Cina, ai vertici del governo e del partito una sola donna
Cina, ai vertici del governo e del partito una sola donnaRoma, 13 mar. (askanews) – C’è una sola donna tra i vertici del nuovo esecutivo cinese, il Consiglio di stato. Si chiama Shen Yiqin, ex numero uno del Partito comunista della provincia meridionale cinese di Guizhou, ed è stata nominata tra i cinque consiglieri di stato, un rango superiore a quello di ministro e inferiore solo a quelli di premier e vicepremier nell’esecutivo.
La nomina di Shen arriva cinque mesi dopo che il Partito comunista cinese ha nominato il suo primo Politburo tutto al maschile da 20 anni a questa parte, dopo che la veterana Sun Chunlan ha lasciato l’organo di vertice del Pcc (e l’incarico di vicepremier con mandato sulla sanità).
E’ un passo indietro nel riconoscimento della parità di genere, in un paese il cui fondatore Mao Zedong un tempo dichiarava che le donne sono “l’altra metà del cielo”. In effetti il Politburo, dal 1948, ha ammesso solo sei donne nel massimo organismo del Partito (e conseguentemente del Paese), mentre solo tre sono state vicepremier e mai nessuna è entrata nell’empireo del Comitato permanente. Nel Comitato centrale del Partito solo il 5 per cento dei membri sono donne, anche se nell’intero corpaccione del Pcc – che conta oltre 95 milioni di membri – l’aliquota femminile arriva al 29 per cento circa.
Shen, 63 anni, appartiene al gruppo etnico Bai e si era dimessa da capo provinciale del partito a dicembre per assumere un nuovo ruolo, allora ancora non dichiarato. Con la fine degli incarichi per Sun Chunlan, ci si aspettava che Shen venisse promossa al Politburo e diventasse vicepremier.
Fino a oggi tutta la sua carriera politica si è svolta nella sua provincia natale, il Guizhou, dove ha ricoperto ruoli di primo piano. È stata la prima governatrice donna della provincia e quando è stata nominata capo del partito della provincia nel novembre 2020, è diventata l’unica donna a ricoprire una posizione di vertice in un partito provinciale.
Shen è nata nella contea di Zhijin e ha studiato storia all’Università di Guizhou, dove ha iniziato a lavorare alla scuola provinciale del partito nel 1982, diventandone vicepresidente.
Da lì la sua carriera politica è decollata nei primi anni 2000 prima a livello di prefettura e di città, poi nelle istituzioni provinciali, diventando vicegovernatrice nel 2012. Sei anni dopo è stata nominata governatrice e nel 2020 anche segretaria del partito di Guizhou, rendendola tra le poche donne mai nominate a tale posizione.
La sua osservanza dei dettami del presidente Xi Jinping è indiscutibile. Shen ha lavorato con fedeli colleboratori di Xi – Li Zhanshu, Chen Miner e Zhao Kezhi – durante in Guizhou, una provincia in cui esiste anche la concorrenza degli uomini legati all’ex presidente Hu Jintao, che è stato a sua volta capo del partito provinciale tra il 1985 e il 1988.
In una riunione provinciale di dicembre per leader e quadri, prima di andar via, Shen ha affermato: “La lealtà al nucleo della leadership è diventata il carattere politico più distintivo dei membri del partito e quadri nel Guizhou”.
Un contraccolpo negativo alle sue prospettive di ascesa potrebbero averle date le proteste contro la rigida politica anti-Covid che si sono svolte nella sua provincia, dopo che a settembre un autobus che trasportava persone in quarantena si è schiantato uccidendo 27 persone e ferendone 20. Anche se la scarsa performance sul fronte Covid non ha nuociuto alle prospettive di Li Qiang che è diventato premier nonostante le critiche per la gestione del lungo e penoso lockdown al quale è stata sottoposta una megalopoli come Shanghai sotto la sua guida.