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Consorzio Asti Docg: nel primo semestre mercato stabile a +0,4%

Consorzio Asti Docg: nel primo semestre mercato stabile a +0,4%Milano, 4 set. (askanews) – Si mantiene stabile l’andamento del mercato nel primo semestre di quest’anno per l’Asti Docg, la principale Denominazione piemontese con una media produttiva equivalente a 90-100 milioni di bottiglie l’anno e un vigneto di circa 10mila ettari. Secondo le rilevazioni del Consorzio, presentate oggi in conferenza stampa a Palazzo Gastaldi ad Asti,



Nel primo semestre di quest’anno il mercato dell’Asti Docg si è chiuso con i volumi praticamente identici a quelli dello scorso anno (imbottigliato a 43,5 milioni), per effetto combinato di una contrazione dell’Asti Spumante (-6%, a 26,7 mln di pezzi) e un sensibile incremento del Moscato d’Asti (+12%, 16,8 milioni di bottiglie), che riprende la propria corsa dopo le difficoltà dello scorso anno. I dati dell’imbottigliato sono confermati anche dalle elaborazioni del Consorzio relative alle vendite registrate su un panel di imprese che rappresenta l’80% del totale produttivo delle oltre mille aziende socie. Secondo il campione, le vendite complessive in Italia e all’estero nell’ultimo semestre segnano un tendenziale dei volumi commercializzati a +0,4%, per un equivalente di 34,1 milioni di bottiglie. “Il nostro mercato rimane in linea di galleggiamento e, visto il periodo complicato a livello globale per il vino, è di per sé già una buona notizia” ha commentato il presidente del Consorzio Asti Docg, Stefano Ricagno, spiegando che “rispetto alla media-mercato del vino italiano, la Denominazione si conferma molto più aperta verso le piazze emergenti: è il caso, per esempio, della crescita del Moscato d’Asti in Asia, con le vendite sull’area che incidono ormai per oltre il 15% del totale export della tipologia, il quadruplo rispetto alle quote tricolori nell’area. Lo stesso rapporto si evidenzia anche nella performance dell’Asti Spumante nell’Est Europa fino alla Russia, destinazioni in forte crescita che oggi valgono il 46% delle vendite della bollicina piemontese contro una media nazionale nella macroregione al 12%. La sfida ora – ha concluso Ricagno – è mantenere la stabilità riscontrata nei volumi senza scendere a compromessi sul valore, elemento fondamentale per l’equilibrio della filiera”


Secondo il panel, l’Asti Spumante chiude il semestre a circa 22,1 mln di bottiglie (-3,3%), con il Moscato d’Asti a +7,8 (11,9 mln di bottiglie). La classifica per destinazione per entrambe le tipologie nella prima metà dell’anno vede primeggiare la domanda statunitense (8 mln di bottiglie, a -0,5% sul pari periodo 2023), seguita dalla Russia (6,55 mln, +11%), poi Germania (2,8 mln, -12,5%), Italia (2,5 mln, -13%) e con la Gran Bretagna a chiudere la top 5 (2,45 mln, +1%). A seguire, un pacchetto di mercati in significativo incremento, a partire dalla Polonia, a quasi 2 mln di bottiglie e un balzo tendenziale del 55%, fino alla Corea del Sud (+28%) e alla Francia (+27%). Pressoché stabili, a completare le prime 10 posizioni, la Cina (-2,7%) e la Grecia (+2,4%). Secondo il campione di aziende intervistate dal Consorzio, il primo semestre ha segnato il sorpasso dell’Est Europa (Russia inclusa) sull’Europa Occidentale: 10,1 mln di bottiglie vendute contro 8,6 mln. Giù invece gli ordini dalle aree centrali e occidentali del Continente (-8,5%). Per quanto riguarda il Moscato d’Asti, registra il +10% (oltre 7 mln di bottiglie) nelle Americhe, +6,5% in Asia con la Cina (+14%) al quinto posto e la Corea del Sud (+28%) che con 687mila bottiglie ordinate è il terzo cliente al mondo per il vino dolce astigiano. Bene anche altri Paesi a forte potenziale come Giappone, Singapore e Thailandia, che mitigano il calo della strategica Taiwan.