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Nato, Meloni: accanto a pilastro Usa serve solido pilastro Europa

Nato, Meloni: accanto a pilastro Usa serve solido pilastro EuropaRoma, 5 nov. (askanews) – “Abbiamo discusso di come rafforzare l’alleanza nel suo complesso. Come sapete noi sosteniamo da sempre la necessità che al pilastro nordamericano della Nato si affianchi un solido pilastro europeo, è una visione che condividiamo con il nuovo Segretario Generale e condividiamo il fatto che è essenziale per tutti noi lavorare a un’industria europea della difesa che sia innovativa, che sia competitiva, che sfrutti la complementarietà tra la Nato e l’Unione Europea”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nelle dichiarazioni alla stampa insieme al segretario generale della Nato Mark Rutte.

Meloni: Italia leader per l’impegno nella Nato, primo contributore alle missioni

Meloni: Italia leader per l’impegno nella Nato, primo contributore alle missioniRoma, 5 nov. (askanews) – “Noi siamo leader nella Nato per la qualità, la quantità della nostra azione. Particolarmente siamo il primo contributore in termini assoluti alle operazioni e alle missioni dell’Alleanza Atlantica e quindi anche ovviamente al bilancio della Nato. Il ruolo della nostra azione si articola anche attraverso la nostra presenza lungo il fianco orientale dell’Alleanza (Lettonia, Lituania, Bulgaria, Ungheria), ma anche con i dispositivi navali nel Mediterraneo, con le missioni in Iraq e in Kosovo”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nelle dichiarazioni alla stampa insieme al segretario generale della Nato Mark Rutte.

Meloni: Italia leader per impegno Nato, primo contributore a missioni

Meloni: Italia leader per impegno Nato, primo contributore a missioniRoma, 5 nov. (askanews) – “Noi siamo leader nella Nato per la qualità, la quantità della nostra azione. Particolarmente siamo il primo contributore in termini assoluti alle operazioni e alle missioni dell’Alleanza Atlantica e quindi anche ovviamente al bilancio della Nato. Il ruolo della nostra azione si articola anche attraverso la nostra presenza lungo il fianco orientale dell’Alleanza (Lettonia, Lituania, Bulgaria, Ungheria), ma anche con i dispositivi navali nel Mediterraneo, con le missioni in Iraq e in Kosovo”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nelle dichiarazioni alla stampa insieme al segretario generale della Nato Mark Rutte.

G20, presidente Camera Fontana il 7-8 novembre a Brasilia al vertice dei presidenti dei Parlamenti

G20, presidente Camera Fontana il 7-8 novembre a Brasilia al vertice dei presidenti dei ParlamentiRoma, 5 nov. (askanews) – “I Parlamenti nella costruzione di una governance globale adeguata alle sfide del XXI secolo”. È il tema al centro dell’intervento del presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana, che sarà al vertice dei presidenti dei Parlamenti del G20 (P20) di Brasilia, giovedì 7 e venerdì 8 novembre.


Fontana interverrà nella terza sessione dei lavori, venerdì 8, alle 9.30 (ora locale), alla Camera dei deputati brasiliana. A seguire sarà adottata la dichiarazione finale e si procederà al passaggio di consegne della Presidenza del P20 alla speaker dell’Assemblea nazionale sudafricana, Thoko Didiza. Il giorno precedente, giovedì 7, il presidente della Camera dei deputati parteciperà alla cerimonia di apertura delle 10.30 e alle sessioni dei lavori. Nelle pause tra le riunioni sono in programma alcuni bilaterali con i rappresentanti di Paesi anche dell’area asiatica.

Nuovo stop Magistrati al dl Albania, Governo va avanti e attacca

Nuovo stop Magistrati al dl Albania, Governo va avanti e attaccaRoma, 4 nov. (askanews) – Sui centri in Albania “nessuna marcia indietro, si va avanti”. Questa la linea del governo dopo il nuovo stop ai trattenimenti arrivato dal Tribunale di Catania.


In mattinata, al termine della visita al Villaggio Difesa al Circo Massimo, Giorgia Meloni risponde con una battuta – ma che cela insofferenza – al cronista che ipotizza il “flop” dell’intesa con Tirana: “Ancora? Avete una fissazione…”, taglia corto infilandosi in macchina. Poi però, nel primo pomeriggio, le agenzie battono la notizia: il Tribunale di Catania non convalida il trattenimento disposto dal questore di Ragusa di cinque migranti, tre arrivati dall’Egitto e due dal Bangladesh, che a Pozzallo hanno chiesto lo status di rifugiati. La lista dei Paesi sicuri, indicata nel decreto adottato dal Cdm e poi diventato emendamento al decreto flussi, scrivono i giudici, “non esime il giudice all’obbligo di una verifica della compatibilità” di tale “designazione con il diritto dell’Unione europea” e “in Egitto ci sono gravi violazioni dei diritti umani” che “investono le libertà di un ordinamento democratico”.


“Una sentenza chiarissima”, per il Pd. A cui il centrodestra reagisce rabbiosamente, Lega in testa. “Per colpa di alcuni giudici comunisti che non applicano le leggi, il Paese insicuro ormai è l’Italia. Ma noi non ci arrendiamo!”, accusa il vice premier Matteo Salvini. Simile la reazione che proviene da Fratelli d’Italia, partito della premier. “Le toghe rosse tornano a colpire”, attacca il vice capogruppo a Palazzo Madama Salvo Sallemi, secondo cui “vorrebbero aggirare” il decreto “contravvenendo così alla richiesta degli elettori italiani di avere più sicurezza nelle proprie città”, mentre per il capogruppo alla Camera, Tommaso Foti, “la decisione dei giudici del Tribunale di Catania appare perseguire l’unico fine di ostacolare qualsiasi azione volta a contrastare l’immigrazione illegale di massa, nonché a rendere difficili, se non impossibili, i rimpatri di chi entra illegalmente in Italia”. Anche da Forza Italia la decisione del Tribunale di Catania viene interpretata come un tentativo di sostituirsi alle scelte politiche del legislatore: “La tripartizione dei poteri sta alla base della nostra democrazia – afferma il deputato e responsabile immigrazione di Forza Italia, Alessandro Battilocchio -, le continue invasioni di campo e le polemiche strumentali non fermeranno la politica del governo sulla gestione dei flussi migratori che, lo dicono i numeri ufficiali, sta dando risultati concreti”. In difesa dei magistrati interviene il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia dall’assemblea organizzata a Bologna della giunta esecutiva dell’Emilia-Romagna dell’associazione. “Noi – assicura – non facciamo opinione sulle scelte del governo” ma “difendiamo il diritto e dovere di poter dire il ‘diritto’ senza essere in qualche modo condizionati né dalla paura, né dalle aggressioni”.


In serata, da Palazzo Chigi, arriva quello che sembra il segnale di un tentativo distensione nei rapporti con le toghe: la premier riceve il vice presidente del Consiglio superiore della magistratura, Fabio Pinelli nell’ambito, si legge in una nota, “di una proficua e virtuosa collaborazione, nel rispetto dell’autonomia delle differenti istituzioni”. Sui centri in Albania, comunque, come detto, da parte del governo non ci sono ripensamenti. La nave Libra è tornata a navigare nel canale di Sicilia e il trasporto dei migranti verso le strutture di Shengjin e Gjader, assicura il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, riprenderà “quando ci saranno le condizioni”.

Dl Albania, nuovo stop dalla Magistratura ma il Governo va avanti

Dl Albania, nuovo stop dalla Magistratura ma il Governo va avantiRoma, 4 nov. (askanews) – Sui centri in Albania “nessuna marcia indietro, si va avanti”. Questa la linea del governo dopo il nuovo stop ai trattenimenti arrivato dal Tribunale di Catania.


In mattinata, al termine della visita al Villaggio Difesa al Circo Massimo, Giorgia Meloni risponde con una battuta – ma che cela insofferenza – al cronista che ipotizza il “flop” dell’intesa con Tirana: “Ancora? Avete una fissazione…”, taglia corto infilandosi in macchina. Poi però, nel primo pomeriggio, le agenzie battono la notizia: il Tribunale di Catania non convalida il trattenimento disposto dal questore di Ragusa di cinque migranti, tre arrivati dall’Egitto e due dal Bangladesh, che a Pozzallo hanno chiesto lo status di rifugiati. La lista dei Paesi sicuri, indicata nel decreto adottato dal Cdm e poi diventato emendamento al decreto flussi, scrivono i giudici, “non esime il giudice all’obbligo di una verifica della compatibilità” di tale “designazione con il diritto dell’Unione europea” e “in Egitto ci sono gravi violazioni dei diritti umani” che “investono le libertà di un ordinamento democratico”.


“Una sentenza chiarissima”, per il Pd. A cui il centrodestra reagisce rabbiosamente, Lega in testa. “Per colpa di alcuni giudici comunisti che non applicano le leggi, il Paese insicuro ormai è l’Italia. Ma noi non ci arrendiamo!”, accusa il vice premier Matteo Salvini. Simile la reazione che proviene da Fratelli d’Italia, partito della premier. “Le toghe rosse tornano a colpire”, attacca il vice capogruppo a Palazzo Madama Salvo Sallemi, secondo cui “vorrebbero aggirare” il decreto “contravvenendo così alla richiesta degli elettori italiani di avere più sicurezza nelle proprie città”, mentre per il capogruppo alla Camera, Tommaso Foti, “la decisione dei giudici del Tribunale di Catania appare perseguire l’unico fine di ostacolare qualsiasi azione volta a contrastare l’immigrazione illegale di massa, nonché a rendere difficili, se non impossibili, i rimpatri di chi entra illegalmente in Italia”. Anche da Forza Italia la decisione del Tribunale di Catania viene interpretata come un tentativo di sostituirsi alle scelte politiche del legislatore: “La tripartizione dei poteri sta alla base della nostra democrazia – afferma il deputato e responsabile immigrazione di Forza Italia, Alessandro Battilocchio -, le continue invasioni di campo e le polemiche strumentali non fermeranno la politica del governo sulla gestione dei flussi migratori che, lo dicono i numeri ufficiali, sta dando risultati concreti”. In difesa dei magistrati interviene il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia dall’assemblea organizzata a Bologna della giunta esecutiva dell’Emilia-Romagna dell’associazione. “Noi – assicura – non facciamo opinione sulle scelte del governo” ma “difendiamo il diritto e dovere di poter dire il ‘diritto’ senza essere in qualche modo condizionati né dalla paura, né dalle aggressioni”.


In serata, da Palazzo Chigi, arriva quello che sembra il segnale di un tentativo distensione nei rapporti con le toghe: la premier riceve il vice presidente del Consiglio superiore della magistratura, Fabio Pinelli nell’ambito, si legge in una nota, “di una proficua e virtuosa collaborazione, nel rispetto dell’autonomia delle differenti istituzioni”. Sui centri in Albania, comunque, come detto, da parte del governo non ci sono ripensamenti. La nave Libra è tornata a navigare nel canale di Sicilia e il trasporto dei migranti verso le strutture di Shengjin e Gjader, assicura il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, riprenderà “quando ci saranno le condizioni”.

Sanità, Schlein: non accetteremo privatizzazione strisciante

Sanità, Schlein: non accetteremo privatizzazione striscianteRoma, 4 nov. (askanews) – “Il Governo magicamente doveva abbattere le liste d’attesa senza mettere un euro” e invece “ci ritroviamo a un pericoloso disinvestimento sulla sanità pubblica”. Lo ha detto la segretaria Pd Elly Schlein parlando ad un evento a Modena. “Le persone non riescono più a curarsi – ha aggiunto – 4,5 milioni di italiani hanno già rinunciato a curarsi. Noi continueremo a insistere come Pd per avere più risorse sulla sanità pubblica e sbloccare le assunzioni. Perché la salute non è una merce e non accetteremo che questo governo continui sulla strada della privatizzazione strisciante della sanità pubblica”.

Dl Albania, il Tribunale di Catania lo disapplica: Egitto non è sicuro

Dl Albania, il Tribunale di Catania lo disapplica: Egitto non è sicuroRoma, 4 nov. (askanews) – “Oggi con una lunga sentenza, ineccepibile dal punto di vista giuridico, il Tribunale di Catania disapplica il Decreto Paesi Sicuri, nel respingere la convalida di un richiedente asilo egiziano. Una sentenza chiarissima che indugia a sviluppare pedissequamente tutti i passaggi delle normative applicabili e di grande ausilio a quanti, dalle parti del Governo, troppo frettolosamente, ad essere ottimisti, hanno consultato il corpus giuridico e hanno pensato di superarlo con un decreto legge”. Lo dichiara in una nota il senatore Antonio Nicita, vicepresidente del gruppo Pd in Senato.


Secondo Nicita “appaiono platealmente evidenti la correttezza della disapplicazione del decreto, la irrilevanza del parere della Corte di giustizia in presenza di palese applicazione, la conseguente non convalida del fermo del cittadino egiziano. Quanti altri decreti destinati al fallimento produrrà il Governo?”. 

Giustizia, Santalucia: prima attaccavano toghe rosse, ora tutti i giudici

Giustizia, Santalucia: prima attaccavano toghe rosse, ora tutti i giudiciBologna, 4 nov. (askanews) – “Una volta erano i pubblici ministeri, le toghe rosse della procura, ad essere attaccate e i giudici finora erano stati un po’ tenuti da parte. Ora sono proprio i giudici ad essere accusati di parzialità e di pregiudizialità per lo più i giudici civili, quelli dell’immigrazione”. Lo ha detto il presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, Giuseppe Santalucia, all’assemblea organizzata a Bologna della giunta esecutiva dell’Emilia-Romagna dell’associazione.


“Questa insofferenza nei confronti del potere giudiziario sembra allargarsi a macchi d’olio: non solo le procure oggi riguarda tutta la giurisdizione. In questo troviamo motivi di rinnovata preoccupazione” ha aggiunto Santalucia.

Dl Albania,Pd: Tribunale Catania lo disapplica: sentenza chiara

Dl Albania,Pd: Tribunale Catania lo disapplica: sentenza chiaraRoma, 4 nov. (askanews) – “Oggi con una lunga sentenza, ineccepibile dal punto di vista giuridico, il Tribunale di Catania disapplica il Decreto Paesi Sicuri, nel respingere la convalida di un richiedente asilo egiziano. Una sentenza chiarissima che indugia a sviluppare pedissequamente tutti i passaggi delle normative applicabili e di grande ausilio a quanti, dalle parti del Governo, troppo frettolosamente, ad essere ottimisti, hanno consultato il corpus giuridico e hanno pensato di superarlo con un decreto legge”. Lo dichiara in una nota il senatore Antonio Nicita, vicepresidente del gruppo Pd in Senato.


Secondo Nicita “appaiono platealmente evidenti la correttezza della disapplicazione del decreto, la irrilevanza del parere della Corte di giustizia in presenza di palese applicazione, la conseguente non convalida del fermo del cittadino egiziano. Quanti altri decreti destinati al fallimento produrrà il Governo?”.