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”Safe Place” miglior film della VI edizione del Balkan film festival

”Safe Place” miglior film della VI edizione del Balkan film festivalRoma, 13 nov. (askanews) – Il premio “Miglior Film” della VI edizione del Balkan Film Festival è andato a “Safe Place” di Juraj Lerotic (Croazia, Slovenia). A scegliere i vincitori del festival che si è svolto a Roma dal 7 al 12 novembre 2023, è stata la giuria composta da Elma Tataragic, presidente, Gregor Bozic, Wilma Labate, Amedeo Pagani, e Roland Sejko. “Safe Place” si è aggiudicato il premio perché “un racconto ispirato ad una storia vera si trasforma in un film universale su vita e morte, dramma familiare, cura e indifferenza, trauma e inevitabilità del destino. Diretto, scritto, interpretato, girato e montato con maestria, questo film tragico ci racconta che il luogo sicuro del titolo non esiste”.

Il premio al Miglior Regista va a Sara Kern per “Moja Vesna” (Slovenia, Australia) per la mano gentile nel raccontare una storia dura, un linguaggio impalpabile nel dirigere una bambina, sempre composta, che ha rimosso la morte della madre. Il racconto familiare non prescinde mai dalla condizione di migranti. Il premio alla Migliore Attrice va a Ksenija Marinkovic interprete di “Have You Seen This Woman” di Dušan Zoric e Matija Glušcevic (Serbia, Croazia). “Il Premio va all’attrice per la sua interpretazione impegnata in un dramma esistenziale su una donna di mezza età intrappolata nei ruoli che la società patriarcale cerca di imporle. Per l’ottima e potente interpretazione che mostra sfaccettature molto diverse dello stesso carattere”.

Il premio al Miglior Attore va ex-aequo a Goran Markovic e Juraj Lerotic per Safe Place di Juraj Lerotic (Croazia, Slovenia). “È impressionante come i protagonisti riescono a mettere in scena un fatto tragico grave realmente accaduto, lavorando in sottrazione, senza cadere nel patetico, ma restando completamente onesti ed esposti allo spettatore. Facendo ciò ci rendono testimoni e complici di una situazione drammatica spiazzante, complessa e allo stesso tempo quotidiana. Niente è semplice e niente eccezionale. Per la sezione cortometraggi in concorso la giuria composta da giovani critici cinematografici: Valentina Pietrarca, Daniela Paladino, Tobia Cimini, Salvatore Gucciardo e Zeno Macaluso ha assegnato il premio al Miglior cortometraggio a “Things Unheard Of” di Ramazan Kiliç perché è “un corto che sa fare della semplicità la sua arma vincente; “Things Unheard Of” di Ramazan Kiliç punta sulla comunicazione diretta e commovente attraverso lo sguardo innocente e sognante dei bambini che di fronte alla pressione militare non perdono il lume della fantasia per vivere la loro quotidianità in maggiore leggerezza, trasmettendo dolce serenità agli altri abitanti del villaggio. Il risultato è un film pulito, di ottima realizzazione tecnica e ricco di emotività.

Il premio per la Miglior regia è andato a “Air Hostess-737” di Thananis Neofotistou perché con questo lavoro Thanasis Neofotistou regala al pubblico una regia attenta in cui ogni elemento funziona: l’escalation emotivo della protagonista emerge perfettamente, i movimenti di macchina che si fanno sempre più confusionari e frenetici accompagnano la storia, sublimati dalla fotografia ora netta, ora poetica. La giuria ha assegnato una Menzione speciale a “Granny’s sexual life” di Urška Djukic & Émilie Pigeard, che attraverso lo stile animato hanno portato al pubblico un racconto duro e doloroso sulla reale situazione maschilista e patriarcale che ha oppresso e annientato la sessualità delle donne. Un lavoro intelligente e acuto che gioca con la ridicolizzazione dell’uomo e diverse immagini metaforiche anche a tratti spiritose. Il risultato è un film tagliente, impressionante, violento nel messaggio che trasmette.

A dirigere il Balkan Film Festival Mario Bova, precedentemente ambasciatore d’Italia in Albania e Giappone. Direttore esecutivo del festival Ludovico Cantisani. Tra i Partner: Ministero Affari Esteri Cooperazione Internazionale, il MiC, Cinecittà S.p.a., Creative Europe Media Desk, Roma Capitale, UNIMED, Osservatorio Balcani Caucaso Transeuropa, Il Comune di Tirana, Albanian National Center of Cinematography, Balkan Film Market, Istituto Italiano di Cultura di Tirana, Roma Lazio Film Commission, Calabria Film Commission, Marche Film Commission, Apulia Film Commission, ANAC, il CSC – Centro Sperimentale di Cinematografia, la Scuola d’Arte Cinematografica Gian Maria Volonté, RUFA – Rome University of Fine Arts, Alpe Adria Cinema e Trieste Film Festival. Il festival, su iniziativa dell’Associazione italo-balcanica Occhio Blu promuove il dialogo cinematografico tra Italia e Balcani attraverso un processo d’integrazione europea volta a costituire fattori propulsivi di sviluppo culturale, nel recupero e rafforzamento della pace tra i popoli. Grazie alla presenza a Roma di tutte le cinematografie balcaniche (provenienti da Slovenia, Croazia, Serbia, Bosnia, Romania, Bulgaria, Montenegro, Kosovo, Macedonia del Nord, Albania, Grecia, Turchia) il Festival si arricchisce ogni anno di protagonisti, temi e dibattiti.

Da domani torna “Casa a prima vista” su Real Time

Da domani torna “Casa a prima vista” su Real TimeRoma, 12 nov. (askanews) – Torna “Casa a prima vista”, la divertente competizione televisiva che vede tre agenti immobiliari sfidarsi per soddisfare le richieste di clienti in cerca del loro appartamento dei sogni. Dopo il successo della scorsa stagione il format, realizzato da Blu Yazmine per Warner Bros. Discovery e basato sul francese Chasseur D’Appart, arriva su Real Time, disponibile on demand su discovery+, dal 13 novembre alle 20:20.

Le piazze immobiliari di Milano e Roma vedranno di volta in volta sfidarsi tre professionisti del settore immobiliare che hanno appassionato sia in tv che sui social. In ogni puntata, dopo aver raccolto le indicazioni di clienti molto esigenti, si mettono alla ricerca della casa ideale, puntando a sbaragliare le proposte degli altri colleghi. Ognuno di logo accompagna poi il cliente nel tour dell’immobile, mentre gli altri due colleghi commentano all’interno del van del programma, appostato poco lontano, svelando i retroscena e i trucchi del mestiere. Che sia un bilocale, una villetta a schiera o un superattico con vista, a vincere la puntata, aggiudicandosi il premio in denaro, sarà chi tra i tre agenti convincerà di più il candidato acquirente. Professionalità, fiuto per il mercato immobiliare e un pizzico di ironia: a “Casa a prima vista” la ricerca della casa ideale non è mai scontata. Novità di questa stagione è l’allargarsi della competizione oltre i confini romani e milanesi: da un lato, Gianluca, Ida e Mariana dovranno conquistare i potenziali acquirenti viaggiando per il Nord Italia, con richieste immobiliari da soddisfare anche a Torino, Parma, Bologna, Genova, e sul lago di Garda; dall’altro gli agenti romani Nadia, Corrado e Blasco andranno alla volta dei dintorni della Capitale, verso Tivoli, Frosinone, Bracciano, Anzio e Nettuno.

La compagnia Sergio Bernal al Comunale di Modena il 18 novembre

La compagnia Sergio Bernal al Comunale di Modena il 18 novembreRoma, 12 nov. (askanews) – “Rodín, lo scultore delle emozioni” è lo spettacolo che il madrileno Sergio Bernal, super estrella della danza, e la sua Sergio Bernal Dance Company dedicano allo scultore francese Auguste Rodin. Presentato in esclusiva per l’Italia da Daniele Cipriani Entertainment, andrà in scena, in serata unica, il 18 novembre, ore 20.30, al Teatro Comunale di Modena, con musica dal vivo eseguita dall’Orquesta Cruz Diez.

Quando le arti si sposano, in questo caso scultura e danza, il risultato è un’alchimia che si traduce in emozione interiore per lo spettatore. Spiega lo stesso Bernal: “Ogni dettaglio nelle opere di Rodín invita alla riflessione. Al di là della plasticità delle sue forme o dell’iperrealismo dei dettagli, Rodín condivide il suo mondo interiore. Riesce a raggiungere un’emozionalità universale che a sua volta diventa personale, a seconda di chi visiona l’opera. Raggiunge tutto questo rompendo la visione frontale e invitando lo spettatore di ogni scultura a circondarla e a godere dei dettagli che ogni prospettiva offre”. Fin dalla Genesi, passando per il mito di Pigmalione, l’idea di infondere di vita le forme inanimate – che siano di argilla, di marmo o di bronzo – affascina, e ora è Sergio Bernal, in alcuni brani affiancato dalla ballerina italiana Giada Rossi, che ha sentito il bisogno di portare il suo soffio artistico su un immaginario “Giardino di Rodin” dove le sculture prendono movimento. Molti i riferimenti alla vita dell’artista parigino, in particolare alla sua passionale storia d’amore con Camille Claudel, scultrice anche lei, nonché sua modella e musa. Bernal ha scelto alcuni delle opere più universali di Rodin, coreografando lui stesso taluni dei brani, Il Pensatore, Torso d’uomo e Rodin e Camille (quest’ultimo con Ricardo Cue), mentre per un passo a due ispirato al celebre Bacio (dove la passione e il desiderio d’amore – forse dei danteschi Paolo e Francesca – invitano alla tenerezza), ha scelto una coreografia dell’italiano Valentino Zucchetti, First Soloist al Royal Ballet di Londra, nonché oggi apprezzato coreografo.

In “Rodín, lo scultore delle emozioni” la versatilità di Sergio Bernal gli permette di umanizzare i capolavori attraverso diversi linguaggi della danza: quella spagnola, accompagnata dalle forza, energia e emozione trasmesse dal flamenco, ma anche quello del balletto classico. Già primo ballerino del Balletto Nazionale di Spagna, star internazionale del balletto classico e del classico spagnolo, Sergio Bernal è considerato il “Re del flamenco”. È presente nei più importanti gala di danza di tutto il mondo, da New York a Londra, da Madrid a Roma dove è il beniamino del gala internazionale di Daniele Cipriani, Les Étoiles. Il 28 e 29 gennaio 2024, sarà tra le stelle di Las Estrellas del Flamenco con il Ballet Nacional de España e i maggiori bailarines e bailaores di oggi, all’Auditorium Parco della Musica, Roma.

Media, Genovesi: con ADE raccontiamo i diversi mondi del digitale

Media, Genovesi: con ADE raccontiamo i diversi mondi del digitaleRoma, 11 nov. (askanews) – “Ade nasce dal dialogo tra Rai Com e Apulia Film Commission. Apulia Film Commission è una delle più importanti Film Commission a livello nazionale, e questa idea di costruire per loro un percorso che raccontasse il digitale nel suo stato dell’arte attuale ma anche nelle sue possibili evoluzioni ci intrigava molto”. Lo ha detto ad askanews Roberto Genovesi, art director di ADE, Apulia Digital Experience 2023, la prima conferenza internazionale made-in-Italy dedicata all’innovazione digitale nelle industrie creative, in corso di svolgimento a Bari (i lavori chiuderanno domenica 12).

“Noi veniamo da una esperienza ormai di 26 anni di ‘Cartoons on The Bay’ che si è occupato in maniera chiara ed evidente di interattività e di digitale”, ha proseguito Genovesi. “Tant’è vero che è il festival dell’animazione crossmediale e transmediale. Quindi questa esperienza, mutuata e allargata a livello più generale, capace di inglobare mondi diversi rispetto a quelli dell’animazione, ci interessava molto. Attraverso questa tre giorni di conferenze – la prima conferenza internazionale sul digitale che si fa in Italia e comunque la prima con il marchio Rai – noi cerchiamo di raccontare che cos’è il digitale all’interno di diversi mondi. Quindi cinema, televisione, videogiochi, social marketing, comunicazione, perché il digitale non è soltanto uno strumento, è un contenuto, è un linguaggio, è un modo di approcciare le tematiche della creatività”. “All’inizio – ha ricordato Genovesi – erano un po’ titubanti su questo nome, ADE, perché Ade secondo la vulgata generale è l’inferno degli antichi. Ma al di là del significato superficiale, ADE ha per il greco antico altri due significati: invisibile e ricchezza. Il concetto di invisibilità è tutto ciò che non è umano, non è di questo mondo ma è di un altro mondo; e la ricchezza è qualcosa che viene da forze che non sono reali ma sono esoteriche. E tutto sommato l’invisibile ricchezza che è il digitale cerchiamo di trasformarla in una visibile ricchezza attraverso questa tre giorni”.

In sala “Trenque Lauquen”, amore e avventura nella pampa argentina

In sala “Trenque Lauquen”, amore e avventura nella pampa argentinaRoma, 11 nov. (askanews) – Esce al cinema dal 16 novembre distribuito da EXIT Media “Trenque Lauquen”, film dell’argentina Laura Citarella che lo scorso anno ha entusiasmato pubblico e critica alla Mostra del Cinema di Venezia (nella sezione Orizzonti).

Suddiviso in due parti e con una struttura episodica, il film ruota intorno al mistero di Laura (interpretata da Laura Paredes, anche co-sceneggiatrice) scomparsa senza lasciare alcuna traccia a Trenque Lauquen, una piccola città della pampa argentina (da cui prende il titolo il film), dove aver svolto per diversi mesi una ricerca botanica. I due uomini che la amano si mettono in viaggio per cercarla. Questa fuga improvvisa diventa il nucleo di una serie di misteri: la sparizione di Laura s’intreccia al segreto nascosto nei libri di una biblioteca, al carteggio amoroso di un’altra donna anch’essa scomparsa molti anni prima; ai misteriosi fiori gialli; al mistero della laguna di Trenque Lauquen e alla sua comunità sconvolta da un evento soprannaturale. In questa storia, che come un tesoro contiene molte altre storie, la ricerca di sé e la ricerca dell’altro sono costantemente intrecciate, mentre vita sognata e vita vissuta coincidono. Ma non è un film filosofico: è un film d’amore e d’avventura, dove l’esplorazione di una città argentina è solo l’occasione per scandagliare più a fondo nell’animo umano. Il mistero che avvolge la protagonista trasforma il film in un romanzo visivo in cui perdersi, un’ode alla ricerca e alla bellezza. Ma anche un omaggio al cinema, su tutti L’avventura di Michelangelo Antonioni, d’altronde lo stesso incipit è un rimando quasi inevitabile al primo capitolo della celebre trilogia dell’incomunicabilità.

Il racconto filmico prosegue di mistero in mistero, attraverso una singolare narrazione ad incastro che consente all’autrice di riflettere su tematiche a lei particolarmente care come il femminismo – non solo per gli espliciti riferimenti ad Aleksandra Kollontaj -, ma anche di giocare con i generi, dal mistery al dramma, unendo vita e cinema in un’unica grande opera.

Viaggio nella memoria con le Canzoni da osteria di Guccini

Viaggio nella memoria con le Canzoni da osteria di GucciniMilano, 10 nov. (askanews) – Nell’aula magna dell’Università Statale di Milano è affidato al coro degli Alpini Orobica il compito di introdurre, sulle note di una vibrante Bella ciao, il maestro di Pavana, Francesco Guccini, tornato a un anno dall’ultimo lavoro, Canzoni da intorno, e a 10 dalla decisione di smettere di cantare, con il nuovo album “Canzoni da osteria”.

“Passo per un grande esperto di osterie, ma in realtà ne ho frequentate solo tre tra a Bologna: l’osteria dei Poeti, l’osteria da Gandolfi e delle Dame. Le osterie vere erano posti tristissimi con anziani alcolizzati che allora mi sembravano vecchi ma erano più giovani di me adesso. I vini erano di due categorie bianco e rosso, di solito Sangiovese, poi con 25 lire compravi un uovo sodo” ha raccontato sul filo del ricordo. “In quegli anni, primi anni 70, sono arrivate le lotte per i diritti civili, divorzio, aborto – ha detto – Noi non partecipavamo alle lotte politiche delle fabbriche ma si parlava di Vietnam e diritti civili”. La nuova raccolta, fuori da venerdì 10 novembre, per Bmg esclusivamente in formato fisico, riunisce canti popolari selezionati dal maestro all’interno di un repertorio nazionale e internazionale e in ciascun caso rivisti personalmente dal cantautore. 14 le tracce inserite tra cultura, tradizioni nascoste e storia, con quello che è diventato l’inno italiano della Resistenza, Bella ciao, a inaugurare l’ascolto. “La scelta della scaletta non è mia, ma dei discografici”, ha precisato in fretta il cantautore che poi ha aggiunto “ma va bene così. Bella ciao è una canzone diventata misteriosamente internazionale. Molti avranno visto la serie tv ‘La casa di Carta: lì si sente cantare Bella ciao in italiano. E oggi molte donne iraniane cantano Bella ciao in italiano: è diventata il simbolo della protesta contro la teocrazia iraniana”. Proprio per questo omaggio alle iraniane ha deciso di rivedere il testo “cambiando una parola: ora dice ‘ho trovato l’oppressor e non l’invasor’ perchè l’Iran non è stato invaso ma c’è gente che opprime”. E qui una frecciatina l’ha riservata al nostro Paese: “In Italia uguale: non siamo sta invasi, forse però qualcuno opprime”.

Dopo Bella ciao, la raccolta prosegue in Sud America con Jacinto Chiclana, El caballo negro, La chacarera del 55 e Sur, fino a cantare dell’amore in ogni sua forma con Amore dove sei, Maria la guerza e La tieta; non mancano le tradizionali Il canto dei battipali in veneto, La maduneina dal Baurgh ‘d San Pir in bolognese, Hava nagila in ebraico. Su quest’ultima ha ricordato che “è dedicata al vecchio amico Elisha che, dopo tanti anni, ha sentito il bisogno di ricordare, con evidente nostalgia, il periodo trascorso a Bologna e i vecchi amici dell’Osteria delle Dame”. Seguono poi la nostalgica The last thing on my mind e il folk americano in Cotton fields; a chiudere il disco tra il greco e l’italiano, il brano bilingue 21 aprile, scritto dall’amico Alexandros Devetzoglou per raccontare e far vivere nella memoria il violento colpo di stato dei colonnelli greci del 21 aprile 1967. “La cantava in greco e in italiano, così l’ho cantata anch’io, col titolo di ’21 aprile”, racconta proponendo il brano nella versione bilingue. Gli arrangiamenti di Canzoni da osteria sono di Fabio Ilacqua che ne ha seguito anche la produzione artistica affiancato da Stefano Giungato. Un’ampia varietà di strumenti e sonorità accompagna l’inconfondibile voce di Francesco Guccini, pronta a spaziare tra lingue e generi musicali.

Canzoni da osteria è disponibile in 5 diversi formati, CD, CD limited edition – maxi formato, vinile, vinile special edition (edizione limitata numerata e colorata), e uno speciale doppio vinile edizione esclusiva con tracce strumentali – incisione diretta dai mix (edizione limitata e numerata). E in concomitanza con questa uscita, fino a domenica 26 novembre, nell’ambito della Milano Music Week, Milano gli dedica “Ma ho fatto anche il cantautore – Francesco Guccini: oltre il palco”, una mostra fotografica a cielo aperto nella pedonale via Dante per raccontare un Guccini inedito, privato, con alcuni scatti che ripercorrono la vita, la storia e la sua carriera lontano dal palcoscenico.

Media, al via oggi a Bari l’Apulia Digital Experience

Media, al via oggi a Bari l’Apulia Digital ExperienceRoma, 10 nov. (askanews) – Creatività e innovazione sono le parole d’ordine di ADE, Apulia Digital Experience 2023, la prima conferenza internazionale made-in-Italy dedicata all’innovazione digitale nelle industrie creative. I lavori hanno preso il via oggi e termineranno domenica. Tre giorni immersivi di incontri esclusivi e approfonditi con figure di spicco dei diversi settori digitali e creativi.

Il ruolo dell’intelligenza artificiale nel mondo dei media, dell’arte e della creatività; l’evoluzione dello storytelling nel metaverso e le prospettive di sperimentazione e crescita per l’impresa italiana e internazionale; la connessione sempre più stretta tra cultura e videogioco e l’utilizzo del videogame nella didattica. Senza dimenticare i contenuti immersivi e le prospettive che il digitale riserva al mondo dell’arte e di tutto l’audiovisivo. Tra i panel in programma Il brand storytelling nell’era del metaverso, dedicato allo sviluppo di narrazioni immersive e multidimensionali nel racconto dei brand agli utenti con modalità rivoluzionarie; Il futuro degli effetti visivi italiani nell’industria globale, con un focus sulle tecnologie moderne che consentono di reinventare la narrazione visiva; Il rinascimento digitale dell’arte italiana, per un racconto che attraverso la realtà aumentata e virtuale possa consentire esperienze immersive; Le voci artificiali nel doppiaggio, per approfondire il ruolo e le conseguenze dell’uso delle voci sintetiche, attraverso considerazioni etiche e analisi dei potenziali impatti sull’industria. Il programma vede al suo interno due concorsi dedicati ai creativi e alle aziende italiani e internazionali. Cinque finalisti per il concorso Raccontare la Puglia con l’Intelligenza Artificiale, che vede coinvolti giovani talenti da tutta Italia con progetti ambiziosi. Quindici finalisti per i Digital Licensing Excellence Awards, il primo contest al mondo dedicato alle opportunità per i marchi del digitale. Tra i finalisti gareggiano progetti per il metaverso made-in-Italy e brand celebri in tutti il mondo, tra cui tre avatar dalle sembianze umane nella categoria Digital Influencer. Apulia Digital Experience è organizzato da Apulia Film Commission e Rai Com, finanziato dalla Regione Puglia, promosso da Rai e realizzato sotto la Direzione Artistica di Roberto Genovesi.

Vasco Rossi: “Felicità è un’illusione che dura solo un attimo”

Vasco Rossi: “Felicità è un’illusione che dura solo un attimo”Roma, 10 nov. (askanews) – “La felicità è ciò che tutti inseguiamo, perché tutti vorremmo essere felici. In realtà si tratta solo di un attimo, non è uno stato permanente. Corriamo, la inseguiamo come fosse un traguardo e dimentichiamo che non è una condizione che dura. Non può durare, perché la vita è soprattutto sofferenza e la felicità è una condizione che si raggiunge solo in assenza di dolore. Perciò ci possono essere solo momenti, briciole di felicità”.

Vasco Rossi in esclusiva per lavialibera, la rivista di Libera e Gruppo Abele, racconta cosa è per lui la felicità in un numero speciale in uscita che dedica il dossier al tema della felicità con i contributi, fra gli altri, di Fabio Anibaldi Cantelli, Alessandro Cattelan, Rosy Bindi, Luigi Ciotti, Alessia Gennari, Carlo Lucarelli ed Enrica Tesio “Se penso alla mia vita – continua Vasco – posso dire di essere stato felice un sacco di volte ma sempre per degli attimi. Lo sono stato quando ho raggiunto certi obiettivi, quando ho provato alcune sensazioni ed emozioni ecco… A dire la verità, penso di avere vissuto molte volte dei momenti felici. Moltissime volte. Anche se poi non sono in grado di raccontarvene nessuno. Perché è una situazione interiore, che non si riesce a spiegare. Il concetto è quello: è un attimo.A dirla tutta credo che abbiamo più bisogno di amore che di felicità. In fondo, si può vivere anche senza raggiungere mai questa vetta. Non è un bisogno primario. Però, per esempio, fare provare agli altri gioia o attimi di felicità attraverso la musica è una soddisfazione incredibile”.

Non è semplice rispondere alla domanda: “Cos’è la felicità?”- soprattutto in questo momento storico dove le notizie su guerre e tragedie riempiono le giornate. Eppure chiedersi cos’è, imparare a riconoscerla e a non smettere di cercarla può essere un atto rivoluzionario. Nell’editoriale di presentazione Luigi Ciotti scrive “ho tante preoccupazioni addosso, legate sia al clima cupo che aleggia sul mondo, tra guerre, crisi ecologica, discriminazioni e disuguaglianze crescenti, sia alle fatiche quotidiane di tante persone e famiglie che incontriamo col Gruppo Abele e con Libera. Gente segnata dalla povertà, dalla malattia, dalla negazione dei propri diritti, dalle minacce del crimine organizzato. Eppure, non posso nemmeno dire di essere infelice. Perché proprio nel rapporto con queste persone, nei piccoli passi di libertà e giustizia che insieme riusciamo a compiere, trovo la luce che mi insegna la strada, lo stimolo ad andare avanti”. All’interno della rivista ampio spazio è dedicato al rapporto tra felicità, disabilità, emergenza climatica, social e sport, con la direttrice Elena Ciccarello che nell’editoriale cita Papa Francesco, secondo cui la felicità “è un atto di ribellione”.

Il rap coinvolgente de “Il Tre” conquista Milano

Il rap coinvolgente de “Il Tre” conquista MilanoMilano, 10 nov. (askanews) – Una serata di rap autentico, fresco e coinvolgente al Fabrique di Milano con “Il Tre”, gli oltre tremila fan del rapper romano hanno cantato tutte le rime dei suoi due album, a distanza di due anni dall’ultimo live milanese.

I live del suo “Invisibili Tour” si confermano uno spettacolo ben fatto che piace al giovanissimo pubblico, Guido, acclamato a gran voce, tiene il palco con bravura e potenza. “Il Tre”, classe 1997, alterna momenti di pura energia ad altri più intimi, con gag e momenti irriverenti. Ancora una volta il rapper ha voluto genitori che lo accompagnano sempre in tour, sul palco e questa volta ha voluto fare gli auguri per il compleanno della mamma. A più riprese li ha ringraziati dell’appoggio e della fiducia che hanno avuto in lui. Commozione e qualche lacrima perchè “I figli… so’ pezzi ‘e core” ma anche i genitori e quindi Guido ha voluto cantare, tra i bis, il brano dedicato al padre.

Non poteva mancare poi l’ormai consueto rito del taglio dei capelli a uno dei fan che si offre volontario. Guido ha completamente rasato il fan che prima ha dovuto dimostrare di essere maggiorenne. Lo show prosegue tra fumogeni, fuochi d’artifico e cambi d’abito, ovviamente ha voluto mostrare i suoi numerosi tatuaggi cantando alcuni brani a torso nudo, nel Fabrique però fa molto caldo, tanto che “Il Tre” ha dovuto fermare un paio di volte l’esibizione per permettere il soccorso ad alcuni ragazzi che hanno accusato lievi malori.

L’”Invisibili Tour” prosegue con le date di Bari e Napoli.

Al cinema “In fila per due”, commedia sul rischio Vesuvio

Al cinema “In fila per due”, commedia sul rischio VesuvioRoma, 10 nov. (askanews) – Cosa accadrebbe nelle vite dei cittadini all’ombra del Vesuvio se scattasse l’emergenza eruzione? Per Germano potrebbe essere addirittura l’occasione giusta per liberarsi da una fidanzata gelosissima…

Sarà nei cinema dal 23 novembre la divertente commedia on the road “In fila per due” di Bruno De Paola con protagonisti Andrea Di Maria e Francesca Chillemi, affiancati da Ilaria Rossi, Adriano Falivene, Antonella Stefanucci, Raffaele Ausiello, Barbara Savinelli, Brunella Cacciuni, e le partecipazioni speciali di Benedetto Casillo e Giacomo Rizzo. Prodotto da CinemaFiction, casa di produzione e scuola di recitazione cinematografica con sede a Napoli, con il contributo della Regione Campania e il sostegno della Film Commission Regione Campania, “In fila per due” è ambientato tra Portici, Ercolano, San Giorgio, e nel paese di Morigerati in Cilento.

Già selezionato in concorso al Social World Film Festival e presentato come evento speciale al Napoli Film Festival, arriva nelle sale con No.Mad Entertainment. Sinossi . In un piccolo paese alle falde del Vesuvio, Germano (Andrea Di Maria), trentacinquenne pigro dal futuro lavorativo incerto, vive una tormentatissima storia d’amore con Sonia, sua coetanea tanto bella quanto gelosa e possessiva. Una scossa di terremoto di origine vulcanica, fa scattare il piano di evacuazione che prevede il trasferimento degli abitanti del paese verso un altro Comune gemellato. Abitando Sonia (Francesca Chillemi) in un comune diverso da quello di Germano, il giovane vede l’evacuazione come un’ottima opportunità per allontanarsi dalla gelosissima fidanzata che lo perseguita. La follia di Sonia, la noncuranza degli abitanti verso le regole di evacuazione, rendono il viaggio di Germano una vera odissea ricca di paradossali ed esilaranti situazioni, mete inaspettate ed incontri sorprendenti.