Coldiretti e Filiera Italia: no al riconoscimento Igp Basmati
Coldiretti e Filiera Italia: no al riconoscimento Igp BasmatiMilano, 10 mag. (askanews) – Coldiretti e Filiera Italia, in rappresentanza della filiera risicola italiana, hanno inviato una lettera al ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, per esprimere “profonda contrarietà” al riconoscimento dell’IGP Basmati proposto dal Pakistan.
La richiesta, che segue quella presentata precedentemente dall’India nel 2020 e ora in fase di stallo, solleva diverse criticità di natura tecnica. Coldiretti e Filiera Italia evidenziano come l’adozione di tale riconoscimento potrebbe generare l’esenzione dai dazi del riso lavorato basmati Igp importato, con conseguenti ripercussioni sul mercato italiano e gravi conseguenze per la filiera risicola nazionale. Questa scelta potrebbe portare, secondo Coldiretti e Filiera Italia, ad un crollo della valorizzazione del riso di tipo Indica europeo e all’abbandono della coltivazione del lungo B, con un aumento della produzione di riso Japonica (Tondo, Medio e Lungo A) e conseguente crollo delle quotazioni anche per questo gruppo varietale.
Inoltre, “non sarebbe garantito il principio di reciprocità in termini di sostenibilità sociale ed ambientale nel processo di produzione del riso in Pakistan”. “Come rilevano i dati di Unicef, infatti, sono complessivamente 77 milioni i minori, di età compresa tra i 7 e i 14 anni, che lavorano nell’Asia meridionale dei quali l’88% in Pakistan, il 40% in India e il 10% nello Sri Lanka” evidenziano Coldiretti e Filiera Italia, aggiungendo inoltre che “dal punto di vista ambientale, in Pakistan, così come India, sono utilizzati fitofarmaci da anni vietati in Ue come, ad esempio, il triciclazolo”. “La filiera risicola italiana – concludono – non può accettare i rischi che deriverebbero da tale riconoscimento: chiediamo al ministro Lollobrigida, nell’interesse della filiera risicola nazionale di presentare richiesta di opposizione alla domanda di riconoscimento e di promuovere tale opposizione anche tra gli altri Stati dell’UE”.