Corsa solitaria Calenda verso l’orizzonte Renew: noi “Siamo Europei” credibili
Corsa solitaria Calenda verso l’orizzonte Renew: noi “Siamo Europei” credibiliFirenze, 6 giu. (askanews) – Nella faida che per mesi ha travagliato il centro – con nascita, morte, risurrezione e definitivo scioglimento, con annessi insulti personali, del Terzo Polo – Carlo Calenda e’ rimasto solo. Volutamente. Il “mai più con Renzi”, proclamato già dall’estate scorsa, con la formazione centrista ai titoli di coda, ha retto alla tentazione di una lista unica di centro riformista ed europeista per le Europee. Non è servito a niente nemmeno il presunto pressing del presidente francese Emmanuel Macron e dei vertici di Renew Europe per un rassemblement che tenesse uniti i moderati italiani: Calenda l’ha liquidato come una “una palla, non esiste” e ha ribadito in tutte le salse di “non poter fare una lista dove prendo i voti di Totò Cuffaro” né “con persone pagate da Stati stranieri quando andiamo in Europa a dire che chi siede al Parlamento europeo deve essere indipendente”. Ogni riferimento ai fatti o persone non è puramente casuale.
Così Calenda corre alle elezioni Europee alla guida della lista Siamo Europei che riunisce, appunto, Azione e altri otto tra partiti e movimenti politici: il Partito Repubblicano Italiano; il Movimento Repubblicani Europei; la Piattaforma Civica Popolare Riformatrice; la Democrazia Liberale; il Team K, un partito della provincia autonoma di Bolzano; l’Associazione Socialista Liberale; i Popolari Europeisti Riformatori di Elena Bonetti, uscita da Italia Viva ed entrata in Azione; e NOS, il partito del fondatore di Will Media Alessandro Tommasi. Con un programma in dieci punti – “siamo gli unici insieme a Forza Italia ad averne uno” e il nostro “è stato giudicato il più credibile”, ha rivendicato – il leader di Azione è capolista ovunque tranne che nella circoscrizione Nord Ovest, guidata da Elena Bonetti, ex ministro per le Pari opportunità e la Famiglia nei governi Conte II e Draghi. In più di un’occasione Calenda ha esaltato la “qualità e la competenza” dei candidati della lista. C’è anche Federico Pizzarotti come terzo nome nel Nord-Est, l’ex sindaco di Parma ha lasciato +Europa proprio in disaccordo per l’alleanza con Renzi. A Nord Ovest spunta Giuseppe Zollino, docente dell’università di Padova, insieme alla pro rettrice vicaria dell’università Statale di Milano Maria Pia Abbracchio e il sostituto procuratore generale di Milano Cuno Tarfusser. Al Centro Azione schiera l’ex dem Alessio D’Amato, assessore alla salute nella giunta Zingaretti durante la difficile pandemia da Covid 19.
Calenda inizialmente aveva lanciato, inascoltato insieme al segretario di Forza Italia Antonio Tajani, la proposta a tutti i leader di non candidarsi capolista ma poi “la discesa in campo della premier Giorgia Meloni con la sua piattaforma anti-europea e sovranista ha cambiato completamente lo scenario”. Quindi si è candidato, se eletto non andrà a Bruxelles ma tutti i suoi candidati – ha assicurato – non solo lo faranno ma confluiranno “a differenza di altri che si sparpaglieranno in più partiti” “tutti nel gruppo di Renew Europe”. Il nemico da sconfiggere è il populismo, nelle sue varie forme. “L’idea di Europa della Meloni è la fine dell’Europa. Contro questo modello da ‘discepola di Orbán´ combatteremo alle elezioni europee. L’Italia è un grande Paese fondatore dell’Ue, non l’Ungheria degli amici di Putin. Mobilitiamoci”, il grido di battaglia dell’ex ministro. Mai dichiarati – come del resto gran parte degli altri leader – gli obiettivi percentuali della partita per le Europee. C’è ovviamente da superare lo sbarramento del 4%, ma questo non sembra preoccupare Calenda che in campagna elettorale ha ricordato più volte come l’andare “da solo” alle Comunali a Roma nell’autunno 2021 gli avesse portato proprio bene: allora la sua lista civica ottenne il 19,8% dei consensi.