Difesa planetaria, l’Esa si prepara alla missione Ramses
Difesa planetaria, l’Esa si prepara alla missione RamsesRoma, 16 lug. (askanews) – L’Agenzia spaziale europea ha iniziato i preparativi per la prossima missione di difesa planetaria Ramses (Rapid Apophis Mission for Space Safety) che incontrerà l’asteroide 99942 Apophis e lo accompagnerà attraverso un sorvolo sicuro della Terra, anche se eccezionalmente ravvicinato, nel 2029. I ricercatori – spiega l’Esa – studieranno l’asteroide mentre la gravità terrestre altera le sue caratteristiche fisiche. Le loro scoperte miglioreranno la nostra capacità di difendere il nostro pianeta da un oggetto simile in rotta di collisione.
Con un diametro che si attesta attorno ai 375 metri e le dimensioni simili a una nave da crociera, l’asteroide Apophis passerà a circa 32.000 km dalla superficie terrestre il 13 aprile 2029. Per un breve periodo, esso sarà visibile a occhio nudo nei cieli scuri non offuscati dalle nubi, da circa due miliardi di persone in gran parte dell’Europa e dell’Africa e in alcune parti dell’Asia. Il sorvolo di Apophis nell’aprile 2029 è un fenomeno naturale estremamente raro, gli astronomi ritengono infatti che un asteroide così grande si avvicini così tanto alla Terra solo una volta ogni 5.000-10.000 anni. Il sorvolo di Apophis (che, gli astronomi assicurano, non si scontrerà con la Terra per almeno i prossimi 100 anni) rappresenta un’opportunità unica per la scienza e la difesa planetaria. La sonda Ramses dell’Esa incontrerà Apophis prima che passi sulla Terra e accompagnerà l’asteroide durante il sorvolo per osservare come viene deformato e modificato dalla gravità del nostro pianeta. “C’è ancora così tanto da imparare sugli asteroidi ma, fino ad ora, abbiamo dovuto viaggiare in profondità nel sistema solare per studiarli ed eseguire esperimenti noi stessi per interagire con la loro superficie – osserva Patrick Michel, Direttore della Ricerca del Centro Nazionale per la Ricerca Scientifica CNRS presso l’Osservatorio della Costa Azzurra di Nizza -. Per la prima volta in assoluto, la natura ce ne sta portando uno, occupandosi anche di condurre l’esperimento stesso. Tutto quello che dobbiamo fare è guardare come Apophis viene allungato e schiacciato dalle forti forze di marea che possono innescare frane e altri disordini, rivelando dei nuovi materiali nascosti sotto la superficie”.
Ramses deve essere lanciato nell’aprile 2028 per consentire un arrivo ad Apophis nel febbraio 2029, due mesi prima del contatto ravvicinato. Per rispettare questa scadenza, l’Esa ha chiesto il permesso di iniziare i lavori preparatori della missione il prima possibile utilizzando le risorse esistenti. Permesso concesso dal comitato del programma Space Safety, la decisione di impegnarsi pienamente nella missione o meno sarà presa durante la riunione del Consiglio dei Ministri dell’Esa nel novembre 2025. Utilizzando una serie di strumenti scientifici, – spiega Esa – il veicolo spaziale condurrà un’indagine approfondita pre e post contatto ravvicinato, valutando la forma, la superficie, l’orbita, la rotazione e l’orientamento dell’asteroide. Analizzando come cambia Apophis durante il sorvolo, gli scienziati impareranno molto sulla risposta di un asteroide alle forze esterne, nonché sulla composizione degli asteroidi, la struttura interna, la coesione, la massa, la densità e la porosità. Tutte queste proprietà sono molto importanti per valutare il modo migliore per deviare un eventuale asteroide pericoloso in rotta di collisione con la Terra. Poiché gli asteroidi sono anche capsule temporali formatesi oltre quattro miliardi di anni fa, i dati di Ramses offriranno anche una base per delle nuove teorie scientifiche sulla formazione e l’evoluzione del sistema solare.
“Ramses – dichiara Richard Moissl, a capo dell’Ufficio per la Difesa Planetaria dell’Esa – dimostrerà che l’umanità può dispiegare una missione di ricognizione per incontrare un asteroide in arrivo in pochi anni. Questo tipo di missione è uno dei fondamenti della risposta dell’umanità a un asteroide pericoloso. Per prima cosa verrebbe lanciata una missione di ricognizione per analizzare l’orbita e la struttura dell’asteroide in arrivo. I risultati verrebbero utilizzati per determinare il modo migliore per reindirizzare l’asteroide o per escludere i non impatti prima che venga sviluppata una costosa missione deflettore”. (Credit: ESA-Science Office)