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Fedagripesca: accordo su mais primo piccolo passo per produttori

Fedagripesca: accordo su mais primo piccolo passo per produttoriRoma, 20 mar. (askanews) – “L’accordo siglato sulla produzione e coltivazione del mais segue e migliora quello del precedente triennio e focalizza maggiormente l’attenzione sulla provenienza nazionale del mais da granella prodotta in Italia al fine di contrastare, attraverso la qualità e l’origine, gli enormi quantitativi importati dall’estero”. Così il presidente di Fedagripesca Confcooperative Carlo Piccinini commenta la firma del nuovo Accordo Quadro per il granturco da granella di filiera italiana certificata, valido per il triennio 2023-2025, sottoscritto da un lato dagli industriali (Assalzoo), dall’altro dal mondo della cooperazione (Confcooperative Fedagripesca, Legacoop Agroalimentare e AGCI), della produzione AMI (Associazione Maiscoltori Italiani AMI – di Confagricoltura), CIA, COPAGRI; del modo delle sementi (Assosementi) e della distribuzione dei mezzi tecnici (COMPAG e AIRES).



“L’accordo – spiega Piccinini – segna un primo piccolo passo che speriamo possa tradursi in disponibilità di maggiori superfici ma anche un più alto riconoscimento economico per i produttori. Auspichiamo inoltre che più accordi di questo tipo possono essere realizzati anche in altre filiere”. “Le premesse del contratto di filiera – commenta Piccinini – muovono dalla necessità di recuperare superfici e produzioni di mais da granella certificato italiano, anche per i rifornimenti alle produzioni agroalimentari DOP di eccellenza, alla luce del fatto che la produzione di questa coltura in Italia ha subito negli ultimi anni un drastico calo sia nelle superfici coltivate, sia nella granella raccolta, in uno scenario peraltro aggravato da importanti quantitativi di prodotto importato anche in conseguenza con il conflitto in Ucraina”.


“Nell’accordo viene promossa e incentivata inoltre la produzione di un mais con caratteristiche qualitative sempre più elevate, anche con riferimento al tema della sostenibilità e del nuovo fondo di Sovranità alimentare che richiede appunto la presenza di un contratto di filiera almeno triennale per potervi accedere. Il contratto di filiera precede alcune premialità sul prezzo, lasciando tuttavia libera la contrattazione tra le parti a livello economico, con l’unico riferimento dei listini delle borse di riferimento”, commenta infine Piccinini.