Degni: il mio post? La verità è che il Parlamento non si esprime più
Degni: il mio post? La verità è che il Parlamento non si esprime piùRoma, 3 gen. (askanews) – “Più ci penso e più sento di aver fatto la scelta giusta. Non mi sembra” che il post messo sotto accusa dai partiti di maggioranza “contenesse cose particolari. Ho solo espresso il rammarico perché l’opposizione avrebbe potuto sfruttare di più gli strumenti del diritto parlamentare per marcare meglio la maggioranza sulla manovra”. Così, in un’intervista su ‘La Stampa’, il consigliere della Corte dei Conti, Marcello Degni, il quale in un post su X ha scritto che l’approvazione della manovra è stata “un’occasione persa” perché “c’erano le condizioni per l’ostruzionismo e l’esercizio provvisorio” e perché “potevamo farli sbavare di rabbia sulla cosiddetta manovra blindata e gli abbiamo invece fatto recitare Marinetti”.
Il centrodestra chiede le sue dimissioni perché ha tradito l’imparzialità che dovrebbe contraddistinguere il ruolo di un magistrato. “Esiste un dibattito su questo. Io credo che un magistrato abbia il diritto di esprimere le sue posizioni purché non si trovi di fronte a una questione che incide su una sua azione diretta e purché lo faccia in modo rispettoso come ho fatto io argomentando su una questione di cui mi occupo”, risponde Degni.“Dall’opposizione mi sarei aspettato la presentazione di mille emendamenti che avrebbero costretto il governo a decidere il voto di fiducia. In quel caso ci sarebbe stato un dibattito e si potevano sfruttare tutti gli spazi per rallentare l’approvazione della manovra. La maggioranza sarebbe stata costretta a rinunciare al cenone per approvare in tempo la legge di bilancio – e in alcuni casi a dire la verità sarebbe stato anche preferibile – ma si poteva sollevare la questione di un metodo che da anni non dà al Parlamento la possibilità di esprimersi”, sottolinea. “La mia era una critica riferita al metodo non al contenuto della manovra. E non era una critica nei confronti soltanto di questo governo”. Sulla manovra ci “dovrebbe essere una discussione articolo per articolo, pacata, con i 183 programmi di cui è strutturata” mentre “in questo modo si svilisce il ruolo del Parlamento”.
Sulla Corte dei Conti che ha preso le distanze dalle sue parole, Degni puntualizza: “vedremo quali saranno le valutazioni del Consiglio. Io mi sono espresso come Marcello Degni non come giudice della Corte dei Conti”.