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Da Fi marcia indietro su sorteggio laici Csm, malumori Lega

| Redazione StudioNews |

Da Fi marcia indietro su sorteggio laici Csm, malumori LegaRoma, 7 gen. (askanews) – Dopo sei mesi di discussione in commissione Affari Costituzionali, l’accordo di maggioranza era di non presentare emendamenti in aula alla Camera che potessero rallentare l’iter di una delle riforme che il governo Meloni punta a portare a casa nel 2025, il ddl costituzionale che separa le carriere dei magistrati requirenti e giudicanti e istituisce due distinti organi di autogoverno: il Consiglio superiore della magistratura giudicante e il Consiglio superiore della magistratura requirente. Ma alle 12 di oggi, quando è scaduto il termine per gli emendamenti, tra le circa 180 proposte di modifica – quasi tutte dell’opposizione – ne sono spuntate tre di Forza Italia, di cui due che cambiano parte dell’innovativo sistema di sorteggio ideato per scegliere i componenti dei due nuovi Csm e dell’Alta Corte disciplinare.



Per Fi il sorteggio deve restare solo per individuare i membri togati. Per gli altri componenti, un terzo, devono rimanere invariate le norme della Costituzione vigente: devono essere scelti cioè dal Parlamento in seduta comune tra professori ordinari di università in materie giuridiche ed avvocati dopo quindici anni di esercizio. Di conseguenza, anche tre dei quindici giudici dell’Alta Corte disciplinare, cui la riforma attribuisce la giurisdizione disciplinare nei riguardi dei magistrati, devono essere eletti dal Parlamento in seduta comune. Fonti parlamentari di Forza Italia spiegano che il dibattito sul non esautorare il Parlamento rispetto alla scelta dei membri laici del Csm risale all’avvio dell’esame del ddl Nordio in Commissione. Una questione – quella della centralità delle Camere – che sta a cuore a tutti i gruppi ma che non è riuscita a portare a una sintesi in una maggioranza divisa sul dilemma “sorteggio o elezione?”. Le iniziali perplessità di Fdi sarebbero state quelle di indispettire ancora di più la magistratura: una diversa modalità di scelta dei componenti del Csm (per sorteggio i togati, per elezione parlamentare i laici) potrebbe essere percepita come un altro attacco verso i magistrati anche se, non è un mistero, che nell’idea del centrodestra il sistema del sorteggio nasce deliberatamente per evitare “lo strapotere delle correnti”. L’accelerazione impressa dal governo alla riforma negli ultimi mesi del 2024 ha fatto il resto e in Commissione non c’è stato spazio per riparlarne.


Il dibattito dunque si sposta in aula anche se le premesse non sono le migliori. Fonti di Fi spiegano che se gli emendamenti non diventano di tutta la maggioranza, i firmatari (Tommaso Calderone, Enrico Costa, Annarita Patriarca, Pietro Pittalis, Paolo Emilio Russo) sono pronti a ritirarlo. “L’accordo era di non presentare emendamenti in aula. Ora Forza Italia ne presenta due a sorpesa che stravolgono parte del testo e non siamo stati interpellati”, osserva senza nascondere il fastidio un deputato leghista che segue il dossier giustizia dall’inizio. Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati, è sereno: “Se su alcuni punti specifici, come il sorteggio dei componenti laici del Csm, ci siano sensibilità diverse in maggioranza, ne discuteremo e troveremo, come sempre, la sintesi migliore”. Per sciogliere il nodo comunque c’è tempo: le votazioni sugli emendamenti non prenderanno il via prima della prossima settimana. Domani l’aula sarà chiamata soltanto a votare sulla pregiudiziale di costituzionalità presentata da M5s.