla Commissione, come già fatto nel 2023, che possiamo individuare le soluzioni per dare risposte tempestive e concrete al sistema produttivo. Abbiamo individuato nell’ambito della dotazione finanziaria del Recovery italiano e della sua prossima revisione circa 14 miliardi di euro che possono essere rimodulati per sostenere l’occupazione e aumentare l’efficienza della produttività. Una ulteriore opportunità che intendiamo cogliere è quella della revisione della politica di coesione che la scorsa settimana è stata approvata dalla Commissione su proposta del vicepresidente Fitto. Il nostro paese ha 75 miliardi di euro (42,7 europei, gli altri cofinanziamenti nazionali) da spendere fino al 2029 distinti in 26 miliardi di euro assegnati ai programmi nazionali e 43 ai programmi regionali. In questo ambito, circa 11 miliardi di euro possono essere riprogrammati a favore delle imprese, dei lavoratori e dei settori che dovessero essere più colpiti. Anche in questo caso la riprogrammazione deve essere definita d’intesa con la Commissione Europea”, ha concluso.

Dazi, Meloni: non avremmo supportato un’escalation da parte Ue

Dazi, Meloni: non avremmo supportato un’escalation da parte UeRoma, 8 apr. (askanews) – “L’Ue si è assestata su una reazione che io considero propedeutica ad una trattativa non escalatoria. Lo dico perché se invece la posizione fosse stata quella di una escalation, l’Italia non l’avrebbe supportata”. Lo ha detto, secondo quanto si apprende, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, all’incontro a Palazzo Chigi con i rappresentanti delle categorie economiche e imprenditoriali sul tema dei dazi.


“La sfida da esplorare – ha aggiunto – è invece quella che l’Italia è stata tra le prime nazioni a promuovere, e che anche la Presidente von der Leyen lo ha ribadito ieri, ovvero la possibilità di azzerare i reciproci dazi sui prodotti industriali esistenti con la formula ‘zero per zero’”. “Credo – ha detto ancora – che siamo tutti concordi nel dire che una guerra commerciale tra Europa e Stati Uniti non conviene a nessuno. Dunque, la sfida è lavorare con l’Unione Europea per definire un accordo positivo che possa avere come soluzione quella di integrare ancora di più le nostre econome, invece di separarle, in un’ottica di mutuo beneficio e di crescita reciproca. Chiaramente un distanziamento dell’economia europea e di quella americana porta a una compressione e indebolimento dell’Occidente, che non è mai una buona notizia”.


“In questo mi pare che ci sia da parte della presidente della Commissione e da parte del Commissario al Commercio che sta trattando una disponibilità”, ha concluso.

Dazi, Meloni e i ministri incontrano le categorie economiche

Dazi, Meloni e i ministri incontrano le categorie economicheRoma, 8 apr. (askanews) – E’ iniziato a Palazzo Chigi il ciclo di incontri fra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, i vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini (in videocollegamento), i ministri competenti (Giorgetti, Urso, Foti, Lollobrigida) e i sottosegretari Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari, con le categorie economiche sulla questione dei dazi, “con l’obiettivo di individuare le migliori soluzioni e avere un’idea chiara dell’impatto sui settori maggiormente danneggiati e individuare una strategia per sostenere quelle filiere”.


La riunione avviene all’indomani dell’incontro fra la premier, i due vice e i ministri competenti per analizzare l’impatto che questa situazione può avere sull’economia italiana. Al primo incontro sono presenti il presidente di Confindustria Emanuele Orsini, il presidente di Ice Matteo Zoppas e il Presidente di CNMI Carlo Capasa. Seguiranno i rappresentanti delle Pmi e infine le associazioni dell’agroalimentare.