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Demenze, al via maxi-progetto europeo per mappare fattori rischio

Demenze, al via maxi-progetto europeo per mappare fattori rischioRoma, 21 mag. (askanews) – Scoprire tutti i fattori di rischio genetici, ambientali e comportamentali della demenza, in particolare della malattia di Alzheimer, individuare e programmare degli interventi atti a compensare e ridurre gli effetti di questi fattori, sì da massimizzare le chance di prevenzione e intervento precoce anche grazie allo sviluppo di modelli basati sull’intelligenza artificiale: è questo il cuore di COMFORTage, un progetto internazionale che vede coinvolti, nella cornice di Horizon, 13 paesi europei, con l’Italia capofila. Il progetto è stato presentato presso l’Università Cattolica, campus di Roma – Fondazione Policlinico Universitario Policlinico Gemelli IRCCS, in occasione del primo Clinical Meeting dedicato, organizzato da Camillo Marra, ordinario di Neuropsicologia e Neuroscienze Cognitive e direttore della scuola di specializzazione in Neuropsicologia presso la Facoltà di Psicologia del Campus di Milano, infine direttore dell’Unità Operativa Clinica della Memoria del Policlinico Gemelli di Roma. Ed è proprio la Clinica della Memoria del Gemelli ad avere il ruolo di coordinare tutti i Paesi, nonché di dirigere il programma di ricerca e l’attuazione dei 13 diversi programmi di intervento che saranno attivati in Europa. Al progetto, con un finanziamento complessivo di 19 milioni di euro, partecipano anche Gemelli Generator e Gemelli Digital Medicine & Health del Policlinico Gemelli, quali componenti tecnologiche e di sviluppo dei sistemi di Intelligenza artificiale nella gestione dati. Il progetto, infatti, è destinato a raccogliere un enorme dataset, che aprirà nuovi scenari e fornirà nuove conoscenze nella prevenzione e nella cura delle demenze.



“COMFORTage vede la partecipazione di 29 centri in Europa con l’obiettivo di arruolare oltre 4000 pazienti (di cui 300 italiani) ed identificare i principali fattori di rischio di Alzheimer e di promuovere l’intervento di innovativi sistemi di riabilitazione e prevenzione basati su nuove tecnologie, intelligenza artificiale, realtà aumentata virtuale”, chiarisce il professor Marra. La demenza rappresenta la più importante emergenza clinica nella popolazione anziana. A causa dell’invecchiamento della popolazione la frequenza di demenza rappresenta una condizione quasi epidemica, con 12 milioni di persone colpite in Europa e circa 1,5 milioni in Italia. La malattia di Alzheimer rappresenta il 50% di tutte le forme di demenza. Al momento non esistono cure per bloccare la progressione della malattia e i farmaci a disposizione permettono solo il controllo dei sintomi, per di più per periodi limitati di tempo. Al contrario, sempre più convincenti evidenze scientifiche hanno confermato che l’intervento tempestivo sugli stili di vita e la riabilitazione effettuata nelle fasi iniziali possono procrastinare la comparsa della malattia nelle persona a rischio o rallentarne il decorso nelle persone colpite.


I partecipanti al consorzio COMFORTage si propongono di attivare interventi di screening sulla popolazione sana (selezionando gli individui da arruolare perché presentano un deficit cognitivo iniziale percepito soggettivamente anche se non clinicamente manifesto), o in fase molto precoce di malattia, formulando mappe di rischio e attuando interventi di prevenzione della malattia attraverso l’uso delle più avanzate acquisizioni tecnologiche, strumenti innovativi che vanno dalle tecniche di realtà immersiva all’applicazione dei modelli di intervento assistiti dall’intelligenza artificiale. Il consorzio prevede la partecipazione di partner tecnologici e clinici che avranno il compito di pianificare i migliori trattamenti personalizzati nelle diverse forme di demenza. “Alla fine di questi quattro anni – spiega il prof Marra – si potrà ottenere una nuova conoscenza dei meccanismi genetici, neurofisiologici e biologici che determinano un aumentato rischio di malattia di Alzheimer; saranno definite delle mappe di rischio personalizzate che permetteranno di identificare soggetti in fase preclinica di demenza (senza sintomi) e infine si potranno attuare interventi di prevenzione personalizzati anche attraverso l’uso di nuovi strumenti tecnologici di supporto ai pazienti e alle famiglie”, spiega. L’obiettivo è quello di creare un grande data set europeo su cui raccogliere una grande quantità di informazioni che potranno permettere di definire in maniera più precisa chi è realmente a rischio di malattia e quali siano gli interventi preventivi più efficaci non farmacologici per rallentare, procrastinare o addirittura bloccare la progressione della demenza. Il ruolo dell’intelligenza artificiale nella gestione dei big data è cruciale nella riuscita del progetto, conclude Marra, e la collaborazione di Gemelli Generator e Gemelli Digital Medicine & Health con gli altri partner europei di gestione dati sarà cruciale nella definizione degli algoritmi di identificazione del rischio, di predizione di malattia e di prevenzione.