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Salvini segretario Lega fino al 29: ora il Viminale per tornare primi

Salvini segretario Lega fino al 29: ora il Viminale per tornare primiFirenze, 6 apr. (askanews) – Tornare al Viminale, “parlandone con l’amica Giorgia ma senza litigare e senza smanie”. Tornare primo partito della coalizione, “ma non a scapito dei nostri alleati” bensì rivolgendosi a chi si astiene. Acclamato segretario dal congresso della Lega, Matteo Salvini lancia la sua sfida. Anche se in versione soft, stemperando in toni unitari le richieste fatte avanzare il giorno prima dalle assise leghiste. Nessun accenno alla questione Regionali, nè per i candidati nè per il terzo mandato, nessuna risposta o critica a Forza Italia, con cui si punzecchia da settimane. Anzi: “Questo governo ha l’obiettivo di arrivare al 2027 e se gli elettori saranno d’accordo e se non ci arresteranno prima, magari arrivare anche al 2032. Non ci faranno mai litigare nel centrodestra, anche se ci stanno provando da due anni e mezzo”.


Toni che avevano contraddistinto anche il video messaggio inviato da Giorgia Meloni: poca enfasi, nessun accenno al tema Viminale, ma l’assicurazione che le tre riforme bandiera del centrodestra verranno tutte approvate: il premierato, quella della giustizia, l’Autonomia, perchè “sono nel programma e noi rispettiamo gli impegni”. Frase ripetuta più volte, nei due anni e mezzo di governo, e che non suscita particolari entusiasmi nella platea. Salvini conferma: “Premierato e autonomia vanno avanti insieme”. Più che per Meloni, la sala si scalda per Marine Le Pen, che a sorpresa si collega da Parigi per paragonare le battaglie dei Patrioti a quelle di Martin Luther King. Salvini segue e rilancia, citando Nelson Mandela. Certo però la questione Viminale c’è: da tempo Salvini è convinto che solo da ministro dell’Interno potrà rilanciare le percentuali della Lega e sperare così nell’altro obiettivo, inscritto nel nome del partito: Lega primo partito della coalizione e Salvini premier. Con un solo altro tentativo a disposizione, quello delle prossime elezioni. Perchè questo mandato, ha fatto intendere, sarà l’ultimo: “Al prossimo congresso sarò qui da delegato, e qui in sala c’è chi sarà il prossimo segretario”. Anche se “non so chi”.


Alle assise previste nel 2029 dunque Salvini non correrà da segretario. E al momento non potrà farlo neanche Roberto Vannacci, che pure oggi ha ricevuto sul palco – direttamente dalle mani del segretario – la sua prima tessera della Lega. Passaggio che dovrebbe portare alla cooptazione come vice segretario, ma che non potrà preludere alla possibilità che sia Vannacci a raccogliere il testimone di Salvini: lo statuto – modificato ieri per portare a 4 i vice segretari azzerando anche il requisito di anzianità di militanza – prevede infatti che il segretario sia iscritto da almeno 7 anni. Per Vannacci, dunque, non se ne parla fino al 2032. “Da oggi andiamo avanti insieme”, ha comunque assicurato il generale, che anche in queste occasione ha avuto l’omaggio di molti militanti, secondo solo a Salvini nelle richieste di un selfie. Per il resto, nessun guizzo particolare. I contenuti sono quelli classici della Lega e dei Patrioti: difesa dei confini, lotta all’immigrazione clandestina e alla “invasione islamica”: “Finchè la confessione islamica non firma una intesa con lo Stato, credo sia nostro dovere non riconoscere alcuno spazio a chi non riconosce la supremazia del diritto”. E soprattutto l’attacco all’Unione Europea: “Ci vorrebbe la motosega di Milei”, dice dal palco in un tripudio di applausi, dopo aver insistito sulla coerenza e la continuità dell’anti-europeismo leghista, a partire da Umberto Bossi e passando per Roberto Maroni. “È a Bruxelles il problema delle imprese, il mega-dazio”. E allora piuttosto che immaginare contro-dazi (“Chi pensa a guerre comerciali è contro l’industria”), la Commissione Ue dovrebbe “azzerare green deal e regolamenti” e sospendere il patto di stabilità “per investire in scuola, sanità e lavoro, non per comprare i missili”. Argomentazioni coerenti con la cooptazione di Vannacci e che confermano – se ce ne fosse bisogno – che la strada scelta da Salvini è quella sovranista e di destra, con buona pace di chi ancora insiste sulla “questione settentrionale” come ha fatto ieri Luca Zaia. “Solo essendo sovranisti in Europa si può essere autonomisti in Italia”, è stata la sintesi del generale.

Salvini segretario della Lega fino al 29: ora il Viminale per tornare primi

Salvini segretario della Lega fino al 29: ora il Viminale per tornare primiFirenze, 6 apr. (askanews) – Tornare al Viminale, “parlandone con l’amica Giorgia ma senza litigare e senza smanie”. Tornare primo partito della coalizione, “ma non a scapito dei nostri alleati” bensì rivolgendosi a chi si astiene. Acclamato segretario dal congresso della Lega, Matteo Salvini lancia la sua sfida. Anche se in versione soft, stemperando in toni unitari le richieste fatte avanzare il giorno prima dalle assise leghiste. Nessun accenno alla questione Regionali, nè per i candidati nè per il terzo mandato, nessuna risposta o critica a Forza Italia, con cui si punzecchia da settimane. Anzi: “Questo governo ha l’obiettivo di arrivare al 2027 e se gli elettori saranno d’accordo e se non ci arresteranno prima, magari arrivare anche al 2032. Non ci faranno mai litigare nel centrodestra, anche se ci stanno provando da due anni e mezzo”.


Toni che avevano contraddistinto anche il video messaggio inviato da Giorgia Meloni: poca enfasi, nessun accenno al tema Viminale, ma l’assicurazione che le tre riforme bandiera del centrodestra verranno tutte approvate: il premierato, quella della giustizia, l’Autonomia, perchè “sono nel programma e noi rispettiamo gli impegni”. Frase ripetuta più volte, nei due anni e mezzo di governo, e che non suscita particolari entusiasmi nella platea. Salvini conferma: “Premierato e autonomia vanno avanti insieme”. Più che per Meloni, la sala si scalda per Marine Le Pen, che a sorpresa si collega da Parigi per paragonare le battaglie dei Patrioti a quelle di Martin Luther King. Salvini segue e rilancia, citando Nelson Mandela. Certo però la questione Viminale c’è: da tempo Salvini è convinto che solo da ministro dell’Interno potrà rilanciare le percentuali della Lega e sperare così nell’altro obiettivo, inscritto nel nome del partito: Lega primo partito della coalizione e Salvini premier. Con un solo altro tentativo a disposizione, quello delle prossime elezioni. Perchè questo mandato, ha fatto intendere, sarà l’ultimo: “Al prossimo congresso sarò qui da delegato, e qui in sala c’è chi sarà il prossimo segretario”. Anche se “non so chi”.


Alle assise previste nel 2029 dunque Salvini non correrà da segretario. E al momento non potrà farlo neanche Roberto Vannacci, che pure oggi ha ricevuto sul palco – direttamente dalle mani del segretario – la sua prima tessera della Lega. Passaggio che dovrebbe portare alla cooptazione come vice segretario, ma che non potrà preludere alla possibilità che sia Vannacci a raccogliere il testimone di Salvini: lo statuto – modificato ieri per portare a 4 i vice segretari azzerando anche il requisito di anzianità di militanza – prevede infatti che il segretario sia iscritto da almeno 7 anni. Per Vannacci, dunque, non se ne parla fino al 2032. “Da oggi andiamo avanti insieme”, ha comunque assicurato il generale, che anche in queste occasione ha avuto l’omaggio di molti militanti, secondo solo a Salvini nelle richieste di un selfie. Per il resto, nessun guizzo particolare. I contenuti sono quelli classici della Lega e dei Patrioti: difesa dei confini, lotta all’immigrazione clandestina e alla “invasione islamica”: “Finchè la confessione islamica non firma una intesa con lo Stato, credo sia nostro dovere non riconoscere alcuno spazio a chi non riconosce la supremazia del diritto”. E soprattutto l’attacco all’Unione Europea: “Ci vorrebbe la motosega di Milei”, dice dal palco in un tripudio di applausi, dopo aver insistito sulla coerenza e la continuità dell’anti-europeismo leghista, a partire da Umberto Bossi e passando per Roberto Maroni. “È a Bruxelles il problema delle imprese, il mega-dazio”. E allora piuttosto che immaginare contro-dazi (“Chi pensa a guerre comerciali è contro l’industria”), la Commissione Ue dovrebbe “azzerare green deal e regolamenti” e sospendere il patto di stabilità “per investire in scuola, sanità e lavoro, non per comprare i missili”. Argomentazioni coerenti con la cooptazione di Vannacci e che confermano – se ce ne fosse bisogno – che la strada scelta da Salvini è quella sovranista e di destra, con buona pace di chi ancora insiste sulla “questione settentrionale” come ha fatto ieri Luca Zaia. “Solo essendo sovranisti in Europa si può essere autonomisti in Italia”, è stata la sintesi del generale.

Magi: faremo un referendum per abrogare il Dl sicurezza

Magi: faremo un referendum per abrogare il Dl sicurezzaFirenze, 6 apr. (askanews) – “Depositeremo immediatamente richesta di referendum abrogativo e inizieremo la raccolta firme per abrogare il DL Sicurezza. Un decreto certamente incostituzionale per la palese mancanza dei requisiti di necessità e urgenza. Un intervento per decreto legge in materia penale all’insegna del populismo penale che non ha precedenti per ampiezza e portata ottusamente e irragionevolmente repressiva”. Lo annuncia il segretario di +Europa, Riccardo Magi.


“Dalle madri detenute con i propri figli, alle aggravanti strampalate, al blocco stradale, alla sanzione penale per resistenza passiva, al divieto sulla cannabis light. Un colpo letale al ruolo e alla dignità del Parlamento che per mesi ha discusso il disegno di legge che il governo ha ora copiato con pochissime modifiche nel decreto emanato dal Consiglio dei ministri venerdì scorso. Confidiamo in un sussulto di intransigenza del parlamento e siamo certi che il Presidente della Repubblica indichi all’esecutivo le enormi criticità che questo intervento normativo presenta nel merito e nel metodo sotto il profilo della garanzie costituzionali. Ma – conclude Magi – siamo pronti a depositare nei prossimi giorni la richiesta di referendum abrogativo in Cassazione”.

Il congresso della Lega acclama Salvini segretario, in carica fino al 2029

Il congresso della Lega acclama Salvini segretario, in carica fino al 2029Firenze, 6 apr. (askanews) – “Io penso che si possa acclamare segretario della Lega Salvini premier Matteo Salvini”. Il presidente del congresso della Lega Giancarlo Giorgetti ha sancito così – tra gli applausi della sala – la riconferma di Salvini allla guida del partito.


Come primo atto da segretario rinnovato, Salvini ha poi accolto tutte le mozioni presentate al congresso. Savini resterà in carica per 4 anni, fino al 2029. E ha lasciato intendere che al prossimo congresso non si ricandiderà alla guida del partito.

Salvini: controdazi raddoppierebbero problemi per le imprese, ma il vero danno è Bruxelles

Salvini: controdazi raddoppierebbero problemi per le imprese, ma il vero danno è BruxellesFirenze, 6 apr. (askanews) – “Non è nostro interesse litigare con gli Usa. I controdazi raddoppierebbero i problemi per le aziende italiane ed europee. Chi parla di guerra commerciale è nemico dell’industria europea. Qui non ci sono trumpiani, ci sono italiani che ragionano”. Lo ha detto Matteo Salvini, al congresso conclusivo della Lega. “Come Trump coi suoi ordini esecutivi, chi ha a cuore gli interessi dell’Europa azzera e cancella il green deal, i regolamenti tutti… È a Bruxelles il problema delle nostre imprese, è lì che bisogna usare la motosega di Milei, sfoltire, sfoltire…”. “Lo può decidere domani la Commissione UE e poi vai a trattare alla pari con Trump e con gli altri”, ha aggiunto.

Meloni: no allarmismi sui dazi, pronti a negoziare e a sostenere imprese

Meloni: no allarmismi sui dazi, pronti a negoziare e a sostenere impreseFirenze, 6 apr. (askanews) – “Affronteremo anche il tema dei dazi, con determinazione e pragmatismo, senza allarmismi. Non abbiamo condiviso ovviamente la scelta degli Stati Uniti, ma siamo pronti a mettere in campo tutti gli strumenti – negoziali ed economici – necessari per sostenere le nostre imprese e i nostri settori che dovessero risultare penalizzati”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in un video messaggio registrato inviato al congresso della Lega di Firenze.


“E torneremo a chiedere con forza all’Europa – ha proseguito Meloni – di rivedere con forza le normative ideologiche del Green Deal e l’eccesso di regolamentazione in ogni settore, che oggi costituiscono dei veri e propri dazi interni che finirebbero per sommarsi in modo insensato a quelli esterni. Ne avremmo felicemente fatto a meno, ovviamente, però io sono convinta che gli italiani si sentano rassicurati dal fatto che alla guida dell’Italia ci sia questo Governo in questo momento. Nessuno di noi è perfetto, abbiamo sbagliato molte volte e sbaglieremo ancora, però i cittadini sanno che su di noi potranno sempre contare perché l’unica cosa che ci interessa è fare l’interesse dell’Italia e degli italiani”.

Lega, a sorpresa collegamento di Le Pen: a rischio la libertà in Europa

Lega, a sorpresa collegamento di Le Pen: a rischio la libertà in EuropaFirenze, 6 apr. (askanews) – Nel giorno delle manifestazioni di piazza in Francia per protestare contro la sentenza che esclude Marine Le Pen dalle prossime presidenziali francesi, la leader del Rassemblement Nationale si collega a sorpresa con il congresso della Lega, per un breve scambio di battute con Matteo Salvini: “Sai benissimo quello che sto vivendo perchè l’hai vissuto anche te, gli attacchi della giustizia contro i dirigenti che protegggono la sovranità del Paese”, dice Le Pen al leader leghista, riferendosi al processo Open Arms. La sentenza della magistratura francese “scrive la parola fine a tutti i principi dello stato di diritto, i francesi non potranno scegliere, non potranno votare per un candidato che loro vogliono alla guida del Paese visto che era favorita. Ma non cederemo mai, utilizzeremo tutti gli strumenti giuridici per poterci presentare a queste elezioni presidenziali”, assicura Le Pen.


E Salvini osserva: “È singolare che in Francia e a Bruxelles danno lezioni di democrazia quelli che stanno sottraendo democrazia: in Romania, con l’esclusione di un candidato, in Germania, riconvocando un Parlamento decaduto, ma possono solo ritardare il cambiamento, non fermarlo”. Le Pen ovviamente concorda: “È la libertà di tutti i nostri popoli ad essere messa in discussione. La nostra sarà una lotta pacifica, democratica e l’esempio viene da Martin Luther King. Noi sovranisti non siamo cittadini di serie B”.

Lega, Vannacci: grazie Matteo, da oggi andiamo avanti insieme

Lega, Vannacci: grazie Matteo, da oggi andiamo avanti insiemeFirenze, 6 apr. (askanews) – “Ringrazio Matteo, da oggi andiamo avanti insieme”. L’eurodeputato Roberto Vannacci saluta così i lsegretario della Lega dal palco del congresso di Firenze, dove ha appena ricevuto dallo stesso Salvini la tessera della Lega. “Ringrazio gli entusiasti che ci danno coraggio, ringrazio i critici perchè la critica è il concime del progresso, e ringrazio anche i perplessi perchè tutto ciò che non ci uccide ci rende più forti”, aggiunge Vannacci.


Che elogia il partito in cui è entrato oggi ufficialmente: “La Lega è l’unico partito sovranista in grado di incidere. Lotta, cade, si sporca, tira in porta e ogni tanto fa gol, come ha fatto con l’approvazione deldecreto sicurezza. La Lega non si limita a stare sugli spalti, ma incide nelle istituzioni”.

Governo, Meloni alla Lega: avanti su premierato, giustizia, Autonomia

Governo, Meloni alla Lega: avanti su premierato, giustizia, AutonomiaFirenze, 6 apr. (askanews) – “Andremo avanti pancia a terra fino a fine legislatura per dare col premierato un sistema politico stabile, per liberare con la riforma della giustozia la magistratura dalle correnti politiczzate, per garantire con Autonomia differenziata gli stessi liveli di prestazione e a tutti i cittadini indipendentemente da dove vivono”. Lo ha detto Giorgia Meloni, in un video messaggio al congresso della Lega in corso a Firenze. “Continueremo a difendere i confini, non arretreremo di un millimetro sulla sicurezza”, ha aggiunto la presidente del Consiglio.


“La nostra coesione e compattezza ci hanno permesso di avere una visione di sviluppo per il Paese, di mettere in cantiere le grandi riforme che servono da anni e che sono nel nostro programma che intendiamo rispettare punto per punto. Perchè è questo che ci differenzia dalla sinistra: condividiamo la stessa visiione e rispettiamo gli impegni con i cittadini”, ha rivendicato Meloni.

M5S, Conte vince la scommessa: tanti in piazza, non solo i suoi

M5S, Conte vince la scommessa: tanti in piazza, non solo i suoiRoma, 5 apr. (askanews) – “Oggi nasce una grande alternativa all’Italia del riarmo, dei tagli alla sanità, alla scuola, alle imprese. Li fermeremo. Tutti insieme. È solo l’inizio”. Sta in quel “tutti insieme” che Giuseppe Conte orgogliosamente proclama sui suoi canali social il senso della scommessa vinta dal Movimento 5 stelle, capace di chiamare in piazza a Roma decine di migliaia di persone e soprattutto di mettersi alla testa della protesta contro il riarmo europeo e per la fine del “genocidio” contro i palestinesi, secondo tema più citato dagli oratori sul palco dei Fori imperiali e più visibile nel corteo, per bandiere, striscioni e kefie dedicati alla tragedia in corso.


“Tutti insieme” perché stavolta in piazza non si è vista solo la capacità organizzativa del suo Movimento, ma una parte non marginale del “popolo” pacifista e della diaspora di quella sinistra che un tempo si autodefiniva “radicale”. Ma “tutti insieme” anche perché in piazza, con la presenza di Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni di AVS e con la delegazione del Partito democratico guidata da Francesco Boccia, si è manifestato un fronte di opposizione che per ora sembra non potere e non volere isolare i 5 stelle. “Calenda, cancella questa piazza”, cantavano i giovani M5S in testa al corteo, sbeffeggiando il leader di Azione che ha auspicato la “cancellazione” (politica) del Movimento. “Siamo centomila!” l’annuncio di Conte dal palco, certamente esagerato ma tutt’altro che sorprendente a fronte di un corteo di massa superiore alle aspettative degli stessi organizzatori, certamente nell’ordine delle decine di migliaia, con la coda del corteo partita da piazza Vittorio Emanuele II quando ai Fori imperiali si affacciavano già le avanguardie della manifestazione. Piazza molto composta, tutto sommato silente come è tradizione per i 5 stelle che hanno una base lontana dalla militanza partitica tradizionale: “Viva l’Italia antifascista”, “fuori la mafia dallo Stato” e “Palestina libera” tra gli slogan più popolari nel corteo. E quando dal palco Barbara Spinelli, giornalista, ex europarlamentare e figlia di quell’Altiero coautore del Manifesto di Ventotene, critica il Pd per i suoi voti in Europa sul tema della guerra e del riarmo, solo qualche fischio non troppo partecipato sottolinea la distanza che ancora intercorre fra le due formazioni politiche che dovrebbero costituire l’ossatura del futuro centrosinistra. E se Sandro Ruotolo del Pd sottolinea con i cronisti che punti in comune ce ne sono, “siamo insieme – dice – per una Europa di pace non il riarmo dei 27 Stati, sono le destre europea e americana che non la vogliono l’Europa”, il verde Angelo Bonelli che invece fa parte della lista degli oratori ufficiali fa appello direttamente a Conte: “Abbiamo il dovere, lo dico a Giuseppe, di costruire una alternativa a una destra che sta sfasciando lo Stato e vuole fermare le politiche sul clima. Una maggioranza che non dice una parola sulla vergogna del genocidio del popolo palestinese”. Il suo alleato in AVS Nicola Fratoianni è sulla stessa lunghezza d’onda: “Questa destra è una destra che dobbiamo cacciare. A noi, insieme, uniti, la responsabilità di costruire una alternativa”, dice alla folla dei Fori.


Non a caso Conte, consapevole di non potersi limitare a motivare i suoi, apre il suo discorso con un sentito “grazie a chi è in piazza con idee diverse. Vi rispettiamo”. E conclude con una promessa: “Oggi si rompe la farlocca luna di miele che Meloni ha costruito con una parte degli italiani. Di qui parte l’alternativa a un governo vigliacco. Da qui partirà una grande onda che si farà sentire in tutta Italia e in tutta Europa”.