Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Ezio Bosso, esce “The Hidden Room” con gli ultimi inediti

| Redazione StudioNews |

Ezio Bosso, esce “The Hidden Room” con gli ultimi ineditiRoma, 8 gen. (askanews) – Nei cinque anni dalla scomparsa precoce di Ezio Bosso escono per Sony Classical i suoi ultimi inediti di musica da camera, registrati per la prima volta dopo accurata revisione delle partiture, nell’interpretazione magistrale di quattro grandi solisti in due diverse formazioni cameristiche: il pianista salentino Francesco Libetta, ormai capofila dell’eredità artistica del grande torinese; il violoncellista e direttore d’orchestra Luigi Piovano, già collaboratore di Bosso come primo violoncello dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia; la violinista Grazia Raimondi e la giovane star del violino Aylen Pritchin.



Si chiude nel primo quinquennale di Ezio Bosso il lungo percorso che ha impegnato gli eredi, guidati dal nipote Tommaso, nella revisione, pubblicazione e registrazione di tutti gli inediti della sua intensissima parentesi di compositore per un totale di dieci titoli e tre album. Un percorso complesso giacchè Ezio amava lasciare le sue musiche aperte e quindi declinabili all’occasione in formazioni diverse, sempre pensate solo per la magia effimera dell’esecuzione dal vivo e mai per i posteri, futuro a cui Bosso non ha mai dato importanza.


Dopo le prime pubblicazioni realizzate nella cerchia degli amici e collaboratori più stretti del Maestro, fra cui vale ricordare i fratelli David, Diego Romano e il Quartetto D’Archi di Torino, gli eredi di Bosso, oggi attivi con la neonata Associazione Ezio Bosso, hanno poi proseguito il lavoro per ampliare la cerchia dei musicisti italiani ed internazionali coinvolti nella sua musica, così da allargare la cerchia degli esecutori, oltre ai sodali di vecchia data come Sergej Krylov, Anna Tifu, Mario Brunello, Enrico Fagone fra i tanti. Francesco Libetta, principale collaboratore della famiglia negli ultimi due anni, racconta così il lavoro svolto sulle ultime partiture aperte di Ezio: “Bosso concepisce la musica come un evento reale, qualcosa che accade in quel momento e in quel luogo, evento unico per ogni esecuzione e per ogni ascoltatore. Le sue partiture non vogliono essere progetti astratti di strutture sonore, ma annotazioni che si riferiscono a un fatto sonoro concreto. Coerentemente, nelle sue partiture Bosso ha sempre lasciato qualche cosa di aperto, su cui agiva in corso d’opera, concerto dopo concerto, o durante le registrazioni. Anche nel caso del Trio: la sua sola esecuzione dal vivo che è rimasta registrata differisce dalla pagina scritta in moltissimi dettagli, e nel terzo tempo si discosta dalla partitura per intere pagine. Nella fedeltà allo spirito dal quale nascono queste musiche, valeva la pena di lavorare per recuperare le idee che erano state da Bosso aggiunte in occasione di quel concerto pubblico, e integrarle con quanto da lui già scritto nella partitura. Questa musica deve essere flessibile, deve essere ‘indossata’ da chi la suona, e muoversi dei suoi gesti”