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Coldiretti: allarmi alimentari su ortofrutta straniera +30%

Coldiretti: allarmi alimentari su ortofrutta straniera +30%Roma, 5 feb. (askanews) – Con l’aumento del 30% degli allarmi alimentari relativo alla frutta e alla verdura straniere occorre far valere il principio di reciprocità negli scambi commerciali, sia a livello comunitario che extra Ue, per tutelare la salute dei consumatori e l’attività degli agricoltori italiani dalla concorrenza sleale. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti su dati Rasff diffusa in vista del salone Fruit Logistica di Berlino, il più importante appuntamento europeo per il settore.



“A Berlino ribadiamo la forza dell’ortofrutta italiana, fulcro della dieta mediterranea, che si basa sulle eccezionali qualità e sulla distintività delle nostre produzioni – spiega in una nota il presidente di Coldiretti Ettore Prandini – Quest’anno abbiamo raggiunto i 12,5 miliardi di export ortofrutticolo tra fresco e trasformato, ma servono misure strutturali per sostenere i nostri produttori. Oggi paradossalmente il problema numero uno è riuscire a realizzare il potenziamento produttivo delle singole colture, ancora prima che vendere. Non possiamo più tollerare che ci siano disparità all’interno dell’Unione Europea sui fitofarmaci autorizzati – aggiunge Prandini – Allo stesso tempo dobbiamo favorire campagne per il consumo di frutta e verdura e per trasformare le mense scolastiche in spazi di educazione alimentare dove promuovere davvero la dieta mediterranea e arrivare ad una promozione istituzionale sui canali digitali e media tradizionali”. Nel 2024 sono scoppiati 165 allarmi relativi ai prodotti ortofrutticoli arrivati in Italia, comprese spezie e frutta secca, contro i 115 registrati nell’anno precedente. Si va dai kiwi argentini ai cachi spagnoli, dai pistacchi iraniani o turchi alle aflatossine alle cipolline e ai fagioli egiziani, dai funghi cinesi ai mirtilli tedeschi, tutti bloccati a causa di problemi che vanno dalla presenza oltre i limiti di pesticidi, molti dei quali vietati in Europa, a quella di Aflatossine, fino a batteri e metalli pesanti.