Comitato Vele a Mattarella: a Scampia non c’è destino ineluttabile
Comitato Vele a Mattarella: a Scampia non c’è destino ineluttabileNapoli, 13 nov. (askanews) – “Non esiste un destino ineluttabile, ma che le cose possono cambiare, mettendosi in ascolto delle comunità, rispettando la dignità di chi vive i territori, investendo risorse dove servono”. E’ uno dei passaggi della lettera che un gruppo di cittadini del Comitato delle Vele di Scampia ha fatto pervenire al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al termine della visita del capo dello Stato al complesso universitario delle Professioni sanitarie della Federico II nel quartiere a Nord di Napoli.
Nella missiva si ricordano i 40 anni di lotta “per la dignità” degli abitanti di Scampia sottolineando come, molto spesso, questo territorio sia “terreno di propaganda politica, mentre le rivendicazioni di dignità e giustizia sociale espresse dalla viva voce di chi abita in quei luoghi da sempre considerati margine urbano, trovano come risposta silenzio e disinteresse”. “Per questa ragione è importante per noi raccontare e rivendicare una storia collettiva diversa dalla narrazione mediatica dominante. Una storia in cui gli abitanti di una nota periferia sono stati protagonisti del proprio riscatto e attraverso le tante vittorie ottenute negli anni sono riusciti a cambiare un intero quartiere, trasformandolo in un modello di protagonismo civico, culturale, sociale”. “Certo – si legge nella lettera – c’è ancora tanto da fare, in particolare sul nodo dell’occupazione. Scampia, nonostante i grandi cambiamenti, resta tra i quartieri più poveri d’Europa e la povertà è la polveriera su cui prima o poi possono riesplodere conflitti”.
I rappresentanti del Comitato hanno chiesto, infine, un incontro con il capo dello Stato “per poter raccontare più approfonditamente questa lunga e bella storia e per poter condividere la necessità di continuare a lavorare per scrivere un capitolo veramente nuovo per questo quartiere, per troppi anni calpestato dalla malavita, ignorato da una parte della politica e usato come set di un cinema che sulla vera Scampia non ha acceso alcun faro”.