Cremlino: interferenze esterne dietro sommossa antisemita Daghestan
Cremlino: interferenze esterne dietro sommossa antisemita DaghestanMilano, 30 ott. (askanews) – La competenza delle indagini passa a Mosca e le autorità russe definiscono le rivolte antisemite in Daghestan “un tentativo di destabilizzazione”, lanciando accuse a Kiev. Il Cremlino in particolare parla di “interferenze esterne” e il presidente russo Vladimir Putin terrà un grande incontro oggi alle ore 17 italiane, in seguito agli eventi, ha annunciato il portavoce Dmitry Peskov, spiegando che per le misure da prendere bisognerà attendere.
Chiaro è che non si tratta di una semplice sommossa ma un evento che contraddice l’immagine della Russia, che il potere centrale presenta come Paese “tollerante” dove le religioni e le minoranze convivono pacificamente. “Putin ha ricevuto e riceve rapporti dettagliati sulla situazione nella Repubblica del Daghestan ieri sera e questa mattina dall’Fsb, dalla Guardia russa e dal capo della repubblica Sergei Melikov”, ha detto Peskov. Intanto però – a prova della preoccupazione del potere centrale in merito – il procedimento penale sulle rivolte di massa antisemite all’aeroporto di Makhachkala sarà trasferito all’ufficio centrale di Mosca del potente Comitato investigativo con decisione del presidente del dipartimento, Alexander Bastrykin. Lo ha riferito il servizio stampa del comitato investigativo della Federazione russa.
COSA È SUCCESSO Domenica a Makhachkala i residenti locali hanno fatto irruzione nella pista dell’aeroporto, dopo l’arrivo di un volo da Tel Aviv: l’aereo di linea appartiene alla compagnia aerea russa Red Wings. È stato riferito che coloro che sono riusciti a sfondare le barriere stavano presumibilmente cercando cittadini israeliani in arrivo, e sono iniziate le rivolte. Il Ministero della Sanità del Daghestan ha detto che più di 20 persone sono rimaste ferite: due in condizioni critiche “a causa di lesioni cerebrali traumatiche”. Tra i feriti figurano agenti di polizia e civili. Secondo le autorità, una folla inferocita ha fatto irruzione nell’aeroporto della capitale del Daghestan e ha usato violenza contro le persone che erano arrivate con un aereo da Israele.
Sul posto sono arrivate le forze dell’ordine. Il mufti del Daghestan Akhmad Abdulaev in un videomessaggio ha definito un errore l’azione contro gli ebrei e ha invitato i credenti a mantenere la calma. I disordini all’aeroporto di Makhachkala sono stati “gestiti” dal territorio dell’Ucraina, ha detto il capo della repubblica Sergei Melikov.
TELEGRAM SOTTO ACCUSA Dopo le rivolte antisemite scoppiate nella repubblica musulmana russa del Daghestan, nel Caucaso settentrionale, le autorità hanno denunciato tentativi mirati di destabilizzazione. Il Comitato investigativo centrale russo a Mosca ha affermato che le persone sono state invitate a proteste violente tramite i canali Telegram e poi hanno commesso – secondo le fonti ufficiali – “pogrom”. Durante una visita all’aeroporto, il capo della repubblica, Sergei Melikov, ha parlato di un tentativo deliberato di destabilizzare la situazione in Daghestan. Ha accusato le forze ucraine di incitare i cittadini all’odio religioso e alla violenza attraverso i canali Telegram. LA REAZIONE DI ISRAELE L’ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha affermato che Israele “si aspetta che le autorità di polizia russe tutelino la sicurezza di tutti i cittadini israeliani e gli ebrei ovunque si trovino e agiscano con risolutezza contro i rivoltosi e contro l’incitamento selvaggio diretto contro ebrei e israeliani”. L’ufficio di Netanyahu ha aggiunto che l’ambasciatore israeliano in Russia sta lavorando con la Russia per tenere al sicuro israeliani ed ebrei. LA REAZIONE USA Gli Stati Uniti intanto hanno condannato le proteste “antisemite” che hanno avuto luogo domenica in un aeroporto del Daghestan, in seguito alla voce secondo cui un aereo proveniente da Israele stava per atterrare. Lo ha detto la portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, Adrienne Watson. Gli Stati Uniti sostengono inequivocabilmente l’intera comunità ebraica “mentre assistiamo a un’impennata globale dell’antisemitismo”, ha aggiunto. (di Cristina Giuliano)