Cina, aziende straniere non lasciano ma investono meno
Cina, aziende straniere non lasciano ma investono menoRoma, 27 feb. (askanews) – Un sondaggio condotto dalla Camera di commercio americana (AmCham) nel sud della Cina con 183 intervistati dal 9 ottobre al 31 dicembre, ha segnalato che la maggior parte degli intervistati resta “ottimista riguardo alla crescita del mercato cinese”, ma tra le aziende straniere c’è una minore propensione a scommettere sull’economia.
Il 49% delle interviste è stata a investitori provenienti dagli Stati Uniti, il 35% dalla Cina e il resto da altre regioni, tra cui Europa. Il 76% prevede di reinvestire in Cina, con un aumento di un punto percentuale su base annua. Tuttavia gran parte di questo ottimismo è stato guidato dalle aziende cinesi, con l’89% di queste che intende aumentare gli investimenti, segnando un aumento annuo di 14 punti percentuali. Tra le aziende americane il 63% intende reinvestire in Cina, in calo di 5 punti percentuali. Massiccio invece è il calo tra le aziende provenienti da altri paesi, con solo l’11% che prevede di reinvestire in Cina, molto meno rispetto al 71% dell’anno precedente.
L’indagine ha inoltre rilevato che il 90% delle aziende americane ha dichiarato di non avere intenzione di lasciare la Cina a causa delle tensioni commerciali geopolitiche, anche se sono tra quelle più colpite. Il rapporto, ancora, segnala che quasi l’80% delle aziende straniere intervistate dispone di un budget di reinvestimento in Cina per una quota relativamente bassa, inferiore a 10 milioni di dollari.
“Si prevede che l’economia cinese perderà slancio nel 2024 e oltre, con un Pil che scenderà fino al 4,6% nel 2028”, ha affermato Harley Seyedin, presidente di AmCham nel sud della Cina. “Pensiamo – ha continuato – che il Paese dovrà affrontare ostacoli derivanti dalla debole produttività e dall’invecchiamento della popolazione”.