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Euro digitale, Visco: successo richiederà corso legale e incentivi

| Redazione StudioNews |

Euro digitale, Visco: successo richiederà corso legale e incentiviRoma, 5 lug. (askanews) – Il negoziato sull’euro digitale “è appena iniziato”, ma affinché abbia successo secondo il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco dovrà avere “corso legale al pari delle banconote”, ma a differenza di queste ultime “un alto livello di privacy compatibile con gli interessi pubblici: tra cui la necessità di prevenirne l’utilizzo per il riciclaggio e il finanziamento del terrorismo”. Nel suo intervento l’assemblea annuale dell’Abi, Visco ha aggiunto che servirà “un sistema di incentivi che favorisca l’adesione” di consumatori, imprese, banche e altri intermediari.

Visco ha ricordato che lo scorso 28 giugno la Commissione europea ha presentato la proposta di Regolamento per la possibile introduzione dell’euro digitale. L’eventuale decisione di emettere la nuova forma di moneta verrà presa dal Consiglio direttivo della BCE una volta completato il quadro normativo necessario. “L’euro digitale è un progetto importante non solo per promuovere la concorrenza e l’innovazione nel sistema dei pagamenti europeo con minori costi per gli utenti, ma anche per preservare l’autonomia strategica e la sovranità monetaria dell’area”, ha sostenuto.

“L’euro digitale dovrà essere uno strumento di pagamento, non di risparmio; andranno quindi prevenuti i rischi per la trasmissione della politica monetaria e per la stabilità finanziaria che potrebbero derivare da una eccessiva sostituzione di depositi bancari con la moneta pubblica digitale. In quanto passività della banca centrale esso sarà una forma di moneta priva di rischio come il contante, che si affiancherà a questo e agli altri strumenti di pagamento già esistenti, senza necessariamente sostituirli”. Le ipotesi che si stanno vagliando “includono in particolare l’assenza di remunerazione e una soglia alla quantità di euro digitale detenibile da ciascun utente. Esse saranno definite in modo da preservare la capacità delle banche di offrire credito all’economia e, al contempo, prevenire la possibile diffusione, come mezzi di pagamento, di strumenti altamente rischiosi – ha spiegato – quali alcune tipologie di criptoattività”.