Federvini: Italia secondo operatore globale, export +188% in 20 anni
Federvini: Italia secondo operatore globale, export +188% in 20 anniMilano, 5 giu. (askanews) – L’export di vini italiani negli ultimi vent’anni è passato da una quota di mercato del 17% nel 2003 al 22% nel 2023, mentre il nostro primo competitor, la Francia, nello stesso periodo è scesa al 33% dal 38%. Un risultato che permette all’Italia di consolidare, grazie al complessivo +188% in valore di export, il secondo posto mondiale e assume un carattere ancor più straordinario se pensiamo all’incremento dei mercati in cui l’Italia esprime una posizione di leadership: 46 contro i 51 della Francia, quando vent’anni fa erano 9 versus 41. E’ quanto emerge dai dati dell’Osservatorio Federvini, in collaborazione con Nomisma e TradeLab, diffusi oggi in occasione dell’Assemblea generale della Federazione italiana dei produttori, esportatori e importatori di vini, acquaviti, liquori, sciroppi, aceti e affini che si è svolta oggi a Roma alla presenza di numerose istituzioni e del gotha degli imprenditori italiani di un comparto che vale 21,5 miliardi di euro di fatturato, 2.300 imprese, oltre 81.000 occupati e circa il 20% dell’export del “food and beverage” del nostro Paese.
Evidenze positive emergono anche sul fronte degli spiriti: negli ultimi vent’anni, sempre secondo Nomisma, l’export ha registrato un incremento del 300% per un valore di 1,7 miliardi di euro, con l’Italia che oggi è il quinto top exporter globale. L’andamento positivo delle vendite oltre frontiera si conferma per il comparto degli aceti: +180% a valore negli ultimi venti anni. In generale, anche in considerazione di un calo strutturale dei consumi interni, le esportazioni assumono un carattere strategico, rappresentando un fatturato del 50% per i vini, del 35% per gli spiriti e del 48% per gli aceti.