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Cina rilancia su Belt and Road, ma ci sono perplessità

Cina rilancia su Belt and Road, ma ci sono perplessitàRoma, 10 ott. (askanews) – La Cina rilancia sull’Iniziativa Belt and Road per le nuove “Vie della Seta”, a 10 anni dal suo lancio da parte del presidente Xi Jinping, rafforzando il suo impegno nei confronti dei paesi che hanno aderito all’iniziativa che, per gli osservatori internazionali, ha non solo dei connotati economici, ma anche geopolitici. Questo nonostante il rallentamento della crescita cinese e la più difficile situazione politica globale stia mettendo in dubbio la capacità di sostenere ancora il programma.

Un libro bianco intitolato “L’Iniziativa Belt and Road: un pilastro-chiave della comunità globale di un futuro condiviso” è stato diffuso oggi dall’Ufficio informazioni del Consiglio di Stato di Pechino, che è l’esecutivo cinese, per sottolineare il decimo anniversario del lancio del programma. In questo documento è precisato che Belt and Road continuerà a essere parte della strategia generale di Pechino e che “la Cina è pronta ad aumentare il suo apporto di risorse nella cooperazione globale”. Lo sguardo cinese, in particolare, è volto al Sud globale. Pechino – spiega il documento – “lavorerà per ottenere una maggiore voce in capitolo per le economie emergenti e i paesi in via di sviluppo nella governance globale” e “sosterrà qualsiasi iniziativa che possa realmente aiutare i paesi in via di sviluppo a costruire infrastrutture e raggiungere progressi condivisi”.

Ha affermato che la Belt and Road Initiative ha fornito nuove soluzioni per migliorare la governance globale quando “alcuni paesi” hanno esagerato con il concetto di sicurezza nazionale e hanno cercato il “disaccoppiamento” in nome del “derisking”. Il libro bianco è stato presentato prima del terzo Forum Belt and Road per la cooperazione internazionale a Pechino. Il forum si svolgerà questo mese per celebrare il decimo anniversario della strategia globale di sviluppo delle infrastrutture.

Più di 130 paesi e 30 organizzazioni internazionali hanno confermato che invieranno rappresentanti a partecipare all’evento, secondo Li Kexin, un funzionario del ministero degli Esteri cinese, che martedì ha tenuto una conferenza stampa per presentare il Libro bianco. Secondo la Commissione nazionale per lo sviluppo e la riforma (NDRC), la principale agenzia di pianificazione economica del paese, a giugno la Cina aveva firmato più di 200 accordi di cooperazione con 152 nazioni e 32 istituzioni internazionali in cinque continenti nell’ambito dell’iniziativa.

Dal 2013 al 2022, gli investimenti cumulativi bilaterali tra la Cina e i paesi partner hanno raggiunto i 380 miliardi di dollari, di cui 240 miliardi di dollari provengono dalla Cina. Tuttavia, il rallentamento dell’economia cinese ha posto dubbi dulla capacità di Pechino di continuare ad alimentare il programma. Secondo i dati compilati dal Global Development Policy Center dell’Università di Boston, ripresi dal South China Morning Post, i prestiti cinesi all’Africa – uno degli obiettivi principali di Belt and Road – sono diminuiti in modo significativo e sono scesi al di sotto dei 2 miliardi di dollari nel 2021 e nel 2022. A questo vanno aggiunti i dubbi di diversi paesi che hanno aderito al programma, ma poi si sono interrogati sull’impatto che il debito nei confronti di Pechino può avere sulla loro sovranità e prospettive economiche future. Inoltre il contesto geopolitico maggiormente polarizzato ha messo in discussione le relazioni, tanto che paesi come l’Italia – unico membro del G7 ad aver firmato un memorandum d’intesa con Pechino per aderire all’iniziativa e che potrebbe non rinnovarlo alla sua scadenza a fine anno.