Cina a Giappone: revocare restrizioni sull’export per industria chip
Cina a Giappone: revocare restrizioni sull’export per industria chipRoma, 29 mag. (askanews) – Il ministro del Commercio cinese Wang Wentao, partecipando alla due giorni della ministeriale della Coooperazione economica Asia-Pacifico (Apec) – ha attaccato il Giappone, che ha ospitato il summit G7, per aver “infangato” la Cina e ha chiesto ai Sette di fermare le restrizioni sulle esportazioni di semiconduttori nei confronti della Cina, che a suo dire “violano gravemente” le regole economiche e commerciali internazionali. Lo segnala oggi un comunicato del ministero degli Esteri.
Wang ha colto l’occasione della riunione Apec per presentare solenni rimostranze al ministro del Commercio giapponese Yasutoshi Nishimura durante un incontro venerdì, a margine della riunione di due giorni dei ministri del Commercio a Detroit. “Il Giappone non ha tenuto conto della forte opposizione della Cina e delle opinioni dell’industria e ha insistito nell’introdurre misure di controllo sulle esportazioni di semiconduttori, violando gravemente le regole economiche e commerciali internazionali e danneggiando le fondamenta dello sviluppo industriale”, ha dichiarato Wang.
Da gennaio gli Stati uniti hanno siglato un accordo con il Giappone e i Paesi bassi, due importanti attori dell’industria dei semiconduttori, per imporre controlli sulle esportazioni ostacolando le ambizioni di Pechino di costruire le proprie capacità interne di produzione di chip. A marzo, inoltre, Tokyo ha rafforzato le restrizioni all’esportazione di 23 tipi di tecnologia di punta per la produzione di chip, imponendo alle aziende locali di ricevere una licenza prima di poter vendere prodotti alla Cina. L’elenco è stato aggiornato una settimana fa e le restrizioni dovrebbero entrare in vigore il 23 luglio.
“La Cina è fortemente insoddisfatta ed esorta il Giappone a correggere le sue pratiche sbagliate e a mantenere efficacemente la stabilità delle catene industriali e di approvvigionamento globali”, ha dichiarato Wang, precisando che la Cina è disposta a lavorare con il Giappone per fornire un “ambiente commerciale equo, trasparente e prevedibile” e costruire una relazione che “soddisfi i requisiti della nuova era”. Wang ha anche espresso l’insoddifazione di Pechino rispetto agli “attacchi” rivolti alla Cina durante il vertice del G7 della scorsa settimana a Hiroshima, in Giappone. “I Paesi del G7 hanno manipolato le questioni relative alla Cina nella dichiarazione congiunta, hanno emesso un cosiddetto documento sulla sicurezza economica alludendo alla Cina e hanno interferito negli affari interni della Cina”, si legge nella dichiarazione cinese, riferendosi alle osservazioni del blocco sulle politiche del Paese a Hong Kong, nello Xinjiang e in Tibet e sulle rivendicazioni territoriali nei mari della Cina orientale e meridionale. “Speriamo – ha continuato – che il Giappone corregga la sua percezione della Cina e promuova realmente la stabilità e lo sviluppo delle relazioni commerciali tra i due Paesi con un atteggiamento costruttivo”.
Durante la conferenza di Detroit, Wang ha incontrato anche altre controparti internazionali, tra cui la rappresentante commerciale statunitense Katherine Tai. Secondo un comunicato della Cina, le due parti hanno avuto “scambi sinceri, pragmatici e approfonditi” sulle relazioni commerciali bilaterali e su questioni regionali e multilaterali di interesse comune.