Ddl sicurezza, scoppia il caso sim ai migranti. Opposizioni:”razzismo”
Ddl sicurezza, scoppia il caso sim ai migranti. Opposizioni:”razzismo”Roma, 13 set. (askanews) – Scoppia il caso dell’obbligo per gli stranieri extra-Ue di presentare il permesso di soggiorno per l’acquisto di una Sim per il cellulare. Una norma che le opposizioni definiscono “scellerata” e “razzista”, inserita, sottolineano, con un emendamento di Fdi riformulato dal governo, in un “blitz” prima della pausa estiva e su cui promettono battaglia alla Camera quando martedì il provvedimento tornerà all’esame dell’aula. E che il primo firmatario dell’emendamento invece rivendica: “serve a combattere la criminalità – spiega Giovanni Donzelli – E’ nato da un confronto con alcuni investigatori delle squadre mobili, che hanno segnalato una difficoltà nel condurre indagini, attraverso intercettazioni, su sim con intestatari di fatto irrintracciabili o fasulli. Esiste un vero e proprio mercato di sim fantasma utilizzate da gruppi criminali. L’obiettivo del testo è quello rendere così identificabili eventuali responsabili di reati intercettati”.
L’emendamento approvato in commissione prevede una modifica al codice delle comunicazioni elettroniche e stabilisce, testualmente, che “se il cliente è cittadino di uno Stato non appartenente all’Unione europea, deve essere acquisita copia del titolo di soggiorno di cui è in possesso”. Non solo, nel caso in cui l’extra comunitario dovesse affermare di averlo perso o essere stato derubato, l’esercente dovrà acquisire la “relativa denuncia”. L’impresa che sgarra rischia la chiusura da 5 a 30 giorni. Per l’Asgi, l’associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione, si tratta di una norma “assurda, crudele e di dubbia costituzionalità”. “Ci opporremo con forza a questa ennesima norma del ddl sicurezza che comprime le libertà e attacca i diritti dei migranti”, annuncia la capogruppo del Pd nella commissione affari costituzionali della Camera, Simona Bonafè che puntualizza: “il ddl Sicurezza che stiamo discutendo in questi giorni alla Camera è una mix di propaganda e criminalizzazione del dissenso. Sicurezza sì, ma solo nel nome: nella realtà è un pericoloso pasticcio liberticida”.
I Cinque Stelle hanno presentato un emendamento per cancellare la norma su cui confluirà il sì dei gruppi di minoranza, a partire dai Dem. Stefania Ascari parla di norma “scellerata e razzista” che punta a trasformare i migranti in “fantasmi” che non potranno neanche avere la possibilità di “contattare un legale, la comunità o comunque perseguire un inserimento sociale” nel “caos” di uffici che non riescono a sbrigare le pratiche di richiesta dei permessi perché “sono sguarniti di personale”. Per Filippo Zaratti di Avs è una “vergogna nazionale, un concentrato di ipocrisia e razzismo”. E Riccardo Magi di +Europa: è “l’ennesimo obbrobrio del ddl sicurezza, una norma per colpire i migranti in attesa di permesso di soggiorno che rischia di essere abbattuta nei tribunali dai ricorsi. Una disposizione incostituzionale perché è evidente l’intento discriminatorio, in palese contrasto con la Convenzione europea dei diritti dell’uomo, visto che lede la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza considerazione di frontiera. Un’altra crudeltà di questo orribile ddl sicurezza”.
Alla domanda se le opposizioni sono state distratte, Ascari replica ricordando il “caos” dei lavori in commissione dove “noi avevamo un minuto di tempo per discutere, e trenta secondi per la replica, hanno censurato il dibattito parlamentare”.