Ecco cosa prevede il nuovo pacchetto Ue su Ogm, suoli, rifiuti alimentari e tessili
Ecco cosa prevede il nuovo pacchetto Ue su Ogm, suoli, rifiuti alimentari e tessiliBruxelles, 6 lug. (askanews) – La Commissione europea ha presentato a Bruxelles un pacchetto di nuove proposte nel quadro del Green Deal, che riguardano le procedure di autorizzazione degli Ogm di nuova generazione (le cosiddette “nuove tecniche genomiche”), nuove norme sulle sementi (“materiale riproduttivo per le piante e le foreste”), la riduzione della produzione di rifiuti alimentari, una nuovo sistema per ridurre e riusare o riciclare i rifiuti da prodotti tessili, e infine una direttiva “sul monitoraggio e la resilienza dei suoli”.
La proposta più importante e controversa del pacchetto, ufficialmente presentato ieri, è quella sulle “nuove tecniche genomiche” – che, al contrario dei “vecchi” Ogm, ottenuti attraverso la “transgenesi”, sono basate sulla “cisgenesi”, ovvero l’inserimento di geni non provenienti da specie estranee – consiste, in pratica, in due diversi approcci, che risulteranno in due diverse categorie di piante “Ngt”. Innanzitutto, vi sarà una sostanziale deregolamentazione delle piante biotech ottenute con meno di 20 modificazioni genetiche, che verranno considerate “equivalenti” alle piante ottenute con selezione genetica naturale (“convenzionale”). Unica differenza rispetto alle piante convenzionali, i semi delle piante di questa prima categoria dovranno comunque essere registrati come Ngt.
Nella seconda categoria rientreranno le piante che hanno subito più di 20 mutazioni (ma sempre attraverso cisgenesi), per le quali sarà confermata dell’applicazione di quasi tutti gli obblighi e le procedure attualmente applicate ai “vecchi” Ogm: autorizzazione Ue solo dopo valutazione dei rischi, tracciabilità e obbligo di etichettatura, obbligo di misure di “coesistenza” (distanze minime da piantagioni convenzionali o bio per evitare contaminazioni). Non sarà invece applicata, in questo caso, la possibilità, attualmente esistente, di divieti nazionali di coltivazione per gli Ogm autorizzati a livello Ue. Viene confermato, infine, il divieto di usare le piante Ngt nell’agricoltura biologica.
Riguardo ai rifiuti alimentari, la Commissione propone di dimezzare entro il 2030 gli sprechi di cibo pro capite nell’Ue, che ammontano oggi a 131 Kg all’anno (58,5 milioni di tonnellate in totale, di cui il 53% generato dalle famiglie e il 20% dall’industria della trasformazione). La riduzione dovrà essere assicurata per il 10% dal settore della trasformazione e per il 30% da ristoranti, distribuzione e famiglie. I rifiuti del settore del tessile e dell’abbigliamento (comprese le calzature) generati nell’Ue ogni anno ammontano a 12,6 milioni di tonnellate, di cui solo il 22% è sottoposto a raccolta separata.
La Commissione propone un nuovo sistema di responsabilità estesa dei produttori (simile a quanto già esiste per il settore degli elettrodomestici) riguardo alla gestione dei rifiuti, incentivi per una maggiore circolarità del settore e una definizione di “rifiuti” in quest’area con l’obiettivo di impedire l’attuale pratica dell’esportazione fuori dall’Ue di prodotti tessili, ufficialmente destinati al riuso o riciclo, e che finiscono poi in discariche, sulle spiagge e nei mari nei paesi in via di sviluppo. Sui suoli, infine, la proposta della Commissione indica solo l’obiettivo di massima di non avere più aree degradate nel 2050, ma non presenta alcun obiettivo intermedio. La direttiva punta a definire e attuare nei prossimo 5 anni un sistema di “governance” dei suoli basato sul monitoraggio da parte delle autorità nazionali, ma con criteri armonizzati, con la mappatura delle aree degradate e inquinate, e interventi per migliorarne le condizioni nei casi più gravi. Entro sei anni dall’entrata in vigore della direttiva si deciderà su una eventuale sua revisione, possibilmente con la fissazione di nuovi obiettivi intermedi.