Roma, 31 mar. (askanews) – Nel 2023 saranno 10 milioni i vacanzieri, di cui circa tre milioni stranieri, che pernotteranno fuori casa “grazie al vino”. Il picco si raggiunge nelle settimane della vendemmia. E’ quanto prevede una indagine di Cna Turismo e Commercio, condotta in tutta Italia e per la quale si stima un movimento economico quantificabile intorno ai 2,5 miliardi di euro.
“Sempre più turisti, soprattutto provenienti da centri urbani italiani e stranieri – si legge in una nota -, chiedono di essere coinvolti in questo momento importantissimo dell’annata agraria. La raccolta manuale dell’uva diventa così un’esperienza turistica e didattica, che avvicina all’affascinante mondo del vino un pubblico crescente di appassionati promuovendo spesso territori lontani dai classici itinerari ma ricchi di eccellenze artigianali, a partire dai prodotti enogastronomici”. “Se la vendemmia ne rappresenta il clou – prosegue la Cna -, ormai il turismo enologico – con le visite a cantine, gli assaggi e le degustazioni, le pratiche esperienziali – è diventato un fenomeno annuale. E riveste un ruolo sempre più rilevante nel movimento turistico italiano in generale e soprattutto nel turismo enogastronomico e nel turismo esperienziale, quello dove ci si ‘sporca’ le mani e si finisce per essere coinvolti in attività manuali ritenute a torto desuete, pratiche di coltivazione tradizionale in testa”.
Gli enoturisti provenienti da oltre confine nel 2023 arriveranno principalmente da Francia, Germania, Regno Unito, Austria, per quanto riguarda l’Europa, e da Stati Uniti d’America e Giappone, fuori dal Vecchio Continente. La maggioranza degli enoturisti incastona l’esperienza vinicola in una vacanza più lunga, magari deviando per un giorno o due dall’itinerario prestabilito.