Mattarella difende il diritto d’asilo, i drammi migratori vengono strumentalizzatiRoma, 16 dic. (askanews) – Di fronte a un mondo “segnato dal proliferare di conflitti, da una corsa alla frammentazione, anche economica” in cui “le istituzioni multilaterali faticano ad agire in modo efficace” e “gli stessi drammi migratori sono talvolta oggetto di gestioni strumentali da parte di alcuni Stati, per trasformarli in minaccia nei confronti dei vicini, in palese violazione di convenzioni internazionali liberamente sottoscritte” l’Italia sa bene come posizionarsi perchè è la Costituzione che indica quali siano i nostri valori e i nostri principi come il diritto di asilo. E’ il richiamo fatto oggi dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nell’intervento alla XVII Conferenza delle Ambasciatrici e degli Ambasciatori d’Italia.
Per il capo dello Stato oggi ci troviamo “di fronte al paradosso di una società globale sempre più interconnessa e interdipendente che attraversa una fase in cui si affacciano nuovamente, con ricette stantie, le sirene del settarismo nazionalistico, etnico, quando non arbitrariamente religioso. Divisioni e fratture profonde si moltiplicano”. E il pericolo, avverte Mattarella viene anche da quegli “operatori internazionali svincolati da ogni patria, la cui potenza finanziaria supera oggi quella di Stati di media dimensione, e la cui gestione di servizi essenziali sfiora, sovente, una condizione monopolistica”. Un riferimento neanche tanto velato a Elon Musk con cui il capo dello Stato ha già avuto modo di “scontrarsi” in un botta e risposta quando alcune settimane fa il miliardario attaccò la magistratura italiana. Mattarella rinnova la sua fiducia nella diplomazia e nel ruolo del dialogo interculturale e per quanto riguarda il nostro paese ricorda che “la stabilità di un posizionamento è nei principi definiti dalla Costituzione, agli articoli 10 e 11: diritto di asilo per lo straniero cui venga impedito nel suo Paese l’esercito delle libertà democratiche, ripudio della guerra, perseguimento di pace e giustizia tra le nazioni anche attraverso limitazioni alla sovranità, in condizioni di parità con gli altri Stati. Di qui l’integrazione d’Europa, le Convenzioni internazionali, di qui le Corti di giustizia che ne sono derivate, a tutela dell’applicazione degli ordinamenti”.
“Lo sforzo incessante della nostra azione è stato diretto, quindi, a prevenire i conflitti, a elaborare soluzioni idonee a ricostruire il capitale di fiducia tra gli Stati, oggi pericolosamente eroso. Questo – ribadisce il Presidente della Repubblica – ha consentito alla Repubblica di acquisire influenza e credibilità, in numerosi organismi multilaterali, a partire dalle Nazioni Unite, strumento ampiamente imperfetto ma prezioso. Paziente e determinata ricerca della pace, difesa dei diritti inviolabili della persona, capacità di sintesi tra le posizioni dei nostri principali partner sui temi prioritari dell’agenda globale, sono gli sforzi evidenti, messi in campo anche nell’esercizio della Presidenza del G7”. Nel suo discorso ai diplomatici riuniti alla Farnesina il capo dello Stato non ha mancato di riferirsi ai più drammatici eventi bellici di questa stagione invocando per il Medi Oriente da un lato la liberazione degli ostaggi israeliani e dall’altro la soluzione a due Stati per garantire “al popolo della Cisgiordania e di Gaza un traguardo di giustizia e una convincente prospettiva di speranza per il proprio futuro”. Così come per l’Ucraina a cui va confermato il sostegno convinto e la prospettiva europea.
Ma la preoccupazione di Mattarella è per le sfide dell’epoca moderna “globalizzazione e digitalizzazione” che se da un lato hanno reso il mondo “molto più interconnesso e interdipendente e più vicine le sue varie parti” dall’altro ha fatto emergere “nuovamente la pretesa di alcuni governi di calare cortine sui flussi di informazione e sulle relazioni tra i cittadini di vari Paesi o di incidere negativamente su di essi attraverso ostili strumenti di manipolazione delle informazioni e di condizionamento di opinione”. La diplomazia quindi “ha il non facile compito di analizzare e comprendere costantemente la realtà internazionale, i movimenti al suo interno, e di costruire proficue relazioni con i nostri interlocutori esteri a tutela degli interessi fondamentali della Repubblica e di quello generale della Comunità degli Stati. Un interesse che ritengo oggi coincida più che mai con il rispetto del quadro di principi e norme dell’ordinamento internazionale”, ha concluso.