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Cons. Ue:ok mandato negoziale pesca non sostenibile paesi extra Ue

Cons. Ue:ok mandato negoziale pesca non sostenibile paesi extra UeRoma, 11 dic. (askanews) – Gli ambasciatori UE degli Stati membri hanno concordato oggi la posizione negoziale del Consiglio su una proposta per migliorare gli strumenti europei che possono essere utilizzati contro i paesi extra-UE che consentono pratiche di pesca non sostenibili in relazione agli stock ittici di interesse comune. L’accordo raggiunto oggi consentirà alla presidenza del Consiglio di avviare i negoziati con il Parlamento europeo, una volta che il Parlamento avrà votato sul suo mandato.



“Le norme riviste aiuteranno a contrastare la pesca eccessiva da parte dei paesi extra-UE e a migliorare la sostenibilità a lungo termine degli stock ittici che condividiamo con i paesi al di fuori dell’UE. Grazie al quadro migliorato, stiamo anche garantendo una concorrenza leale tra pescatori e operatori UE ed extra-UE”, ha detto il ministro ungherese István Nagy. Il mandato negoziale del Consiglio mantiene gli elementi principali della proposta della Commissione, che modifica le attuali norme per affrontare situazioni in cui i paesi terzi non collaborano alla gestione degli stock di interesse comune o non adottano le necessarie misure di gestione della pesca. La revisione mirata chiarisce le regole utilizzate per identificare un paese come uno che consente la pesca non sostenibile, aumentando così la certezza del diritto.


Più specificamente, la proposta chiarisce la nozione di “mancata cooperazione” e specifica che un paese può essere considerato come uno che consente la pesca non sostenibile se non attua le misure necessarie, comprese le misure di controllo. Una volta che un paese è identificato come uno che consente pratiche di pesca non sostenibili, l’UE può imporre restrizioni, come divieti di importazione. Un altro obiettivo della proposta è migliorare la cooperazione con il paese extra-UE interessato prima e dopo che l’UE adotti misure appropriate. Il Consiglio migliora inoltre la proposta della Commissione, in particolare specificando ulteriormente i casi che sono esempi di “mancata cooperazione” nella gestione di uno stock ittico di interesse comune.