Europarlamento: vietare l’esposizione di simboli nazisti e comunisti
Europarlamento: vietare l’esposizione di simboli nazisti e comunistiBruxelles, 23 gen. (askanews) – La plenaria del Parlamento europeo ha approvato oggi a Strasburgo, con 480 voti favorevoli, 58 contrari e 48 astensioni, una risoluzione contro la disinformazione e le manipolazioni storiche usate dalla Russia per giustificare la guerra illegale in Ucraina, in cui si chiede anche di vietare a livello dell’Ue l’uso negli spazi pubblici di “simboli dei regimi totalitari”, sia nazisti che comunisti sovietici, nonché di simboli dell’attuale aggressione della Russia contro l’Ucraina.
Il testo esprime poi “preoccupazione” per la decisione di alcuni social media di allentare il fact-checking nella moderazione dei contenuti sulle proprie piattaforme (in particolare dopo il recente annuncio in questo senso di X e Meta negli Stati Uniti). Il Parlamento europeo, si legge nella risoluzione, “respinge le affermazioni del regime russo sulla storia e l’identità nazionale dell’Ucraina come futili tentativi di giustificare una guerra di aggressione illegale”. Condanna inoltre “l’incapacità della Russia di riconoscere le proprie responsabilità per i crimini sovietici, e il suo tentativo di reprimere le ricerche storiche e dibattiti pubblici su tali questioni”, affermando che queste pratiche “hanno contribuito alla capacità dell’attuale regime russo di rivitalizzare le politiche imperialiste e strumentalizzare la storia per i suoi scopi criminali”.
Il Parlamento europeo lancia quindi un appello all’Ue e ai suoi Stati membri affinché aumentino e coordinino meglio gli sforzi per contrastare la disinformazione, la manipolazione delle informazioni e le ingerenze da parte della Russia. Ciò è essenziale, affermano gli eurodeputati, per proteggere l’integrità dei processi democratici e rafforzare la resilienza delle società europee. Gli europarlamentari sottolineano anche la necessità di promuovere attivamente l’alfabetizzazione mediatica e sostenere i media di qualità e il giornalismo professionale. Nella risoluzione si invita l’Ue a rafforzare le sanzioni nei confronti dei media russi che promuovono campagne di disinformazione a sostegno della guerra di aggressione della Russia in Ucraina, e si esortano i paesi dell’Ue ad attuare pienamente tali sanzioni e a destinare risorse sufficienti per affrontare efficacemente questa “guerra ibrida”. Gli eurodeputati chiedono anche che l’Ue rafforzi il suo sostegno ai media russi indipendenti in esilio per sostenere la pluralità nei media in lingua russa.
Gli europarlamentari del Pd non hanno partecipato al voto finale perché, secondo quanto ha fatto sapere il capo delegazione, Nicola Zingaretti, la risoluzione chiede un divieto di esporre svastica e falce martello mettendo i due simboli “sullo stesso livello”, e perché “non si scrive la storia neiáparlamenti”. Gli eurodeputati italiani del M5S e della Sinistra hanno invece votato contro. In effetti, il testo contiene dei passaggi discutibili, in cui la condanna del “revisionismo storico” da parte del regime russo tende ad avvalorare una versione storiografica opposta e a sua volta di parte, in cui viene fortemente sottovalutato il ruolo oggettivamente essenziale svolto dall’Unione Sovietica (che nella seconda guerra mondiale ebbe 20 milioni di morti) nella sconfitta del nazismo.
Nel paragrafo 14 si legge che l’Europarlamento “ritiene che i tentativi della Russia di distorcere, rivedere e travisare la storia dell’Ucraina compromettano la memoria collettiva e l’identità dell’Europa nel suo insieme e rappresentino una minaccia alla verità storica, ai valori democratici e alla pace in Europa; invita pertanto gli Stati membri a investire maggiormente nell’istruzione e nella ricerca sulla storia comune dell’Europa e sulla memoria europea, nonché a sostenere progetti che promuovano una migliore comprensione dell’impatto della divisione dell’Europa durante la Guerra fredda; sostiene la costruzione di un memoriale paneuropeo a Bruxelles per tutte le vittime dei regimi totalitari del XX secolo; deplora il continuo utilizzo di simboli di regimi totalitari negli spazi pubblici e chiede un divieto a livello dell’Ue sull’uso di simboli nazisti e comunisti sovietici, nonché di simboli dell’attuale aggressione della Russia contro l’Ucraina”. Nel “considerando G”, d’altra parte, si osserva che “non solo la Russia non ha riconosciuto l’imperdonabile ruolo iniziale dell’Unione Sovietica nelle prime fasi della Seconda guerra mondiale, ad esempio attraverso il Trattato di non aggressione del 1939 tra la Germania nazista e l’Unione delle Repubbliche socialiste sovietiche e i suoi protocolli segreti, comunemente noti come Patto Molotov-Ribbentrop, in cui i due regimi totalitari cospirarono per dividere l’Europa in sfere di influenza esclusive”; non solo non si è assunta “la responsabilità delle numerose atrocità e dei crimini di massa commessi nei territori occupati dall’Unione Sovietica”, ma – sostengono gli eurodeputati – “l’attuale regime russo ha anche strumentalizzato la storia e creato un culto della ‘vittoria’ attorno alla seconda guerra mondiale per mobilitare ideologicamente i cittadini e manipolarli per indurli a sostenere una guerra illegale di aggressione”, contro l’Ucraina. Infine, il Parlamento europeo si dice “profondamente preoccupato per i recenti annunci fatti da Meta e X in merito a un allentamento delle loro norme in materia di verifica e moderazione dei contenuti, in quanto ciò potrebbe consentire alla campagna di disinformazione della Russia di diffondersi ulteriormente in tutto il mondo”. L’Assemblea chiede pertanto alla Commissione e agli Stati membri “di applicare rigorosamente il regolamento Ue sui servizi digitali, anche come elemento importante della lotta contro la disinformazione russa”.