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Cooperazione sanitaria, convegno IISMAS: “Collaborare per colmare gap”

Cooperazione sanitaria, convegno IISMAS: “Collaborare per colmare gap”Roma, 19 lug. (askanews) – Così come dimostrato dalla pandemia Covid-19, il rischio della diffusione di malattie apparentemente ubicate solo in alcune aree geografiche, in particolare nelle regioni tropicali dei Paesi in via di Sviluppo (PVS), ha reso necessaria una visione più ampia nella tutela della salute. Per questo motivo oggi nei documenti ufficiali dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) si parla di ONE HEALTH, cioè la difesa del benessere pubblico in tutte le sue forme, umane, animali e vegetali.

Su questo tema rappresentanti istituzionali ed esperti del settore si sono interrogati nel corso del convegno dal titolo “La cooperazione sanitaria nel mondo: l’impegno della Regione Lazio per lo sviluppo clinico-scientifico in Kurdistan”, organizzato da Dreamcom, presso la sede della Regione Lazio, e promosso da IISMAS (Istituto Internazionale Scienze Mediche Antropologiche e Sociali) e IRCCS IFO Istituto San Gallicano di Roma. All’incontro, coordinato e moderato dal Prof. Aldo Morrone (Presidente IISMAS -Istituto Internazionale Scienze Mediche, Antropologiche e Sociali e già Direttore Scientifico IRCCS IFO Istituto San Gallicano) hanno portato un saluto ai partecipanti anche l’onorevole Domenico Gramazio e l’onorevole Marietta Tidei, che esorta un investimento importante della Regione Lazio per la cooperazione sanitaria, per dotare i progetti delle risorse necessarie alla loro realizzazione.

Soran Ahmad, Presidente Istituto Kurdo a Roma, ha affermato: “Possiamo avere ospedali belli, belle attrezzature e bravissimi medici, però manca totalmente una cultura sanitaria: ci sono ospedali non collegati, dati che non si trovano; quindi, questi progetti diventano di stimolo per costruire un tipo di sanità che manca. In Italia, nonostante venga spesso criticata, la sanità è un’eccellenza, c’è un’enorme differenza”. A sottolineare le diversità anche Nejib Doss, dell’Ospedale Militare di Tunisi, che ha rimarcato “un enorme gap tra i sistemi sanitari dei Paesi occidentali e quelli del Sud”, parlando anche dell’importanza delle associazioni: “Molte associazioni in tutto il mondo stanno facendo del loro meglio per aiutare, nonostante il budget limitato. Ma abbiamo bisogno di politiche chiare per andare incontro ai bisogni delle diverse popolazioni.