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Edilizia Green, obiettivo riqualificare 2% abitazioni all’anno

Edilizia Green, obiettivo riqualificare 2% abitazioni all’annoMilano, 25 feb. (askanews) – Secondo dati dello studio Symbola Cresme, il patrimonio edilizio italiano è il più grande d’Europa con 599 abitazioni per 1.000 abitanti rispetto a una media europea di 506. Secondo un’indagine ENEA si calcola un totale di 12 milioni di edifici residenziali (88%), rispetto a 1 milione e mezzo di edifici pubblici (pari all’11,9%). il 46,7% di queste strutture si trova in zone fredde, dove il tema dell’efficienza energetica assume un’importanza ancora maggiore. Si pensa erroneamente che questi numeri siano dovuti solo al grande peso degli edifici storici ma, come confermano i dati ISTAT quasi la metà delle costruzioni esistenti è stata edificata tra gli anni ’50 e il 1991, anno in cui è entrata in vigore una prima normativa sull’efficienza energetica. Queste sono le riflessioni emerse in occasione del tavolo di lavoro Changemakers and Policy Dialogue organizzato da Building Performance Institute Europe al quale hanno partecipato Cecilia Hugony, AD di Teicos e presidente di Renovate Italy, la rete italiana che raccoglie numerose realtà imprenditoriali e no profit che promuovono attività e progetti per la riqualificazione energetica del costruito e che fa riferimento a Renovate Europe.



Riqualificare il 2% degli edifici ogni anno: è l’obiettivo posto dall’Europa nell’iniziativa “renovation wave” per aumentare la sicurezza energetica del nostro continente e ridurre le emissioni di CO2. ù “Gli edifici italiani, a seconda della loro destinazione d’uso, hanno un consumo energetico medio compreso tra 150 e 600 kWh/m² annui. Gli edifici NZeb – Nearly Zero Energy Building hanno invece un consumo energetico medio pari a circa 75 kWh/m² annui. Dobbiamo lavorare per ridurre i consumi energetici e al contempo aumentare la salubrità e il comfort delle case in cui viviamo. Quando si parla di “adaptation to climate change” si intende infatti quell’insieme di misure che assicurano la salute delle persone di fronte ai cambiamenti climatici in atto (pensiamo ad esempio alle ondate di calore) e queste comprendono necessariamente gli interventi sugli spazi abitati. Su queste linee guida possiamo proseguire il percorso per la riqualificazione del nostro patrimonio edificato” prosegue Hugony. Hugony ha presentato al Parlamento europeo la metodologia CoRen, che prevede la co-progettazione degli interventi di deep renovation insieme alla comunità condominiale, in un processo decisionale condiviso e fondato sulla comprensione del valore economico ed energetico dell’intervento. Nello specifico, questa metodologia ha permesso la delibera dei lavori in 30 edifici con una media di 3 salti di classe energetica. Tra questi vi è il condominio degli anni ’70 in via Ca’ Granda a Milano; attualmente in lavorazione, dove già quattro delle sei torri del complesso condominiale di 30mila metri quadri hanno ottenuto un salto di classe dalla F alla C. Alla conclusione completa dell’intervento a fine 2025. Vi sono anche diversi casi di realizzazione di interventi molto ambiziosi dove i condòmini, compreso il valore del progetto, hanno deciso di investire il massimo delle risorse per ottenere risultati straordinari. Un esempio il progetto inaugurato nel 2024 a Monza, che ha visto un risparmio energetico del 74% con un salto di 5 classi, dalla E alla A2.


Complessivamente Teicos ha ristrutturato 70 edifici dal 2019 e 2023, in buona parte con la metodologia CoRen e in parte grazie alla spinta data dai bonus vigenti, andando così a riqualificare in Lombardia una superficie complessiva di 213.465,90 metri quadrati che ha consentito un risparmio di energia annuo pari a 1514,50 GWh. È come se ogni anno venissero piantate 28.865 piante, equivalenti a una copertura di 39 campi da calcio, in grado di ottenere un risparmio annuo pari 3.396 tonnellate di Co2. Se valutiamo i 30 anni come durata media di un intervento di qualificazione, i numeri sono ancora più ambiziosi: si risparmiano in prospettiva 101.878,09 tonnellate di Co2. In decine di appartamenti di questi edifici grazie al progetto SPICA, Spica (Sharing Power Information for Citizen Awareness), finanziato da Regione Lombardia, sono stati installati anchr dei sensori per verificare il miglioramento del comfort ottenuto dopo la riqualificazione energetica. I dati rilevati sono stati studiati dall’Università di Padova, dipartimento di Ingegneria Industriale. Dalle analisi è emerso che gli appartamenti riqualificati migliorano notevolmente il comfort termico non solo in inverno ma anche in estate. Infatti, nei mesi più caldi, la riqualificazione ha portato un abbassamento medio di 2 °C dell’aria interna, rispetto alla situazione pre-intervento, addirittura nelle abitazioni prive di impianto di climatizzazione. Tra i vantaggi del perseguimento di queste politiche energetiche, vi è innanzitutto l’aumento della resilienza degli edifici contro i sempre più frequenti disastri naturali causati dal cambiamento climatico in corso: Se consideriamo che uno studio pubblicato sulla rivista Nature Medicine, ha certificato che nel 2022 in Europa ci sono stati 61.672 decessi per colpa del caldo eccessivo, di cui 18.010 solo in Italia, e ha stimato che, in assenza di una soluzione efficace, l’Europa dovrà affrontare una media di oltre 68.000 morti premature ogni estate entro il 2030 e oltre 94.000 entro il 2040, è facile comprendere l’importanza di adattare i nostri edifici al riscaldamento globale.