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Cina, nel 2024 un target di crescita ambizioso ma flessibile

Cina, nel 2024 un target di crescita ambizioso ma flessibileRoma, 5 mar. (askanews) – Li Qiang, il premier cinese, ha aperto oggi i lavori dell’Assemblea nazionale del popolo (Anp) nell’ambito delle annuali Due Sessioni, con la consueta relazione di governo in cui ha dettato le linee di economia e gli obiettivi politici per il 2024. Il capo dell’esecutivo ha segnato un tracciato ambizioso, ma nello stesso tempo ha lasciato un margine di flessibilità, fissando un target ‘attorno al 5%’, come quello del 2023.



Si tratta di un fatto previsto dagli analisti, che tuttavia non esonera il governo dal centrare l’obiettivo dichiarato in un’occasione così formale, sotto l’occhio attento del presidente Xi Jinping, dopo una serie di avvicendamenti anche piuttosto traumatici all’interno della compagine governativa. Li ha chiarito che il suo governo spera di riuscire a creare, come effetto di questa crescita, qualcosa come 12 milioni di nuovi posti di lavoro, tenendo la disoccupazione per la popolazione urbana al 5,5% e l’inflazione al 3%.


Per quanto riguarda invece la politica di armamento, in un paese che ha l’ambizione di sfidare la supremazia militare degli Stati uniti, Li ha segnalato un incremento del budget del 7,2% a 1.600 miliardi di yuan (212,4 miliardi di euro). Facendo un paragone: il Dipartimento alla Difesa Usa ha proposto per il 2024 un budget per la difesa di 842 miliardi di dollari (776 miliardi di euro). Nulla di nuovo, invece, sul fronte della geopolitica. Riguardo alla questione di Taiwan, che la Cina considera parte integrante del suo territorio da redimere, Li ha ribadito la politica dell”Unica Cina’, segnalando la volontà di opporsi a ogni ambizione indipendentista dell’isola. Ha inoltre ripetuto la volontà di sostenere le amministrazioni patriottiche di Hong Kong, l’ex colonia britannica a statuto semi-autonomo, e Macao, ex colonia portoghese.


Li ha parlato a Pechino di fronte a 3.000 deputati dell’Anp, nel secondo giorno delle Due Sessioni, che includono anche i lavori degli oltre 2.100 membri della Conferenza consultiva politica del popolo cinese (Ccppc) iniziati ieri. Dopo quattro anni di severi controlli anti-Covid, quest’anno i partecipanti circolano senza mascherine. Tuttavia, hanno dovuto comunque eseguire un test con tampone nasale pre-evento prima di partecipare alle riunioni nella Grande Sala del Popolo. ECONOMIA


Il primo ministro – al suo debutto da capo del governo nelle Due Sessioni – ha ammesso le difficoltà che l’economia cinese si trova ad affrontare, sia per la congiuntura esterna sia per problemi strutturali. ‘Abbiamo dovuto fronteggiare sfide mulgiple lo scorso anno e i nostri risultati sono stati ottenuti a costo di fatica. Guardando al contesto globale, i fattori esterni hanno avuto un impatto negativo sul nostro sviluppo. Internamente, dopo tre anni di pandemia, la ripresa economica è stata difficile. Sono apparse evidenti fragilità accumulate e profondamente radicate’, ha ammesso Li. Ciononostante, l’industria cinese ha potuto ottenere dei grandi risultati, ha affermato ancora il premier. In particolare, il capo del governo ha segnalato l’esempio dell’aereo a fusoliera stretta C919, il primo aereo commerciale di queste dimensioni interamente sviluppato e costruito in Cina, che nei giorni scorsi ha fatto il suo debutto internazionale e ha l’ambizione di sfidare il Boeing 737 Usa e l’A320 Airbus europeo. Inoltre ha rivendicato la leadership acquisita dalla Cina nel comparto dell’auto elettrica. Per il 2024, Li ha fissato il target di Pil ‘attorno al 5%’, con un tasso d’inflazione al 3% e una disoccupazione urbana attorno al 5,5%, mantenendo il rapporto tra deficit e Pil al di sotto del 3%. La crescita auspicabilmente, secondo il primo ministro, dovrebbe portare alla creazione di 12 milioni di posti di lavoro. ‘Raggiungere questi obiettivi non sarà semplice: dovremo mantenere la concentrazione politica, lavorare duro e mobilitare uno sforzo concertato da parte di tutti i settori’, ha spiegato nella relazione il capo del Consiglio di Stato, che è come è chiamato l’esecutivo cinese. Nel 2023 il Pil cinese è cresciuto del 5,2% – superando l’obiettivo di ‘circa il 5%’ fissato anche lo scorso anno – anche se alcuni analisti stranieri mettono in dubbio questo risultato. Wan Zhe, un economista della Scuola Normale di Pechino ha definito, parlando con il giornale ufficiale Global Times, lo stesso target per il 2024 ‘ambizioso’, un segnale che ‘il governo centrale ha una relativa fiducia’ nell’economia. Il Fondo monetario internazionale, invece, prevede per la Cina una crescita del 4,6% nel 2024. Per alimentare questa crescita, però, servirà benzina. Nei giorni scorsi gli analisti hanno segnalato una crescente pressione da parte degli investitori affinché Pechino metta soldi in campo per uscire dalle secche. Li Qiang ha annunciato nel suo discorso che il governo emetterà bond per 3.900 miliardi di yuan (500 miliardi di euro) e troverà soluzioni per far fronte alla crisi di finanziamento per i governi locali. Nello stesso tempo, però, applicherà un rigoroso monitoraggio sulla spesa, intensificando i controlli sull’utilizzo dei fondi pubblici. C’è inoltre un progetto per l’emissione di obbligazioni speciali del Tesoro a lunghissimo termine per diversi anni consecutivi a partire da quest’anno. Avranno l’obiettivo di finanziare le principali strategie nazionali e la costruzione di capacità di sicurezza in aree chiave. La prima emissione sarà di 1.000 miliardi di yuan (128 miliardi di euro). Li inoltre ha ribadito l’impegno a favorire i consumi; a sostenere i giovani talenti nel settore hi-tech, nel quale la Cina deve rapidamente rafforzare le aree di autosufficienza (leggi chip); a riformare il sistema fiscale; a sostenere l’industria innovativa (veicoli a guida autonoma ed elettrici, ma anche aerei commerciali e bio-industria); a continuare sulla via della decarbonizzazione; ad abbattere ulteriori barriere per dare accesso più semplice agli investitori privati, anche stranieri. Per quanto riguarda questi ultimi, Li ha promesso di aprire più settori agli investimenti esteri – telecomunicazioni e i servizi medici – e di “abolire completamente” la soglia per gli investimenti esteri nel settore manifatturiero. Inoltre abbatterà una serie di barriere, anche burocratiche, che rendono difficili gli investimenti dall’estero. Sulle principali fragilità – settore immobiliare e debito ‘nascosto’ dei veicoli d’investimento dei governi locali – Li Qiang ha detto che il governo si attiverà in modo da disinnescarli. Per la questione della casa, fornirà maggiori garanzie per gli acquirenti e alloggi sovvenzionati. CORRUZIONE La campagna anti-corruzione voluta da Xi, che è un segno distintivo della sua presidenza dall’arrivo al potere nel 2012, continuerà anche quest’anno. “Porteremo avanti lo spirito di auto-riforma. Resteremo concentrati sul miglioramento della condotta, sull’inasprimento della disciplina e sulla lotta alla corruzione”, ha detto il premier, ribadendo la fedeltà al presidente a l’aderenza alle linee dettate dal Partito comunista cinese, di cui Xi Jinping è segretario generale. DIFESA La Cina, ancora, nel 2024 continuerà a rafforzare complessivamente ‘l’addestramento militare e la prontezza al combattimento” dell’Esercito di liberazione popolare, per ‘proteggere con fermezza la sovranità nazionale, la sicurezza e gli interessi nazionali’. Nel 2024 saranno fatti ‘passi cruciali per raggiungere gli obiettivi’ delle forze armate cinesi. In tal senso, il budget sarà incrementato del 7,2% a 1.600 miliardi di yuan (212,4 miliardi di euro). Lo strumento militare supporterà una politica estera pacifica, secondo l’ormai rodato concetto di relazioni che siano improntate a un approccio ‘win-win’ e nell’ambizione di una riforma del sistema del governance globale. HONG KONG E MACAO Non ci sono novità sulle due ex colonie: la Cina proseguirà, nelle parole di Li, nella politica che prevede che le due regioni amministrative speciali siano ‘governate da patrioti’. Cioè la stretta voluta in particolare a Hong Kong con la legge sulla sicurezza nazionale continuerà a delimitare gli spazi di libertà previsti nell’ex colonia britannica. TAIWAN Nessuna novità sostanziale neanche su Taiwan, per il quale Pechino continuerà a perseguire la politica id riunificazione e di opposizione risoluta alle spinte indipendentiste e alle interferenze esterne. Nello stesso tempo, promuoverà uno sviluppo pacifico delle relazioni, nella cornice del concetto dell”Unica Cina’.